Tomo IV

ANNO 1248

Anni di Christo 1248 - della Religione 862

1 - [p. 410] In quest'anno del Signore 1248 Guglielmo Conte d'Olanda già eletto Imperatore in luogo del morto Arrigo, havendo presa la Città d'Aquisgrana, in quella fecesi coronare con grandissimo sdegno del Scismatico Federico, il quale sempre più imperversando, non lasciava malvagità, che non commettesse a' danni della Chiesa e degli Ecclesiastici: così scrivono gli Annalisti della medesima Chiesa et altri Autori. All'incontro, il glorioso e valoroso S. Lodovico Re di Francia, essendo passato con una poderosa Armata nell'Egitto, doppo havere di primo sbarco ben due volte rotte due grosse Bande di Saracini, prese altresì in faccia loro la nobile, e potente Città di Diamata: ma essendo poi entrata nell'Esercizio suo la peste, e fatta di quello una gran strage, con percuotere ancora lo stesso Re, fu egli poi facilmente vinto e preso; laonde per riscattarsi bisognò cedere la presa Città e partirsi da quel Regno. Così tutti gli Autori sagri e profani.

2 - Spedì quest'anno il Pontefice Innocenzo tre Bolle, a beneficio, l'una degli Eremiti nostri Brittinensi; e l'altre due, a pro et a favore degli Eremiti di S. Agostino della Toscana: fu la prima diretta a tutti li Prelati della Chiesa di Dio, ai quali caldamente raccomandò li suddetti Padri Brittinensi, affinchè, non solo gli permettessero di poter andar cercando la limosina per le Diocesi loro, ma di vantaggio, acciò procurassero che niuno in tal affare in verun conto havesse ardire d'impedirli; atteso che li detti Padri essendo poveri assai, non havevano altro modo più opportuno da potersi sostentare. Fu data questa Bolla in Lione ai 4 di luglio l'anno 6 del suo Pontificato, e si conserva l'originale nell'Archivio dell'Ordine in S. Agostino di Roma, e ne produce una copia il P. Empoli nel suo Bollario Agostiniano a car. 171 la quale è del seguente tenore. Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei.

3 - Vener. fratribus Archiepiscopis, et Episcopis, et Dilectis Filijs Decanis, Archidiaconis, et alijs Ecclesiasticis Praelatis, ad quos litterae istae [p. 411] pervenerint Salutem et apostolicam Benedictionem. Circa opera pietatis non credimus vos invenire difficiles, ad quae teneamini per vos ipsos. Rogamus igitur sinceritatem vestram, et hortamur attente, per Apostolica vobis scripta districte paecipiendo mandantes, quatenus Dilectos filios Fratres Eremitarum de Brictinis Ordinis S. Augustini, qui divinis obsequijs insistentes, non habent, unde valeant sustentari pro Divina, et nostra reverentia commendatos habentes eis cum ipsi, vel eorum Nuntij ad partes vestras accesserint, non inferatis, nec permittatis super eleemosinis colligendis ad sustentationem ipsorum ab aliquibus inferri molestiam, aliquam, vel gravamen, ita quod ex hoc, praeter Divinae retributionis meritum, possitis a nobis non immerito commendari. Datum Lugduni quarto nonas Iulij, Pont. nostri Anno 6.

4 - La prima poi delle due altre Bolle, che dicessimo più sopra havere spedite in quest'anno medesimo Innocenzo IV a favore de gli Eremiti Agostiniani della Toscana, fu diretta al Card. Riccardo di S. Angelo Protettore de' suddetti Frati; nella quale li commandava, che dovesse procurare di trovare un luogo o sito proportionato in Roma, in cui que' Religiosi potessero fondare un Monistero di loro Professione; perochè essendo eglino molte volte necessitati d'andare in quella gran Metropoli del Christianesimo, per trattare et agiutare li negotij della loro Religione, e non havendo ivi Convento proprio, gli era perciò di grandissimo incommodo e travaglio, e spesa: l'avverte però, che ciò faccia in maniera che non ne risulti danno a veruno. Fu data questa Bolla nella sudetta Città di Lione a 29 di luglio l'anno 6 del suo Pontificato, e si conserva l'originale nell'Archivio del nostro Convento di S. Agostino di Siena, et è la seguente: Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei.

5 - Dilecto filio R. Sancti Angeli Diacono Cardinali Campaniae, Martimaeque Rectori, salutem et Apostolicam benedictionem. Dilecti filij Prior et Fratres Eremitarum in Tuscia Ordinis S. Augustini, nobis humiliter supplicarunt, ut cum contigerit eis, ut pro utilitate ipsius Ordinis ad Urbem frequenter accedere, nec habeant ibi locum, ubi possint comode et honeste manere, providere super hoc eis de solita misericordia curaremus. Nos igitur eorum honestis supplicationis inclinati, Discretioni tuae per Apostolica scripta mandamus, quatenus eisdem ibidem, pro nostra, et Apostolica Sedis reverentia, de loco competenti, absque cuiusquam preiudicio providere procures, sicut eis, et ipsorum Ordini, videris expedire. Datum Lugduni 4 kal. augusti, Pont. nostri Anno 6.

6 - Hor qui potrebbesi curiosamente investigare, se il Cardinale Riccardo, in conformità dell'Ordine del Pontefice, assegnasse il luogo e sito bramato a' detti Padri, e se questi il Convento vi fondassero, e quale egli fosse. Quanto al primo punto, io non ho dubbio alcuno, che il detto Cardinale dovette indubitamente ubbidire a' gli Ordini del Papa, e dovette procurare di trovare un qualche sito o luogo, in cui potessero fare la detta Fondatione gli accennati Padri; ma che questi poi fondassero il Convento suddetto, io ne sto in dubbio, almeno per tutto l'anno 1251 perrochè io ritrovo, che in detto anno, havendo li suddetti Padri della Toscana celebrato un Capitolo Generale nel Convento di S. Salvatore di Cascina nella Diocesi di Pisa, in un Istromento publico fatto nel detto Capitolo, in cui si nominano li Priori di tutti li Conventi della loro [p. 412] Congregatione od Ordine, non si fa mentione alcuna al Priore del Convento che in Roma fosse; segno chiaro et evidente, che fino a quel tempo fondato non l'havevano, perochè di certo sarebbe stato, come gli altri nel suddetto Istromento mentovato; se poi doppo il detto anno 1251 lo fondassero, non si sa; io però per me tengo di no, o perché si fosse fatta oppositione da qualche altro Convento di Religiosi, massime Mendicanti, e fors'anche da quello di S. Maria del Popolo, in riguardo del danno, che poteva riprtarne nella scarsezza delle limosine, o per qualch'altra causa a noi ignota, la quale tirasse tanto avanti l'intrapresa Fondatione, che giungendo all'anno 1256 in cui si fece la grand'Unione, cessasse poi l'occasione et il bisogno di fondare il detto Convento.

7 - La seconda Bolla formata in quest'anno a pro e beneficio de' Padri Agostiniani della Toscana, fu data pure in Lione a' 30 di luglio. In questa poi il Papa concesse a' detti Padri di poter recitare l'Officio Divino alla Romana in quella forma però che essi medesimi corretto l'havevano, conforme li statuti della Regola loro, eccettuato però il salterio; et aggiunse, che se per avventura recitassero tal'hora l'Officio con alcuno, differente da quello, che così corretto, inserto havevano ne' loro Breviarij con quello sodisfacessero all'obbligo loro, nè fossero tenuti a recitarlo di nuovo; la copia della Bolla, quale stampata si legge nel Bollario Agostiniano a car. 172 etc., è la seguente: Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei, etc.

8 - Dilectis filijs Priori Generali, et Universis Fratribus Eremitarum Ordinis S. Augustini in Tuscia, salutem et Apostolicam benedictionem. Pio vestro Collegio, quod sibi libenter thesaurum quietae conscientiae thesaurizat, id gratiae digne concidimus, quod ab eo fructum menstis excutiat, et ipsum in spiritus tranquillitate disponat. Vestrae itaque precibus devotionis inducti, ut observantia moderni Divini Officij, quod in Breviarijs vestris, exacta diligentia correctum a vobis ex Statuto Regulae vestrae, iuxta Ecclesiae Romanae morem, excepto Psalterio, celebrare debetis, sitis contenti perpetuo: necnon, ut si aliqui vestrum Divino intersint Officio cum alijs celebrantes, tunc illud eis sufficiat, et ad dicendum Officium proprium minime teneantur, authoritate vobis praesentium indulgemus. Nulli ergo omnino hominum liceat, etc. Datum Lugduni tertio kal. Augusti, Pontificatus nostri Anno sexto.

9 - Sopra di questa Bolla io non ho che notare, fuori che una sola cosa, ed è questa, che ove dice il Papa, che haveano que' Religiosi corretto l'Officio che dovevano recitare, conforme li Statuti della Regola loro, per la detta Regola non si deve intendere la Regola del P. S. Agostino, nella quale di vero non si prescrive quale Officio recitare si debba; ma si devono intendere le Constitutioni, le quali, pur poco dianzi, havevano fatte per ordine dello stesso Pontefice, come si cava dalla Bolla prima di questo Pontefice, che comincia Incumbit nobis, etc. data nel Laterano a' 17 di decembre l'anno primo del suo Pontificato, quale producessimo ancor noi sotto l'anno del 1243 al num. 6.

10 - Fu fondato in quest'anno nella nobile Città di Foligno, il nostro magnifico Convento di S. Agostino, e la detta Fondatione fu fatta dal Ven. Servo di Dio F. Angelo della detta Patria, il quale, da tempo immemorabile, gode il titolo di Beato: tanto scrivono di commune accordo il nostro P. Errera nel Tomo primo [p. 413] del suo Alfabeto Agostiniano a car. 5 e Lodovico Iacobilli nel 2 Tomo dei suoi Santi di Foligno e dell'Umbria. Questo Servo di Dio fu, come dice il detto Iacobilli, della nobilissima Casa dei Conti di Turri e di Vignole, Castelli del Territorio di Foligno, e Padroni della Terra altresì di S. Angelo in Pontano nella Diocesi di Fermo, che fu Patria fortunata del nostro glorioso S. Nicola da Tolentino, di cui fu egli, il B. Angelo, molto amico e famigliare: stima l'Errera, che egli nascesse nell'anno del Signore 1226 e che morisse in quello del 1286 a' 27 d'agosto. Il Iacobilli però, benchè tacitamente s'accordi nell'anno della nascita col detto Padre, nulladimeno in quello della morte e dell'età, molto da esso dilungasi, mentre asserisce essere vissuto 86 anni, et essere morto l'anno 1312. Aggiunge l'Errera, che egli due anni prima haveva ricevuto l'Habito della Religione da B. Gio. Buono, da cui poscia mandato fu a fare la Fondatione del Convento di Foligno, della quale hora scriviamo. Comunque sia, niuno di questi due Autori dice, da cui li fosse dato l'ingresso nella Città per farvi la mentovata Fondatione; chi li dasse il sito, chi specialmente lo soccorresse, e cose simili; gli è però da credere, che in riguardo della sua nobiltà, la Città gli concedesse ogni necessaria facoltà per ciò fare, e che li di lui nobili e ricchi Parenti, et altri Amici lo favorissero et agiutassero in così grave et importante affare. Soggiunge il Iacobilli in una Lettera scrittami l'anno 1659 alli 8 di febraio, di Foligno, che il detto B. Angelo fondò altresì nel 1258 insieme col B. Ugolino da Gualdo Cattaneo, un Convento nella detta Terra, di cui fu egli ancora il primo Priore; e che parimente del 1275 fondò il Monistero di S. Agostino nella Terra di Montefalco, ove pure fu primo Priore, e conclude, che mentre ivi dimorava, diede li primi alimenti spirituali alle due Sante Sorelle, la Beata Chiara e la Beata Giovanna, le quali poi tanto illustrarono con la loro Santità ed eroiche Virtù, la nostra Religione.

11 - Havendo in quest'anno il Re D. Ferdinando di Castiglia, chiamato per sopranome il Santo, levata a forza d'armi, e molto più per l'efficace agiuto Divino, dalle mani de' perfidi Mori, la grande e ricca Città di Siviglia, che fu sempre nobilissima Metropoli della Provincia della Betica, o vogliamo dire Andaluzia, è fama e traditione antica, autenticata altresì dall'aurea penna del Regio Cronista di Filippo IV Re delle Spagne, nel Teatro della Chiesa Metropolitana di Siviglia a carte 36 che il detto Re, subito doppo la presa della detta Città, che fu appunto ai 23 di novembre, assegnasse sito alle Religioni di quel tempo, e specialmente alla nostra, per fondarvi un Monistero. Sentiamo le parole del detto Historico, prodotte dal P. Errera nella Storia del Convento di Salamanca a car. 105, le quali sono queste: S. Augustin (voleva descrivere il detto Cronista D. Gil Gonzalez d'Avila, il nostro Convento suddetto di Siviglia) Este Convento se fundò en el año 1248 es la Cabeca de Andaluzia, y tiene por Patron, y maior bienechor al Duque de Arcos. E vuol dire: S. Agostino. Questo Convento fu fondato nell'anno 1248 è il Capo dell'Andaluzia, et ha per Patrone e maggior Benefattore, il Duca d'Arcos. Vero è che il P. Romano nella Centuria 10 a car. 57 scrive di non haver potuto ritrovare di questo Monistero memoria più antica dell'anno 1292 in cui fu assegnato un certo sito o habitatione alli Frati di S. Agostino: questo testimonio però, non osta, a quello del Religioso Cronista citato, perochè puol'essere, che il sito concessoli da principio dal Re D. Ferdinando in quest'anno, non fosse per essi a proposito, e perciò [p. 414] in quello poco tempo si fermassero; e che poi nel detto anno 1292 essendoli stato offerto un altro Posto migliore, in quello trasferissero il loro Monistero, come fecero altresì l'anno 1314 in cui lasciato ancor questo secondo, fondarono un'altro Convento nel sito, ove pur tuttavia hoggidì stanno. Questo Illustrissimo Monistero è forse uno dei migliori della Spagna, et ha sempre prodotti e partoriti Religiosi insigni alla Religione in Dignità, Santità, Lettere e Virtù, de' quali tutti ne' suoi proprij tempi e luoghi, con ogni più esatta accuratezza e diligenza, daremo, a Dio piacendo, piena e chiara contezza.