Pro nobis
Se apri la finestra e saluti il giorno
e attraversi con gli occhi un panorama
di cose liete senza disperazione,
senza domande e risposte di dolore,
sempre hai un qualcosa che t’illude,
la felicità di una bolla di sapone.
Lascia la strada presso il limitare
dell’eternità:
la notte alle tue spalle,
cerca il campo di grano, il desiderio
di sole della rondine che vola
nella misericordia di un Creatore
che ci tormenta la poesia del giorno.
Padre,
abbiamo detto, tu che hai
un comodo alloggio in cielo, e non ti curi
che noi si abbia caldo oppure freddo,
se siamo mendicanti oppure vedove,
vedi?,
molti di noi sono già morti,
ma erano brutti e sporchi, ed eran soli.
Padre,
non c’è nessuno che interceda
pro nobis, che almeno ci perdoni
qualcuno, se non Tu,
e che sia qualcuno
che possa perdonare, e che ci accolga
un giorno sul frontone del tuo Tempio,
qualcuno con il volto di Medusa
da ricomporre unendone i frammenti
e farne un dio,
un dio di sole,
la bocca spalancata perché gridi
l’amore al mendicante ed alla vedova,
e non stringa il fazzoletto con i denti
per non gridare.
Perché nessuno è Dio
e nessuno è Uomo se non ama.