Da "Oggi" 12 gennaio 2000

qrosso.gif (112 byte) Bollette: respingete così le fatture "impazzite" di Tin.it
Molte migliaia di italiani sono stati bersagliati negli ultimi giorni dalle fatture impazzite di Tin.it, la società del gruppo Telecom Italia che vende l’accesso a Internet.

Le fatture impazzite.
Più di 150 mila fatture impazzite —ma secondo le associazioni dei consumatori sono molte di più —hanno raggiunto indiscriminatamente chi ha pagato, chi non ha mai pagato e chi non ha mai neppure utilizzato il servizio. Le fatture sollecitano il pagamento di abbonamenti sottoscritti nel 1998 e l’importo richiesto varia da lettera a lettera, ma non corrisponde mai ai "listini" di Tin.it: è sempre più alto. Vediamo, caso per caso, come regolarsi con l'aiuto di Donato Cocco, avvocato civilista milanese.

Chi ha utilizzato e pagato.
"Chi ha sottoscritto 1’abbonamento on-line, ha utilizzato il servizio e ha pagato regolarmente", spiega l’avvocato, "ha validato il contratto a tutti gli effetti. Ma il rinnovo si può rifiutare, a meno che non ci sia un contratto scritto".

Chi ha utilizzato e non pagato.
"Il pagamento dell’abbonamento è dovuto, ma senza maggiorazioni. Questo vale anche per chi ha pagato ma non può dimostrarlo. Rinnovo? Come sopra".

Chi non ha utilizzato.
"Nessun pagamento è dovuto se il servizio non è stato utilizzato. È il caso, dei contratti "scattati" automaticamente dopo un periodo di connessione gratuita promozionale. Ancora una volta il rinnovo va rifiutato".

Bisogna pagare?
"Non conviene pagare subito. Meglio aspettare l’esito, che sarà prevedibilmente favorevole, di una causa-pilota, lanciata contro Tin.it dal Codacons di Roma, che ha deciso di sostenere tutti i destinatari delle fatture impazzite".