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"Uno scolaro nell'ERBA"

Capitolo 6

Le importanti decisioni

Finalmente venne il momento di discutere i temi previsti per la riunione e di assumere le relative delibere.
Il primo argomento all'ordine del giorno riguardava l'incarico da affidare all'istituto francese L.A.P.A. per l'effettuazione della ricerca sulle tecniche di coltivazione del mais in Bulgaria. Si trattava anche di deliberare uno stanziamento di circa 175 milioni di lire, a fronte del quale l'E.R.B.A. sarebbe venuta in possesso di uno studio ritenuto molto importante per lo sviluppo delle ricerche nella biotecnologia applicata e - come volle aggiungere il dottor Tagliarami nella sua relazione introduttiva - anche utile per rafforzare i legami esistenti con quel prestigioso ente di ricerca francese, il cui Presidente aveva da tempo sollecitato un maggior coinvolgimento sinergico dell'E.R.B.A.. La presentazione di Riccardo G. Tagliarami fu eccezionalmente breve e sintetica, anche perché sull'argomento in questione era già stato fornito dall'Amministrazione abbondante materiale d'esame e di valutazione preventiva.
L'ingegner Altenberg fece un piccolo intervento, per confermare la sua approvazione di massima a una ricerca che,
«...senza alcun dubbio, si colloca coerentemente con le finalità istituzionali dell'ente; anche se, forse, la "scelta bulgara" avrebbe potuto essere meglio analizzata e valutata in via preventiva di concerto con l'intero Consiglio, per verificare se, nel contesto dei produttori di mais dell'Est europeo, non vi fosse, per caso, qualche altro Paese che potesse presentare un interesse maggiore»; ma, allo stesso tempo, per chiedere come mai non si fosse pensato di far effettuare la ricerca al personale interno personale che, per quanto di sua conoscenza, avrebbe avuto tutte le capacità necessarie per portarla a termine nel migliore dei modi e, forse, a un costo inferiore.
«Mi sembra, inoltre, di capire ...», aggiunse il collega, «che i contatti già presi dal nostro ente con la L.A.P.A. non lascino ormai più alcun spazio ad eventuali ripensamenti o, peggio ancora, a scelte diverse, salvo "perdere la faccia" con il prestigioso ente francese». Il dottor Maci, a questo punto, mettendo da parte la sua abituale abilità di barcamenarsi con grande equilibrio fra le varie opinioni dei membri del Consiglio, intervenne decisamente, affermando che il personale interno era già talmente gravato di lavoro ordinario che non avrebbe avuto la minima possibilità di "estraniarsi" per un così lungo periodo di tempo a svolgere il compito richiesto da questa nuova ricerca. «Inoltre», disse, «quanto affermato dal Presidente in merito ai benefici indiretti che deriveranno all'E.R.B.A., sotto il profilo politico, a seguito dell'incarico affidato alla L.A.P.A., risponde ad un ben preciso piano programmatico di sviluppo "a rete" che vedrà il nostro ente collaborare in modo sempre più incisivo con i più importanti istituti di ricerca europei».
L'avvocato Esposito prontamente aggiunse che
«l'eventuale missione in Bulgaria di nostro personale avrebbe comportato seri problemi anche sotto il profilo sindacale, in quanto gli accordi retributivi in vigore all'interno dell'ente non prevedono particolari indennità di missione nel caso di viaggi extra-comunitari e nessun dipendente si sarebbe dichiarato disposto a trascorrere due settimane nelle campagne bulgare percependo una trasferta pari a quella che avrebbe ottenuto recandosi, più semplicemente e più comodamente, a Forlì o a Parigi».
Ciocchini chiese quindi la parola, per esprimere il suo accordo all'effettuazione della ricerca ma, più che altro, per verificare la possibilità di affiancarsi alla missione della L.A.P.A. in Bulgaria, al fine di seguire l'ordinato svolgersi della ricerca e, contemporaneamente, rafforzaree alcuni suoi contatti personali che, fra l'altro, avrebbero permesso all'E.R.B.A. di farsi meglio conoscere presso le Autorità locali.
«Penso», aggiunse il collega, «che non vi siano difficoltà a far rientrare le mie spese di viaggio e di soggiorno in Bulgaria nella cifra che ci si propone di stanziare a fronte dell'incarico che verrà assegnato alla L.A.P.A.».
Altri Consiglieri stavano per intervenire e forse Manzonini avrebbe voluto chiedere maggiori dettagli circa l'esatta natura dei "contatti personali" che stavano tanto a cuore del collega Ciocchini, ma il Direttore Generale, con grande tempismo, prevenne tutti quanti, rispondendo a Ciocchini che
«la stessa L.A.P.A., in sede di presentazione dell'offerta, aveva già proposto - seppure in via informale - che un esponente dell'E.R.B.A. accompagnasse i ricercatori francesi in Bulgaria, nell'ambito del costo globale già definito, per verificare sul posto l'andamento dei lavori ».
Il Presidente Tagliarami, soddisfatto delle espressioni di voto già ottenute, e data l'ora inoltrata, decise autonomamente di aver riscosso l'approvazione generale e, quindi, di considerare la proposta approvata a tutti gli effetti.

***

Si passò, così, al successivo argomento: quello relativo all'acquisto di alcune apparecchiature elettroniche per la compilazione dei testi.
Il Presidente lasciò subito la parola al Direttore Generale, che conosceva meglio di chiunque altro l'esatta dimensione del problema su cui il Consiglio era chiamato a deliberare. Maci, abbassando il tono della voce e confessando di dover esprimere talune considerazioni di tipo "interno e riservato", spiegò che
«...al di là di quanto ufficialmente espresso nei documenti che vi sono stati sottoposti, il problema della sostituzione della macchina da scrivere è, per così dire, alquanto complesso, nascondendo in realtà un aspetto ben più delicato».
Il collaboratore che aveva inoltrato la domanda era, in verità, un ottimo elemento, sponsorizzato niente di meno che dal Ministro della Riforma Economica, ma rimasto piuttosto deluso dalla sua mancata ulteriore promozione in occasione della precedente revisione dei livelli di merito e retributivi. Erano giunte notizie "di corridoio" che indicavano l'intenzione del signore in questione di lasciare l'ente, per un più remunerativo impiego nel settore privato e, al fine di trattenere il soggetto, la Direzione aveva allora
«pensato di aderire a una vecchia richiesta del collaboratore di avere a disposizione un sistema moderno di compilazione di testi, che gli consenta anche di utilizzare altri programmi per computer quali i fogli elettronici e la gestione della contabilità, già peraltro disponibili presso altri uffici dell'ente».
Tutti, più o meno, erano a conoscenza del fatto che, in realtà, il collaboratore avrebbe utilizzato tali ulteriori programmi - beninteso al termine dell'orario di lavoro ordinario - per effettuare alcuni lavori extra di amministrazione di condomini o simili. In ogni caso la proposta di delibera era formalmente ineccepibile e nessuno poteva opporvisi, tenuto anche conto della "riservatezza" dell'indiscrezione graziosamente fornita dal Direttore Generale. Nessun Consigliere, quindi, sollevò obiezioni e la proposta si trasformò in una regolare delibera. Il Presidente raccomandò soltanto che venisse tenuto sotto discreto controllo il collaboratore in questione perché dedicasse le ore di lavoro "ufficiali" allo svolgimento dei soli compiti istituzionali connessi alla sua funzione.

***

Si erano ormai fatte quasi le nove e mezzo di sera quando venne affrontato il terzo ed ultimo argomento all'ordine del giorno, riguardante la proposta di tariffazione dei servizi di ripresa televisiva. E qui il dibattito si fece acceso, nonostante una certa stanchezza che ormai pesava su gran parte dei Consiglieri. Riccardo G. Tagliarami esordì, riprendendo ab ovo il tema dell'impianto di ripresa radio-televisiva e sottolineando quanto fosse stato importante per l'E.R.B.A. aver a suo tempo assunto «...primo ed unico fra gli enti di ricerca del nostro Paese, con grande spirito innovativo e creativo, l'iniziativa di creare un centro di produzione, di raccolta e di diffusione dei più significativi risultati cui é giunta la ricerca, quella, beninteso, con la erre maiuscola».
Aggiunse anche che, mentre le principali rappresentanze del mondo accademico e scientifico, nonché la stampa più qualificata, avessero
«... colto al volo l'importanza delle scelte effettuate dall'E.R.B.A.», il resto dell'utenza aveva sinora dimostrato una sostanziale indifferenza; «dovuta soprattutto al ritardo culturale in cui si dibatte un persistente provincialismo di fondo, tuttora incapace di percepire in termini innovativi e culturali l'enorme sviluppo tecnologico in atto». Da tutto ciò, e solo per questa ragione, scaturivano le difficoltà di utilizzo su più ampia scala delle apparecchiature disponibili presso l'ente.
«Avendo considerato a fondo i vari aspetti del problema », aggiunse il Presidente, «e tenuto conto dei suggerimenti espressi dal Consigliere Altenberg, caldeggio la possibilità di offrire i servizi di produzione radio-televisiva a una più vasta utenza esterna, principalmente costituita da altri organismi non necessariamente legati al mondo della ricerca, che possano consentirci un più economico ammortamento degli investimenti a suo tempo effettuati».
Il consigliere Bianchi intervenne, esprimendo talune riserve sulla imprevedibilità dei risultati attesi e ricordando taluni passi di delibere precedenti, in cui si magnificavano gli effetti che si sarebbero ottenuti a seguito degli esborsi da effettuarsi con l'installazione delle apparecchiature di ripresa. Chiese, quindi, che venisse predisposta una relazione completa e più dettagliata sulle cause che avevano determinato l'insuccesso dell'iniziativa.
L'avvocato Esposito, a questo punto, insorse, affermando che
«...anche tu avevi approvato tali delibere e, quindi, ti saresti dovuto attivare per far sì che tutto funzionasse per il meglio, mentre, invece, te ne sei completamente disinteressato ed ora cerchi di defilarti dalle responsabilità».
Ciocchini prese allora la parola per rincarare la dose, dichiarando che:
«...se è per questo, anch'io avevo a suo tempo approvato quasi tutte le delibere, ma un anno fa avevo anche proposto che venisse venduto il tutto, e non solo i servizi come si vorrebbe fare oggi. Avevo già sotto mano il compratore, per farla finita una volta per tutte con una vicenda che è già costata un mare di soldi e che rischia anche di esporci al ridicolo. Ma proprio tu, Esposito, ti eri opposto alla mia proposta, insinuando addirittura che io potessi avere degli interessi particolari nella vendita di queste maledette apparecchiature. E' passato quindi un altro anno, non é successo nulla e siamo ancora qui a discutere del sesso degli angeli».
Il Presidente stava per intervenire per calmare gli animi quando Manzonini, appena risvegliatosi da un momento di sonnolenza che l'aveva colpito a metà circa della serata, disse:
«Colleghi, non scaldiamoci, cerchiamo di trovare un rimedio a questa vicenda, oppure, se non abbiamo ancora le idee chiare, riflettiamoci ancora qualche giorno e rimandiamo la decisione alla prossima riunione».
Da parte mia, non avendo partecipato alla nascita né a gran parte delle successive vicende che avevano interessato questo spinoso argomento, mi limitai ad un breve intervento in cui auspicavo che venisse predisposta dall'Amministrazione anche una realistica ipotesi di ricavi, in modo tale da poter capire meglio quali sarebbero stati, alla fine, i risultati complessivi dell'iniziativa. Il dottor Maci non intervenne nel dibattito, così come l'ingegner Altenberg; proprio colui che aveva proposto la sola vendita dei servizi di ripresa televisiva. Il dibattito fra Bianchi, Esposito e Ciocchini continuò ancora per qualche tempo con toni più o meno vibrati, sinché alla fine, non avendo riscontrato un'unanimità di vedute, il Presidente diede un'occhiata all'orologio; fece propri i suggerimenti salomonici di Manzonini e decise che l'argomento in oggetto venisse riproposto per l'esame e la delibera in occasione di una prossima riunione del Consiglio di Gestione.
Quindi, con il tacito accordo di tutti, decretò il termine della seduta.

***

Erano ormai le 22,30 e quando uscii dal portone dell'E.R.B.A., fui sorpreso dal notare come quella sera il cielo fosse particolarmente terso, sì da vedersi lo sguardo ammiccante della luna, contornata da una sfavillante corona di stelle. Evidentemente la ripresa delle attività dopo la pausa estiva non aveva ancora prodotto quella quantità di fumi e di veleni che abitualmente creavano al di sopra della città una impenetrabile campana di indesiderata "protezione". I mezzi pubblici avevano ricominciato a funzionare regolarmente e così mi avviai verso la fermata dell'autobus che mi avrebbe riportato fra le pareti domestiche.
Mentre attendevo l'arrivo del mezzo pubblico, con il mio ingombrante fascio di carte sotto il braccio, vidi nel mezzo della strada alcuni giovani che, allegri e spensierati, si avviavano a passo lesto verso l'entrata della pizzeria di fronte, quella che stava proprio accanto all'ingresso della discoteca Il capriccio. Attorno a me, sotto gli alberi del viale, c'era un certo buio e quindi sentii, prima ancora di vederlo, un extra-comunitario che mi si era avvicinato per vendermi qualcosa.
«Salve, Capo, ti serve un accendino?», mi chiese con un accento, tutto sommato, decente. La sua carnagione era di un nero che, parafrasando un ormai consunto slogan pubblicitario, "più nero non si può", e questo giustificava anche il fatto di non averlo assolutamente visto avvicinare.
Gli chiesi da dove venisse e mi rispose:
«Da Dakar. Sai dov'é, Capo? Compera un accendino, ... solo mille lire. E' tardi e devo mangiare». Benché avessi ormai da tempo smesso di fumare, gli comprai un'intera scatola di "bic" e, con quest'altro pacchetto fra le mani, salii sull'autobus numero 24 che mi avrebbe finalmente riportato a casa, dove forse anch'io avrei trovato qualcosa da mettere sotto i denti.

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