Vladimiro Forlese

MEDITAZIONE

Nell'orto acquieto i miei passi, lontano
dal clamore della folla, tra fiori e insalate
intenerite da penombra e da tramonto.
Stanco, ma a mio agio, ad uno ad uno percorro i filari,
li sfoglio come fossero pagine di quel libro
che d'abitudine la mia passione interroga.
Conosco ogni zolla e ogni minuscola impronta
è nella mia memoria:
là il varco della formica,
più su l'argenteo sentiero della lumaca
o quello sassoso del ramarro.

In questo mondo nel mondo
non ho bisogno di parlare
né di mentire privilegi
perché bene mi conosce la pietra, la lucertola, la rosa,
bene sanno la mia pena e la mia debolezza.
Forse questa è la vita che senza saperlo nominiamo sogno,
la Realtà che un giorno ci restituirà il cielo:
non ammirazione, né vittorie
ma semplicemente essere,
come il fiore la pietra l'insalata,
un'euforica sillaba incisa sul labbro della Terra.