VLADIMIRO FORLESE

SOGNO

È tempo di frammenti Vilon.

Di muti oracoli,

nonostante il sole, da lassù, strombetti

un’altra primavera

e i primi fiori, al cielo schiusi,

s’addolciscano dentro

come quando il mondo è in pace.

Sono anni amari i nostri.

Io prendo su di me la colpa

d’aver taciuto, sperato, illuso

altre giovinezze, d’esser fuggito

da qui, senza vedere il volto dei giocolieri

che hanno giocato me

e milioni di fratelli.

Ma la sera è più forte di ogni dolore.

Pian piano il sonno vince

sulla mente, e io sogno di risvegliarmi sano,

sgravato da questa lenta malattia,

fedele ancora al mio giovane cuore,

la bocca piena

delle parole sepolte nella coscienza,

un’innocente filastrocca d’amore

mai dimenticata.