Pubblicita' ingannevole senza sanzioni
Che ne direste di un reato che non prevede nessuna pena? E' come mettere il divieto di sosta ad ogni angolo di strada ma non mettere le multe: e' evidente che gli automobilisti parcheggerebbero dove capita. E' quello che succede per la pubblicita' ingannevole: non esistono praticamente sanzioni per chi la fa! E cosi' tutti se ne fregano.


Internet 1 ottobre 2000

In seguito ad una nostra segnalazione (7 agosto 2000) di pubblicita' ingannevole all'Antitrust, ci ha telefonato il funzionario che segue la pratica (un plauso all'Antitrust tra l'altro, che almeno risponde ai cittadini in tempi decenti!), ovvero la dott.ssa Francesca Sebastio.

Con l'occasione abbiamo chiesto un po' di informazioni, ed e' saltato fuori che le sanzioni per pubblicita' ingannevole praticamente *non esistono*. Qui potete trovare il testo integrale della legge italiana, cioe' il decreto legge 74/92 sulla pubblicita' ingannevole in recepimento della direttiva Europea 84/450/CEE.

In buona sostanza chi fa pubblicita' ingannevole, se abbiamo capito bene, viene "punito*, al massimo, con la sospensione della campagna o, alla peggio, con l'obbligo di pubblicare a sue spese la comunicazione di condanna dell'Antitrust.

Ma attenzione, questa viene pubblicata non tante volte quante sono state le pubblicita' ingannevoli, ma "una tantum".

Cioe' se si martella con pubblicita' ingannevole su radio, tv, manifesti e chissa' che altro per mesi o anni, il peggio che possa capitare e' *una* inserzioncina di rettifica. Solo se si reitera la campagna nonostante la diffida dell'Antitrust si commette reato penale, sanzionabile pero' con pochi mesi e convertibile, se incensurati, con una multa ridicola (qualche milione).

Ora, alla luce di questo e' evidente che la attuale normativa sulla pubblicita' ingannevole fa schifo!
Nel senso che c'e' una sproporzione paurosa tra il danno e l'eventuale punizione. E diciamo eventuale perche' spesso chi fa pubblicita' ingannevole la fa franca, perche' l'Antitrust agisce perlopiu' solo se c'e' una specifica denuncia del cittadino o di una associazione.

Ben diverso sarebbe il caso se chi commette pubblicita' ingannevole fosse costretto, oltre a pagare una pesante multa, a ripetere *tutti* i messaggi pubblicitari col testo di condanna dell'Antitrust su *tutti* i media in cui sono stati pubblicati, con la stessa identica evidenza!

E' chiaro che con la legislazione attuale le grosse aziende tipo Telecom Italia se ne fregano e fanno tranquillamente i loro porci comodi, alla faccia del consumatore. La prova e' il numero notevole di condanne collezionato daTelecom. Sul sito dell'Antitrust abbiamo contato circa 150 provvedimenti in pochi anni!!!

Ultima annotazione: la legge sulla pubblicita' ingannevole deriva da *un obbligo* della solita direttiva europea (tanto per cambiare: noi italiani non arriviamo mai da soli a fare qualcosa in tutela del cittadino, ci devono sempre costringere gli altri, cioe' quelli della UE); la direttiva europea e' del 1984, la legge di recepimento italiana e' del '92, cioe' otto anni dopo! Anche in questo caso insomma ce la siamo presa comoda.

Come e' accaduto per le Authority contro i monopoli, arrivate in italia 100 anni dopo (avete letto bene, cento!) rispetto all'America (Sherman Act, 1885). E non crediate che queste siano questioni marginali o di poco conto. Anche da questo si riconosce una democrazia seria e non di facciata come la nostra.