Compagni di merende4.jpg (17106 byte)Telecom, Ministero, Authority e Garanti:
"i compagni di merende"
delle telecomunicazioni

Addomesticate le cifre per spremere gli utenti.
Dalla TUT alla TAT,
un salasso da 100 miliardi.

Altro che invarianza della bolletta! Com'era stato previsto ampiamente dalle associazioni degli utenti, il passaggio al nuovo sistema di tariffazione costera' caro, anzi carissimo agli italiani.
Le bugie hanno le gambe corte: vengono cosi' alla luce i "maneggi" indecenti tra Telecom, Authority e Ministero. Con la benedizione del Garante dela Privacy, che oscura le bollette degli abbonati per impedir loro il controllo degli addebiti.

Da http://www.repubblica.it/online/
economia/telecom/telecom/telecom.html


Il passaggio dalla TUT alla TAT per le telefonate
urbane rischia di essere doloroso


Dagli scatti ai secondi
un aggravio di 100 miliardi

di MARCO ESPOSITO

ROMA - Bluff di Telecom sulle telefonate urbane. Il passaggio dagli scatti ai secondi non sarà indolore per i clienti ma costerà cento
miliardi di lire, se si prendono per buoni i dati che Telecom Italia ha inviato al ministero delle Comunicazioni. Dati diversi da quelli sui quali
ha lavorato l'Authority delle comunicazioni, e che invece dimostravano l'invarianza di spesa. Un bel pasticcio, secondo quanto accertato da "Repubblica".

Il passaggio dagli scatti ai secondi, in calendario il primo novembre, per le telefonate urbane ha effetti positivi o negativi a seconda della
durata della conversazione. In particolare in fascia ordinaria vengono premiate tutte le telefonate brevi, da zero a 53 secondi, con uno sconto medio del 13 per cento. Aumento certo dal secondo 54 al secondo 220, in media del 32 per cento. Dopo i 3 minuti e 40 secondi un po' si guadagna e un po' si perde. Oltre i 15 minuti il cliente guadagna sempre. Perché il tutto sia in equilibrio, c'è bisogno che il numero di telefonate sia distribuito in un certo modo nelle varie fasce.

La manovra ha provocato delle polemiche perché la telefonata media, di tre minuti, subisce uno degli aumenti più consistenti, il 51 per cento. Ma Telecom ha ribattuto che la telefonata media non è la più frequente. Le associazioni dei consumatori si sono chieste, a questo punto, quali siano le chiamate più numerose e Telecom ha reso noti i dati forniti all'Authority, secondo i quali quasi la metà delle telefonate urbane si conclude entro i famosi 53 secondi, che segnano il passaggio dal guadagno per il cliente al guadagno per Telecom.

L'Adiconsum ha fatto una controprova su un piccolo campione di 1.800 telefonate e ha visto che solo il 38 per cento (e non il 50) delle
telefonate dura meno di 54 secondi. "Repubblica", allora, ha fatto una ricerca internazionale, scoprendo che c'è una formula usata per stimare la durata delle chiamate partendo dal dato medio, dalla quale risulta che le telefonate brevi sono il 30 per cento. Ma una statistica e una stima non sono delle prove di fronte ai voluminosi e dettagliati tabulati di Telecom.

E così, scavando scavando, si è arrivati a una fonte che Telecom non può mettere in discussione se non smentendo se stessa: Telecom Italia. Che il 14 agosto del 1997 aveva dato al ministero delle Comunicazioni un prospetto dettagliato con la durata delle conversazioni, dal quale si ricava che le telefonate brevi sono il 35,2 per cento, e cioè un valore a metà strada tra quello della stima dell'Adiconsum e quello della formula matematica, e lontanissimo da quello comunicato all'Authority.

La quale Authority continua a giurare che i conteggi secondo per secondo sono stati fatti a regola d'arte, con tutte le virgole al posto giusto. Tuttavia è la base dei dati che non è stata verificata, visto che Enzo Cheli e i suoi commissari non possono che prendere per buone le dichiarazioni di Telecom, che sono autocertificate. Con i loro calcoli, quindi, si conferma il costo zero. Ma se si sposta un 13 per cento di telefonate dalla fascia conveniente (0-53 secondi) a quella dove il cliente ci rimette (54-220) ecco che l'aumento diventa visibile: un 3,7 per cento, pari a 90-100 miliardi di lire.

La tariffa a secondi prevede (urbana ordinaria) uno scatto alla risposta di 100 lire più Iva e 30,6 lire al minuto, contro le attuali 127 lire ogni 220 secondi. C'è da dire che i dati di Telecom in possesso dell'Authority si riferiscono al 1997 e al 1998, mentre quelli girati al ministero delle Comunicazioni sono del 1996. Tuttavia la stessa Telecom afferma che il fenomeno è costante nel tempo, mentre a essere cambiato è il metodo di calcolo: puntuale dal 1997 in poi e per stima campionaria negli anni precedenti. Però una differenza di 13 punti percentuali in più o in meno (cioè 3 miliardi di conversazioni) non si spiega con nessun errore dovuto alle stime campionarie, e del resto la stessa Telecom non ha saputo chiarire come mai le telefonate si sono d' improvviso accorciate.

L'Authority in un anno di lavoro non ha pensato a fare un confronto con i dati ufficiali degli anni precedenti ("Non eravamo tenuti, noi dovevamo verificare i dati '98", si schermisce il commissario Paola Manacorda). Eppure a lavorare su quelle tabelle al ministero delle Comunicazioni era stato il direttore Romano Righetti. Lo stesso diventato poi direttore all'Authority comunicazione. Solo che Righetti qualche mese fa si è dimesso dall'Authority per essere assunto da una società che opera nel ramo delle telecomunicazioni. Quale? Telecom Italia.

(29 ottobre 1999)