Tomo IV - ANNO 1279

Anni di Christo 1279 - del secolo XXVI - della Religione 893

1 - [IV, p. 808] Morirono in quest'anno del 1279 due gran Personaggi Coronati, cioè a dire, Boleslao re di Polonia, chiamato per la sua gran purità, col nome antonomastico di Casto; l'altro poi fu Alfonso III Re di Portogallo, il quale, se bene dall'un de' lati fu un Principe magnanimo e generoso, e fece ancora molte gratie singolari, così alla nostra Religione, come vedessimo negli anni di Christo 1266 e 1267 et anche all'altre Religioni; nulladimeno negli ultimi anni di sua vita, si diede di così mala maniera ad aggravare con varj tributi ed Estorsioni li poveri Sudditi, tanto Ecclesiastici, quanto Secolari, che pose quasi che in miserabile rivolta tutto il suo Regno, a segno tale, che così li Prelati di quello, come anche il Pontefice, furono necessitati, doppo varie ammonitioni, a porre nel detto regno l'Interdetto, come nel suo tempo scrivessimo; essendo poi morto in quest'anno, li successe Dionisio suo primogenito, che poi si sposò con Santa Elisabetta figlia del Re d'Aragona, dal quale Dionisio, fu molto beneficata la nostra religione in quel Regno. Così parimente successe a Boleslao Lesco detto il Nero, figlio adottivo d'un suo fratello paterno; lo Spondano et altri.

2 - Fu celebrato in quest'anno nel mese di Maggio il Capitolo Generale da' nostri Padri Italiani, conforme il solito, nella nobile Città di Perugia; e furono ivi trattati gli affari spettanti al buon governo delle Provincie, e spetialmente furono fatti alcuni particolari Statuti per il ben publico della Provincia Romana a beneplacito del Generale, nella di cui persona compromisero i Padri Deffinitori di quella, rimettendo alla prudenza sua un negotio di così grand'importanza; fu determinato fra l'altre cose, che si dovesse mandare a studiare a Parigi, per la Provincia Romana, un Religioso da Orto, chiamato F. Giacomo, il quale per quel poco, che haveva in Italia studiato, dava segni grandi di dovere in brieve tempo fare riuscita notabile nell'acquisto delle Scienze, e non fu vano il loro presagio, perochè riuscì egli grandissimo Letterato, e venne poi con la Sapienza sua a farsi [IV, p. 809] scala alle più sublimi Prelature dell'Ordine, come vedremo a Dio piacendo, ne' suoi proprj luoghi. Panfilo, Errera, et il Registro manoscritto della romana Provincia.

3 - Un grand'Arcivescovo in quest'anno, et anche un Vescovo, concessero, benchè in giorni differenti, alcune Indulgenze alla nostra Chiesa di Colonia, il Vescovo fu quello della Chiesa Tudense, chiamato per nome Pietro; e l'Arcivescovo fu Arrigo di Treveri, elettore ancora del Sagro Romano Imperio, quegli nella Domenica Cantate, e questi nella Domenica doppo S. Maria Maddalena, né alcuno deve prendere punto d'amiratione, che Vescovi, e Prelati d'altre Chiese, concedessero fuori delle Diocesi loro, ove non hanno giurisdittione, Indulgenze ed altre Gratie, perochè questo era un costume, che si praticava passim in questi tempi, con licenza però de' Vescovi, e Prelati Diocesani, e vi lasciavano poi i suoi Diplomi, li quali erano communi molte volte ad otto, e dieci, ed anche più sotto de' quali si sottoscrivevano secondo le loro antianità, ed anche vi appendevano li loro Sigilli, e di questi così fatti Diplomi ve ne sono quasi in tutt'i più illustri conventi dell'Ordine, e specialmente nella Germania, quali non ci é stato concesso di vedere; qui nel nostro Convento di Bologna n'habbiamo alcuni, quali a suo tempo produrremo acciò servino per testimonio irrefragabile di questa verità che scriviamo.

4 - Il Sommo Pontefice Nicola III creò in quest'anno Patriarca di Grado, un Religioso nostro molto qualificato, chiamavasi questi F. Guido, et era di Casa Salani, a senno del P. Errera, e del Milensio, ambi negli Alfabeti loro, il quale fu già mandato dal B. Lanfranco primo Generale dell'Ordine doppo la Grande Unione, suo Commissario Generale nella Germania ad esequire la detta Unione, e massime ad incorporare alla Religione li Conventi de' Padri Guglielmiti, li quali erano molti in quelle parti dell'Alemagna e dell'Ungheria; e fu poi altresì creato Provinciale della suddetta Alemagna; e pensa appunto il mentovato Errera, essere questi quel F. Guido Provinciale nominato in un Diploma di Leone Vecovo di Ratisbona, dato sotto l'anno di Christo 1263 quale noi pure producessimo sotto il detto anno. Era poi questo Padre di Patria Bolognese, come io certamente stimo, perochè in questa Città fiorì già in que' tempi, e per alcuni secoli appresso, come pure hoggidì si ritrova in stato assai honorevole la Famiglia Salani; e tanto più a ciò credere m'induco, quanto che essendo stato il b. Lanfranco di religione Bolognese, et in conseguenza amico, e confidente del detto F. Guido; lo mandò poi tanto più volontieri a quella grand'impresa ad unire al nostro Ordine li Conventi della Germania, tanto Guglielmiti, quanto d'altri Ordini Eremitani. E qui si noti, che il P. Errera s'ingannò quando scrisse nel primo Tomo del suo Alfabeto nella seconda classe della Lettera G. essere stato creato F. Guido Salani Patriarca di Grado nell'anno 1282 imperochè quello fu ben l'anno della di lui morte, e questo del 1279 fu quello della Creatione; tanto scrive l'Ughelli nel Tomo 5 della sua Italia Sacra in Ecclesia Gradensi; nel suddetto anno 1282 ne torneremo col Divino volere, a favellare.

5 - Tiensi parimente per certo, che il nostro Monistero di S. Agostino della Terra antichissima di Monte Falco nella Provincia dell'Umbria, fosse in quest'anno anch'egli fondato; e ciò autenticamente si deduce da una Bolla di Papa Giovanni XXII data in Avignone a' 27 di Novembre dell'anno 1329 nella quale il detto Pontefice concede alle Monache di Santa Maria Maddalena [IV, p. 810] del Castellario di Monte Falco dell'Ordine di Santa Chiara, che rimanghino nel luogo, in cui erano state per lo spatio di 60 anni, benchè per molto tempo, senza Ordine, o Regola particolare, essendo poco, che havevano poi ricevuto l'Habito, e la Regola di Santa Chiara, e ciò li concede pur che non allarghino, né distendino il loro Monistero, né poco, né assai verso il Convento de' PP. Agostiniani, li quali 10 anni dopo di loro l'havevano edificato, ed hora in virtù de' loro Privilegi gli havevano mossa lite, perchè non v'era fra l'uno e l'altro Monistero la debita distanza; facciasi hora il computo de gli anni, e troverassi, che detta fondatione fu fatta in quest'anno del 1279, ma per maggiore autentica di questa verità, gli é bene, che registriamo la bolla citata di sopra, qual produce il Vandingo nel Regesto del tomo 3, a car. 198 di cui copia é la seguente:

Ioannes Episcopus Sevus Servorum Dei

6 - Dilectis in Christo filiabus Abbatissae, et Conventui Sororum Monasterij S. Mariae Magdalanae de Castellario de Monte Falco Ord. S. Clarae Spolet. Diaec. Caelestia quaerentibus, terrenis contemptui derelictis libenter illud spirituale praesidium favoris impendimus, quod eis pacis, et quietis producere gratiam sentiamus. Sane petitio vestra nobis exhibita continebat, quod olim sunt sexaginta Anni, et amplius, Monasterium vestrum per Sorores, quae vos in dicto Monasterio praecesserunt, Canonice fuit fundatum, post cuius fundatione, vel constructionem, elapsis decem Annis, vel circa quidam Fratres Ordinis Eremitarum S. Augustini locum prope dictum Monasterium receperunt, et ex tunc usque; ad haec tempora vobis vicinitus permanserunt, quodque, pro eo, quod nuper B. Clarae Regulam recepistis, ijdem Fratres asserentes ex hoc vos personas alias fore effectas, et per consequens dictum Monasterium in alias personas fore translatum, contra privilegium eis super hoc ab Apostolica Sede concessum, ac pridem se ex hoc indebite gravari ad Sedem Apostolicam appellarunt, ac super appellatione huiusmodi dilectum filium Bertrandum de S. Genesio Decanum Ecclesiae Engolismon. Cappellanum nostrum, et earum Causarum primi gradus Palatij nostri Auditorem cum potestate citandi in Romana curia, et ad partes, nos ad eorum instantiam dedimus Auditorem, qui ad requisitionem dictorum Fratrum vos in partibus per litteras suas citare fecit, et ad aliquos alios actus ulterius in huiusmodi causa processit. Quare pro parte vestra fuit nobis humiliter suplicatum, ut cum Monasterium vestrum magna prematur inopia, vosque, oporteat mendicare, nec habeatis unde sumptus litis huismodi contra vos motae per Fratres praedictos supportare possitis, providere vos super hoc de opportuno remedio dignaremur. Nos igitur paterno vobis in hac parte compatientes affectu, auctoritate Apostolica de Fratrum nostrorum consilio ordinamus, et volumus, ut praemissis nequaquam obstantibus in dicto Monasterio in quo estis, possitis libere permanere, ita tamen quod dilecti filij Fratres Ord. Minorum, si locum ibidem non habeant, non possint vobiscum cum in dicto Monasterio abitare, quodque vobis non liceat a parte dictorum Fratrum Eremitarum aedificare, vel locum vestrum etiam ampliare. Nulli ergo, etc. Datum Avenione, 5 Kal. Decembris, Anno 14.

7 - Si che dunque due cose si cavano da questa Bolla, la prima é la certa origine del nostro Convento di S. Agostino di Monte Falco, la quale certamente fu in quest'anno: l'altra certamente fu in quest'anno: l'altra é che quelle Monache di S. Chiara, tutto che havessero dieci anni di Domicilio [IV, p. 811] nella detta terra di Monte Falco, nulladimeno, perchè all'hora non erano vere religiose, e non lo furono se non doppo la Fondatione del nostro Monisterio, perciò il Pontefice Giovanni XXII li prohibisce d'accostarsi con la fabbrica del loro Convento verso del nostro; come né meno vuole, che vi possino venire ad habitare li frati Minori. Il sudetto Convento poi di Monte falco ha sempre perseverato nel suo posto, vero é però, che tanto nella fabbrica, quanto negli avvanzamenti temporali, poco si é inoltrato da quello, che era ne' suoi principij: ha però prodotti in varj tempi alcuni famosi Soggetti, che l'hanno molto illustrato, fra quali i più cospicui sono stati due, cioè a dire, Maestro Anselmo, il quale, doppo varie Cariche havute nella religione, finalmente fu anche di quella creato Generale, e morì poi verso il 1496, con gran fama di santità, che però viene communemente chiamato col titolo di beato, et il di lui Corpo riposa nella Chiesa del Sagro Monistero di Lecceto: l'altro poi fu Maestro Agostino, che compose alcune Opere, e fra l'altre, la vita della B. Chiara, la quale in un Monistero, che si fondò nella medesima Terra di Monte Falco, pochi anni dopo la Fondatione di quello de' Frati, del quale hora stiamo trattando, si rese oltremodo famoso, et illustre nella Santità della Vita appresso il mondo tutto, come più ampiamente promettiamo, a Dio piacendo, di scrivere nel suo tempo, e luogo: fiorì poi il sudetto Agostino verso gli anni del Signore 1523.

8 - Scrivessimo già sotto l'anno 1272 che li nostri Padri di Lisbona, lasciato il nuovo, ed anche il vecchio Convento di S. Ginesio, con pochi Religiosi passarono per la maggior parte a fondarne un nuovo dentro la Città in un luogo insigne chiamato Almafala, sotto il titolo di S. Agostino, e perché pare, che alcuni dubbitino essere non solo in quel tempo, ma ne meno, se non un pezzo doppo ciò successo; l'incredulità di questi tali si convince con molti istromenti, che si conservano nell'Archivio di quella illustriss. Casa, e spetialmente da un testamento rogato nell'era di Cesare 1317, cioè a dire nell'anno di Cristo 1279, nel quale un certo Domenico cittadino di Lisbona lascia un legato di lire 25 al Monistero di S. Agostino d'Almafala. E ciò costa ancora per un altro istromento di Permuta fatta di certi Beni fra il Convento sudetto, e Pietro Estevez nell'Era di Cesare 1314, cioè nell'anno 1276, nella quale Permuta chiamasi puse il Monistero di S. Agostino; gli è ben però vero, che questo tutolo mutossi poi nel più glorioso della Madonna delle Gratie, intorno all'anno 1363, per occasione dell'inventione di quella miracolosissima Imagine pescata in mare da certi Pescatori, fu poi donata a questo nostro Convento, che ora nella nostra Chiesa si riverisce con tanta frequenza per i continui Miracoli che ha sempre fatti a pro e benefitio de' suoi divoti, come ampiamente in quel tempo vedremo più di proposito. Vedi l'Errera nel tomo 2 del suo Alfabeto Agostiniano nella 5, classe della lettera V in Conventu Ulyssiponensi, etc.

9 - Stavano in tanto i nostri Padri di Napoli, doppo la fabbrica della nuova Chiesa già compita, attendendo anche a quella del Monistero; e perché il sito concessoli già dal Re Carlo, per ciò fare, era molto angusto, un altro in quest'anno ne ottennero dal medesimo Re, di molte canne di misura, come chiaramente apparisce da un Istromento pubblico rogato quest'anno sotto il giorno 5 d'Aprile da Gio. Saracca Notaio di Napoli, quale si conserva nel nostro Archivio di S. Agostino della detta Città; così attesta l'Errera nel Tomo 2 a car. 199.

10 - Il P. Vadingo nel Tomo 2 sotto l'anno presente al num. 23 riferisce, [IV, p. 812] che essendo stato creato Arcivescovo di Canterburi F. Giovanni Peccamo Religioso del suo Ordine de' Minori, cominciò di tal sorte a proteggere, et anche a soccorrere con grosse limosine li suoi Frati, non solo della sua Diocesi e Città, ma anche di tutto il Regno d'Inghilterra, accreditandoli grandemente con la sua autorità, che però, come molti Religiosi di vari Ordini, e spetialmente di S. Benedetto di S. Agostino, e del Cartusiano, innamorati di quel sagro Istituto, lasciate le loro antiche Religioni, in quello entrarono, così non ne mancarono altri, li quali acremente si diedero a lacerare con molte mormorationi tal modo di procedere, come che dicessero, che facevano molto male ad accettare nell'Ordine loro Religiosi d'altre Religioni; e fra gli altri, dice il Vadingo, che smodatamente si riscaldavano li Padri Agostiniani d'Offonio, ove publicamente dicevano ogni male delli Minori; soggiunge però il detto autore, che havendo ciò risaputo l'Arcivescovo mentovato, ordinò al Cancelliere dell'Università d'Offonio, a dovere chiudere le bocche a que' laceratori della Fama de'suoi Fratelli Minori; fin qui il detto P. Vandingo; ma sia detto con sua buona pace, non hebbe egli ragione di chiamare col titolo di mormoratori li nostri Padri d'Offonio, come né meno li Padri Domenicani, quali fregia con l'istesso encomio; imperochè se esageravano contro de' Francescani, perchè ricevevano l'Ordine loro Religiosi Domenicani, et Agostiniani, senza consenso de' Superiori, questo non era moromorare, ma un dolersi per l'ingiuria, che pretendevano farsi da' Padri Francescani a gli Ordini loro contro la forma de' Privilegi dell'una e dell'altra Religione; perochè ben dovevano sapere li Padri Minori, che li Sommi Pontefici Alessandro IV et Urbano IV havevano prohibiti simili passaggi da un'Ordine all'altro a vicenda, senza l'espresso consenso de' Superiori de gli Ordini Mendicanti; così contravenendo li Padri Minori alli detti Privilegi, e risentendosi li nostri Padri, non meritavano d'essere chiamati dal P. Vandingo con l'ingiurioso nome di pubblici Mormoratori. E qui poniamo fine all'anno di Christo 1279 ultimo di questo Tomo 4 a maggior gloria, et honore della Santissima Trinità, ad honore altresì di Giesù Christo nostro Redentore, e della sua Santissima Madre Maria sempre Vergine, gran Protetrice e Patrona di tutto l'Ordine nostro Agostiniano, e finalmente a gloria, e lode del nostro Santissimo Patriarca Agostino, della Madre Santa Monica, e di tutti gli altri Santi e Sante della nostra Sagra Religione, per la cui intercessione, ed assistenza, conosciamo e confessiamo d'havere felicemente terminato questo quarto Volume, che però ne rendiamo principalmente a Dio, e poi a tutti gli altri Santi le dovute gratie, supplicando in fine la Divina Bontà, a darci gratia, forza, e vigore tale, che col suo Divino beneplacito, potiamo proseguire l'altre fatiche, che ci restano, e spetialmente il quinto Tomo, al quale habbiamo di già dato felice principio.

Laus Deo Omnipotenti, B. Mariae semper Virgini, Sanctissimoque

Parenti Augustino, ac omnibus Sanctis eiusdem

Sacri Ordin. Eremitarum. Amen.