Silvana Gottardi Ferrari

VISITA AL POETA

Varco la soglia del tuo regno, Poeta,
io, mendicante di rime
e di strette di mano, sincere.
Tu, uomo,
adagiato sul candido guanciale
trapuntato con petali di rose odorose.
Le spine, impietose,
- come vento di guerra -
torturano le tue membra.
Il tuo cuore, chiaro,
cancella ogni frontiera
e s’erge alto, dove a noi, forse,
mai sarà concesso sostare.
Tu gridi sottovoce, Poeta,
ma il tuo grido
oltrepassa l’orizzonte,
disegnato da mani legate.
Qualcuno
ha sbarrato il tuo passo...
Qualcuno
ha rubato le tue stagioni...
La primavera
ricama per te uno scendiletto
di morbide viole.
Il sole dell’estate
allunga i suoi raggi
e riscalda e rischiara
i tuoi giorni di nebbia.
L’autunno
ti regala l’odore del mosto nei tini
e le foglie che il vento ti porge
con mano leggera.
L’inverno
imbianca il tuo davanzale
di candida e tenera neve.
Varco la soglia
del tuo giardino, Poeta,
e anch’io colgo un fiore
che gelosa nascondo... e porto con me.