A Giovanna Sartori De Vigili
All’inizio, dall’onda dei tuoi versi, mi giunse la tua rara sensibilità. Di te emerse la parte visibile: riservata, mansueta, saggia. Fu l’inizio spontaneo del nostro fiducioso avvicinamento. Ma là nella tua casa, dove canta la tua voce come fonte: voce d’acqua chiaramente dal sole dell’amore modulata, vidi una nuova luce accesa nel lindore del tuo sguardo. Materno, il tuo affetto m’avvolse sciolto dall’ultimo riserbo. - Bruno, Ettore, Marco, dicesti, ecco Pina-. Aleggiava nel calore della stube l’aroma del pane sfornato il mattino. "Acqua, farina, lievito, e sale", impasto vitale; vivacità di ragazzi, e il tuo garbato andirivieni dai fornelli. Oh Giovanna! Là dove ogni tuo atto ti rivela "fonte inesausta d’affetto", là ti ho sentita sorella, amica, mamma… Fu quella nuova luce, il messaggio che trillava nel tuo sguardo, ed era voce d’argentini campanelli. 4.3.2001
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