Tomo V

Anni di Christo 1307 - della Religione 921

1 - [V, p. 272] Stando in quest’anno Papa Clemente V e Filippo Re di Francia nella Città di Potiers, et essendoli state date molte gravissime querele contro l’Ordine de’ Cavalieri Templarj, e fra quelle diverse in materia di Fede. Cominciarono per tanto molto seriamente a trattare di estinguere il detto Ordine, il che poi si concluse, come nel suo luogo si vedrà, nel Concilio Generale, che si celebrò in Vienna di Francia l'anno 1311. Tanto scrivono il Sandero, il Platina, et Emilio. Lo stesso Re Filippo sopramentovato, fece grand’istanza appresso il sudetto Pontefice acciò condannasse, come Eretico e Scismatico, Bonifacio VIII e perciò facesse le di lui ossa abbrugiare, ma senza frutto; così scrive il Bzovio. Da quest’anno pure riconosce la sua primiera origine la Republica, hoggidì tanto stimata da’ Principi, de’ Signori Svizzeri, la quale si divide in tredici cantoni; e li primi, che gettassero le fondamenta di quella, furono li Popoli Urij, di Suizzi e di Underval. La causa poi che mosse questi Popoli a ribellarsi alla Serenissima casa d’Austria, che n’era Signora, fu la tirannide de’ Governatori. Lo Spondano, et altri.

2 - Quanto poi alle cose dell’Ordine, habbiamo in primo luogo, che essendo passato in Fiandra il generale F. Francesco da Monte Rubiano, per visitare non solo, ma etiamdio per riformare quell’antica e nobile Provincia, che però subito giunto in Gante, fece ivi radunare il Capitolo Provinciale a tale effetto; ma ecco, che appena hebbe dato principio ad opera così santa, [V, p. 273] quando subito dal Signore Dio fu chiamato in Paradiso, come piamente si spera, a ricevere il premio delle sue virtù e fatiche. Fu questi un Prelato molto dotto e prudente, e fu molto zelante della Regolare Osservanza; e ben fa di mestieri, che egli fosse un Religioso molto qualificato, mentre da un capitolo generale, in cui si ritrovarono presenti huomini insigni, non meno nella Santità, che nella Dottrina, fu egli sopra tutti stimato degno di essere dato per Successore nel Generalato dell’Ordine al B. Agostino Novello, tanto celebre e famoso. Successe poi la morte di questo Generale, come scrive il Panfilo nella sua Cronica Agostiniana a carte 35 nel giorno della Santissima Nascita del nostro Redentore, o come piace al Romano nella Cronica manoscritta a 25 di Novembre, se ben poi nella Centuria 10 foglio 60 si sottoscrive alla sentenza del Panfilo. Chi poi governasse la Religione in qualità di Vicario Generale fino al nuovo Capitolo, non v’è alcuno de’ nostri Autori antichi, che lo dica.

3 - Riferisce altresì il P. Errera nel Tomo primo a carte 73 del suo Alfabeto Agostiniano di haver veduta e letta nell’Archivio del Convento nostro di Avignone sotto il numero sesto, una Bolla di Clemente V data in quest’anno a favore dello stesso Monistero contro de’ Cavalieri Templarj, la di cui copia, come anche quelle di molte altre Bolle di altri Pontefici, che stanno nel sudetto Archivio nascoste, non habbiamo fin’hora potuto ottenere da que’ Padri, benchè li siano da noi state richieste con molta istanza, che però siamo necessitati a semplicemente indicarla, come faremo anche dell’altre.

4 - Concesse parimente in quest’anno del 1307 un solennissimo Privilegio alla nostra Religione in Ispagna, il Re D. Ferdinando IV Re di Castiglia, e specialmente poi a cinque principali Monisteri, che erano fondati ne’ suoi Regni, cioè di Burgos, di Toledo, di Siviglia, di Cordova e di Badajoz. La somma poi di questo amplissimo privilegio, consiste principalmente in due parti, cioè nella conferma di un Privilegio di Urbano IV in forma di Mare magno, qual dice esserli stato presentato da’ nostri Padri di Spagna, nel quale si contenevano tutte le Gratie, gl’Indulti e Privilegi soliti degli altri Mare Magni, quali egli conferma, volendo che siano osservati puntualmente, e mantenuti in tutti li suoi Regni, confirmando in oltre tutti gli altri Privilegi, che li detti PP. Agostiniani di Spagna, e specialmente de’ sudetti Regni, havevano ottenuti da altri Sommi Pontefici prima, e doppo del detto Urbano, e che erano per ottenere da altri doppo i tempi presenti fino al fine del Mondo.

5 - l’altro punto poi consiste in questo, che egli conferma alla medesima nostra Religione in Ispagna, e specialmente a’ Monisteri del suo Dominio tutti Privilegi, gratie et Indulti, che li medesimi Religiosi havevano impetrati così da esso Re D. Ferdinando, come dal Re D. Sancio Suo Padre, et anche da tutti gli altri Re suoi predecessori; strettamente comandando a tutti li Governatori, Giudici, Giurati et altri Regi Ministri, sotto pena della sua Real disgratia, che debbano fare osservare, e mantenere li sudetti Privilegi, gratie et Indulti de' sudetti Padri nostri.

6 - Et in oltre comanda poi a tutti li medesimi Ministri, e specialmente a Doganieri e Gabellotti, che non faccino pregare Datio, Gabella o Pedagio di sorte alcuna a veruno de’ Monisteri, e Frati al di lui Dominio soggetti, sotto pena della perdita della sua Regia gratia, e di 5 mila Maravedis della nuova stampa. Conclude in fine, che ritrovandosi ne’ suoi Regni fra gli altri li cinque Monisteri di sopra mentovati oppressi et aggravati da un’estrema Povertà, compatendo egli alla loro miseria, di buona voglia li concedeva, che potessero possedere di entrata ferma [V, p. 274] e stabile fino al numero di 20 mila Maravedis ogn’anno, e questo a ciascheduno de’ sudetti Monisteri.

7 - Di più soggiunge, che si contenta, che li sudetti Monisteri, come anche gli altri del suo Dominio, possino hereditare e ricevere in dono dalli loro divoti, qual si voglia facoltà mobile, et immobile con altre molte circostanze. Fu poi dato questo nobilissimo Privilegio nella Regia Città di Burgos alli 8 di Settembre nell’Era di Cesare 1345, che viene appunto a cadere in quest’anno del Signore 1307. Questo Privilegio viene prodotto dal padre Errera nella sua Historia del nostro insigne Monistero di S. Agostino di Salamanca a carte 2, quale per essere di soverchio lungo, noi quivi non lo produciamo. Fu poi confirmato da altri Re suoi successori, de’ quali, a Dio piacendo andremo ne’ suoi luoghi proprj facendo honorata memoria.

8 - Claudio Roberto nella sua Gallia Christiana alla pagina 226 nel Cattalogo, che egli tesse de’ Vescovi della Città d’Amiens nella Provincia di Piccardia, scrive, che nel tempo in cui era Vescovo della detta Città Guglielmo di Matiscone, entrarono in quella nobil Patria a fondare un Monistero di loro Religione, li nostri Padri della Provincia di Francia, hora volgarmente detta Parisiense. Chi poi favorisse la Religione, e li dasse soccorso in questa Fondatione, non lo dice il citato Autore, e ciò, che mi reca maggior stupore, né meno alcun’Autore dell’Ordine nostro ne dice pure una sola parola, eccettuato il solo Errera, il quale nel Tomo primo del suo Alfabeto a carte 74 testifica haver veduta una memoria di questo Convento nel Registro del Generale Giuliano di Saleme nell’anno 1455 a 6 di Giugno; hoggidì non è più membro della Provincia Parisiense, ma della Bituricense; nella Chiesa poi vi è un’Immagine della B. Vergine molto miracolosa, e si chiama la Madonna della Fede. Altra notitia per hora di questo nostro Monistero non habbiamo trovata.