Può anche darsi che

Spunti per un dibattito cultural-scientifico

(Racconto semi-serio di Gian Cesare Marchesi)

Per tentare di portare avanti il discorso ma non, come dire, per cercare il pelo nell'uovo, vorrei ora coerentemente analizzare per un attimino e senza far ricorso a un'eccessiva abbondanza di luoghi comuni, quella che è l'attuale situazione di disagio che manco farlo apposta determina ad un certo momento nell'uomo della strada, cioè anche nell'estensore della presente, un latente stato, vorrei dire, confusionale e quasi prossimo al black-out intellettivo.

Innanzi tutto e per maggior chiarezza concettuale ed espositiva, partiamo dall'origine e verifichiamo se le convergenze parallele che hanno determinato l'attuale stato di tensione para-patologica siano in un certo qual modo motivate da fattori contingenti che possono interagire sinergicamente con l'avvio di un processo di accentuazione di quella malformazione congenita formatasi internamente in epoca non sospetta, forse anche a causa di una crisi gerentologico-esistenziale da tempo in atto.

Con estremo realismo e con la ferma convinzione di essere nel giusto, intendo qui sviscerare un attimino quelle che sono le concause, dirette o indotte, del caso in ispecie, con particolare riguardo alle ragioni ex-ante che possono aver scosso dalle fondamenta l'originale equilibrio psico-fisico, per giungere infine, come dire, a una situazione ex-post che non esito a definire estremamente preoccupante.

Purtuttavia, mettendo i piedi avanti e senza sottovalutare l'importanza di una memoria storica che per quanto a mia conoscenza dovrebbe sostenere il discorso con un minimo di credibilità, mi consola il fatto che non tutti i mali vengono per nuocere e che sotto tutte le latitudini un pizzico di moderata follia non scuote le fondamenta della problematica in esame; cioè, in altri termini, non guasta mai.

In fin dei conti e per amore di cronaca, occorre obiettivamente ammettere che non è da ieri che eminenti studiosi e ricercatori insigni hanno approfondito il tema della, per così dire, senescenza precoce, mettendo in luce anche nel bene e nel male quella che è la vera causa di tale incipiente patologia; identificando cioè nel fattore Y il germe patogeno destabilizzatore dell'equilibrio intellettivo.

E non fanno eccezione, in questo contesto le pur notevoli differenze esistenti, piaccia o non piaccia, fra i due sessi, indipendentemente, in un certo senso e in un certo qual modo, dalla loro intrinseca apparente diversità, dal loro aspetto esteriore, dalle loro pur legittime fedi religiose e dal loro rispettivo peso corporeo.

Tutto ciò ha consentito, se non ho inteso male e se ben ricordo, di trasferire il dibattito nelle più diverse sedi accademiche nazionali ed internazionali con ampio utilizzo di accurate e dotte tematiche, anche di tipo, per così dire, ambientale e con risvolti che non esito cioè a definire prevalentemente di carattere socio-economico, ancorché non di stampo socio-politico od etico-culturale.

Non fanno eccezione, nella fattispecie, le tesi avanzate dall'illustre neurologo ed accademico sud-coreano Kee Sun Mi che nonostante l'età avanzata e l'incipiente calvizie, certamente causata da un utilizzo eccessivamente generoso e prolungato della materia grigia sottostante, sostiene da tempo con fermezza l'inarrestabilità del processo di disgregazione progressiva delle cellule sottocutanee dell'emisfero, come dire, cranico.

In tutta questa vicenda, peraltro non ancora sviscerata in tutte le sue sfaccettature e non priva di ulteriori spunti di riflessione che possono aprire le porte a una serie d'interventi certamente di ampio respiro s'inserisce, se mi é consentito aggiungere, il consenso unanime delle più qualificate componenti intellettuali che ormai da anni calcano la scena di un palcoscenico culturale ampiamente globalizzato e proiettato verso una sempre maggiore alfabetizzazione anche dei più retrogradi massmedia.

L'avvento di sempre nuove tecnologie di analisi e di produzione, favorite dallo sviluppo della multimedialità in campo informatico e dal costante tentativo di miglioramento del benessere psico-fisico, accompagnate da un insieme di idonee terapie d'urto non scevre da interventi di tipo per così dire antiallergico e antibacterico, faranno certamente sì che in un prossimo futuro si possa finalmente tagliare la testa al toro e salvaguardare, in un certo qual modo, quella quota residuale di un antico patrimonio genetico cui siamo tutti, come dire, così intimamente legati.

Ad alimentare questa speranza fanno fede, contrariamente a quanto viene comunemente ritenuto, le testimonianze raccolte recentemente presso i più accreditati osservatori ambientali, dislocati cioè, se non vado errato, anche e forse soprattutto nei Paesi a maggiore densità abitativa.

Fatta questa pur doverosa premessa, peraltro indispensabile ai fini di una più completa presa di conoscenza del fenomeno e per restringere un discorso che altrimenti rischierebbe di diventare un attimino troppo lungo e, senza alcun dubbio, tendenzialmente complesso, mi sia permesso esprimere un concetto volutamente sintetico ma ciò non da meno inequivocabilmente esplicito: a ciascuno il suo e, per quanto occorrer possa, non avendo per il momento altro da aggiungere, come ripeteva quel tale, «passi l'angelo e dica amen».

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