Italo Bonassi

IL LUPO CATTIVO

L’ombra sui monti incupa, un’aria fredda porta la sera.

Scende la montagna col buio il lupo: ha paura e chiude
gli usci la gente. Dietro gli steccati
tacciono le greggi.
Al lupo! Al lupo! È un grido d’uscio in uscio.
Esce il frate buono, zoccola per via,
recita una preghiera.
Dove vai, fratello lupo? È tardi, e tu hai fame,
vieni, ti dò qualcosa da mangiare,
dammi la zampa e giura che fai il bravo,
siamo in Dio fratelli, tu e noi,
fratello lupo, làsciati ammansire!

Il lupo dà la zampa e giura.

Gli altri, chiusi al sicuro, stanno a sbalordire,
quasi non ci credono, ma il lupo
cede e zampisce, e segue il fraticello
alla sua casa, si fa’ buono, uggiola,
e il frate lo ristora e l’ammansisce.

Fratello frate, il lupo ora è un agnello,
e mangia e beve e docile s’addorme.
Rendiamo grazie a Dio Signore!

I frati ora cantano, la bocca spalancata,
forte, a voce alta, perché Dio senta.

E cantano e dicono le cose
maravigliose che altri non le sanno.
Imperocché,

disse Francesco, Dio è colui lo quale apre la bocca
ai muti, e li fa cantare...