SOGNO
È tempo di frammenti Vilon.
Di muti oracoli,
nonostante il sole, da lassù, strombetti
un’altra primavera
e i primi fiori, al cielo schiusi,
s’addolciscano dentro
come quando il mondo è in pace.
Sono anni amari i nostri.
Io prendo su di me la colpa
d’aver taciuto, sperato, illuso
altre giovinezze, d’esser fuggito
da qui, senza vedere il volto dei giocolieri
che hanno giocato me
e milioni di fratelli.
Ma la sera è più forte di ogni dolore.
Pian piano il sonno vince
sulla mente, e io sogno di risvegliarmi sano,
sgravato da questa lenta malattia,
fedele ancora al mio giovane cuore,
la bocca piena
delle parole sepolte nella coscienza,
un’innocente filastrocca d’amore
mai dimenticata.