tu che getti la rete
Tu, che getti la rete
quando il sole è vinto dalla sera,
tu, che cavalchi le acque
e ti senti potente, capace
d’ingannare prede prese al mare,
non sai e non vedi
in quale trama il tempo t’inginocchia
e ti chiude come un ragno.
Tu, domanda al tuo dio perché
chi abita nell’oscura città
non ha speranza, ma solo un’illusione
a cui nulla, d’eterno, corrisponde.
Fu terribile dono quello di dio,
lui sì potente pescatore
o forse preda, anch’egli, d’un altro dio
che lo sovrasta … e d’un altro cosmo
e di innumerevoli dio, tanti,
quante le sorgenti e i fuochi che riposano
nelle nevi dell’universo.
(inedita)