Accadde nell'A.D. 2237

(Racconto di Gian Cesare Marchesi)

Soltanto in quel momento Mohammed Abram Katowski IV si rese conto che avrebbe dovuto avviare la procedura CS182 contenuta nel manuale di autogestione personale. I sintomi rilevati dai sensori erano chiari ed inequivocabili: valori ematici anomali, deboli irregolarità nelle funzioni respiratorie, cardiache, epatiche e renali, accompagnati da episodici cali mnemonici. La diagnosi elaborata dai microprocessori indicava che era cominciato il normale processo d'invecchiamento fisiologico e che era quindi necessario passare alla fase di autorigenerazione programmata.

Il tempo-limite stava ormai per scadere e non erano ammesse proroghe.

Secondo quanto reso noto nella parte introduttiva di quella procedura, tutto aveva avuto inizio all'incirca nella prima metà del XXI secolo. Prima di allora gli esseri umani avevano un unico ciclo di crescita, nascevano, si accoppiavano e facevano figli; poi giungeva inesorabile una fase di declino fisico e psichico, che li portava alla morte. Nello spazio di qualche decennio, al massimo una decina, l'individuo percorreva quindi il suo unico ciclo vitale; dopo di che, di lui restava - se andava tutto bene - soltanto un vago ricordo.

Gli individui, maschi e femmine, nati vissuti e morti dalla prima comparsa del genere umano sulla Terra e sino alla prima metà del XXI secolo, potevano essere calcolati in parecchie decine di miliardi. Poi, grazie a qualche provvidenziale guerra, ad alcune ben organizzate pestilenze, con l'avvento delle nuove scoperte e con l'attuazione delle nuove procedure, il numero degli individui viventi si era stabilizzato in un solo miliardo, secondo un programma messo a punto dal SUCC, il Sistema Universale di Controllo Centralizzato, con una pressoché paritetica distribuzione fra i sessi.

Già sul finire del XX secolo la scienza aveva infatti cominciato a intuire che qualcosa doveva e poteva essere modificato. Dalle prime elementari scoperte del DNA e del genoma, della fecondazione assistita e del possibile trapianto degli organi; dalla produzione industriale di organi e tessuti umani, e dalla ancora più semplice clonazione animale, si era rapidamente giunti a capire che il singolo individuo poteva rimanere sempre lo stesso: bastava programmarne per tempo il ciclo di crescita e provvedere quindi alla sua rigenerazione. Anzi, si poteva addirittura dotarlo di un suo personale programma di autogestione e di autorigenerazione.

Nessuno più sarebbe quindi morto, così come nessuno sarebbe più nato. In sostanza, non si faceva che rendere più attuale un antico principio reso noto negli ultimi decenni del XVIII secolo da un illustre chimico francese, un certo Antoine Laurent Lavoisier, che prima di finire sul patibolo nell'allora chiamata Place Vendôme di Parigi, mise a punto una teoria secondo la quale: "In Natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". Con l'applicazione delle nuove procedure, le singole persone si sarebbero dunque trasformate al termine di ciascun ciclo di crescita, ma senza mai scomparire del tutto.

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La chiave di volta di questa vera e propria rivoluzione genetica era basata su una scoperta scientifica resa nota nell'A.D. 2031 quando, a seguito dello sfruttamento intensivo di un materiale organico estratto dalla superficie di Omega31 ed opportunamente trattato nei laboratori del SUCC di Old Lake Bay, era stato prodotto un gene capace di arrestare il processo di naturale invecchiamento umano e di innescare una fase di rapido ringiovanimento.

Si era trattato di una vera e propria rivoluzione epocale, che aggiungeva all'antica fede religiosa sull'immortalità dell'anima (concetto sul quale alcuni avevano da sempre espresso qualche perplessità), la nuova immarcescibilità del corpo, la sua capacità di autorigenerazione e la conseguente continuità della memoria.

Il corpo - come concreta realtà fisica - veniva infatti semplicemente trasformato, passando normalmente da una fase infantile ad una adulta, per poi decadere molto più rapidamente di prima, sino al punto di rigenerarsi altrettanto rapidamente in una nuova forma infantile. Il tutto, senza alcuna soluzione di continuità. D'altro canto, la definitiva scomparsa delle figure dei genitori e dei figli (l'individuo era diventato a questo punto "genitore" e "figlio" di sé stesso), ormai del tutto inutili, aveva condensato nella stessa realtà umana, corpo anima e memoria, una dimensione senza tempo.

L'individuo, volendolo, poteva quindi "ricordare" cosa lui stesso fosse stato e cosa avesse pensato o fatto duecento o trecento anni prima, passando magari attraverso un flashback d'immagini e di situazioni che la sua memoria aveva immagazzinato nel tempo in una sorta di archivio permanente e dalla capacità mnemonica illimitata. Bastava programmare al momento giusto tutto questo e ... il gioco era fatto.

C'erano dei vincoli e dei limiti da rispettare e che, secondo quanto asserito nella procedura di base, derivavano per lo più da ostacoli biogenetici che la pur avanzata conoscenza scientifica non era ancora riuscita a superare. Il principale di questi ostacoli consisteva nell'impossibilità di decidere un autonomo cambiamento del proprio sesso. L'uomo, doveva rimanere uomo e la donna, donna. In realtà, molti - e fra questi anche Mohammed Abram Katowski IV - erano convinti che si trattasse non tanto di una lacuna scientifica, quanto di una opportunità per così dire socio-politica, che veniva fatta applicare per non modificare un equilibrio numerico fra i due sessi, dimostratosi sino a quel momento assolutamente valido. D'altro canto, con l'avvento della tecnica di autorigenerazione programmata, era anche stata inserita negli individui, sia maschi che femmine, l'impossibilità di procreare, in quanto si trattava - appunto - di una funzione ormai del tutto inutile.

Donne e uomini potevano dunque innamorarsi, desiderarsi, accoppiarsi, separarsi, riunirsi in una seconda coppia, ecc., come sempre era successo, ma cessava per loro la possibilità di avere figli. Nessuno, tuttavia, sembrava aver particolarmente sofferto per questa limitazione. O, almeno, così risultava dai più aggiornati monitoraggi statistici.

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La messa in funzione dell'intera procedura non era stata comunque esente da critiche e da opposizioni da parte di taluni esponenti di spicco dell'originaria équipe medico-politico-scientifica che componeva il SUCC. C'erano stati accesi dibattiti e pesanti prese di posizione, che puntavano essenzialmente al mantenimento nel singolo individuo di qualche residuo elemento di discrezionalità o, meglio, di libertà. Alla fine prevalse anche in sede politico-istituzionale la linea cosiddetta "morbida" e fu deciso che l'autorigenerazione non dovesse essere una condizione obbligata, bensì - entro limiti ben definiti - facoltativa. In sostanza, per chi non avesse proprio voluto autorigenerarsi, sarebbe sempre stato possibile passare alla più tradizionale e banale morte corporea, mnemonica e - per quelli assolutamente privi di una qualsiasi fede religiosa - anche spirituale. Quei pochi che avessero scelto questa opzione, sarebbero stati soggetti all'antico iter dell'invecchiamento e al deperimento totale di ogni forma fisica. Della loro esistenza sarebbero rimasti, è vero, molti riscontri nella memoria elettronica del centro di controllo del SUCC, ma nulla più di tangibile.

La scomparsa definitiva di un certo numero di individui era stata a suo tempo prevista dal centro di controllo e ogni anno, in base alla solita procedura CS182, era consentito di usufruire di una quota prefissata. Ad esaurimento di quella quota, eventuali successive richieste di estinzione non venivano esaudite, e così il numero complessivo dei viventi restava entro i limiti minimi e massimi di quanto a suo tempo previsto.

In effetti, ben poche persone avevano scelto di mettere per sempre fine alla loro esistenza e la maggior parte avevano preferito attuare il processo di autorigenerazione, secondo i dettami della solita procedura.

Grazie appunto all'applicazione di quella tecnica, Mohammed Abram Katowski IV aveva già beneficiato di alcuni cicli di crescita ed ora, correndo l'A.D. 2237 ed essendo giunto all'età-limite, doveva considerare pressoché concluso il suo quarto ciclo di crescita.

Benché tutto fosse ormai ampiamente codificato, si trattava pur sempre di mettere in atto una procedura di non semplice attuazione.

Per prima cosa occorreva impostare nel calcolatore del SUCC il nome col quale si sarebbe dovuto identificare il nuovo soggetto, in modo da non poterlo in alcun modo confondere con i precedenti. Non c'erano regole vere e proprie che stabilivano come attribuire il nuovo nome, e al limite si poteva mantenere quello esistente, ma occorreva in ogni caso posporre il numero progressivo del ciclo di crescita al quale l'individuo era giunto. La scelta del nuovo nome avrebbe messo in moto per tempo - e in modo del tutto automatico - anche tutta la complessa operazione di emissione dei documenti d'identità, di attribuzione dei vari permessi di accesso agli archivi, alle case, agli uffici, ecc., nonché di trasferimento legale delle eventuali proprietà personali.

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L'originale individuo, ormai lontano "predecessore" di Mohammed Abram Katowski IV, che aveva dato l'avvio ai tre successivi cicli rigenerativi, si chiamava Sven Johannson, era stato procreato da genitori a quel tempo evidentemente ancora fertili, ed era nato in una piccola località di quella che un tempo si chiamava Scandinavia. Era di razza bianca, biondo di capelli e professava la religione cristiana. Aveva militato nelle Forze Armate dell'Unità per la Difesa Occidentale (FAUDO) e si era distinto per aver partecipato a varie missioni di ricerca scientifica nello spazio extra galattico.

Autorigenerandosi una prima volta, Sven Johannson aveva scelto di chiamarsi Abram Johannson II, decidendo di professare - non si è capito bene quale ne fosse stata la ragione - la religione ebraica, e di mantenere tutte le altre precedenti caratteristiche. Nel corso del suo nuovo ciclo di crescita ebbe tuttavia modo di viaggiare molto sia sulla Terra che nelle sue aree esterne e di conoscere meglio - fra l'altro - la lingua e la storia antica del popolo polacco, così che dovendosi alla fine autorigenerare per la seconda volta, scelse di modificare il nome in Abram Katowski III.

Quest'ultimo, a sua volta, prese a frequentare con assiduità certi ambienti scientifici che operavano in prossimità delle sorgenti del fiume Niger e innamoratosi di quei luoghi, di quelle genti e di quei costumi, decise che avrebbe programmato la sua successiva esistenza mutando la razza, da bianca a nera, e abbracciando la religione islamica. Fu così che il nuovo individuo venne quasi casualmente a chiamarsi Mohammed Abram Katowski IV.

Del vecchio Sven Johannson non era rimasto quindi proprio più nulla, se non una breve biografia registrata nella piastra al selenio257 del calcolatore personale in dotazione all'ultimo dei suoi "discendenti" diretti.

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Il capitolo 258 della procedura CS182 forniva dettagliate istruzioni circa le modalità di approccio con gli individui dell'altro sesso.

Programmando la propria autorigenerazione, la persona doveva infatti specificare, nell'ordine e secondo i parametri di un apposito codice alfa numerico, le caratteristiche fisiche del partner maschio o femmina da ricercare, la razza e la religione di appartenenza, il suo carattere, il suo livello culturale, la sua professione, i suoi passatempi e le sue abitudini amatorie.

Tutti questi dati, immessi tramite semplici impulsi elettromagnetici nel complesso apparato di controllo e di gestione del SUCC, avrebbe permesso un incrocio con i desiderata espressi dal potenziale partner e, quindi, il necessario incontro fra i due soggetti.

Avendo superato da tempo il problema della procreazione, l'accoppiamento fra i due individui prescindeva dalle differenze di sesso, anche se la procedura consigliava unioni di tipo prevalentemente eterosessuale.

Il successivo capitolo della procedura si addentrava infine nell'esame di altri particolari di minore importanza, quali le regole di convivenza familiare, le modalità di gestione dei rispettivi beni materiali, nonché i requisiti per poter eventualmente porre termine al connubio, avviando o meno nel contempo una nuova ricerca di partner.

Niente figli significava meno responsabilità da parte della coppia e niente ricerca disperata di quelle baby-sitter delle quali Sven Johannson sembrava avere avuto spesso bisogno. Nella sua già citata biografia c'era addirittura un passaggio, alquanto divertente, che raccontava di quando il focoso miliziano della FAUDO, approfittando della momentanea assenza di sua moglie Ingrid, diede una generosa ed alquanto maliziosa pacca sul sedere di una giovane aspirante al posto di baby-sitter. Non è specificato bene come andarono le cose, ma sembra che quando Ingrid ne venne a conoscenza, si mise ad urlare a squarciagola, ricordando fra l'altro al consorte che non essendoci in famiglia alcun figlio, le risultava alquanto incomprensibile la ricerca di quella baby-sitter. Ma tutte queste erano ormai storie passate, che facevano soltanto tenerezza.

Sarà stato per via delle frequenti sfuriate della moglie, o non si sa per quale altra ragione, ma programmando per la prima volta la propria autorigenerazione, Sven Johannson non chiese al sistema di ricercare alcuna partner. Pensava forse che il suo "discendente", Abram Johannson II, sarebbe riuscito a trovarne uno senza l'intervento asettico del calcolatore.

Ma si sbagliava.

Non aveva infatti badato al paragrafo 260 della procedura, laddove era pur chiaramente precisato che in mancanza di una preventiva indicazione dei desiderata individuali, e in assenza del conseguente match-making da parte del SUCC, cessava ogni possibilità di accasarsi in forma stabile. In caso di emergenza restavano sempre le compagnie puramente virtuali, ma non sembrava che riscuotessero molti interessi né da parte dei maschi, come neppure da parte delle femmine in carne ed ossa. Questa in ogni caso era stata la scelta, assolutamente libera e altrettanto insindacabile, del vecchio Sven.

Secondo quanto risultava invece dalla biografia di Abram Johannson II, quest'ultimo dovette in cuor suo rimproverare parecchio il suo "precursore" per la scelta di celibato che gli aveva imposto. Oltre tutto, la fede religiosa ebraica che - anche questo suo malgrado - si era trovato a seguire nella più rigida ortodossia, gli avrebbe suggerito di formarsi una famiglia di tipo per così dire "classico", cercando magari anche di contravvenire alle regole e di mettere al mondo qualche decina di marmocchi. Ma tutto ciò non gli fu consentito, mentre fu lasciato assolutamente libero di farsi crescere a dismisura i capelli e la barba.

Quando tuttavia giunse anche per lui il momento di programmare la propria rigenerazione, identificando in Abram Katowski III il successivo "discendente", chiese esplicitamente che venisse individuata per lui una degna compagna, non necessariamente anch'essa di origine polacca, ma comunque di sesso femminile e in grado di tenergli sempre una devota e dolce compagnia, in casa, a letto e ovunque andassero.

In realtà, si disse poi che durante la permanenza dei due sposi alle sorgenti del Niger, la fanciulla - che era stata chiamata Olga Lipinski II - ebbe una frenetica relazione amorosa con alcuni nerboruti sciamani di un vicino villaggio indigeno. Si seppe anche che a quell'epoca non era ancora stata introdotta in quella remota regione del Continente Assolato la tecnica dell'autorigenerazione programmata, per cui i maschi in circolazione, oltre che disporre di strumenti riproduttivi di prim'ordine, erano anche potenzialmente fertili. Fortunatamente Olga non lo era ormai più da tempo, per cui il tutto si risolse in puri e - per lei - piacevoli esercizi di ginnastica, consumati nelle varie capanne di fango e di sterco. Sembra anche che Abram Katowski III fosse rimasto sempre all'oscuro di tutte queste manovre.

Mohammed Abram Katowski IV era stato invece programmato in modo da potersi accasare con una giovane di pelle scura, ma non troppo. Il sistema centrale del SUCC era stato infatti istruito di ricercare una sorta di mezzosangue, di professione suonatrice e cantante di kilnos (si trattava di una espressione musicale molto in voga nella prima metà del XXII secolo e successivamente caduta del tutto in disuso), piuttosto agiata, alta poco più di un metro e settanta, e - richiesta alquanto curiosa - dotata di un sedere definito "a forma di mandolino". Non era stato facile trovarla fra le fanciulle disponibili nel sistema, anche perché il calcolatore centrale non ricordava più bene cosa fosse un mandolino, ma alla fine il desiderio di Abram Katowski III era stato pienamente esaudito.

Occorre a questo punto aprire una breve parentesi per precisare che nel momento in cui aveva inizio il processo di rigenerazione, il nuovo soggetto si trovava già ad avere l'età di circa sei anni, e che gli occorrevano altri due anni per raggiungere uno stadio di completa maturità fisica, intellettuale e sessuale. Il sistema centrale di ricerca aveva quindi tutto il tempo necessario per attuale un match-making puntuale e preciso. L'incontro fra i due soggetti avveniva - secondo quanto abitualmente programmato - all'età di sedici anni, e tutto procedeva quindi con un ordine che non aveva mai denotato sintomi di inceppamento (ndr: Fine della parentesi).

Mohammed Abram Katowski IV era dunque giunto sul punto di pensare seriamente alla sua prossima autorigenerazione.

Il suo ciclo di crescita era durato sinora ben cinquantadue anni effettivi, dei quali due impiegati per raggiungere la piena maturazione e cinquanta per svolgere tutte le attività tipiche del genere umano. Come a suo tempo previsto dal suo personale programma di crescita, aveva conseguito il brevetto di "Intrinsecante di prima classe", che gli permetteva di godere di alcuni privilegi economici e sociali.

Si era anche accasato con una deliziosa fanciulla dal banalissimo nome di Dolores, ma dotata di quel famoso "sedere a mandolino" per il quale il nostro uomo era perennemente grato alla oculata programmazione fatta dal suo "predecessore" Abram Katowski III. In verità, il nome completo della giovane era Dolores Del Sol Lee-Chiu-Lin III, ma in quell'accozzaglia di parole non era molto facile districarsi e Mohammed preferì sempre chiamare la sua compagna con il suo primo nome. Gli sembrava più dolce e armonioso.

La pelle di Dolores era leggermente ambrata e se ne scopriva la natura decisamente mulatta soltanto dopo un accurato esame, osservando il lieve stacco di colore della pelle fra il dorso e il palmo delle mani.

A differenza di quella di Mohammed, la storia pregressa di Dolores presentava soltanto tre cicli di crescita, in quanto ai suoi "predecessori" - che come d'obbligo erano di sesso femminile - era stato assegnato dalla procedura un ciclo di crescita più ampio di quello degli altri individui, e si autorigeneravano all'età effettiva di circa settant'anni.

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La faccenda del nome da assegnare alla persona che avrebbe rappresentato il suo quinto ciclo, non era di facile soluzione e Mohammed Abram Katowski IV decise - del tutto eccezionalmente - di discuterne con la sua amata compagna Dolores.

"Avrei pensato", esordì alquanto timidamente, "di registrarmi ancora con il mio nome attuale, posponendo soltanto il nuovo numero progressivo cinque. Tu, cosa ne dici?"

"Dico che, come al solito, non capisci un'ostrega!", ribatté la gentile signora dal sedere a mandolino, che quindi continuò:

"Quando eri soltanto Abram Katowski III, avevi già avuto la brillante idea di rigenerarti 'nero', 'musulmano' e per giunta piuttosto 'pirla'. Ma dunque non ti è bastata la confusione che hai creato con un nome per metà islamico e per l'altra metà ebreo? E ti è andata ancora bene che ultimamente nessuno abbia programmato di autorigenerarsi con tendenze razziste o xenofobe, altrimenti saremmo potuti tornare indietro di tre o quattro secoli ed avremmo assistito in prima persona a nuove stupide e interminabili baruffe. Per una volta tanto ti è andata bene, ma ora devi cambiare. Rigenerandoti per la quarta volta, devi andare più sul tranquillo e cercare di essere, in poche battute, meno stupido".

Le parole di Dolores - o forse l'incombente e conturbante presenza di quel suo fondo schiena - avevano sempre avuto per Mohammed un effetto rasserenante, per cui anche in questa occasione accettò di buon grado il prezioso suggerimento. E, dopo una profonda riflessione, concluse:

"Si, hai ancora una volta ragione. Allora chiederò all'unità di controllo del SUCC di assegnarmi il nome di Pasquale Esposito V. Sempre che sia ancora disponibile e non sia già stato preso da altri. Così eviterò ogni possibile malinteso. A questo punto dovrò anche chiedere di considerarmi di pelle bianca, della più antica stirpe mediterranea, di altezza media, capelli neri e occhi di un banalissimo colore marrone. Ti va bene così?"

"Se poi", aggiunse allora Dolores, "come ti ho già detto prima, programmerai anche un quoziente intellettivo superiore a quello attuale; cioè, in altri termini, ti farai un poco più furbo, niente niente quando dovrò programmare anche la mia autorigenerazione, farò in modo che i nostri cicli di crescita si uniscano di nuovo. Tutto sommato, siamo stati bene insieme, anche se io ho sempre dovuto portare, con te, una tale pazienza ..."

Il problema del nome, della razza, delle principali caratteristiche psicofisiche ed anche della successiva vita di coppia, sembrava così risolto. Salva, beninteso, la conferma da parte dell'elaboratore centrale.

Poiché la presenza di quel fondo-schiena a mandolino e di quella pelle leggermente ambrata avevano procurato ancora una volta a Mohammed un evidente stato di eccitazione, la bella e brava Dolores prese per mano il suo uomo e lo trascinò voluttuosamente in camera da letto, dove conclusero quella conversazione, ed altro ancora, nel modo più tradizionale.

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La seconda serie di dati che occorreva immettere nell'elaboratore del SUCC, riguardava il "cosa essere e cosa fare" nel prossimo ciclo di crescita. Anche qui il tema non era di facile soluzione e Mohammed Abram Katowski IV dovette pensarci a lungo. I precedenti cicli, da quello di Sven Johannson sino all'attuale, non avevano portato a grandi cambiamenti nella posizione sociale della persona e neppure nella sua consistenza economico-finanziaria.

"Una mezza calzetta.", diceva spesso la sua gentile Dolores, "Eri e sei tuttora una mezza calzetta. Mai che ti sia o che vi siate autorigenerati in modo da emergere nel livello sociale di questo mondo e che abbiate messo da parte qualche soldino in più. Mai, da quando siamo assieme, che tu mi abbia potuto portare, ad esempio, ad Egeria27 per assistere a uno spettacolo di quelli che fanno da quelle parti. Nossignore: andare così lontano? Lassù, fino a quel posto 'malfamato'? Ti mancavano i denari, dicevi! Mentre invece l'uomo della nostra vicina di casa ... lei, la porta ... almeno una volta alla settimana ... Lui, i soldoni li ha fatti, eccome! Non fa che andare alla stazione del tele trasporto con quella stronza della sua compagna e ... zac: eccoli comodamente seduti fra tanta altra gente per bene a godersi la bella vita! Lui, i denari, non li ruba di sicuro, ma se li procura con la sua furbizia. Una furbizia che evidentemente a te manca del tutto."

A ben rifletterci, Dolores poteva avere ancora una volta ragione; ma allora si poneva per Mohammed una difficile domanda anche sull'attribuzione delle responsabilità. Se si dovevano ricercare le cause, di chi era la colpa di quanto Dolores denunciava? Di Mohammed stesso, o di Abram Katowski III che aveva sbagliato nel programmare il suo successivo ciclo di crescita? O, addirittura, del vecchio Sven Johannson? Ma poi, in definitiva, tutti questi personaggi non erano sempre e soltanto la stessa persona, seppure variamente rigenerata? Era evidentemente un quesito al quale non si poteva dare una risposta univoca e, alla fine, Mohammed rinunciava, per svogliatezza o per opportunismo, ad approfondire l'indagine.

"Autorigenerandomi", rifletteva ad alta voce, "come Pasquale Esposito V, potrò anche rimanere fedele allo stereotipo storicamente legato a quel nome fino a due o tre secoli fa. Ho quindi deciso: gli farò aprire e gestire una bella pizzeria nella piazza principale di questa metropoli, e sulla porta metterò una grande insegna con scritto: 'Antica pizzeria di Santa Lucia'. Per loro sventura, i miei contemporanei non hanno ormai più nessun ricordo del vero gusto di una pizza (ndr: Occorre a questo punto notare che mentre la memoria degli individui era stata mantenuta integra per quanto riguardava le immagini visive, gli avvenimenti e i suoni del passato, era del tutto carente per quanto riguardava le più antiche sensazioni del palato), abituati come sono ad alimentarsi con le compresse nutrizionali ad ampio spettro proteico e lipidico, poli vitaminiche e macrobiotiche, bio-prodotte e tele-distribuite in quantità sufficienti dai laboratori speciali del SUCC. Nessuno si è mai lamentato di questi alimenti, ma a lungo andare - e con l'abitudine a deglutire senza masticare - anche gli apparati masticatori delle persone si sono troppo indeboliti. Andando avanti di questo passo, non avranno più alcuna funzione. Sono quindi più che convinto che offrendo delle buone, antiche, calde e profumate pizze, e perché no?, accompagnate da un paio di croccanti sfogliatelle, di quelle che si producevano a Napoli nel XX secolo, si potranno anche fare degli affari d'oro. Così farò vedere a Dolores di cosa sarò capace, io. Altro che ... una mezza calzetta!"

"E così anche questa è fatta", pensava a mo' di conclusione Mohammed Abram Katowski IV.

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A quel punto, rimanevano soltanto poche formalità da impostare ancora nel calcolatore centrale: la richiesta di un benestare di massima all'autorigenerazione, la pre-verifica sulla disponibilità del nome successivo e, infine, il controllo sulla correttezza e sulla congruenza - rispetto alle indicazioni della procedura - di tutti i parametri ipotizzati.

Mohammed si avvicinò dunque al terminale collegato al SUCC, si sedette comodamente nella poltroncina girevole, inserì con l'apposita tastiera ergonomica la sua chiave d'accesso personale e digitò infine il comando: "FIRST STEP".

Si illuminò allora un quadrante fotomegaplasmairidescente e dopo pochi micronanosecondi apparve una scritta che diceva:

"Benvenuto nella centrale di controllo di Old Lake Bay. Prima di proseguire nell'esecuzione della procedura, ecco un breve stacco pubblicitario gentilmente offerto dalla Direzione Generale del SUCC".

E sullo schermo apparvero in rapida successione: gli ultimi prodotti energetici in compresse effervescenti prodotti dai laboratori centrali del SUCC; le nuove mutandine autolavabili, autoestensibili e completamente ignifughe fabbricate dalle manifatture automatiche del SUCC; le immagini sorridenti e rassicuranti degli unici candidati alle prossime libere elezioni del Consiglio Superiore della Salute Pubblica e del Tranquillo Governo Democratico del Popolo; l'immagine del nuovo veicolo super veloce "a due piazze" per il teletrasporto inter galattico, prodotto sempre negli stabilimenti del SUCC e ripagabile in 357 comode rate mensili, senza interessi; e, infine, l'ultima pubblicazione audiovisiva e multimediale dei racconti di Tazio Benincasa IV, un noto scrittore stretto parente del vice-Presidente in carica del SUCC.

Dopo di che, il monitor diede l'autorizzazione a Mohammed per proseguire nell'immissione dei dati concernenti la programmazione della sua autorigenerazione.

Seguendo e compilando passo dopo passo il modulo che gli veniva presentato sullo schermo, Mohammed Abram Katowski IV digitò tutti i parametri che aveva laboriosamente concepito in precedenza e, dopo un'attesa di pochi secondi, l'elaboratore centrale emise il suo responso attraverso una sequenza di risposte, così formulate:

1 - Controllo immissione chiave d'accesso personale e relativa verifica = positivo

2 - Riconoscimento tele-visivo della figura seduta alla consolle = positivo

3 - Verifica sul rispetto della procedura di autogestione dell'autorigenera-zione = positivo

4 - Verifica della disponibilità del nuovo nome proposto = positivo

5 - Verifica delle altre caratteristiche da assegnare al nuovo soggetto = positivo

6 - Concomitanza di tempi e circostanze per l'avvio del processo rigenerativo = positivo

7 - Autorizzazione alla prosecuzione del programma = negativo

Una volta trasmesse queste risposte, si spense inaspettatamente tutto l'apparato informatico e la poltroncina su cui era seduto Mohammed fece una rotazione di 180 gradi, facendo scattare una molla che riportò bruscamente il malcapitato nella posizione eretta.

Non restava dunque che riprovare e, dopo circa cinque minuti di attesa (debitamente previsti dalla procedura FX1054 sull'uso e sulla funzionalità delle apparecchiature del SUCC) Mohammed si rimise alla tastiera, chiedendo lumi sulla anomala e incomprensibile risposta negativa precedentemente ottenuta dal calcolatore centrale.

Dopo le solite premesse, pubblicità inclusa, sullo schermo apparve la seguente scritta:

"Causa improvviso sciopero degli addetti alla manutenzione delle apparecchiature di controllo centrale, tutte le richieste di autorigenerazione sono sospese sine die. Si avvisano pertanto gli interessati che qualora non fossero ancora interamente scaduti i loro tempi-limite per procedere alla suddetta autorigenerazione, potranno riprovare ad immettere i loro dati non appena verranno ripresi i normali collegamenti in rete. Per tutti coloro che non saranno compresi nel gruppo precedente, verrà tacitamente esclusa la possibilità di applicazione della procedura CS182 e verrà quindi automaticamente messo in atto il programma di naturale invecchiamento fisiologico. Qualora non fosse pervenuto in modo chiamo questo messaggio, o lo stesso non fosse stato interamente compreso, si prega di digitare una sola volta il tasto REPEAT".

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