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Gallipoli
Storica
e bella città dal nome di origine greca, ma attribuitole dai Romani
quando la occuparono nel 266 a.C. In precedenza abitata dai Messapi, era
detta Anxa. Fin dai tempi dei Romani il suo porto era uno degli scali
commerciali più importanti della penisola salentina, insieme a
quello di Taranto sullo Jonio, mentre Brindisi ed Otranto lo erano sul
mar Adriatico. Qui infatti si trovava il grande emporio per lo smercio
della porpora, che si produceva nella regione.
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Le viuzze,
le case, le botteghe, i bugigattoli, i mercatini, gli uomini e persino
le voci e i rumori dànno ad ogni momento la sensazione di vivere
in un'atmosfera intensa, tipica di una città di estremo confine
e tutta aperta al miraggio dell'Oriente. |
Colonizzato
dai greci, l'antico centro messapico prese il nome di "Città-bella",
similmente ad un'altra Kallìpolis - in Turchia - che era appartenuta
agli Ateniesi e da essi così poeticamente denominata.
Gallipoli salentina restò fedele per lunghi secoli alla cultura
e civiltà greca, conservando anche il dialetto e il rito di quei
colonizzatori. Soltanto nel XVI secolo il rito latino, già affermato
in tutto il Salento fin dal tardo medioevo, venne accettato anche qui
in sostituzione di quello greco.
La città, come abbiamo accennato, appartenne ai Romani, seguendo
le sorti della restante penisola italiana fino al crollo dell'impero.
Giunsero anche qui i barbari - prima i Vandali, dopo i Goti - respinti
finalmente dai Bizantini. Occupata dai Normanni verso la fine dell'XI
secolo. In seguito Gallipoli appartenne agli Svevi, poi agli Angioini,
secondo le vicende peninsulari. Gli Angioini vi costruirono una fortezza,
sui resti di un vecchio castello bizantino. Il castello venne rimaneggiato
al tempo degli Spagnuoli nei primi lustri del Cinquecento
(notiamo che soltanto il torrione sud-est è quanto resta della
strutttura risalente al tempo dei bizantini).
Occorre
anzitutto distinguere la nuova città da quella del primitivo insediamento
messapico. Il visitatore oggi si trova a scoprire in effetti due centri
abitati separati. Il primo, quello
originario, sopra una piccola isola; il secondo invece si estende su un
promontorio a forma triangolare, che si sporge sul mare per circa 3 km.
Entrambe le parti dell'odierna Gallipoli sono unite da un ponte. Inutile
dire che la parte antica è quanto mai pittoresca e caratteristica,
raccolta nell'isoletta di un chilometro e mezzo di circonferenza, con
piccole strade e vicoli stretti e tortuosi. Soltanto nella prima metà
dell'Ottocento ebbe inizio l'espansione degli abitanti sulla terraferma,
in una zona che fu detta il Borgo,con un'area più vasta di quella
dell'isola.
Per questa sua straordinaria posizione, la città fu sempre esposta,
nel corso della sua storia, a numerosi assedi di cui due, in particolare,
sono rimasti memorabili: quello del 1484, effettuato dai Veneziani e conclusosi
con la vittoria di questi (ma dopo una difesa cosí eroica da parte
della città da riempire di ammirazione gli assalitori stessi);
e quello del 1528, che vide i Francesi sconfitti e respinti dalla fierissima
resistenza opposta dagli abitanti.
A
destra del ponte si apre la vista del
Porto Nuovo,
mentre a sinistra si estende quello antico, detto
Seno del Canneto,
dominato dal quadrilatero
Castello Angioino che
emerge dalle acque coi suoi possenti torrioni cilindrici.
Le
mura, le torri, i bastioni a sghembo serrano la Città e la chiudono
da ogni parte, difendendola dalla violenza delle onde e dagli assalti
dello Scirocco.
Purtroppo
la visita a Gallipoli è stata fatta di notte mentre spirava un
vento fortissimo che, come ci dicono, è sempre presente. La parte
vecchia è molto più bella di giorno. Di notte, la scarsa
illuminazione rende difficile il percorso all'interno delle strette e
tortuose stradine.
Rinserrati
in denso crocchio entro questo perimetro, troviamo:
la
cattedrale, dedicata a Sant'Agata, costruita nel Seicento, quindi in stile
barocco, sia pure con peculiari sue forme estetiche. Specialmente l'interno,
a tre navate, è decorato con un insieme di pitture e fregi di notevole
rilievo. Le opere figurative sono di pittori gallipolini, come lo è
l'architetto G.B.Genovino, a cui si deve il disegno e la direzione dei
lavori di costruzione.
Dirigendosi verso il ponte che collega l'isola al Borgo, si incontra un
altro interessante monumento, degno di grande attenzione: la cosiddetta
Fontana ellenistica, peraltro ricostruita nel Cinquecento - mentre la
facciata è del 1765 - che presenta in tre ordini alcuni bassorilievi
ispirati alla mitologia: la leggenda delle Metamorfosi di Biblide, Salmace
e Dirce.In alto, un frontone barocco con lo stemma cittadino.
Proprio di fronte alla fontana, si visita il Santuario della Madonna del
Canneto, del secolo barocco anche questo: ma il soffitto è del
XVIII sec.
Infine, non manca un importante Museo civico, ricco di reperti archeologici
salentini, e di storia naturale, in particolare dei dintorni di Gallipoli.
Accenniamo
intanto alla soddisfacente attrezzatura ricettiva per ogni esigenza dei
villeggianti
o visitatori: vi si trovano alberghi diversi, campeggi, villaggi turistici,
campi sportivi, stabilimenti balneari, piscine, scuola vela. Per quanto
riguarda la balneazione, l'ospite può scegliere tra spiaggette
presso l'abitato, o la spiaggia bene attrezzata del Lido San Giovanni,
distante due chilometri sud dal centro cittadino: è una spiaggia
sabbiosa a declivio dolce, a breve distanza dal verde di una piccola pineta.
Una massiccia Torre di vedetta sul mare si eleva al limite del promontorio,
dal cui piazzale si può osservare tutto il lido in un colpo d'occhio
molto suggestivo.
Nell'itinerario opposto, verso nord, alla distanza di 5 km. si trova un
altro accogliente lido, quello della Spiaggia Le Conchiglie. V'è
la possibilità di effettuare la caccia subacquea, lo sci nautico,
nonché gite verso mète turistiche gradevoli come l'isola
Sant'Andrea, Santa Maria al Bagno, ecc.
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