vladimiro forlese

tu che getti la rete

Tu, che getti la rete

quando il sole è vinto dalla sera,

tu, che cavalchi le acque

e ti senti potente, capace

d’ingannare prede prese al mare,

non sai e non vedi

in quale trama il tempo t’inginocchia

e ti chiude come un ragno.

Tu, domanda al tuo dio perché

chi abita nell’oscura città

non ha speranza, ma solo un’illusione

a cui nulla, d’eterno, corrisponde.

Fu terribile dono quello di dio,

lui sì potente pescatore

o forse preda, anch’egli, d’un altro dio

che lo sovrasta … e d’un altro cosmo

e di innumerevoli dio, tanti,

quante le sorgenti e i fuochi che riposano

nelle nevi dell’universo.

(inedita)