Tomo V

Anni di Christo 1301 - della Religione 915

1 - [V, p. 222] Motivassimo già sotto l'anno 1299, che per la poca prudenza del Vescovo d'Apamia mandato da Bonifacio Papa al Re di Francia, per esortarlo a mandare validi soccorsi in Terra Santa, per mantenimento delle Piazze, dal gran Cassano ritolte al Soldano di Egitto, insorsero però gravi disgusti fra l'uno e l'altro Principe, li quali a poco a poco crescendo, finalmente in quest'anno proruppero in aperte rotture, a cagione di varie ingiurie fatte da Filippo alla Pontificia Maestà, e con far anche imprigionare il sudetto Vescovo d'Apamia, sotto falso pretesto, che egli fosse Eretico Patarino; e v'è chi scrive, che il detto Re scrivesse alcune Lettere ingiuriose al Pontefice. Per le quali cose il Pontefice, che era un personaggio di gran cuore, e molto risentito, vedendo in questa brutta guisa vilipesa, e maltrattata la Pontificia Dignità, spedì ben tosto la conferma dell'Imperio ad Alberto, quale fino a quel punto mai gli haveva volsuto concedere; e poi anche di vantaggio vedendo, che Filippo prorompeva sempre più in oltraggi maggiori, fulminò finalmente contro di lui la Scommunica. Paolo Emilio, Spondano, et altri.

2 - Essendo stato eletto Vescovo di Faenza dal Clero di quella Cattedrale, nel fine dell'anno scorso, come ivi notassimo, il nostro F. Matteo da Spoleto, fu poi la di lui elettione in quest'anno confirmata dal Sommo Pontefice Bonifacio a 18 di Gennaio. La Bolla poi di questa Conferma si conserva nel Regesto Vaticano, et è per appunto l'Epistola 364, fol. 201, come attesta l'Abbate Ughelli nel Tomo 2 della sua Italia Sagra, colonna 523.

3 - Hor mentre il sudetto Matteo, già confirmato Vescovo di Faenza dal Papa, va a prendere il possesso della sua nobilissima Dignità, ecco, che all'incontro un altro Vescovo, pure di nostro sagro Istituto, rinuncia nella Toscana il suo Vescovato; fu egli cotesto Maestro Angelo da Camerino, altretanto Dotto e Letterato, quanto poco stabile nelle sue risolutioni, attesochè essendo già stato prima Vescovo di Cagli nell'Umbria, e poi indi a due soli anni passato al Vescovato di Fiesole, che distende la sua giuridittione fin dentro della Città di Firenze, alla perfine, né meno di questo contento, e sodisfatto, senza punto pensare all'avvenire, fece all'improviso libera rinuncia anche di questa sua Chiesa nelle mani del Pontefice, il quale, acciò il detto Prelato non fosse necessitato, con gran vergogna della sua Dignità, a mendicare il vitto, li diede l'amministratione della Chiesa di Larino del Regno di Napoli. [V, p. 223] Così pure l'Ughelli nel Tomo 3 in Ecclesia Fiesulana colonna 327.

4 - Ritroviamo altresì, che in quest'anno li nostri PP. della Provincia Romana fecero il loro Capit. Provinciale nel Convento di Bagnarea Città situata nella Provincia del Patrimonio di S. Pietro, e di quello fu Vicario, cioè Presidente, come oggidì si chiama, F. Pietro da Catino; e fu confirmato Provinciale F. Francesco Romano. Nota poi l'Autore del Registro, che la spesa, che si fece in questo Capitolo giunge alla somma di 116 Fiorini d'oro e Tornesi 7, somma in vero molto considerabile, massime in que' tempi ne' quali era assai più scarsa l'abbondanza del denaro, che non è in questi nostri tempi.

5 - Se bene si stima, che prima di quest'anno 1301 li nostri Padri della Provincia Pisana havessero già fondato un Monistero nella Terra di Poggibonzi nella Diocesi di Firenze, nulladimeno gli è più che certo, che fino a questo tempo non havevano per anco edificata la Chiesa, e tutto ciò evidentemente costa in un pubblico Istromento rogato per Gratia Fiorentino figlio di Rorigo Gratia Notaio, alli 8 di Marzo nell'Indittione 15 Lotario Vescovo di Firenze, ad istanza, e per le preghiere di Maestro Rogiero de' Soldaneti Diffinitore benedisse una Pietra di marmo bianco, con una Croce impressa in quella, da doversi porre nelle Fondamenta della nuova Chiesa, che intendevano li Frati Eremitani di fondare nel Borgo Vecchio della Terra di Poggibonzi; e di vantaggio concesse poi il detto Vescovo al sudetto Maestro Rogiero la facoltà di fare il getto solenne della mentovata prima Pietra nelle predette Fondamenta, concedendo altresì in questa Solennità a tutti quelli, che ivi si ritroveranno presente 100 giorni d'Indulgenza, e 40 poi per l'avvenire a chi farà lo stesso nel giorno Anniversario della sudetta funtione. Conservasi poi questo Istromento publico nell'Archivio del Convento nostro di S. Agostino di Roma.

6 - Ha poi prodotti questo Convento alcuni Soggetti di molta qualità per la Religione, fra quali il più cospicuo fu F. Michele Giovanni, il quale nell'anno 1389 era Capellano Apostolico, come costa dal Registro Vaticano sotto l'anno 1389, tanto per appunto testifica nel Tomo 2 del suo Alfabeto a carte 302 il Padre Errera. L'anno 1649 in vigore della Bolla della Suppressione de' piccioli Conventi, promulgata da Papa Innocenzo X, perdè la Religione questo Convento; ma doppo alcuni anni, per opera di Monsig. Ambrogio Landuzzi, Vescovo di Porfirio, e Sagrista di Nostro Signore Alessandro VII di Santa memoria, si ricuperò, ma non più per la Provincia di Pisa, ma per la Congregatione di Lecceto, attesochè da un Religioso di questa, fu sborsata una buona somma di Scudi al Prete, che godeva il detto Beneficio di quella Chiesa, e ciò con licenza della S. Sede.

7 - Il P. Errera testifica parimente che intorno a questo tempo fu fondato, con licenza di Bonifacio VIII nella Città, o Terra di Betfort, per alcune nostre Monache Agostiniane, un Convento, e ciò nel Tomo primo dell'Alfabeto, a carte 129. Soggiunge però di non havere potuto rintracciare in qual Regno, o Provincia si ritrovi il sudetto luogo; io però stimo certamente, che fosse in uno di questi due Regni, o di Francia, o d'Inghilterra, mi rimetto però sempre alla verità. Se poi hoggidì questo Convento di Betfort più si conservi nella Religione, io non lo posso, né affermare, né negare.