Quando l'unione fa la forza

Le aziende di servizi sono strategiche per lo sviluppo delle imprese.
Articolo pubblicato su "In Fiera" - marzo 1995 - n. 3
Tradotto nell'edizione inglese col titolo "When unity is strength"

cod.: IF.95.03.MKT.0

L'ambiguo rapporto, quasi di amore-odio, che caratterizzava in passato, e sotto tutte le latitudini, le relazioni esistenti fra la sfera strettamente manifatturiera e quella dei servizi, è venuto via-via scemando nel tempo con l'affermarsi di una globalizzazione dei mercati tendente a trasferire su un piano di avanzata terziarizzazione ciò che prima veniva considerato appannaggio esclusivo - o semplice corollario - delle attività produttive. Così come, a suo tempo, il settore primario ha dovuto gradualmente lasciare il passo, volente o nolente, all'industria, nel ruolo di motore trainante dell'economia, l'allargamento e la sempre maggiore sofisticazione della "domanda" hanno portato ad un maggior bisogno di "terziario". In sostanza, grazie ai progressi della più ampia tecnologia, oggi si producono maggiori quantità e migliori qualità di beni impiegando risorse infinitamente minori rispetto al passato e il problema non consiste più tanto nel "produrre", quanto nel "promuovere" e nel "vendere" tali beni. Promozione e vendita costrette, a loro volta, ad affrontare quotidianamente una strenua lotta, condotta con strumenti comunicativi che utilizzano tecniche di penetrazione e di persuasione sempre più raffinate. Tutto ciò ha contribuito a ridurre la linea di demarcazione che separava i vari "settori", costringendo addirittura il "terziario tradizionale" a creare al suo interno - quasi per partenogenesi - la quarta dimensione, del "terziario avanzato", o "quaternario" come qualcuno comincia a definirla. Un settore del tutto nuovo che non si limita alle sole attività di "promozione" o di "vendita" e che allarga sempre più la sua sfera d'influenza, diventando elemento insostituibile nello sviluppo delle stesse attività "primaria" e "secondaria". Basti pensare, ad esempio, al ruolo svolto nella ricerca in campo bio-tecnologico alimentare, nell'utilizzo delle materie seconde, nella tutela dell'ambiente, nell'informatica o nella robotica industriale. Tutto ciò potrebbe anche apparire come l'inizio della resa dell'uomo alla robotizzazione più esasperata; un decadimento della creatività e dell'esperienza individuale di fronte al predominio di quelle "macchine" costruite dall'uomo stesso. Ma, fortunatamente, non è così. O, almeno, non lo è ancora. Le attività terziarie richiedono l'apporto costante di quella componente di "intelligenza umana" che deriva da un'adeguata formazione e da una preziosa esperienza maturata sul campo. Scendendo più nel pratico, vediamo - nella fattispecie - come i servizi prestati dalle strutture specialistiche di supporto all'internazionalizzazione delle imprese, laddove caratterizzate dalla presenza di professionalità specifiche che utilizzano anche i necessari strumenti tecnologici, possano utilmente interagire con il settore prettamente manifatturiero, fornendogli un prezioso sostegno allo sviluppo della sua presenza sui mercati internazionali. Che tali servizi siano forniti da enti di consulenza e di assistenza di matrice pubblica o privatistica, o da strutture commerciali specializzate per linee di prodotto o per aree (le cosiddette "International trading company"), in generale poco conta, laddove il "servizio" offerto si dimostri realmente efficiente ed efficace. L'offerta deve, in ogni caso, corrispondere ai reali "bisogni" e non rivelarsi come una mera teorizzazione di principi che non rispondono alle effettive necessità del mercato e delle imprese. Per evitare che si verifichi uno scollamento fra la domanda e l'offerta, occorre che entrambi i soggetti (l'impresa manifatturiera, da una parte, e il prestatore di servizi, dall'altra), interpretino con la necessaria disponibilità (e, talvolta con l'indispensabile modestia) i rispettivi ruoli, mirando all'ottenimento di un comune beneficio ed abbandonando eventuali residui pregiudizi di ormai superato stampo corporativo. L'arroccamento su posizioni preconcette non giova ormai più a nessuno. Ecco che, allora, l'unione delle risorse e delle esperienze potrà portare a un superamento delle barriere ideologiche fra le varie componenti del "sistema" economico, facendo sì che il "primario", il "secondario" e il "terziario" possano operare all'unisono, per meglio rispondere alle sfide del mercato globale.