Affari per la pelle

Collaborazione Italia-Cina per l'utilizzo del pellame suino

Articolo pubblicato su "Sistema Italia" n. 30 del 30.7.1994

cod.: SIS.94.30.MKT.0

Fra i momenti d'incontro svoltisi a Milano in occasione del Boritec '94, la sesta edizione della Borsa Internazionale della Cooperazione dello Sviluppo e degli Investimenti, tenutasi dal 22 al 24 giugno 1994, ha assunto un rilievo particolare la giornata dedicata al pellame. Unionscambi (società di servizi all'internazionalizzazione delle PMI posseduta da Fiera Milano, CCIAA di Milano, Ance e Assolombarda) ha promosso uno specifico seminario, mirato a favorire le opportunità di collaborazione industriale e commerciale fra operatori italiani e cinesi nell'utilizzo del pellame suino. Una merceologia alquanto specialistica, ma che si è rivelata di notevole interesse per i produttori italiani di impianti per la macellazione, la concia e la trasformazione del pellame; per le industrie chimiche che forniscono materiali concianti e, non da meno, per i commercianti del settore. "Abbiamo scelto di proporre un incontro di lavoro sul pellame suino cinese", afferma Gian Cesare Marchesi, Consigliere Delegato di Unionscambi, "accettando una sfida certamente molto più difficile di quella che avremmo affrontato presentando, ad esempio, il pellame bovino dell'Argentina o del Brasile. Paesi, questi ultimi, che dispongono di una materia prima già ben conosciuta da tutti gli operatori del settore. Sul pellame suino cinese", continua Marchesi, "c'erano invece alcune incertezze iniziali, basate sulla convinzione, verificatasi poi infondata, che si potesse far poco per migliorarne la qualità e per stabilire solidi rapporti di cooperazione industriale e commerciale con i produttori locali". "I dati statistici", ha spiegato quindi nel suo intervento Giuseppe Restani, Consigliere Delegato del Consorzio Import Export Pelli Grezze, "mostrano che, a causa di una macellazione italiana nel suo complesso alquanto limitata, il nostro Paese deve importare oltre il 70% del pellame grezzo necessario alle sue imprese di trasformazione. Per quanto riguarda in particolare il pellame suino, su 5.268.000 Kg. di grezzo importato in Italia nel 1993, solo 27.000 Kg. provenivano dalla Cina". "E tutto ciò", ha aggiunto il rappresentante cinese Song Xianfeng, "è tanto più curioso se si considera che il patrimonio suino della Repubblica Popolare Cinese è stimato in oltre 393 milioni di capi, pari ad oltre la metà dell'intero allevamento mondiale. Necessitiamo di nuove tecnologie per migliorare la qualità", ha continuato Song Xianfeng, "e per far sì che si possa utilizzare in modo più esteso una materia prima che, a tutt'oggi, viene da noi utilmente sfruttata solo in minima parte". Un mercato, quindi, che offre ancora ampi spazi per la fornitura di tecnologie italiane che possano migliorare la qualità del pellame grezzo o semi-conciato e per l'approvvigionamento di materie prime adatte alle industrie italiane di trasformazione. Duilio Carlessi, in rappresentanza della Cimaco, l'associazione che raggruppa i produttori di impianti per la concia, ha quindi affermato che "Per noi operatori italiani di questo particolare segmento produttivo, l'essere presenti in questa rassegna costituisce un'occasione importante per cementare intese già avviate fra l'Italia e la Cina e rafforzare programmi e progetti di collaborazione al fine di sviluppare un volume d'affari sempre più ampio". Al seminario hanno partecipato numerosi imprenditori italiani e cinesi che, assistiti nel follow-up delle varie iniziative dai servizi messi a disposizione dall'UNIDO, da Finlombarda e dalla stessa Unionscambi, hanno quindi potuto organizzare incontri operativi che hanno favorito l'avvio di nuove joint-venture industriali e commerciali. La formula adottata da Unionscambi rientra in un programma inserito nello schema comunitario ECIP (facility I), che consentirà di proseguire ulteriormente nell'assistenza alle imprese per la realizzazione di accordi di cooperazione transnazionale (facility II, III e IV).

L'iniziativa è stata coronata da successo ed ha dimostrato che la preventiva e documentata individuazione di particolari settori merceologici d'interesse - soprattutto se ancora poco conosciuti - e la messa a disposizione di adeguate strutture di assistenza operativa, possono concretamente permettere alla PMI italiana di ampliare le proprie possibilità di sviluppo.

Milano, 4 luglio 1994