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Santa Cesarea Terme

La costa meridionale adriatica continua a presentare paesaggi naturali di grande attrattiva pittorica: ora frastagliata e varia altezza sul mare, ora con insenature grotte e grotticelle, nonché porticciuoli, piccoli fiordi. Qua e là si incontrano antiche località abitate oggi divenute stazioni balneari e di villeggiatura accoglienti. Vi si trovano campeggi, come l'Idrusa, presso la baia dell'Orte. Tra le più grandi grotte v'è quella detta dei Cervi, (Porto Badisco), dove si trovano graffiti risalenti al neolitico che rappresentano, tra l'altro, cacce al cervo e scene propiziatorie. Il gruppo di grotte della zona ha importanza non soltanto speleologica, ma anche per le ricerche preistoriche. Attualmente il loro accesso è limitato agli studiosi.

Nelle fessure e nelle pieghe di questa costa si avvistano campanili, tetti, cupole: sono gli approdi di piccoli centri incantevoli

il primo è Porto Badisco ( nella cui profonda insenatura, forse, approdò la nave di Enea fuggito da Troia in fiamme).

Segue Santa Cesàrea Terme, la principale stazione termale della Puglia, sopra una scogliera affacciata al Canale d'Otranto. A 48 km. sud di Lecce, e 56 metri circa s.l.m. sorge Santa Cesarea (localmente: Santa Cisària) che deve la sua rinomanza sia alle sorgenti di acqua minerale sulfurea sgorgante in alcune grotte, sia alla sua posizione costiera, con tratti di scogliera frequentabili per la balneazione. Vi sono infatti organizzati stabilimenti balneari, in zona piscina naturale e presso un'insenatura rocciosa a circa 500 metri sud: "Gli Archi".

Qui, grandi e moderni alberghi e stabilimenti termali circondati da ville e da case variopinte, sfruttano varie sorgenti di acque minerali indicate per la cura delle malattie della pelle, che scaturiscono in quattro grotte lungo la scogliera a picco.

La cittadina quindi accoglie villeggianti e turisti per duplice motivo: il primo, terapeutico, in quanto le acque solforose delle sue quattro grotte servono per la cura di malanni cutanei e delle articolazioni; il secondo, per ferie estive di chi ama, tra l'altro, poter fare pesca subacquea e bagnarsi in acque limpide, nello scenario di una località diversa dalle solite spiagge, ricca di scogliere e di grotte. Né va trascurato un cenno sul gradevole aspetto dello stesso centro abitato, un insieme di ville ed edifici residenziali costruiti per lo più per la villeggiatura.

Più in alto, una bella strada panoramica che serpeggia sopra la costa rasentando una vecchia torre saracena, s'inoltra in una rigogliosa pineta cosparsa di villini e termina su un magnifico belvedere da cui si contempla tutto il litorale fra Otranto e il Capo di Santa Maria di Leuca.

La strada, lungo questo tratto di costa, passa davanti a una collana di inerpicati borghi di pescatori, alti su nudi speroni rocciosi e dominanti i difficili approdi serrati fra gli scogli.

Il mare vi batte profondo e cupo, tempestando contro la roccia, presso gli archi e le caverne vuote, con le barche in secco sui ripiani della strada di accesso. I borghi hanno case alte e strette dalle fogge moresche, dagli spessi muri di tufo tali da conservare il fresco d'estate e il caldo d'inverno, dalle finestre piccole, dai tetti di battuto.

I muri sono tinti di bianco, un bianco di calce nitido e accecante, e il sole bruciante pare che vi muoia sopra senza riflessi.

Nelle piazze deserte, quando il sole è alto, l'ombra delle case si disegna con un gioco geometrico.

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