A Pina Sovilla
Pina, primula di un marzo crudo, di un vento gonfio che ti strappava i petali, di tempeste ed acque burrascose che ti schiantavano alle radici. Ma tu guardavi fiduciosa stralci di sole che riflettevano luci come specchi inesausti fra brandelli di nubi in movimento. Ora, nel silenzio delle tue notti d’argento scrivi e ti guardano gli spiriti buoni oltre i vetri. Ti sorride la poesia, con parole incantate, voci, colori, che dipingono conquistate primavere sul biancore del tuo animo.
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