Pina Sovilla

SE IO DOVESSI GUIDARE LA TUA MANO

Io mi vorrei di fronte a te sedere
e narrarti di certi cieli immoti,
vuoti di punti e graffi di rondini.
Cieli vergini d'ombre e luci,
bianche pagine da scrivere.
Ti vorrei chiedere quali sillabe,
e che colori sceglieresti,
se fosse a noi possibile giungere
fino lassù con una penna in mano,
a scrivere il solo verbo che guida
e avvalora il nostro esistere?

Giallo solare, blu intenso, rosso sanguigno
o il tradizionale nero su bianco?

Se io dovessi guidare la tua mano,
in rosso come le aurore boreali,
ti detterei amare in lettere cubitali;
e irradiare d'azzurro permanente
l'iride ai fanciulli, alle sorgenti,
ai fiumi, ai mari. Ti porgerei
lampi gialli di sole e pollini d'oro,
perché in terra nessuno debba più
lottare con sé stesso, e con il proprio simile,
per un coesistere armonioso

d'anime e di corpi. Tutto questo, seduta a te di fronte,
proporrei al tuo ascolto, se nel mio cielo
non avessi un lembo oscuro, e tu
trovassi tempo per fantasticare.