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Nardò

Da Santa Caterina, salendo verso l'interno per sei chilometri, si giunge a

NARDÒ (ab. 30.000 circa), caratteristica e graziosa cittadina d'origine messàpica, poi municipio romano col nome di Neretum (che diede il nome alla « Riviera Neretina »).

Il suo nome latino fu Neretum, da cui quello greco-bizantino di Neretun, e da questi, con ogni probabilità, si è giunti alla forma odierna del toponimo. Gli abitanti sono detti per l'appunto "neretìni", oppure, in loco, nardiàti.

Fu, per secoli, un importante centro bizantino e, dal 1497, sotto i Duchi di Acquaviva, il principale centro culturale del Salento, sede di Università, di Accademie e di studi letterari e filosofici.

Con le sue frazioni di Cenate, Corsari, Santa Caterina, Santa Chiara, Santa Maria al Bagno e Sant'Isidoro, è uno dei paesi fondati dai Messapi, e successivamente colonizzati dai Romani, fra i più importanti della provincia leccese. Durante il rinascimento divenne un centro culturale molto rinomato, con Università ed Accademie: fu definito la Nuoua Atene litterarum.

Nardò e' la seconda città del Leccese ed ha aspetto e atmosfera barocchi.

Nardò è stata la sede principale delle nostre vacanze. Alloggiavamo in un appartamento di nostri amici nei pressi di una chiesa abbandonata e sconsacrata che, per la sua aria misteriosa e tenebrosa ha portato sconforto e paura nelle nostre notti. Paura di messe sataniche e incontri proibiti che per la verità, probabilmente non ci sono mai stati ma hanno contribuito a rendere ancora più eccitante la nostra avventura.

Vivace e insieme teatrale e con un'atmosfera da mezzogiorno di fuoco è la bellissima e centrale Piazza Salandra, con i lati chiusi da architetture festose e bizzarre. In mezzo ad essa sorge (spíccata nota di colore) la guglia dell'Immacolata, con le sue decorazioni di eccitata fantasia.

A Nardò sono notevoli:

la Cattedrale, romanico-gotica, fondata nel 1090, ma rifatta nel secolo XIII, il cui interno è a tre navate divise da archi gotici a sinistra e romanici a destra. Custodisce notevoli affreschi e un antico crocifisso nero di legno di cedro;

la Chiesa di San Domenico, che ha una sontuosa facciata barocca, bionda come il miele, imparruccata di bizzarre cariatidi e lussureggiante di colonne e di volute;

la Chiesa del Carmine, con un bel portale del Rinascimento e, infine, il caratteristico tempietto ottagonale poggiante su otto agili colonnine che è detto l'Osanna, del 1603.

Nardò è una città di vita civile. L'impressione che se ne ricava è quella di una cittadina straordinaria, dove la gente passa il meglio della vita a ragionare di compere e di vendite, di grano e di vino ma anche di libri e di arte.

II paese è anche un attivo centro commerciale ed agricolo, noto per il suo vino e per l'olio locale.

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