I ripari

 

In una condizione di sopravvivenza, un riparo è tutto ciò di diverso dagli abiti che serva a fornire una barriera tra noi stessi e gli elementi naturali. Può essere di tipo estremamente semplice, ad esempio passare sul lato sottovento di una catena montuosa per ripararsi dal vento, oppure relativamente complesso, con una struttura in grado di resistere all'acqua e costruito servendosi interamente di materiali naturali. Nella condizione di sopravvissuti, bisogna sempre stare con gli occhi aperti, cercando un eventuale rifugio naturale o dei materiali con i quali se ne possa costruire uno. 

Un rifugio naturale può essere fornito da

-Grandi alberi caduti. Se il tronco dell'albero caduto è molto grosso, esso può anche offrire una parte asciutta e riparata, nei punti in cui si ricurva verso l'alto. E' sorprendente di quanto poco spazio abbia bisogno una persona per sdraiarsi al riparo di un tronco orizzontale, e questa forma di protezione non va trascurata. Se sotto il tronco ci sono delle depressioni poco profonde nel terreno, o se il tronco stesso non si è del tutto abbattuto a terra, le probabilità di trovare un riparo all'asciutto sono anche migliori. 

- Grotte. A volte se ne trovano nelle regioni montagnose, e sono molto comuni nelle zone calcarne. Senza l'equipaggiamento adatto, è imprudente avventurarsi troppo in grotte che si presentano subito di grosse dimensioni, ed è meglio cercare una parte di terreno asciutto il più vicino possibile all'entrata. Le grotte dall'apertura ampia possono essere piene di correnti d'aria e fredde, anche se sono asciutte, ma spesso si possono accatastare dei massi a formare un muro verticale che vada a congiungersi alla parte inclinata della grotta, oppure si possono erigere dei pali sull'entrata per formare una barriera contro le correnti. Vedi figura

                                           

-Grotte formate da massi. Nelle regioni montagnose capita di trovare grossi agglomerati di macigni, e lo stesso accade anche nelle vallate che in tempi remoti furono sede di ghiacciai poi ritiratisi. Le zone franate dalle montagne verso le vallate dei fiumi (poi ricopertesi di foreste) sono spesso composte di labirinti formati da macigni che lasciano degli spazi sotto e tra di loro. A volte questi spazi sono abbastanza grandi da fornire dei rifugi asciutti (vedi figura 20), ma, prima di eleggerli con entusiasmo a vostra « casa », assicuratevi sempre che non si tratti di un'area che rimarrà inondata alla prima piena di torrente o fiume, o che il terreno consista di depressioni che si riempiranno d'acqua alle prime piogge forti. Controllate se vi siano tracce di allagamento cercando il segno dell'acqua sui massi (una linea dritta e fangosa deve insospettire) o la presenza sul terreno di fine melma oppure quella di muschio sopra o sotto le rocce. Evitate tali zone. Se tali ripari danno garanzie di sicurezza, allora conviene sfruttare la protezione comoda e a prova d'acqua che forniscono, specialmente se si accende un fuoco all'entrata. 

 

-Bivacchi. Il bivacco è un riparo provvisorio interamente costruito con materiali naturali. Esso può fornire una protezione più che soddisfacente anche contro le condizioni atmosferiche più inclementi.  Può essere semplice o studiato, a seconda del periodo di tempo per cui s'intende usarlo, ma, indipendentemente da questo fattore, ci sono certe cose che vanno considerate ancor prima di cominciare a costruirlo.

1)Tempo di costruzione. A meno che si sia forzati a preparare il bivacco in tutta fretta (vedi Bivacco d'emergenza, pag. 71 e seguenti), è importante con- cedersi un lasso di tempo adeguato con numerose ore di luce, perché spesso la raccolta,del materiale e la costruzione richiedono molto più del previsto. 

2)Scelta dei posto. Il posto ideale per un bivacco dovrebbe rispondere a parecchi requisiti. I primi due della lista seguente sono assolutamente essenziali:

-Terreno solido e preferibilmente elevato, senza fango e non attraversato da quello che potrebbe essere il letto asciutto di qualche corso d'acqua o segnato dalle tracce di allagamenti da parte di torrenti o fiumi. 

-Abbondanza di materiale da costruzione

-Abbondanza di legna da ardere asciutta

-Vicinanza all'acqua

  

Attribuite sempre la massima importanza al primo requisito, anche se fosse necessario trasportare o trascinare il materiale fino al posto scelto per la costruzione. La figura mostra un bivacco semplice ma efficace che richiede il minimo di materiale per fornire un'adeguata protezione.

Nonostante sia aperto su di un lato, questo tipo di bivacco, formato soltanto da una struttura in legno che sostiene un tetto di fogliame, è molto migliore del tipo chiuso da tutti i lati. E'  più facile da costruire, richiede solo la metà di quantità di materiale per il tetto (se ne raccoglie invariabilmente molto meno del necessario) e, tenendo acceso un fuoco sul lato aperto, forma un rifugio caldo e asciutto.Per legare assieme l'intelaiatura è importante che per unire i vari materiali facciate uso dei tipi di nodi giusti. Se si  usano i nodi sbagliati, si possono rompere o spezzare mentre si tenta di stringerli a dovere. 

 

-Bivacco d'emergenza. Se dovete preparare un riparo essendo privi di qualsiasi equipaggiamento, seguite la procedura seguente. Se avete la possibilità di accendere un fuoco in fretta con dei fiammiferi o con un accendino, il vostro problema sarà semplificato di molto, ma, se non avete nulla di tutto ciò, allora i vostri preparativi cominceranno al punto 4. Si tratta qui del tipo di rifugio da approntare se si dispone di poco tempo, se le condizioni atmosferiche stanno volgendo al brutto, e se si viene colti dalle tenebre mentre ci si trova nei boschi (in queste circostanze, e se si è privi di un qualche altro tipo di'illuminazione, sarà necessario un fuoco per poter vedere quel che si sta facendo). 

1) Trovate un albero caduto ancora in buono stato, su terreno piatto, se possibile, o una grossa roccia. (Se non riuscite a trovare nessuna di queste due cose, dovrete forse servirvi di un Bivacco con albero mozzato). Scegliete il lato del tronco o della roccia su cui intendete coricarvi, ripulite il terreno, e accendete un bel fuoco da quella parte per asciugare e scaldare il terreno. 

2) Una volta avviato il fuoco, raccogliete la maggior quantità possibile di legna da ardere e ammucchia tela vicino al punto scelto per il rifugio. (Raccoglietene sempre molta di più di quel che credete necessario: meglio averne troppa che poca.) 

3) Una mezz'ora dopo aver acceso il fuoco, prendete un paio di bastoni e togliete tutte le braci, mettendole a un metro e mezzo circa dal tronco. Fate attenzione a non lasciare braci ardenti dove dovrete approntare il vostro giaciglio. Con le braci ardenti del primo fuoco preparate il falò principale per la notte, disponendo dietro di esso tutti i ceppi e le pietre che riuscite a trovare, perché agiscano come riflettori di calore. 

4) Coprite il terreno dove avevate tentato di accendere il fuoco con uno spesso strato di rami fronzuti strappati da alberi e cespugli, di felci di muschio o d'erba. Questo strato di vegetali è il vostro letto, e più è spesso più starete caldi, perché vi terrà lontani dal suolo. 

5) Se vi coricate sul giaciglio di foglie tenendovi molto vicini al tronco, esso vi riparerà moltissimo, e con un fuoco forte il calore generato contro il tronco vi metterà a vostro agio, anche in una notte fredda. Come ulteriore protezione, potete ammucchiarvi addosso altro materiale vegetale, dato che più sarà l'aria che rimarrà intrappolata attorno al vostro corpo, minore sarà la perdita di calore. 

6) Protezione dalla pioggia. Se c'è possibilità di pioggia dovrete erigere un qualche tipo di tetto che vi protegga dall'alto senza interferire con il calore prodotto dal fuoco. La figura mostra un modo per ottenere quanto sopra, appoggiando dei paletti sopra il tronco partendo dal lato opposto a quello su cui s'in- tende dormire, così che formino un'intelaiatura inclinata. Copriteli il più fittamente possibile con materiale vegetale o rami fronzuti, l'estremità verso l'alto, e avrete ottenuto un buon tetto. 

                             

-Bivacco con albero mozzato. Se si vuol costruire questo tipo di rifugio è necessario avere un'ascia o un machete. Scegliete un albero di circa tre metri e tagliate in parte il tronco a circa metà altezza. Fate poi cadere la parte superiore dell'albero, così che la cima sia a terra mentre la parte inferiore del tronco rimane conficcata nel terreno. Tagliate o strappate i rami « dell'interno » per usarli come ramaglia per l'esterno. Spezzate tutti i rami dell'esterno che spuntano, in maniera che si pieghino verso il basso. Inserite nell'intreccio del tetto i rami tolti dall'interno, assieme ad altro materiale raccolto da altri alberi o cespugli. Accendete un fuoco davanti a questo rifugio-tana e non dimenticatevi di preparare un giaciglio sul terreno.                                                    

            

-Rifugi nella neve Quando si deve resistere in una regione innevata non è il caso di disperarsi, anche se può davvero sembrare che la situazione richieda misure estreme. Spostarsi sulla neve, soprattutto se si è mal equipaggiati, può portare rapidamente a uno stato d'esaurimento, e nella neve molle la quantità di energie spese diventa considerevole.  Nella neve è ancora più importante concedersi molto tempo per la preparazione del rifugio, e anche evitare di infreddolirsi ed esaurirsi fino al punto di essere incapaci di costruire un riparo conveniente. Questa è una considerazione d'importanza vitale. Se ci si trova nella condizione di sopravvissuto in mezzo alla neve, bisogna allestire un rifugio prima che l'esaurimento fisico tolga tutte le energie necessarie.

La neve in se stessa è fonte di riparo, e il rifugio più primitivo, un buco scavato in un mucchio di neve e poi tappato fin quasi a sigillarlo dal mondo esterno, può essere quasi comodo, soprattutto se si ha a disposizione un qualche materiale isolante su cui sedersi o sdraiarsi, come uno zaino, un pezzo di plastica o dei rami d'albero, o persino del cartone o della carta. Si tenga presente che le tane scavate nella neve vanno quasi sigillate, non completamente sigillate dal mondo esterno. Questo perché in un piccolo riparo l'aria impiega poco tempo a diventare viziata e poco respirabile. Siccome l'aria rimane intrappolata in mezzo alla neve, fornisce un ottimo isolante che conserva il calore, ma questa sua capacità di conservare il calore può causare dei guai. Se si rimane per un certo lasso di tempo dentro una tana scavata nella neve, il calore corporeo farà sgelare e rammollire la neve del pavimento e delle pareti. Questa è un'altra ragione per ricordarsi di usare qualunque cosa di cui si disponga per sedersi o sdraiarsi. Se si ha uno zaino, è consigliabile usarlo a mo' di sacco a pelo in cui infilare i piedi. Non bisogna poi dimenticare che un paio extra di calze può servire da guanti. 

-Buchi nella neve. Nelle aree boscose, anche dopo abbondanti nevicate, si trovano alberi sotto i quali il vento, mulinando at- torno al tronco, ha lasciato una depressione nella neve. Questa depressione può essere allargata fino a formare un buco nella neve (vedi figura ) e spezzando i rami dell'albero, o di altri alberi, si può farne un rifugio comodo ed efficace. Nella neve alta delle zone boscose si può scavare una trincea e ammucchiare su di un lato la neve dello scavo, come nella figura . Usando rami per formare un tetto sopra la trincea e lasciando che vengano coperti di neve si può formare un riparo che garantisce ottima protezione. Da notare: i rami posti all'interno in modo da non doversi sdraiare direttamente sulla neve e il palo verticale per tenere aperto un buco di aerazione. 

(Ricordate: lavorare sodo per costruire un rifugio nella neve può farvi sudare: attenzione all'assideramento! Bisogna stare attenti a quando si suda in basse temperature.) 

Il riparo è una barriera alzata tra voi e gli elementi, e ciò che si ottiene costruendone uno è protezione.