Lettera agli elettori

Cari Elettori,

sarò candidato alle elezioni del 13 maggio alla Camera dei Deputati sotto il simbolo DS-PSE che troverete nella scheda proporzionale di colore grigio.

Ritengo giusto, per questo, farVi conoscere le mie origini e le mie speranze per la nostre regione.

 

La mia famiglia è originaria di Malito, un piccolo comune del Savuto, dove nel 1850 nacque il mio avo, Giacomo Mancini.

Nel 1870, appena ventenne, Giacomo Mancini partecipò con i bersaglieri di La Marmora alla breccia di Porta Pia ed alla presa di Roma.

La mia famiglia era di estrazione medio borghese. Tra i fratelli di Giacomo Mancini c'era Vincenzo, intendente di finanza a Cosenza, e Gaetano, Procuratore Generale di Trani.

La prima idea socialista sbocciò con il mio bisnonno, Pietro Mancini, allievo di Antonio Labriola all'Università di Roma e poi fondatore a Cosenza, con altri giovani intellettuali, della prima sezione socialista e del settimanale  la parola socialista.

Pietro Mancini venne eletto nel 1921 e fu il primo deputato socialista di Calabria e Basilicata ed anche il primo ministro socialista della Calabria nel Governo di Liberazione, insieme a Benedetto Croce e Fausto Gullo.

I fratelli di Pietro Mancini, Attilio, Alberto, Emilio e Vittorio, fecero tutti parte del Partito Socialista, sempre al fianco del fratello maggiore che fu anche professore di filosofia al Liceo “Bernardino Telesio”, collega di Nicola Misasi e di altri giovani docenti.

Per quanto mi riguarda, ho iniziato a fare politica prima, come tanti adolescenti, al liceo, dopo nelle istituzioni, cercando di seguire sempre e con convinzione gli insegnamenti ed i consigli di mio nonno, Giacomo Mancini, Sindaco di Cosenza.

La storia che riguarda la mia famiglia sarebbe incompleta se non citassi anche mio padre Pietro che nel 1990 fu Sindaco della città di Cosenza, osteggiato soprattutto da quei socialisti che oggi si trovano lontani dalla sinistra e addirittura in Forza Italia.

Ho voluto far conoscere a Voi elettori le mie origini perché spesso vengo criticato per il fatto di essere legato ad una buona ed onesta famiglia di socialisti.

In una regione nella quale, purtroppo, il trasformismo e l'opportunismo sono diventati la regola della vita politica, è per me motivo di grande orgoglio far conoscere a tutti chi siamo e da dove veniamo.

Io sono lieto ed onorato di far parte di una famiglia che non ha mai cambiato casacca, che non ha fatto del trasformismo la sua ragione politica e che si è sempre comportata in modo corretto e dignitoso.

Per la nostra regione l'avvenire sarà complicato e difficile se la sinistra nel suo complesso e nelle sue aspirazioni non sarà capace di liberarsi delle scorie del passato e di costruire una nuova formazione politica.

L'Europa è la grande occasione e deve essere presa ad esempio. Nelle grandi democrazie europee il socialismo è

diventato forza di governo, si sviluppa e riesce a governare perché ha messo da parte le vecchie gelosie e le inconcludenti divisioni del passato.

Dobbiamo seguire la stessa strada puntando sull'esigenza, non più rinviabile, della nascita di una grande formazione politica di tipo socialdemocratico che contribuisca a rompere l'isolamento della nostra regione.

La Calabria, nel secolo che si è chiuso, ha avuto uomini politici importanti,  ma non è mai riuscita ad esprimere una classe dirigente di grande respiro in grado di dare sufficiente attenzione  alle istituzioni democratiche.

La nostra regione, oggi, è agli ultimi posti.

L'impegno dal quale non possono sottrarsi le nuove generazioni è quello di creare finalmente una regione ricca di istituzioni forti e di uomini politici che sappiano costruire e lavorare per il futuro mettendo da parte inutili lamenti.

La nuova classe dirigente calabrese giovane, colta e intelligente dovrà assumere l'impegno di far scalare alla Calabria i vertici delle classifiche nazionali.

Il patto federativo sottoscritto tra il PSE ed i DS deve avere questo obiettivo: l'unità di tutte le formazioni politiche democratiche per lasciare l'ultimo posto e puntare in alto.

Dobbiamo correggere le anomalie calabresi.

In Calabria non si è mai preso pienamente coscienza delle enormi potenzialità offerte dal trinomio terra-cielo-mare.

Gli 800 km di costa, che rappresentano una risorsa inesauribile potrebbero, se opportunamente valorizzati, dare ricchezza a tutta la regione.

Allo stesso modo, occorre porsi il problema della velocizzazione e della modernizzazione del sistema dei trasporti, puntando sulle autostrade dei mari e dei cieli.

Basta col pensare soltanto alla Salerno-Reggio Calabria, il cui ammodernamento è un tormentone che sembra non avere mai fine.

Il Porto di Gioia Tauro deve diventare lo snodo principale dei collegamenti con le altre regioni italiane e con quelle del bacino del Mediterraneo, così come il Porto di Sibari, che oggi è completamente fermo, dovrà rappresentare la porta commerciale e turistica verso i paesi dell'Adriatico.

Per il trasporto aereo è giunta l'ora di avere un aeroporto internazionale per arrivare  in Europa con costi sostenibili e per tutte le tasche.

Ma sono anche altre  le anomalie da correggere e gli interventi su cui puntare.

Le nostre Università sono frequentate da più di 30 mila studenti, ma sono completamente dimenticate per quanto riguarda la ricerca che è una delle chiavi di volta per vincere le sfide del terzo millennio.

Più ricercatori e meno burocrati, dunque. Più cervelli e meno mattoni.

Tra le questioni da affrontare senza indugio c'è poi quella del sistema del credito: non è possibile che nel nostro territorio siano presenti banche che si limitano a rastrellare denaro senza, però, fare investimenti e produrre ricchezza; e della sanità: con ospedali efficienti e personale medico e paramedico preparato e disponibile ad alleviare le sofferenze dei malati.

Il nuovo secolo sarà quello di Internet e dei computer, sempre più strumenti di lavoro ed opportunità di nuovi servizi. Per questo bisogna puntare su una scuola che insegni le lingue straniere ed i linguaggi informatici.

 

Per fare della Calabria una regione d’Europa, orgogliosa ed ambiziosa.

 


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