Tomo IV - ANNO 1278

Anni di Christo 1278 – del secolo XXV – della Religione 892

1 – [IV, p. 806] Il nuovo Pontefice Nicola III grandemente s’affaticò in quest’anno con l’Imperatore di Costantinopoli per confirmare, e stabilire l’Unione già seguita nel Concilio di Lione sotto Gregorio X fra le due Chiese, Greca e Latina; et acciò la detta Unione più facilmente si stabilisce, procurò, a tutto suo potere, di comporre lo stesso Imperatore col Re Carlo di Napoli, li quali erano molto fra di loro in questo tempo nemici. E perché il suddetto Re Carlo aggravava di sovverchio i poveri Sudditi, et anche si faceva lecito d’usurparsi molti Beni della Chiesa, li fece una grave corretione, e perché grandemente abbusavasi della Dignità Senatoria di Roma, che già li fu conferita da Clemente IV Sommo Pontefice, egli con una gravissima Bolla, gli levò la suddetta Dignità, et ordinò, che per l’avvenire non si potesse più eleggere Senatore di Roma, non solo alcun Re, ma né tampoco alcuno, che derivasse [IV, p. 807] da Reggia Stirpe, e che non potesse durare più d’un anno solo; anzi che scrivono alcuni Autori, che se più lungo tempo viveva, haveva pensiero di creare due Re della sua Casa Orsina, l’uno de’ quali tenesse la sua Reggia nella Toscana, e l’altro nella Campagna, affinchè questi s’opponesse a’ Francesi del Regno di Napoli, qual’hora havessero volsuto venire a’ danni di Roma, e l’altro a’ Tedeschi, per impedirle il passo nell’Italia; ma certo, se ciò egli havesse fatto, io stimo, che sarebbe stato assai peggiore il rimedio dello stesso male.

2 – Fu in quest’anno celebrato il Capitolo Generale nella Città di Rimini nella Provincia di Romagna, nel Mese non più di Settembre, come quasi d’ordinario erasi fatto per l’adietro, ma ben sì di Maggio nel Sabbato della Santa Pentecoste. In questo Capitolo fu seriamente trattato di molte cose necessarie spettanti al governo universale di tutte le Provincie dell’Ordine, e furono emendati alcuni errori, che s’erano innavertentemente commessi negli anni scorsi; ed esequite alcune altre cose, che s’erano tralasciate per negligenza; spetialmente fu in questo Capitolo concluso, che si dovesse, con ogni cura, e diligenza possibile attendere, et invigilare all’educatione de Novizzi, e procurare, che li Giovani Studenti attendessero non meno a riempire l’Anime loro di Santità, che gl’Intelletti di Dottrina e di Sapere.

3 – Egli è parimente sentimento di molti nostri Autori, e spetialmente del Dotto Errera, che in questo medesimo Anno il B. Agostino, detto per antonomasia il Novello, il quale alcuni anni prima erasi fatto miracolosamente nostro religioso nella Provincia di Sicilia, havendo inteso molto comendare da alcuni Padri della Provincia di Siena alcuni Monisteri rimoti, e ritirati, e più tosto Eremitorj divoti, che erano in quelle parti, bramoso egli di colà passare, per vivere più sconosciuto, chiedesse per tanto al suo Provinciale la licenza di potersi colà portare, et havendola ottenuta, lieto s’imbarcasse verso della Toscana, ove in brieve spatio di tempo essendo felicemente giunto, e portatosi di primo tratto a ritrovare il Padre Provinciale, gli presentò la sua Ubbidienza, e poscia humilmente lo supplicò a porlo di stanza in qualcheduno di que’ più rimoti, e solitarj Monisteri della sua Provincia, e ne fu subito sodisfatto, imperochè gli assegnò per sua stanza il divotissimo Eremo di Santa Barbara vicino alla Terra di Santa Fiora, ove appunto era Superiore in quel tempo un religioso Sanese, che si chiamava F. Buono, il quale molto bene co’ fatti corrispondeva al suo bel nome; quello poi gli avvennisse con questo F. Buono, a cui fu sommamente caro per la sua grande humiltà, e per la sua rara Santità, che però sempre lo condusse seco in altri Conventi di quella Provincia, ove pure fu fatto Superiore ne gli anni a venire; come fosse poi scoperto per quel grand’Huomo, ch’egli era, e costretto altresì ad ordinarsi Sacerdote; come fosse eletto per Confessore del Papa, e poco appresso creato anco Generale della religione, con cento altre cose, fino alla sua beata Morte, ci riserbiamo di raccontarle tutte puntualmente ne’ tempi, che seguirono, e più esattamente poi nel tempo in cui egli felicemente, per mezzo d’una beata Morte, se ne passò da questo Mondo alla Gloria del Cielo, che fu appunto nell’Anno del Signore 1310.

4 – La Città di Marienchek, o Marchek, che con l’uno, e l’altro nome viene indifferentemente chiamata, situata nell’Austria, una giornata lungi dalla Città di Viena ne’confini del Regno d’Ungheria, nella Diocesi di Patavia, giurisdittione della nobile Famiglia Latavense, essendosi molto [IV, p. 808] affettionata alla nostra Religione, desiderosa d’havere i suoi Religiosi entro delle sue mura, fabbricò quest’anno un’assai nobile Monistero, ad honore del Glorioso nostro Padre S. Agostino, e la Chiesa finita che fu di fabbricare fu consagrata dal Vescovo Baradiense. Così scrive il Milensio nel suo Alfabeto Germanico.

5 – Le Monache in tanto in S. Maria Maddalena, che già dicessimo haver fondato in suo Monistero nella Città di Norimberga fin dall’anno 1229 sotto la Regola del P. S. Agostino, e le Costitutioni del B. Guglielmo (quale in quell’anno, con assai probabili congetture dimostrassimo di non poter essere il Parisiense, come pare, che senta il P. F. Luca Vadingo nel Tomo 2 de’ suoi Annali sotto il numero 39 dell’anno 1277) havendo fino a questo tempo perseverato nella loro primiera vocatione, ed Istituto, alla per fine quest’anno deliberarano di passare dal nostro all’Istituto et Ordine di S. Chiara, e per quanto scrivono il P. Gonzaga nella sua Cronica Francescana, et il suddetto Padre Vadingo, nell’accennato luogo, lo posero in esecutione.