ROBERTO MARINO

 

L’ANCELLA CHE È AMATA

In quest’umida alba,

con le foglie gocciolanti

per la notturna pioggia,

con le mani tocco

le cortecce bagnate

degli alberi più grandi

nel mio giardino preferito.

Le bianche statue,

che a piedi nudi stavano

tra quest’alta erba,

sono state rubate.

Guardo in su,

verso i rami più alti,

dove gli uccelli cantano

nei loro nidi d’amore.

Guardo verso la casa

dove ancora dorme

la donna che m’ama;

e spero che mai

arrivino da lei

i ladri della notte.

Le nuvole di questo

nostro nuovo giorno

volano basse tra i tetti,

avvolgendo il paese

di fiabesco grigiore,

portando un’aria

profumata di muschio

nelle stanze delle ancelle

ancora innamorate e belle.