Il tubo del gas

(Racconto di Gian Cesare Marchesi)

Evidentemente non bastavano i notiziari delle reti televisive nazionali ad angosciarmi con assassinii, ruberie e malversazioni; dichiarazioni di politici e di politicanti; cronache più o meno rosa; stipendi dei parlamentari, delle top-model e dei calciatori; eruzioni vulcaniche, inondazioni, incendi; e chi più ne ha, più ne metta. Ho infatti commesso il grave errore di sottoscrivere un abbonamento con un noto editore che ogni mattina, di buon'ora, mi fa depositare sullo zerbino l'edizione fresca di stampa del suo quotidiano. Così, appena alzato dal letto, mi stropiccio gli occhi ancora impastati di sonno, apro la porta di casa, ritiro il giornale, lo sfoglio per dare una rapida scorsa ai titoli, e l'umore per il resto della giornata è già irrimediabilmente compromesso.

Leggo infatti che il Capo dello Stato, in tuta mimetica ornata da una lunga sciarpa bianca, parlando all'annuale raduno nazionale degli ex-Bersaglieri ha esternato il suo illuminato pensiero stigmatizzando una recente dichiarazione in tema di politica estera, espressa dal leader dell'opposizione.

Il Primo Ministro, in vacanza alle Baleari, ha invece assicurato che nonostante il perdurare di una forte disoccupazione e il crollo dei consumi, «l'economia italiana naviga a gonfie vele». Il rappresentante degli industriali, in risposta, ha tuonato dal suo pulpito che «Non si può ancora parlare di una vera e propria ripresa» e che «deve essere bloccata la crescita dei salari».

Nel frattempo l'avvenente figlia del Granduca di Vattelapesca è stata fotografata in topless mentre si lasciava teneramente abbracciare da uno scimpanzé nelle foreste dell'Uganda.

Un terremoto in una delle millesettecento isole delle Filippine ha causato un centinaio di vittime, senza contare i dispersi.

Ad Acireale è stata registrata, dall'inizio dell'anno, la settantesima vittima delle cosche mafiose.

A Gabicce Mare una giovane Norvegese di passaggio è stata ripetutamente violentata da tre Albanesi e da un Senegalese.

Al processo in corso a Latina il "pentito" di turno ha dichiarato di aver visto con i suoi occhi il pluri-inquisito ex-Ministro delle Finanze togliersi il cerume dalle orecchie con l'unghia del dito mignolo.

Quel benedetto 32 sulla ruota di Torino non si decide ad uscire e anche la quotazione delle azioni della società dei telefoni non mostra alcun segno di ripresa.

Fra i film offerti dalla serata televisiva non c'è altro se non Via col vento, Sentieri selvaggi e Pierino fa i dispetti alla maestra coscialunga o, in alternativa, la proiezione in differita dell'incontro di calcio Lazio-Borussia.

E via di questo passo.

Non rimarrebbe quindi che il tubo del gas, per mettere fine a questo quotidiano tormento e, forse, per fornire un ulteriore spunto di cronaca che potrebbe comparire sulla prossima edizione del mio fedele quotidiano.

Ma fortunatamente c'è ancora qualcosa che vale la pena di seguire, per accrescere il nostro bagaglio culturale e per soddisfare la nostra ormai inesauribile fame di notizie. Non mi riferisco agli innumerevoli documentari sulle migrazioni degli gnu nella fascia sub-equatoriale dell'Africa o sullo svezzamento dei piccoli di otaria, bensì ai "servizi" televisivi di più alto contenuto socio-politico, socio-economico o socio-non-si-sa-bene-cosa.

Ad esempio, deraglia un treno sulla linea Milano-Lecce e purtroppo ci sono anche alcune vittime. I numerosi feriti vengono più o meno prontamente ricoverati negli ospedali della zona. L'immancabile cronista, accompagnato da un cameraman, avvicina uno sfortunato viaggiatore ancora tutto incerottato e sbattendogli il microfono sotto il naso gli chiede: «Racconti bene ai nostri telespettatori cosa ha sentito e cosa ha provato. Ci faccia capire».

«Ma», balbetta allora il malcapitato, «era notte fonda e stavo dormendo. Non so mica bene io. Ho sentito come un enorme botto e mi sono trovato rovesciato sul soffitto del vagone, pieno di sangue e con un gran male qui alla testa. Tutto intorno c'era un grande casino».

«Dica, dica», incalza l'intervistatore, «secondo lei la colpa è dei macchinisti che non hanno rispettato la velocità prescritta, o del Ministro dei Trasporti che non ha attuato per tempo il piano di risanamento della rete ferroviaria?». Il povero viaggiatore fa allora una smorfia di dolore e bofonchia qualcosa di incomprensibile.

Mentre vanno in onda le immagini impietose di due o tre corpi distesi sulla massicciata e malamente ricoperti da teli neri, il cronista chiude il servizio, ricordando che si tratta del secondo incidente ferroviario capitato nelle due ultime settimane e confermando che anche a detta degli stessi infortunati è senz'altro tutta colpa del precedente Governo. Per fortuna la Magistratura ha subito aperto un'inchiesta, che al più presto farà piena luce sulle cause del disastro.

Immediatamente dopo segue un altro impegnativo servizio sulla riforma delle scuole superiori. Alcuni studenti fanno capannello fuori del Liceo V. Alfieri, appoggiati al muretto della recinzione o seduti sui loro motorini. Li avvicina la rampante intervistatrice del TG regionale: «Salve ragazzi», esordisce sfoderando un cameratesco sorriso di circostanza, «cosa ne pensate dell'ipotesi di riforma attualmente all'esame della Commissione bicamerale? Credete che sia la volta buona?». Uno dei ragazzi la osserva visibilmente divertito, mentre altri fingono indifferenza e si schermiscono. Nessuno di loro risponde alla domanda. Dopo di che, sulla destra del teleschermo compare il volto "incazzato" di un giovane con un vistoso accenno di barba incolta e un orecchino all'orecchio sinistro, che urla nel microfono: «Vogliamo il nostro spazio di autogestione e devono finire le discriminazioni imposte da una scuola sclerotizzata e classista. Basta con i privilegi e con le tasse!». Gli altri ragazzi si scambiano occhiate maliziose e una graziosa sedicenne in jeans e maglietta saluta con la mano gli sconosciuti teleutenti.

L'intervistatrice si dirige allora verso due studentesse che stavano allontanandosi; le trattiene e ripete loro la domanda. «Non saprei», risponde arrossendo la prima, «forse sarà la volta buona; cioé bisogna stare a vedere». La seconda ragazza sorride e aggiunge: «Io non ci credo molto. Deve essere la solita fregatura, ormai ci siamo abituate».

La giornalista non demorde e ferma un passante sui cinquant'anni: «Lei, cosa ne pensa della prossima riforma della scuola superiore?». Il tizio, sorpreso, azzarda: «Mah, cosa vuole che le dica; io la scuola l'ho finita parecchi anni fa e ai miei tempi era una cosa ben diversa. E poi, perché lo chiede proprio a me? Cosa c'entro io?».

A questo punto il servizio viene interrotto e dalla regia centrale vengono mandate in onda alcune sequenze relative alla conferenza internazionale di Amsterdam sulle malattie cardiocircolatorie.

Stando così le cose, è comunque consigliabile che il proprio contatore del gas abbia il rubinetto ben chiuso e che non sia facilmente apribile.

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