Scienza                                                           

 

 

 

" La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso ", Lessing

 

Io credo nell'uomo, e questo vuol dire

che credo nella sua ragione!

 

" IL CAOS "

 

            Gran parte della matematica che conosciamo e' lineare, ma viene da chiedersi se il mondo in cui viviamo sia lineare oppure no. In genere e' con la matematica lineare che studiamo i fenomeni naturali o progettiamo sistemi fisici. Ma fino a che punto un sistema lineare puo' studiare e spiegare il mondo? e allo stesso tempo, quanto sono reali gli oggetti del mondo matematico? spesso si risponde a questa domanda che gli oggetti matematici sono solo concetti.

I numeri che usiamo per misurare tutto cio' che e' reale sono numeri "reali", questi numeri sono chiamati "reali" perche' sembrano fornire le grandezze richieste per misurare distanze, angoli, tempi, energia, date, temperature….Tuttavia il rapporto tra numeri definiti "reali" e le quantità fisiche non e' cosi' esattamente definito. Il sistema dei numeri reali ha per esempio la proprieta' che fra due di essi se ne trova sempre un terzo, non e' certo quello che accade a distanze fisiche o a tempi: continuando a dividere la distanza fisica tra due punti, si arriverebbe alla scala quantistica ove cesserebbe di avere qualsiasi significato. Allo stesso modo si avrebbe per intervalli di temo sempre piu' piccoli.

Sono i numeri reali sempre soluzioni ai problemi? Nel 1545 Gerolamo Cardano scopri' che per risolvere certe equazioni era costretto ad accettare la "radice quadrata" di un certo numero negativo. Questi numeri chiamati "immaginari" hanno la proprieta' di risolvere alcuni problemi. Non sono inventati, essi semplicemente esistono.

La matematica e' invenzione o scoperta? E' uno strumento inventato per capire la natura oppure e' la natura che nel manifestare i suoi fenomeni "produce" matematica? la risposta non e' certa. Gli automatismi finora sono stati progettati per funzionare secondo una matematica lineare. Linearizzare un fenomeno porta a errori; tuttavia diventa lecito per quantita' infinitesimali. Ma la somma di tutti i tratti infinitesimali di una linea non da' la linea stessa. In tal caso la somma non darebbe il tutto. Quindi se si trova un'equazione valida a descrivere un fenomeno confinato nell'infinitesimo, la stessa equazione non sara' vera se applicata al fenomeno in generale. Un esempio macroscopico e' la corsa di una biglia: se si lancia una biglia facendola correre su un tavolo, e' facile prevedere secondo le leggi del moto la traccia della biglia per piccolissimi intervalli di tempo, ma non sara' possibile di certo prevedere dove andra' a finire la sua corsa sul tavolo. Quando si considera lineare un fenomeno che tale non e', si commette un errore che porta all'imprevedibilita'. Se si lancia una seconda biglia conferendo un leggero (anche infinitesimo) di scostamento dalla posizione dell'altra, si avra' che le due traiettorie saranno molto vicine nei primi tratti per poi divergere anche notevolmente. Questo vuol dire che piccole differenze iniziali, portano a grandi divergenze finali.

Si e' accennato ai numeri immaginari, questi numeri compongono quelli che sono chiamati numeri complessi: una parte reale ed una parte immaginaria. Un generico numero complesso e' del tipo Z2+C, dove sia Z sia C sono complessi (l'espressione canonica di un numero complesso e' Z=R+J dove R è un numero reale e J un numero immaginario pari a v-1). Costruiamo una relazione del tipo Z = Z2+C, questo significa applicare una relazione Z2+C al numero stesso Z2+C. Si supponga di dare a Z il valore nullo, mentre a C un valore diverso da zero e reiteriamo per un certo numero di volte la suddetta relazione. Questa operazione equivale ad attribuire alla variabile Z il suo valore immediatamente precedente. In termini fisici e' come se avessimo un sistema ad anello che riporta all'ingresso cio' che e' in uscita. Si otterrebbe una serie del tipo: 0, C, C2+C, C4+2C3+C2+C, …A seconda del valore di C (che resta costante), i valori di Z rappresentano punti che hanno una certa disposizione nel piano complesso. Ebbene per C=0 la rappresentazione rimane invariata nel tempo ed e' il punto di coordinate nulle. Ma per C=-J oppure +J, la nuvola di punti pur variando nel tempo resta imprigionata in una regione. Per altri valori di C, ciò potrebbe ancora accadere e produrre perfino figure simili a forme realmente esistenti, per altri ancora la rappresentazione potrebbe improvvisamente uscire da una regione e divergere all'infinito. E' interessante notare che per valori di C molto vicini, le due rappresentazioni appaiono simili per diversi cicli, ma poi divergono fortemente. Questo fatto e' molto interessante perche' mostra, come si accennava per il caso delle biglie, che pur partendo da valori molto prossimi a lungo andare le rappresentazioni si differenziano con gran velocita' fino a produrre figure del tutto diverse (personalmente ho provato con un computer a reiterare la relazione scritta sopra dando a C una volta il valore 0+J ed un'altra volta il valore 0+j0,9999999, ebbene dopo pochi cicli ho ottenuto forme completamente diverse). Se la relazione considerata fosse quella di un fenomeno fisico (naturale) e la rappresentazione raffigurasse l'evoluzione del fenomeno, si noterebbe che pur adottando un metodo deterministico che e' quello dell'algoritmo Z2+C, non sarebbe assolutamente possibile prevedere l'evoluzione di quel fenomeno, a partire da quella  di un altro ad esso simile.

Per riassumere possiamo dire allora che in termini informatici esistono due modi fondamentali di calcolare: il modo deterministico secondo cui si passa da un punto ad un altro attraverso una funzione ed il modo non deterministico secondo cui da un singolo punto si può arrivare in punti diversi. Da qui la definizione di CAOS. In regime caotico la funzione che descrive il processo e' molto sensibile a piccole variazioni del punto di applicazione. La funzione attraverso la quale vengono collegati i punti e' deterministica, ma se per qualche limite di misurazione un punto A viene confuso con un altro punto B suo vicino, cosa che accade nella realtà umana, la funzione si comporta in modo non deterministica. Il CAOS e' il tributo da pagare all'indeterminismo.

 

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