« « ritorna al sommario

"Uno scolaro nell'ERBA"

Capitolo 3

L'Ordine del Giorno

Tre giorni prima della data fissata per la riunione del Consiglio di Gestione, ricevetti un voluminoso plico di documenti approntati dall'Amministrazione dell'E.R.B.A. per preparare i Consiglieri ad affrontare opportunamente la discussione e prendere le conseguenti delibere poste all'ordine del giorno.
Questa prassi faceva parte di una metodologia di lavoro suggerita a suo tempo dal Presidente Tagliarami che, avendo assimilato le più moderne tecniche manageriali nel corso dei suoi studi all'estero, le aveva applicate anche all'interno dell'E.R.B.A., consentendo così ai Consiglieri di esaminare anticipatamente i temi in discussione e di non far perdere tempo, in sede di riunione, in oziose quanto dispersive spiegazioni sulla natura e sul merito dei vari argomenti.
Ciascuno, nella tranquillità della propria casa o del proprio ufficio, poteva - così almeno si pensava - riflettere sui contenuti delle varie proposte deliberative, sentire le opinioni dei propri mandanti, sbizzarrirsi in ipotesi di soluzioni propositive alternative e, infine, partecipare alle sedute con cognizione di causa. In pratica, però, data la mole dei documenti e la complessità, nonché il contenuto, degli argomenti - sulla cui elaborazione avevano lavorato assiduamente e per tutto il tempo necessario i vari funzionari - mancava assolutamente la possibilità di approfondire i temi; con la conseguenza che le valutazioni di merito e di sostanza venivano necessariamente ridotte al minimo.
Gli argomenti all'ordine del giorno della imminente seduta fortunatamente non erano numerosi ma, pur tuttavia, alquanto complessi.

***

Il primo riguardava l'affidamento di un incarico per una missione di studio in Bulgaria, avente lo scopo di conoscere la situazione locale in materia di utilizzo della biotecnologia alimentare, specificatamente applicata alla coltivazione del mais.
La memoria introduttiva spiegava che:
«Come noto, nell'ambito dei propri compiti istituzionali, l'E.R.B.A. si è assunta l'impegno di impostare e gestire adeguate indagini conoscitive e ricognitive, in ambito nazionale ed internazionale, intese a delineare un quadro strategico completo ed esauriente delle politiche e delle azioni da condurre al fine di migliorare la presenza dell'ente stesso nelle più significative realtà imprenditoriali che interagiscono nella realizzazione di programmi di sviluppo della biotecnologia applicata.
In questo contesto, è emersa l'opportunità, avvalorata anche dai suggerimenti espressi in più occasioni dal Presidente, dottor Tagliarami, di estendere il campo d'indagine alla Bulgaria; Paese, come noto, estremamente attivo nella ricerca e nell'applicazione delle tecnologie più avanzate: dall'informatica alla genetica bio-molecolare, dalla microchirurgia a raggio laser all'impiego dei composti ceramici; nonché dotato - pur nei limiti dell'attuale fase di riflessione dell'intero arco politico-istituzionale di quell'area geopolitica - di risorse di notevole livello, sia umane che strutturali.

L'analisi in oggetto comporterà due fasi distinte e consequenziali.
Nella prima, di ordine puramente conoscitivo, verranno messi a fuoco gli aspetti macro-economici della realtà locale, con particolare riferimento alle ripercussioni internazionali derivanti dall'attuazione degli accordi di Sofia del dicembre 1989, nonché alle aspettative di sviluppo dell'agricoltura locale, e particolarmente del settore del mais, nella prima decade del XXI secolo.
La seconda fase, più propriamente scientifica, riguarderà l'esame delle principali tecniche di coltivazione, compresa la tecnologia idroponica e quella, ancor più attuale, che utilizza le esperienze acquisite nel campo della biometria sub-molecolare.
Da un'accurata indagine effettuata a cura degli uffici preposti, è risultato che fra i pochi istituti di ricerca specializzati esistenti attualmente in Europa, soltanto il L.A.P.A., Laboratoire pour l'Analyse des Projets Agricoles di Bordeaux (Francia), dispone delle strutture e delle conoscenze atte a sviluppare operativamente la ricerca, garantendo altresì il rispetto dei tempi previsti e la conformità alle possibilità economiche del nostro bilancio. Si è quindi ritenuto opportuno interpellare tale controparte, per conoscere la sua disponibilità ad effettuare la ricerca in oggetto, ottenendo il suo accordo di massima, corredato da un preventivo di spesa in franchi francesi che complessivamente è valutato in un controvalore di 175 milioni di lire. In tale cifra sono inclusi costi di trasferimento e di permanenza in Bulgaria dei ricercatori (2 persone per complessivi 15 giorni), il costo per l'elaborazione dei dati raccolti e per la stesura delle due relazioni finali.
I tempi previsti per la realizzazione della ricerca sono stati indicati in tre mesi e al termine di tale periodo verrà promossa una giornata di studio, che sarà presieduta dal dottor Tagliarami e alla quale potrà essere invitato, in veste di relatore, anche il responsabile della ricerca; con la presentazione alla stampa e al mondo scientifico nazionale ed internazionale dei risultati dell'indagine.
Il Consiglio di Gestione è chiamato ad esprimere il suo formale accordo sull'assegnazione dell'incarico come sopra illustrato e a deliberare sullo stanziamento dei relativi fondi»
.
Corredavano il testo della presentazione alcune pubblicazioni economiche, statistiche, giuridico-legislative, ed anche turistiche, riguardanti la Bulgaria, nonché taluni recenti rapporti redatti dalla F.A.O. sul tema specifico del mais e, più in generale, sulla produzione agricola mondiale.
Un argomento, quindi, del massimo interesse e pienamente inserito nelle finalità istituzionali dell'E.R.B.A.

***

Il secondo tema, questa volta di natura prettamente organizzativa interna, si riferiva all'istanza inoltrata da un collaboratore per la sostituzione della macchina da scrivere in dotazione allo stesso. Si trattava, come spiegava la nota, di una ormai vecchia Olivetti con programma di video scrittura, per la quale era diventato difficoltoso, nonché antieconomico, reperire i pezzi di ricambio necessari per le riparazioni e le manutenzioni periodiche. Veniva proposta la sostituzione con un personal computer dell'ultima generazione, dotato di stampante laser e di un lettore di dischi ottici. Il tutto, compreso il software necessario e il contratto di assistenza tecnica della durata di un anno, comportava una spesa complessiva di venti milioni di lire, frutto di un'accurata comparazione effettuata dall'Ufficio Tecnico fra tre diversi preventivi.
A corredo dell'istanza erano stati prodotti gli elenchi di tutte le apparecchiature di scrittura e di video scrittura esistenti presso l'E.R.B.A., accompagnati dalle tabelle dei relativi costi e dei valori ammortizzati alla data, dalle copie dei tre preventivi, nonché dalla copia del manuale d'uso del personal computer di cui si proponeva l'acquisto, e dei relativi programmi applicativi.
Questo argomento, dal contenuto obiettivamente modesto e certamente non all'altezza del prestigio di cui ambiva vantarsi il Consiglio di Gestione dell'E.R.B.A., veniva portato all'esame deliberativo collegiale in ossequio a quel principio di massima trasparenza che il Presidente Tagliarami aveva a suo tempo introdotto nel
modus operandi dell'ente - debitamente comunicato alla stampa accreditata - per stroncare sul nascere le eventuali e sempre possibili insinuazioni, dei soliti seminatori di zizzania, sul modo di gestire la politica degli acquisti. Lo spunto era principalmente nato a seguito dei non pochi scandali che erano scoppiati in altre istituzioni, a seguito di indagini della magistratura su acquisti di lenzuola, apparecchiature radiologiche, foraggi per cavalli e muli, pacchetti di caffè ed altri prodotti, non solo eufemisticamente definiti "d'oro". Ogni acquisto dell'E.R.B.A. veniva così preventivamente sottoposto a una forma di controllo incrociato che, partendo dalla famosa prescrizione cinese: "prima di comprare qualcosa, chiedi il prezzo in almeno tre negozi", sottoponeva le offerte al vaglio dell'Ufficio Tecnico e dell'Amministrazione e, quindi, a quello del massimo organo deliberativo.

***

Il terzo argomento posto all'ordine del giorno riguardava invece la tariffazione dei servizi di ripresa televisiva che l'E.R.B.A. avrebbe potuto mettere a disposizione di altri enti, pubblici o privati.
Questo tema era già stato oggetto di precedenti discussioni, in quanto rivestiva anche alcuni aspetti di legittimità e di merito sui quali non tutti i Consiglieri erano d'accordo. In sostanza, l'istituto aveva a suo tempo acquistato un'imponente e moderna attrezzatura televisiva che avrebbe dovuto servire - secondo quanto indicato nella proposta di delibera a suo tempo discussa ed approvata - a migliorare l'immagine dell'ente e consentire una fedele rappresentazione dei vari aspetti della ricerca nel campo della biotecnologia applicata. A seguito della decisione presa - già allora rispettando la prassi della "trasparenza" - l'E.R.B.A. aveva acquistato le apparecchiature per la ripresa, la registrazione sonora, il montaggio e la proiezione e aveva fatto allestire una sala con tanto di cabina di regia, nonché un apposito locale per le moviole e le altre attrezzature del caso. Erano stati stipulati un contratto di consulenza per un anno con un affermato regista di un network nazionale ed altri contratti a tempo determinato con un cameramen e con un tecnico del suono. Non si seppe mai quanto venne a costare l'intera iniziativa, in quanto le varie voci di spesa si susseguirono nel tempo in modo frazionato, facendo singolarmente oggetto di apposite delibere consiliari.
Quando l'attrezzatura fu completata nelle sue parti essenziali e fu finalmente possibile realizzare le prime immagini, il Presidente ne fornì opportuna notizia alla stampa cittadina, a mezzo di un'intervista che venne quindi diffusa anche attraverso il telegiornale della sera da alcune emittenti private. Quindi venne organizzato un vernissage, al quale non mancarono di intervenire le principali autorità e un selezionato gruppo di estimatori dell'E.R.B.A.
Nei tre anni successivi vennero realizzati due o tre filmati, in gran parte frutto di coproduzioni con organizzazioni private, e vennero acquisite alla videoteca dell'ente alcune decine di costosi lungometraggi di produzione estera. In sostanza, le attrezzature erano largamente sotto utilizzate e i consulenti tecnici continuavano ad essere regolarmente remunerati, anche se vi si faceva ricorso solo in forma saltuaria. Da tutto ciò scaturì l'idea, all'ingegner Altenberg, di proporre il noleggio delle attrezzature di ripresa televisiva ad altri organismi, in modo da poter recuperare parte dei costi sostenuti e utilizzare maggiormente gli impianti disponibili. Si trattava, comunque, di un argomento scottante, sul quale certamente sarebbe stato difficile raggiungere l'accordo dell'intero Consiglio di Gestione.
L'Amministrazione si era premurata di corredare la documentazione di base con una dettagliata ipotesi di tariffazione del servizio, che teneva in debito conto le varie fasce di possibili utenti. Infine, era stato allegato un preventivo di spesa riguardante alcune ulteriori apparecchiature da acquistare a completamento delle attrezzature esistenti, nonché la campagna promozionale che si sarebbe resa necessaria per la commercializzazione del nuovo prodotto. Il tutto, trasformato in vile denaro, comportava un'ipotesi di spesa di altri 250 milioni.

***

L'ordine del giorno, così completato nei suoi aspetti deliberativi, portava al termine la solita voce "varie ed eventuali", che era già stata oggetto, in precedenti occasioni, di severe considerazioni di carattere giuridico-linguistico da parte del collega Esposito. Il Consigliere aveva giustamente fatto osservare, qualche tempo prima, come la frase "varie ed eventuali" fosse concettualmente scorretta, dovendole senz'altro preferire la dizione "varie eventuali". Infatti, sosteneva che gli argomenti in discussione avrebbero dovuto essere singolarmente e dettagliatamente elencati nell'ordine del giorno, senza alcuna possibilità di confonderne alcuni nella genericità di un ambiguo "varie". Gli argomenti "eventuali", invece, avrebbero anche potuto essere messi in discussione all'ultimo momento, appunto perché "eventuali" e, quindi, non ancora noti al momento della stesura dell'ordine del giorno. La dizione "varie eventuali" avrebbe potuto così consentire la trattazione di tutto ciò che, inaspettatamente, fosse scaturito ad ordine del giorno già diramato.
Il resto del Consiglio, dopo qualche titubanza iniziale, culminata in un approfondito dibattito, aveva condiviso l'osservazione del collega, ma la Segreteria incaricata di curare la compilazione e l'invio degli ordini del giorno non ebbe successivamente la possibilità di rettificare nel computer il testo a suo tempo memorizzato, che continuava così ad essere fedelmente riprodotto nella sua versione originale.
La documentazione, con la sola riserva semantica delle "varie ed eventuali", era quindi completa e i Consiglieri avevano abbondante materiale da esaminare, per prepararsi adeguatamente alla riunione del Consiglio di Gestione e alla impegnativa discussione che ne sarebbe derivata.

« « ritorna al capitolo precedente

vai al capitolo successivo » »