annamaria cielo

la mia città

Cammino sul ciglio di colori dimenticati,
alcuni scuri che fanno male alle tempie,
alla carne.
Ospite gradito stasera è il rosso
che da qualche parte rotola
in giovane stupore.
Magari fossi impermeabile all’impronta
sulla terra dopo la pioggia,
al sorriso da clown idiota di chi mente.
I piedi si sgonfiano mentre torno
alla mia città dipinta di rosso.
Lì, sparso fra la terra e l’erba,
un sonaglio d’argento viene raccolto
in volo da un uccello viaggiatore.
Pregiate scintille di un bacio sulle gote
riportano all’anima un fiato di giorno.
Il mio confine è
tra terra e cielo
in un posto d’onore
tra i nidi delle colombe.

(da: Libero l’orizzonte)