qrosso.gif (112 byte) LA CUCCAGNA
Ovvero: come diventare ricchi con lo stipendio fisso
dal sito
http://space.tin.it/edicola/marcalle

PRESENTAZIONE

Si sente sempre più spesso parlare, da parte dei nostri politici di "riforma dei welfare", con riferimento alle pensioni di anzianità, ritenute oramai un vergognoso privilegio dei lavoratori dipendenti (e statali in particolare) a danno dei giovani disoccupati. Viene spontaneo chiedersi a quanto ammontano le pensioni (e gli stipendi) degli artefici di tali dichiarazioni: abbiamo provato a dare una risposta raccogliendo alcuni articoli apparsi in tempi diversi su quotidiani e settimanali.

La maggior parte degli articoli è tratta da "Il Corriere della Sera" e dal suo supplemento "Sette"; altre informazioni sono attinte da "L’Italia della vergogna" di Mario Guarino; vi sono poi articoli pubblicati su altri periodici a diffusione nazionale, come "La Repubblica", "Il Messaggero", "L’Espresso", "Panorama", "Il Giorno", ecc. Di ogni dato è citata la fonte e/o il giorno di pubblicazione.

Questa ricerca non ha alcuna pretesa di completezza: sicuramente sono apparsi numerosi altri articoli che qui non sono presi in esame; tuttavia riteniamo che quanto trovato sia sufficiente a dare un’idea complessiva della situazione.

La speranza è che questa lettura aiuti tanti disoccupati e pensionati a riflettere con maggior consapevolezza sulla propria situazione e sul livello del "fare politica" oggi nel nostro paese. Pensiamo infatti sia giusto, al di là di ogni semplice qualunquismo, che le persone per bene prendano coscienza del distacco creatosi tra i problemi e le aspettative della maggior parte della popolazione ed i privilegi di una casta ingorda ambiziosa e veramente trasversale, che difficilmente rinuncerà a questo lauto banchetto completamente a carico dei contribuenti.

Nota degli Autori

Questo sito è stato attivato la prima volta nel novembre 1998; in seguito ci sono pervenute molte e-mail e form compilate dai visitatori, alcune di consenso altre di critica. Molte chiedono informazioni sugli autori: chi siamo, come mai abbiamo realizzato questa raccolta di articoli, cosa vogliamo, ecc. Cerchiamo ora di rispondere: siamo due amici, entrambi insegnanti, non legati ad alcun partito o movimento politico; l’idea di questa raccolta è nata in seguito alla lettura del libro di Mario Guarino "L’Italia della vergogna": profondamente colpiti dai dati riportati, abbiamo dato inizio ad una ricerca di articoli sulle indennità dei Parlamentari, al fine di avere un quadro il più preciso possibile della situazione. La ricerca è diventata via via più interessante, e, incoraggiati anche dagli amici che ne venivano a conoscenza, abbiamo pensato di renderla disponibile a tutti tramite Internet. Non perseguiamo altro scopo se non quello di rendere accessibili a tutti le informazioni che abbiamo raccolto, sia perché riteniamo fondamentale in uno Stato Civile la trasparenza e la chiarezza sulla gestione del denaro pubblico, sia perché speriamo che ciò sia un contributo alle tante discussioni che si fanno sulla riforma del welfare e per una maggiore equità sociale: per la nostra coscienza è scandaloso continuare a chiedere sacrifici e tagli alle pensioni dei deboli in presenza di tali e tanti privilegi!

E’ molto importante per noi precisare quanto già detto nella presentazione:

Tra i messaggi pervenuti segnaliamo in particolare quello di un dipendente della Banca d’Italia, che ci segnala gentilmente diverse inesattezze; riletto l’articolo da cui sono stati presi i dati, abbiamo chiarito le frasi che si prestavano ad ambigue interpretazioni, cercando di renderle più chiare possibili; occorre tener conto, comunque, che l’articolo in questione è stato pubblicato nel 1997, e che da allora i tassi dei mutui per l’acquisto di una casa sono notevolmente diminuiti per tutti. Tutto ciò, d’altronde, non altera la sostanza: che cioè un caporeparto della carriera operaia di Bankitalia, dopo 30 anni di servizio, poteva arrivare a guadagnare nel 1997, fino a 111.987.000 lire, cioè circa 2,5 volte quello che percepisce oggi un professore di liceo con 34 anni di servizio!

Stipendi e pensioni dei parlamentari

Sfogliando il libro di Mario Guarino "L’Italia della vergogna" LASER edizioni, pubblicato nel settembre 1995, alle pagine 163-165 scopriamo quali sono e a quanto ammontano i privilegi dei nostri parlamentari; abbiamo:

  1. "Indennità" di £ 16.000.000 al mese lordi;
  2. £ 3.950.000 al mese per l’assistente;
  3. £ 3.750.000 al mese per diaria;
  4. £ 4.000.000 l’anno per viaggi all’estero;
  5. £ 1.000.000 al mese per l’affitto di un ufficio a Roma;
  6. Telefono gratis;
  7. Tribuna d’onore gratis negli stadi;
  8. Tessera per il cinema gratis;
  9. Voli aerei nazionali gratuiti;
  10. Viaggi in treno e carrozza letto gratuiti;
  11. Tessera di libera circolazione sulle autostrade;
  12. Polizza assicurativa per morte e infortuni;
  13. Permesso per l’automobile nel centro storico di Roma;
  14. Possibilità di usare i ristoranti di Camera e Senato;
  15. Conto corrente presso il Banco di Napoli con lo scoperto di 20 milioni;
  16. Rimborso del 90% delle spese mediche e dentistiche;
  17. Corso di lingua straniera gratuito;
  18. Assistenza medica 24 ore su 24;
  19. Iscrizione al circolo sportivo Acquacetosa;

A tutti questi il Presidente della Camera aggiunge:

  1. £ 4.500.000 d’indennità di presidenza;
  2. Appartamento di rappresentanza di 350 metri quadrati a Montecitorio;
  3. Uso di macchina, autista e scorta, anche a mandato concluso;
  4. Uso di un vagone di rappresentanza delle ferrovie della Stato;
  5. Uso dell’aereo di Stato;
  6. Uso delle prefetture e delle ambasciate in occasione dei viaggi.

Alcune osservazioni: in qualche modo si comprende che alcuni di questi privilegi sono direttamente collegati alla funzione di "rappresentanti del Popolo", ma proprio non si comprende la necessità di avere la tribuna gratis agli stadi, o la tessera gratis per il cinema o il corso di lingua straniera (con le evidenti difficoltà di molti a parlare correttamente la nostra lingua…); così come è amaro constatare che, mentre si affannano a risolvere quello che chiamano "il dramma della disoccupazione", i nostri rappresentanti non disdegnano una partitella a tennis, sempre a spese dei disoccupati. Visto il funzionamento del pronto soccorso, non ci stupisce l’assistenza medica 24 ore su 24, anche se riteniamo che tanti casi di malasanità non si sarebbero verificati se nostri politici fossero finiti d’urgenza in ospedale (possibilmente a Ferragosto).

Ancora più sorprendente è lo scoprire che molti di questi privilegi proseguono anche a mandato concluso, quando cioè, il consenso degli elettori non è più quello di un tempo; nelle stesse pagine del libro citato troviamo un elenco dei privilegi degli ex:

  1. Assegno di fine mandato;
  2. Pensione di parlamentare;
  3. Tessera di libera circolazione sulle autostrade;
  4. Viaggi in treno gratuiti;
  5. 18 biglietti aerei l’anno gratuiti;
  6. Utilizzo dei servizi parlamentari e dei ristoranti;
  7. Conto corrente presso il Banco di Napoli con scoperto di 20 milioni;
  8. Rimborso del 90% delle spese mediche e dentistiche;

Ammirevole l’attenzione che i nostri pongono nella cura dei propri denti (con quello che mangiano!), ed il perenne legame verso il Banco di Napoli, (e su questo evitiamo i fin troppo facili commenti, ricordando che il Banco di Napoli è stato salvato dal fallimento dallo Stato!).

A fronte di tanti e tali privilegi, ci si aspetterebbe un notevole rendimento di Camera e Senato, con parlamentari consapevoli del loro compito di rappresentanti del Popolo; ed invece apprendiamo (fonte: L’Espresso) che su 439 votazioni effettuate dalla Camera dal 5 maggio 1994 al 19 ottobre 1994, le percentuali delle assenze per alcuni big della politica sono:

  1. Silvio Berlusconi: 100%
  2. Giulio Tremonti: 100%
  3. Gianfranco Fini: 97.72%
  4. Giuseppe Tatarella: 97.49%
  5. Rocco Buttiglione: 97.49%
  6. Fausto Bertinotti: 96.35%
  7. Clemente Mastella: 94.98%
  8. Adriana Poli Bortone: 94.53%
  9. Franco Marini: 91.34%
  10. Vittorio Sgarbi: 89.97%
  11. Umberto Bossi: 89.97%
  12. Massimo D’Alema: 87.69%
  13. Walter Veltroni: 87.47%
  14. Antonio Martino 86.35%
  15.  
  16. Oliviero Diliberto 86.10%
  17. Armando Cossutta: 83.82%
  18. Beniamino Andreatta: 78.81%
  19. Enrico Boselli: 77.44%
  20. Giovanni Pilo: 76.08%
  21. Miriam Mafai: 74.94%
  22. Ottaviano Del Turco: 74.03%
  23. Roberto Formigoni: 73.12%
  24. Luciano Violante: 71.52%
  25. Francesco D’Onofrio: 70.84%
  26. Luigi Berlinguer: 68.56%
  27. Alfredo Biondi: 68.33%
  28. Vincenzo Visco: 67.42%
  29. Rosa Russo Jervolino: 66.28%

Onorevoli, senatori, boiardi, uscieri e segretarie

Si dice che chi sta vicino al fuoco si scalda: è certamente vero se si leggono gli articoli pubblicati dal "Corriere della Sera" nella primavera del 1997 a firma d’Ivo Caizzi: scorrendo le interessanti tabelle che accompagnano l’inchiesta, si scopre ad esempio che:

Vi sono poi miliardari che hanno preteso la pensione da ex deputato con appena due anni di mandato parlamentare, come Franco Miroglio, ed altri del calibro di Eugenio Scalfari e Claudio Signorile.

Per i nostri parlamentari, inoltre, è possibile sommare la pensione con altri redditi: usufruiscono di questo privilegio, ad esempio, Giorgio Napolitano, Marco Formentini, Giuliano Amato, Marco Pannella ed Emma Bonino, Stefano Rodotà, Luigi Spaventa, Pino Rauti, Mariotto Segni, Adelaide Aglietta e Pino Leccisi (consigliere personale di Silvio Berlusconi).

Vi piacerebbe essere un ricco pensionato a 50 anni? Sicuramente la cosa non dispiace a Roberto Formigoni, baby pensionato pur restando in attività. Come lui, pensionati a 50 anni sono La Ganga, Franco Piro, Vizzini, Mario Raffaelli, Giulio Di Donato.

Sul CdS del 14/4/97, Supplemento Corriere Economia, anno IX/Numero13, pag. 17, compare poi un altro lungo elenco di ex deputati, vecchi e nuovi, le cui pensioni variano da un minimo di 50 milioni ad un massimo di 200 milioni.

Ma come funziona la pensione dei parlamentari? La base è l’indennità parlamentare di £16.933.339, non soggetta a ritenute previdenziali; si segue poi la seguente tabella.

Legislatura

Vitalizio Mensile Lordo

Prima = 25% dell’indennità parlamentare

4.233.350

Seconda = 38%

6.434.692

Terza = 53%

8.974.701

Quarta = 68%

11.514.711

Quinta = 75.5%

12.784.716

Sesta = 80.5%

13.631.386

Settima = 85.5%

14.478.056

 

 

 

 

 

 




Complimenti!

Nello stesso articolo di Caizzi del 7/4/97 troviamo altri dati circa le indennità dei parlamentari; secondo il giornalista esse ammontano:

  1. £ 16.933.399 per l’indennità parlamentare base;
  2. £ 4.125.000 per diaria di vitto e alloggio;
  3. £ 6.500.000 per i "portaborse"
  4. Da £ 648.841 per il segretario di una commissione a £ 12.089092 per il presidente della Camera;
  5. Liquidazione (esente da imposte) a fine mandato pari all’80% dell’indennità parlamentare per ogni anno di "servizio";
  6. Rimborso di £ 200.000 al giorno per le missioni;
  7. Contributo di £ 1.137.000 mensili per l’ufficio a Roma;

ed altri ancora già citati.

Passiamo ora ad esaminare gli stipendi dei dipendenti di Montecitorio; un commesso, ad esempio, con una ventina d’anni di anzianità, guadagna circa 5 milioni netti per 15 mensilità senza contare altre indennità; un operaio specializzato o una segretaria raggiungono circa 125 milioni annui, senza parlare poi dei quadri e dei dirigenti. Inoltre, il personale di Montecitorio non è toccato dai tagli e dalle riforme imposte dal governo ai pensionati dell’INPS e degli altri enti previdenziali pubblici. Più dettagliatamente abbiamo i seguenti importi mensili lordi:

Anni

Commesso - Operaio

Operaio Specializ.

Segretario

Quadro

Dirigente

1

2.067.000

2.319.000

2.319.000

2.726.000

4.908.000

5

2.699.000

3.166.000

3.166.000

4.320.000

7.155.000

10

3.365.000

4.592.000

4.592.000

6.243.000

10.666.000

15

4.592.000

5.689.000

6.113.000

8.931.000

13.556.000

20

5.689.000

6.565.000

7.629.000

10.452.000

15.808.000

23

6.565.000

7.629.000

8.362.000

12.241.000

18.609.000

25

7.284.000

8.362.000

13.247.000

20.117.000


Ancora complimenti!

(CdS del 21/4/97, pag. 19) Un discorso del tutto analogo si potrebbe rifare per i pensionati del Senato; senza riportare le stesse tabelle viste precedentemente, ci limitiamo a qualche nome famoso: pensionati del Senato sono ad esempio Severino Citaristi, Antonio Gava (con quasi 200 milioni annui), Carlo Bernini, Claudio Vitalone, Giulio Andreotti il quale non ha negato di aver sommato la pensione da ex ministro con l’indennità da senatore a vita e con la liquidazione anticipata di una parte del vitalizio da ex deputato, "richiesta perché altrimenti non avrebbe potuto cumulare gli introiti di Montecitorio con quelli di palazzo Madama".

Nessun ex senatore ha rinunciato al vitalizio, e lo ricevono pure miliardari come Susanna Agnelli, Umberto Agnelli, Luciano Benetton, Guido Rossi, Francesco Merloni ed altri ancora.

Anche al Senato non mancano i cumulatori di pensioni, come magistrati, generali, professori universitari ed altri ancora. In tutto il Senato paga circa 752 pensioni d’oro a cui vanno aggiunti 391 eredi di defunti (perché anche loro godono di privilegi per diritto ereditario).

Da segnalare anche la presenza di un’associazione di ex parlamentari, presieduta da Paolo Cavezzali, che si impegna a difendere proprio i privilegi degli onorevoli pensionati.

Per ciò che riguarda i dipendenti del Senato, oltre a poter andare in pensione (fino al 1995) con solo 20 anni di servizio (ora ne occorrono almeno altri sei, anche se versati con altri datori di lavoro: aggiungendoci i quattro anni che da sempre vengono regalati ai commessi come ai dirigenti, si arriva al minimo di 30 anni, che prevede una penalizzazione del 3%), rileviamo la seguente tabella, a cui vanno aggiunte le indennità di funzione e vari fringe benefit:

Scatti

Commesso

Coadiutore

Segretario

Stenografo

Dirigente

Iniziale

3.254.000

3.584.000

3.992.000

5.040.000

6.397.000

3.649.000

- -

6.330.000

8.119.000

3.960.000

4.330.000

5.080.000

- -

4.297.000

- - - -

Assistente/capo

5.434.000

6.165.000

7.515.000

9.130.000

11.172.000

6.425.000

7.411.000

10.143.000

11.191.000

13.746.000

7.695.000

- - - -

-

9.608.000

13.541.000

15.017.000

18.537.000

8.980.000

- - - -

10°

- - - -

23.286.000

















A questo punto viene da chiedersi quanto ci costano le due Camere; senza riportare le dettagliate tabelle pubblicate nell’articolo, vediamo che i totali sono: 638 miliardi di lire per il Senato per l’anno 1996, e 1.259 per la Camera dei Deputati per l’anno 1997, che nel ’98 diventano 658 per il Senato e 1.414 per la Camera (tratto da "Sette", supplemento del Corriere della Sera, N°24-1998)

Senza entrare nei dettagli riportiamo solo qualche esempio:

Anni Serv.

Grado

Sviluppo Funzionale

Grado

Sviluppo Professionale

1

Operaio di III

49.753.000

Operaio di III

49.753.000

15

Operaio di I

76.778.000

Operaio di II

67.954.000

30

Capo Reparto

111.987.000

Operaio di I

79.005.000

.

 

 

 

(CdS del 19/5/97, pag 18) Un capitolo a parte merita Giulio Andreotti; riportiamo la parte dell’articolo che lo riguarda: "Eletto alla Camera nel ’46, ha maturato il vitalizio massimo degli ex parlamentari (si ottiene con almeno sette legislature), che è di 9.229.178 lire nette al mese (…). I suoi 45 anni da onorevole valgono una liquidazione pari a 45 volte l’80% netto dell’indennità parlamentare lorda. In più Andreotti nel ’91 è stato nominato senatore a vita dal suo collega DC ed allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Per cui da quell’anno gode dell’intera indennità parlamentare, più 5.250.000 lire mensili nette come diaria, più 6.500.000 lire nette come contributo per il "portaborse", più i ricchi fringe benefit in denaro e servizi che i legislatori italiani si sono autoassegnati". Occhio e croce, l’ex DC dovrebbe ricevere circa 400 milioni annui, solo in parte pignorabili. Tra gli altri big che godono della pensione da ex ministro citiamo: Emilio Colombo, Remo Gaspari, Paolo Emilio Taviani che dopo 21 anni da ministro è stato nominato senatore a vita e dovrebbe cumulare anche con la pensione da ex professore. Professore è anche Prodi, che tra gli introiti di Palazzo Chigi e di deputato dell’Ulivo incamera circa 500 milioni annui.

Antonio Perricone

622.223.000

Giovanni Minoli

530.371.000

Marino Bartoletti

563.076.000

Luca Giurato

496.947.000

Bruno Vespa

468.678.000

Michele Lubrano

433.655.000

Michele Santoro (35 settimane)

393.632.000






 

 

Analoghi sono i casi degli "irriducibili del cumulo", di coloro cioè, che non si rassegnano al divieto introdotto nel 1993, di sommare all’indennità del parlamentare in attività, lo stipendio da pubblico dipendente (cosa che avveniva regolarmente fino a quella data): e così diversi parlamentari hanno tentato la strada del ricorso al TAR; tra essi vi sono insospettabili come Sergio Mattarella (che dopo il TAR siciliano si è appellato al locale consiglio di giustizia amministrativa), Vincenzo Visco e Mario Condorelli; riportiamo il commento del deputato-questore di Montecitorio, Ugo Martinat: "Trovo vergognoso che esponenti di primo piano del governo vadano contro una legge dello Stato; stiamo combattendo tanto per eliminare i privilegi, ma vedo che c’è ancora chi in Parlamento vorrebbe incassare stipendi senza aver nemmeno lavorato". Buon lavoro, onorevole Martinat. (L’Espresso del 7/10/1999, pag. 52, di Primo Di Nicola).

FONTI

Elenchiamo i testi e gli articoli dai quali abbiamo tratto le notizie sopra riportate: spesso sono molto lunghi e dettagliati, corredati da un gran numero di tabelle e cifre; non potendo riportare integralmente gli articoli esaminati, abbiamo operato una scelta dei dati che ci sono parsi più interessanti, cercando tuttavia di rimanere il più possibile fedeli al testo degli Autori; riportiamo l’elenco degli articoli, invitando ad una consultazione diretta degli stessi.

Segnaliamo ora altri articoli che riteniamo interessanti, ma che non abbiamo ancora utilizzato per questa rassegna:

LINKS

Proponiamo un elenco di links a siti che affrontano in qualche misura le tematiche presentate su "La Cuccagna":

  1. http://www.freeweb.org/associazioni/ANTIFISCO/
  2. ...oggi constatiamo che siamo in piena emergenza fiscale e quindi lanciamo l’S.O.S.. La crescita insostenibile della pressione fiscale determina interventi consistenti nella lotta manifestata, con il preciso fine di stabilire una consuetudine fiscale che non ha nulla a che fare con i principi costituzionale attualmente in vigore…..

  3. http://www.freeweb.org/associazioni/fiscoetico/
  4. …….PERCHÈ PAGARE LE IMPOSTE È UN DOVERE DI TUTTI I CITTADINI, A PATTO CHE QUESTE SIANO GIUSTE, EQUE, STABILITE DA POCHE REGOLE CHIARE E UGUALI PER TUTTI E CHE SERVANO EFFETTIVAMENTE A RESTITUIRE POI UN SERVIZIO AL CONTRIBUENTE!….

  5. http://www.goldnet.it/lafederazione/

Tra le varie iniziative segnaliamo: Proposta di Referendum per togliere pensione stipendio e privilegi ai Deputati e Senatori della Repubblica Italiana.