IL SIMBOLISMO E LA SUA IMPORTANZA

Ovvero come parlare attraverso le immagini.

 

Il lavoro di ricerca da noi effettuato in merito a "Il soggetto e la sua personalità" ha evidenziato che, oltre ad una discreta conoscenza delle più semplici regole della composizione, occorre anche saper introdurre elementi che evidenzino caratteristiche umane ad essi intuitivamente abbinabili.

 

Esempio:

la forchetta sinonimo di amante del cibo

la corda sinonimo di un legame

l’ombrello sinonimo di un riparo

ecc…ecc…..

 

La presenza di tali elementi, rende l’immagine facilmente interpretabile e caratterizza il soggetto, permettendo un’analisi più approfondita del medesimo, consentendoci quindi di scostarci alquanto dai giudizi superficiali, generalmente riferiti al valore estetico dell’immagine.

Ricordo che non abbiamo inventato nulla infatti, la conoscenza e l’uso dei simbolismi, risale alle più antiche forme d’arte: pittura, scultura, musica, ecc…

Attraverso l’uso di immagini simboliche possiamo raccontare fatti, descrivere persone, parlare del loro carattere, esprimere la loro personalità. Il soggetto non è più: bello o brutto, alto o storto, ma diventa: dolce , ricco, intelligente, maniaco, chiacchierone, muto, artista, amante, ecc…

A volte questi elementi caratteristici sono talmente banali da rientrare nella normalità della scena e perciò non vengono facilmente percepiti dall’osservatore, altre volte invece, sono così marcati da rendere irreale la scena evidenziando quindi che non è ciò che si vede che conta, ma ciò che si pensa e che l’elemento così marcato è la caratteristica più dominante del personaggio ripreso.

Quali possono essere gli elementi simbolici che ci parlano del nostro soggetto?

Io credo che innanzi tutto vada prestata attenzione al soggetto stesso e cioè alla sua parte più espressiva: la faccia. Essa infatti consente a tutti noi di parlare senza muovere bocca. Gli occhi ci propongono sguardi ammiccatori, sguardi furiosi, occhi da " pesce lesso", tristi, allegri, ecc….

La bocca non è solo grande o piccola, ma può invece essere: sensuale, sorridente, esprimere disappunto, perplessità, stanchezza, ecc…La fronte è spaziosa , corrucciata, ecc….

Altro elemento che ci può dire molto del soggetto sono le sue mani.

Il linguaggio delle mani è nell’uso corrente perciò, perche' non approfittarne anche fotograficamente? Le nostre appendici si esprimono molto bene quando sono chiuse a pugno, e che dire se sono giunte in atto di preghiera?

L’abbigliamento è una caratteristica che definirei di categoria , in altre parole confermerei il vecchio adagio che dice che l’abito non fa il monaco, ma per ovvie ragioni, il monaco deve portare il saio. Devo però considerare che se quel saio è lungo, oppure corto, oppure giallo, una ragione ci deve essere e probabilmente dipende da chi lo porta.

Infine si possono trovare sulla scena delle suppellettili o anche degli attrezzi che ci dicono dell’ambiente del soggetto, nonche' delle sue attività preferite o predominanti.

Alcuni suoi pensieri o anche desideri possono essere rappresentati da quadri o fotografie presenti sulla scena (l’immagine nell’immagine). La fotografia dei genitori scomparsi può rappresentare l’importanza della famiglia; il quadro a tema religioso è il collegamento con la spiritualità, il calendario di MAX non può essere altro che il richiamo alla natura e ai suoi aspetti più animaleschi.