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Torre dell'Orso
Usciti
da Lecce e puntando su San Cataldo (il lido di Lecce), ciò che
colpisce di piú a lungo la strada sono gli oliveti.
La piana, a perdita d'occhio, è tutta coperta di di un pallido
verde grigio, a tratti cosí fitti e da formare una vera e propria
foresta...
Lasciata San Cataldo, e procedendo verso Otranto,
la zona che la strada percorre è un arido paesaggio, ovunque aspro,
grigio e bianco di pietra nuda o coperto di sterpi. Si può dire
che la terra la strappino alla roccia con la zappetta; e dopo che l'hanno
raccolta e distesa (uno strato di pochi palmi che è quanto basta
a rendere efficiente un campo) la circondano di
sassi.
I fili del grano, in certi luoghi, pare che spuntino
tra le pietre di un rustico selciato.
Spesso, in lontananza, come una macchia grigia
sulla carta bianca, compare un gregge di pecore,
col
mandríano che se ne sta ritto, stagliandosi con
tro
il cielo limpido, appoggiato ad un alto bastone...
La bellissima strada costiera segue piú o meno il ciglio della
scogliera, scendendo in qualche punto fino al mare, addentrandosi, in
altri, un poco
nel suolo carsico,
stanco e travagliato da rodimenti
e da frane
sotterranee.
Il
litorale si mostra scoglioso, frastagliato da lingue nere e piatte protese
nell'acqua, sempre azzurra. Ecco
Santa
Foca, piccolo centro peschereccio, ridente, pulito: case cúbiche,
bianche, azzurrine, rosa.
Sulla
spiaggia, una torre di difesa e reti distese ad asciugare.
In
luoghi come questi s'intende la potenza della natura e della poesia, che
danno
assai
piú di quanto non ricevano. E dànno per sempre.
Pochi
chilometri dopo c'è Roca Vecchia, centro archeologico e
località balneare che, con le umili case e i ruderi messàpici
(tratti di mura, due torrí e numerose tombe che hanno fornito
bei vasi àpulí al Museo di Lecce), è proprio uno
di quei luoghi che sembrano fatti apposta per riposare e, diciamolo pure,
sognare.
Sull'alta
scogliera si trovano i ruderi di un castello e di fortificazioni
del secolo XIV.
La costa, ora bionda come le barbe dei Normanni, sensibilmente si spiana.
La
strada, quindi, passa sopra l'ampia spiaggia balneare di
Torre dell'Orso, bella località, pittorescamente adagiata
in fondo ad un'ampia insenatura, ed il cui nome deriva da una massiccia
torre costiera.
Come
abbassiamo gli occhi, lo sguardo piomba su una lunga distesa di sabbia
bianchissima disposta intorno a uno specchio d'acqua limpida tagliata
da un canale di bonifica a ridosso di una pineta.
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Gli
alti fianchi rocciosi sono simili a banchi di neve e mostrano stratificazioni
e sforacchiature di qualche migliaio di anni fa, scavate dalla forza
delle onde marine.
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Questo
centro abitato appartiene al comune di Melendugno. Si affaccia su una
baia, con una folta pineta nelle sue immediate vicinanze, in una posizione
particolarmente frastagliata
tra spiaggie e rocce.
E'
un paese di antiche origini storiche, ma oggi si presenta con un aspetto
moderno, e un bel lido dotato di stabilimenti balneari. Inoltre vi si
trovano diversi alberghi e attrezzature sportive, come campi
da tennis. La spiaggia si sviluppa in un tratto costiero che forma un
grande arco fra punte rocciose. Caratteristici, presso la punta nord,
due grossi scogli che i paesani definiscono
due sorelle.
Infine, il toponimo del luogo è ispirato alla presenza di una torre
difensiva costruita al tempo delle aggressioni dei turchi dal mare (sec.XVI).
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