PINA SOVILLA

 

LA CASA AZZURRA

a Giacomo Manzoni

Sorge tra verde e ceruleo la casa
dal loggiato azzurro, giugno la investe
di cielo terso da breve rovescio.
Nel grembo del portico
smarrite dal cicaleccio del gruppo
le rondini indugiano
recando in becco un insetto.
Indugio io pure osservando i nidi:
piccole grida indispettite
scendono dall’alto dov’era silenzio.
Anche Lorenzo e Giacomo e Italo
osservano, altri poeti conversano
o ammirano il patio fiorito.
Respiro il tempo antico ed attuale
che favellando al poggio sale
dal maestoso declivio.
Sotto, aprendosi la valle
corona un tratto di lago.
Luccica il tremolio delle onde
riverberandomi di pace, d’azzurro.
Colore di concordie accarezza
la mia fronte assorta.

Potrei essere

rondine o rosa, acqua o vento,
penso mentre rammento quanto poco
disgiunta sono.
E mi scopro ad invidiare a Giacomo
quest’angolo, io,
che mai ho invidiato alcuno.

(11.7.2000)