Attività Parlamentare

 

 

 

13/06/2001 Interpellanza per le infrastrutture calabresi Ecc.mo On. Presidente
Camera dei Deputati

Ai sensi degli artt. 136 e ss. del regolamento, il sottoscritto rivolge al Presidente del Consiglio la seguente interpellanza per sapere se e come il Governo intenda affrontare le problematiche inerenti i ritardi infrastrutturali e di servizi offerti ai cittadini calabresi che impediscono collegamenti rapidi efficienti ed economici con le altre regioni d'Italia e d'Europa.
Come è noto da non pochi anni sono iniziati i lavori di ammodernamento dell'A3, ancora oggi l'unica arteria di collegamento viario tra la Calabria ed il resto d'Italia.

I lavori procedono a rilento anche a causa del fatto che le tante ditte appaltatrici dei singoli lotti hanno predisposto un solo turno lavorativo di otto ore.
Per lunghi tratti il traffico è incanalato su una sola corsia sia nella direzione Nord-Sud che in quella inversa. I disguidi per gli utenti sono enormi con frequenti rallentamenti e lunghe code che, non è difficile prevedere nei mesi estivi saranno sempre maggiori.
I collegamenti aerei non sono certamente migliori. E' notizia recente quella dell'introduzione di un'ulteriore volo giornaliero da Lametia Terme a Roma Fiumicino. Purtroppo, però le tariffe dei biglietti rimangono eccessivamente elevate e le tratte nazionali limitate unicamente ai collegamenti diretti con gli scali di Milano e di Roma.
La Calabria per l'alta vocazione turistica e per l'elevato numero di cittadini emigrati nei diversi continenti ben si potrebbe prestare ad ospitare un grande scalo aeroportuale intercontinentale.
Così come meritano attenzione e valorizzazione i collegamenti sulle vie marittime.

Roma, 13-6-2001

On. Avv. Giacomo Mancini

 L'Onorevole Mancini, illustra  i contenuti dell'interpellanza, agli Onorevoli colleghi della Camera .(trascrizione stenografica completa)

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28/06/2001 - Misure contro la disoccupazione

La Camera, vista la condizione di particolare gravità della situazione economico-sociale nelle aree di Crotone e di Gela; tenuto conto dell'intesa raggiunta tra le parti sociali con l'attiva mediazione della «task force» per l'occupazione ed il Ministero del Lavoro relativa alla Pertusola di Crotone e
all'indotto di Gela; impegna il Governo ad attivare tutte le iniziative affinché gli accordi presi possano essere pienamente rispettati.

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10/07/2001 - Riduzione delle tariffe sui collegamenti con l'aereoporto di Lametia Terme

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la compagnia di bandiera italiana ha istituito per l'aeroporto di Lametia Terme voli diretti soltanto per Milano Malpensa e Roma Fiumicino;
un biglietto di andata e ritorno per tali tratte ha un prezzo assai elevato, avvicinandosi al milione di lire, di molto superiore agli standard che le altre compagnie private e straniere applicano per altre tratte di eguale o addirittura maggiore durata;
l'aeroporto di Lametia Terme, oggi, costituisce l'unica porta di ingresso in Calabria stante i ritardi esasperanti nell'ultimazione dei lavori di ammodernamento dell'A3 Salerno-Reggio Calabria -:
se e quali iniziative intenda prendere per ridurre le tariffe dei voli esistenti e per potenziare un aeroporto che per l'alta vocazione turistica della Calabria e a causa del consistente numero di emigranti calabresi che fanno ritorno nella loro terra d'origine da ogni parte del mondo, potrebbe diventare un grande scalo.
(2-00021)

  • «Mancini, Minniti, Oliverio, Bova, Adduce, Angioni, Battaglia, Bellini, Benvenuto, Bielli, Bolognesi, Buffo, Chianale, Cialente, Coluccini, Crisci, Galeazzi, Giacco, Grillini, Labate, Mariotti, Marone, Martella, Montecchi, Ottone, Piglionica, Pisa, Quartiani, Ruzzante, Sandi, Sciacca, Sedioli, Trupia, Vertone, Zanotti».

     L'Onorevole Mancini, quale promotore dell'interpellanza, ne illustra  i contenuti, agli Onorevoli colleghi della Camera .(trascrizione stenografica completa)

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    10/07/2001 - Criminalità organizzata

    I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio
    dei ministri, per sapere - premesso che:il 26 giugno 2001 davanti al giudice per le udienze preliminari di Bari è stata celebrata l'udienza preliminare fissata su richiesta del pubblico ministero per il rinvio a giudizio di Francesco Prudentino, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio,contrabbando; il predetto Prudentino è notoriamente considerato il capo della
    "sacra corona unita" ed il numero uno del contrabbando internazionale (cfr. l'Unità del 7 luglio 2001, pagina 4, La Repubblica dello stesso giorno inserto barese, pagina 1); nel processo in corso davanti all'autorità giudiziaria barese sono costituite parti civili il Consiglio dei Ministri e la Commissione
    Europea di Bruxelles; l'imputato Prudentino Francesco è difeso dall'avvocato Carlo Taormina, il quale nel Governo oggi in carica ricopre l'incarico di sottosegretario all'interno; secondo notizie di stampa l'avvocato Taormina il giorno 26 giugno ultimo scorso ha raggiunto il Tribunale di Bari con la scorta ed i mezzi di Stato e nel corso dell'udienza ha sostenuto la tesi, decisamente avversata dall'avvocatura dello Stato per conto del Governo italiano, secondo la quale i giudici del nostro Paese non avrebbero giurisdizione in relazione ai reati contestati giacchè gli stessi sarebbero stati commessi all'estero; nel corso dell'udienza l'avvocato e sottosegretario Taormina avrebbe poi pesantemente insultato l'avvocato dello stato accusandolo, insieme a tutti i suoi colleghi, "di non fare nulla" (cfr. l'Unità del 7 luglio 2001 citata) -: se i fatti esposti in premessa sono veri; quale valutazione politica, giuridica e deontologica esprime sui fatti stessi; quale credibilità internazionale ritiene possa avere l'azione governativa di indagine e repressione di fatti di criminalità internazionale, e tra questi quelli riconducibili al contrabbando, qualora il sottosegretario all'interno svolga, come nel caso dell'avvocato e sottosegretario Taormina, azione difensiva del numero uno del contrabbando internazionale; se il Presidente del Consiglio ritenga compatibile la presenza nel suo Governo di un Sottosegretario agli interni che è contemporaneamente difensore di quello che viene indicato come boss del contrabbando contro il quale il Governo è costituito parte civile; se il Presidente del Consiglio ritenga inoltre compatibile la presenza di quel sottosegretario con le esigenze della lotta alla
    criminalità e con il rispetto che il Governo deve concretamente manifestare nei confronti delle famiglie di coloro, comuni cittadini e appartenenti alle Forze dell'ordine, che sono stati uccisi dalle bande che sono indicate come facenti capo al cliente del sottosegretario Taormina; quali iniziative intenda ssumere; quali iniziative intenda assumere presso il ministro della giustizia al quale è affidata l'alta orveglianza del Consiglio nazionale forense.

  • «BONITO, FANFANI, BUEMI, AGOSTINI, AMICI, BIELLI, CALDAROLA, CAPITELLI, CARBONI, CENNAMO, CENTO, CEREMIGNA, CHIAROMONTE, CIMA, COSSUTTA, DETOMAS, DI GIOIA, DIANA, DUCA, FINOCCHIARO, GIACCO, GRIGNAFFINI, GRILLINI, GROTTO, KESSLER, LUCIDI, MANCINI, MANTOVANI, MASCIA, MINNITI, OLIVERIO, OLIVIERI, PANATTONI, PAPPATERRA, PETRELLA, PIGLIONICA, RAVA, ROSSIELLO, ROTUNDO, SANDI, SODA, ZANELLA, LUMIA»
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    24/07/2001 - Interventi in aree depresse

    I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle attività produttive, per sapere - premesso che:
    in Basilicata le tante infrastrutture viarie incompiute non richiamano alla mente un capolavoro, ma il perverso intreccio tra inefficienze, sprechi, commistioni tra pubblica amministrazione e
    imprese, progettisti, direttori dei lavori e addetti ai controlli, che molto spesso, a dispetto delle esigenze di modernità e sviluppo delle popolazioni, hanno determinato l'attuale intollerabile
    situazione; il caso più eclatante e scandaloso è sicuramente quello relativo alla strada Nerico-Muro Lucano; detta arteria fu finanziata con la legge n. 219 del 1981, che all'articolo 32 prevede il finanziamento di infrastrutture finalizzate alla ricostruzione e allo sviluppo del dopo sisma del 23
    novembre 1980; l'appalto o meglio la concessione relativa a tale strada fu data dai Ministri commissari alla società ATI-ICLA per diverse centinaia di miliardi; sono passati quasi venti anni e la strada è ancora incompiuta; le cause sono molteplici: diverse questioni tecniche insorte e
    rapporti non limpidi con l'ICLA, che oggi è oggetto di inchiesta da parte della Magistratura;
    il Ministero delle attività produttive, cui è attestato l'Ufficio B5 per le aree terremotate e gli insediamenti produttivi, da troppo tempo non sblocca la ingarbugliata situazione
    giuridico-tecnico-amministrativa, per cui sono legittimi anche i dubbi più inquietanti;
    per l'ulteriore prosecuzione dei lavori ed il definitivo completamento della importante arteria, che collega aree campane a parte significativa del territorio lucano a suo tempo interessato dal
    sisma, vi sarebbe il necessario finanziamento nel cosiddetto decreto Bersani; se impedimenti di natura amministrativo-giudiziaria non consentissero all'ICLA di eseguire i lavori di completamento, si potrebbe in tempi brevi affidare ad altra impresa tale compito, naturalmente previa approvazione dello stato di consistenza dei lavori finora eseguiti; il deficit infrastrutturale della Basilicata è intollerabile. È pari al 61 per cento rispetto alla media nazionale. Ciò vanifica gli sforzi che gli amministratori regionali e locali fanno per accelerare il definitivo decollo economico di una regione che ha notevoli risorse (petrolio, acqua, beni culturali e ambientali eccetera) e che contribuisce non poco alla ricchezza nazionale; i danni di immagine del Governo, nello specifico del Ministero competente e dei tecnici preposti, è enorme, ma non meno grave è la beffa per le popolazioni dei comuni direttamente interessati (Muro Lucano, Castelgrande, Pescopagano, Rapone, Ruvo del Monte, San Fele, eccetera) e per la intera collettività lucana -: quali provvedimenti, anche di natura straordinaria, intendano adottare per il completamento, in tempi realmente brevi, della strada Nerico-Muro Lucano.

  • «LETTIERI, MOLINARI, OLIVERIO, MOSELLA, OTTONE, BOVA, PISA, FIORONI, MANCINI, BUEMI, LADU, PISCITELLO, GIACHETTI, BANTI, DE FRANCISCIS, COLUCCINI, CRISCI, MEDURI, BIMBI, RUTA, COLASIO, SANTAGATA, PISTONE, CALDAROLA, PAPINI, VERNETTI, BOCCIA, BIANCHI, REALACCI, BIANCO, FLUVI, LUCIDI, BOTTINO, POTENZA, MORGANDO, LODDO, SQUEGLIA, IANNUZZI, FUSILLO, FISTAROL, TANONI, BURTONE, TUCCILLO »
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    01/08/2001 - Indagini Giudiziarie

    Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: in data 2 luglio 2001 il Gip presso il Tribunale di Crotone, su richiesta del Procuratore della Repubblica, emetteva ordinanza di
    custodia domiciliare nei confronti del Presidente della Provincia della stessa città e di altre persone;
    il successivo 6 luglio, dopo l'espletamento di un complesso incidente probatorio, il Gip disponeva la revoca della misura custodiale nei confronti di tutti gli indagati; il 7 luglio il Procuratore della Repubblica, dottor Francesco Tricoli, diffondeva, su carta intestata "Procura della Repubblica di
    Crotone", un "comunicato stampa", ripreso all'indomani con grande rilievo dai principali organi di informazione regionali e locali, del seguente testuale tenore: "Mi corre l'obbligo di comunicare, al fine di garantire una corretta informazione su ciò che sta avvenendo a proposito dell'indagine sui
    fatti per i quali sono indagate alcune persone (politici e funzionari dell'ente provincia ed imprenditori);
    che ieri si è svolto l'incidente probatorio che ha confermato, come in quello precedente, in pieno le ipotesi accusatorie in quanto tutti i dichiaranti hanno confermato integralmente davanti ad un giudice
    terzo (GIP) e nel contraddittorio delle parti le dichiarazioni rese davanti al Pm; che proprio per queste ragioni, non sussistendo più esigenze cautelari dal momento che la prova dei fatti contestati agli indagati era stata cristallizzata definitivamente, l'ufficio Procura non si è opposto alla scarcerazione degli stessi; che non bisogna confondere la gravità del quadro probatorio accertato nei confronti degli indagati con il venir meno delle esigenze cautelari; che le indagini proseguono; mi auguro che questo valga a far cessare lo sport o l'hobby, quasi mai in buona fede e quasi mai per amore della legalità e quasi sempre per disinformare l'opinione pubblica, di mettere in dubbio sic et simpliciter, senza avere alcuna conoscenza delle carte processuali e/o la preparazione adeguata e senza l'umiltà di attendere l'esito del procedimento e/o delle sue fasi, l'operato degli inquirenti, che con umiltà, dignità e serietà lavorano esclusivamente per l'unica finalità istituzionale: riaffermazione della legalità senza guardare
    in faccia nessuno e rispettando il principio costituzionale che la legge è uguale per tutti;
    i giochi di attacco ai magistrati della Procura oggi sono sempre più raffinati e subdoli. Già in passato questo ufficio ha dovuto sperimentare l'incivile sport. Spero che certe esternazioni cessino e
    che ognuno si riappropri della cultura del rispetto, della dignità, dell'umiltà; spesso mi chiedo come possa riaffermarsi nel nostro territorio la legalità, come possano trasmettersi i valori costituzionali alle
    nuove generazioni, come dire ai nostri figli che viviamo in uno stato sociale e di diritto, che l'illegalità non è solo quella della criminalità che consuma nel sangue la propria condotta; oggi c'è molta superficialità e strumentalizzione nell'aggredire coloro che lavorano con senso del dovere per far rispettare le leggi; oggi chi è rimasto a sognare la fine dell'illegalità? Chi è dalla parte di coloro che compiono il proprio dovere istituzionali, con enormi sacrifici, in un'ottica di puro servizio e rischio personale e dei propri familiari?; personalmente ritengo che quasi tutti i cittadini desiderano ancora
    vivere in un territorio pulito, dove i valori siano con coerenza etica e operativa trasmessi ai ragazzi;
    c'è ancora la gente che lavora, che aspira alla prima occupazione, che desidera vivere in condizioni di sicurezza etico-sociali assicurate dalle istituzioni, che trova risposte alle proprie legittime aspettative; ma c'è anche - e non possiamo meravigliarci - anche la gente rassegnata, arrabbiata, delusa, che avverte il senso della sconfitta e della mortificazione, che si sente dispersa, che resta ammutolita di fronte a tanta arroganza e voglia di impunità, di fronte alle vittorie della criminalità, di fronte al degrado istituzionale; quanti tentativi sono fatti ogni giorno per deviare l'opinione pubblica dalle giuste direttive e per trasformarla - con inganni ed artifizi - in un movimento di ostilità verso i magistrati impegnati con fermo rigore giuridico, finalizzato esclusivamente all'applicazione e al ripristino della legalità; quanto alla cosiddetta solidarietà siccome intesa, esercitata ed esteriorizzata in talune occasioni,... mi astengo da qualsiasi considerazione; da parte di molti è stata svuotata di contenuto ed oggi il senso della solidarietà vive solo nel cuore, nella mente, nella coscienza, nella cultura personale e nell'operato autentico e silenzioso di chi veramente condivide questo nobile sentimento verso il prossimo"; al di là della inopportunità da parte dell'organo inquirente di esprimere, all'indomani della scarcerazione degli indagati, valutazioni di merito in ordine al fondamento dell'accusa e della
    estemporaneità di certe confuse analisi sociologiche in ordine allo stato delle istituzioni e al rapporto di queste con la società civile, il "comunicato stampa" - che ha creato scalpore e sconcerto in vasti ambienti del crotonese e dell'intera Calabria - rivela, una preoccupante condizione psicologica dell'inquirente nonché un grado di coinvolgimento personale nella vicenda palesemente incompatibile
    con l'equilibrio necessario alla gestione di inchieste giudiziarie che sollecitano l'attenzione della opinione pubblica -: alla luce di quanto esposto, quali iniziative di propria competenza, eventualmente anche di carattere ispettivo, intenda adottare rispetto alla vicenda segnalata.

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    01/08/2001 - Assetto Società Acque Minerali

    I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle attività produttive, per sapere - premesso che:
    la Sorgenti spa, notoriamente di proprietà di Giuseppe e Tullio Ciarrapico, ha preso in gestione dalla Sanità spa, controllata dalla Banca di Roma, la Fonte Appia, dove si imbottiglia l'omonima acqua
    minerale, di proprietà della Idrominerale Romana Bognanco (IRB); la IRB, in base ad un preciso "piano" approvato dalla Banca di Roma, era stata conferita dagli stessi Giuseppe e Tullio Ciarrapico alla Sanità nel 1995; nel 1999, la Sanità, controllata dalla Banca di Roma, ha ceduto la
    Idrominerale Romana Bognanco unitamente alla famosa clinica Villa Stuart ad una misteriosa società, la Europa Service srl, per l'incredibile somma di lire 100.000 (centomila), secondo gli interpellanti, è necessario che si verifichi a chi in realtà sia riconducibile tale società; i signori Giuseppe e Tullio Ciarrapico, acquisita nell'anzidetto modo la disponibilità della Fonte Appia, vorrebbero cambiare destinazione all'intera zona, trasformandola in un centro commerciale, riducendo, a tal fine, drasticamente la produzione di acqua minerale, con gravissime ripercussioni sul piano occupazionale;
    risulta inoltre che i signori Ciarrapico abbiano chiesto un rinnovo della relativa concessione mineraria alla regione Lazio; il signor Giuseppe Ciarrapico, a seguito di sentenze passate in giudicato per reati continuati commessi fino al 1993, in base all'articolo 47 della legge n. 354 del 1975 (la cosiddetta legge Gozzini), in data 5 luglio 2000 è stato affidato al servizio sociale in vista di una sua possibile rieducazione; il Gup di Frosinone, con sentenza del marzo del corrente anno, a seguito della domanda di patteggiamento avanzata, ha condannato il signor Tullio Ciarrapico a tre anni di reclusione (ridotti ad un anno e nove mesi) ed il signor Giovanni De Sanctis, amministratore unico della Sorgenti spa, a due anni e tre mesi (ridotti ad un anno e sei mesi); nei confronti del signor Giuseppe Ciarrapico, sono in corso numerosi procedimenti penali per reati societari commessi successivamente al 1993 -:
    secondo gli interpellanti, almeno per una elementare questione di decenza, la concessione mineraria non dovrebbe essere rinnovata in favore della Sorgenti spa, viste le condanne recentemente subite
    dagli amministratori della stessa e la cattiva gestione della sorgente Appia che ha determinato la crisi dell'attività produttiva con conseguente caduta occupazionale; nell'ambito dei propri poteri di indirizzo e coordinamento in materia di concessioni minerarie, quali iniziative di propria competenza intenda adottare in relazione alla vicenda citata, tenuto conto, tra l'altro, delle esigenze di tutela dei lavoratori e dell'interesse pubblico ad una corretta gestione della sorgente Appia.

  • «RUGGHIA, VIOLANTE, AMICI, NIEDDU, DE BRASI, COLUCCINI, BATTAGLIA, LEONI, LULLI, CAZZARO, FUMAGALLI, FRANCI, FOLENA, FLUVI, FINOCCHIARO, FILIPPESCHI, FASSINO, DUCA, BOLOGNESI, BOGI, BENVENUTO, MANCINI, MAGNOLFI, LUONGO, LUMIA, LUCIDI, MONTECCHI, MINNITI, MELANDRI, MARAN, MANZINI, CAPITELLI, CALZOLAIO, CALDAROLA, CABRAS, BURLANDO, BUFFO, BOVA, BORRELLI, GRILLINI, GRIGNAFFINI, GRANDI, GIULIETTI, GIACCO, GASPERONI, GAMBINI, GALEAZZI, CHIANALE, CHIAROMONTE, CHITI, CORDONI, CIALENTE, CENNAMO»

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    28/09/2001 - Maltrattamenti e sevizie

    Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: ogni anno vengono assassinate, in Italia, persone omosessuali e transessuali a causa di sentimenti e comportamenti ferocemente omofobi e razzisti che ristagnano in alcuni settori e sacche di marginalità sociale. Nella sola capitale 26 risultano gli omicidi di omosessuali dal 1990 ad oggi. Tutti molto omogenei per caratteristiche e modalità. Nella maggioranza dei casi si tratta di assassini perpetrati a casa delle stesse vittime, solitamente ultracinquantenni che vivono la propria omosessualità in modo nascosto, "clandestino" e, talvolta, isolato rispetto al resto della comunità Glbt (gay, lesbica, bisessuale, transessuale). Gli assassini, quando sono identificati, risultano spesso giovani legati al mondo della prostituzione maschile o relegati a varie forme di marginalità sociale (immigrati clandestini, senza-tetto, tossicodipendenti eccetera). Cresciuti non di rado in ambienti ad alto tasso di omofobia, nutrono un forte disprezzo verso i loro stessi "clienti" o partner occasionali, sentimento talvolta rincalzato da un'incerta identità sessuale e dal rifiuto della propria omosessualità. Diverso il caso delle uccisioni di persone transessuali, generalmente maturati in seno al giro della prostituzione, compiute per mano di "clienti" violenti, che uniscono allo sfregio e alla svalutazione umana della partner sessuale comportamenti di sopraffazione fino all'omicidio; a metà del luglio scorso il fenomeno, esteso a tutto il territorio nazionale, proprio a Roma ha subito un sussulto di discontinuità, destinato ad alzare il livello di allarme e di preoccupazione. A cadere vittima della ferocia omofobica è stato infatti un giovane sardo di 26 anni, Francesco Alessandro Bertorini, trasferitosi nella capitale per studio e lavoro. Notevolmente più giovane delle altre vittime, socialmente inserito, anche all'interno della comunità Glbt romana, perseguiva con passione progetti artistici che non gli negavano soddisfazioni. Imputato del suo omicidio, un partner violento, di 41 anni, incontrato poco prima, pregiudicato e da poco in libertà dopo 17 anni di carcere, per aver ucciso a bastonate una prostituta. Anche in questo caso, nelle parole della confessione dell'assassino, emerge quale elemento scatenante della ferocia omicida, il disprezzo per l'omosessualità del partner; al fenomeno degli omicidi si aggiungono le innumerevoli violenze che vanno dal semplice dileggio, all'abuso psicologico, alla minaccia e all'aggressione verbale e fisica, talora di matrice dichiaratamente razzista o neo-nazista, che colpiscono migliaia di persone omosessuali nel nostro Paese. La varietà dei fenomeni non offusca tuttavia la comune origine omofobica dei comportamenti. Lo sfregio, il disprezzo, l'odio verso la diversità rappresentata dalle persone omosessuali e transessuali, soprattutto di quelle che aspirano ad una vita socialmente integrata e non nascondono la propria identità, sono riscontrabili in ognuna delle aggressioni portate alla luce e documentate; le stesse forze dell'ordine ammettono la difficoltà investigativa di questo tipo di omicidi e violenze. Le indagini devono infatti misurarsi con l'omertà delle vittime e delle persone loro più vicine, che non di rado vedono ancora nella polizia un "nemico" da cui guardarsi, anche per episodi e comportamenti in qualche modo umilianti o minacciosi di cui si sono resi protagonisti alcuni suoi stessi componenti. Se a ciò si aggiunge la natura stessa delle aggressioni spesso scaturite da avventure occasionali e clandestine e non maturate, quindi, all'interno della rete delle relazioni abituali delle vittime, si può facilmente comprendere la difficoltà dell'opera di prevenzione e repressione di questo tipo di crimini, dalla legislazione di un numero via via crescente di paesi occidentali definiti "crimini dell'odio" (hate crimes nei paesi anglosassoni); dagli studi e dalle esperienze di altri stati (Gran Bretagna, Austria, Olanda) è emerso che il nodo strategico su cui intervenire, per contrastare efficacemente queste violenze, è costituito dalla relazione tra forze dell'ordine, persone omosessuali e comunità Glbt. Avviando una campagna di formazione degli operatori delle agenzie deputate a vigilare sulla sicurezza dei cittadini, anche attraverso l'opportuno coinvolgimento delle organizzazioni Glbt, è possibile accrescere la fiducia e il rispetto reciproco tra persone omosessuali, transessuali e polizia; in Gran Bretagna la polizia prevede veri e propri reparti "gay" annoverati tra le cosiddette Community safety units (Csu) che si occupano di crimini d'odio, razzisti, omofobici e di violenza domestica. Queste unità sono diffuse in tutta Londra e si compongono di personale specificamente addestrato per relazionarsi con le diverse comunità e per trattare diverse questioni culturali. Le unità Csu lavorano in stretto contatto con le organizzazioni rappresentanti delle diverse comunità. Recepiscono denunce dalle organizzazioni (ma anche da amici o parenti) in caso la vittima preferisse non rapportarsi direttamente con la polizia. Indirizzano la vittima stessa alle associazioni in caso si sia rivolta in prima istanza alle unità Csu non, o non solo, per denunciare l'aggressione, ma anche per ricevere aiuto specializzato. Le unità forniscono alla vittima tutte le informazioni durante le indagini, e garantiscono protezione qualora la vittima si sentisse in pericolo. Ogni caso e quindi ogni persona viene affidato ad un unico agente che si occuperà della questione dall'inizio alla fine. Le unità si presentano come un tramite amichevole e trasparente tra le vittime e la polizia. Dopo le indagini, infatti, e una volta formalizzata l'accusa, il caso diventa di competenza di altri organi della polizia. Il supporto continua anche qualora si giunga in tribunale. In questo caso, oltre ad un opera di informazione e sostegno, le unità garantiranno alla vittima il massimo livello di privacy. Gli scopi dichiarati del progetto sono: 1) ridurre la portata dei crimini d'odio; 2) accrescere la fiducia nella polizia da parte delle minoranze; in Olanda esistono già da anni poliziotte e poliziotti apertamente lesbiche e gay. Un progetto nato nel 1995 "Polizia e diversità" propone un corpo di polizia "ricco di colori". Nel giugno 1998 uscì un opuscolo del ministero dell'interno olandese, intitolato "Rosa in blu, polizia e omosessualità", allo scopo di promuovere il miglioramento del clima di lavoro e l'accessibilità alle persone omosessuali nelle Forze dell'ordine olandesi. Il ministero, i corpi di polizia, i sindacati di polizia e naturalmente i gay e le lesbiche vengono invitati ad impegnarsi per rimuovere ogni possibile ostacolo allo sradicamento di ogni emarginazione. La polizia olandese ha programmato di rappresentare nelle proprie file percentualmente tutti gli strati della popolazione. Rappresentare le più diverse opinioni ed i diversi stili di vita viene considerato come importante condizione per la legittimità e l'efficacia operativa della polizia. La politica multiculturale adottata pone tutti i componenti delle forze dell'ordine su un piano di parità. Da una ricerca si è costatato che organizzazioni composte da persone di diversa estrazione, cultura, razza, sesso, orientamento sessuale, eccetera si adattano meglio e più velocemente ai cambiamenti nella società. L'obiettivo è quello di una polizia preparata a lavorare in una società sempre più in evoluzione. All'inizio, naturalmente, si possono trovare resistenze all'integrazione anche all'interno dei reparti di polizia. Gli elementi stranieri e omosessuali vengono per questo motivo accompagnati dai cosiddetti "tutori", i quali si adoperano per eliminare ogni razzismo o emarginazione. Viene giudicato importante rappresentare ampie quote di persone di colore e gay anche nei quadri dirigenziali della polizia. Il principio ispiratore di questa politica è che una polizia viene legittimata e riconosciuta dal pubblico se riesce ad essere lo specchio pulito della società nella quale deve operare. Il reclutamento di personale multiculturale non viene considerato un'opzione, bensì una necessità motivata da chiari interessi. Questo non vale solo per la polizia ma per tutta la pubblica amministrazione ed anche per le aziende. Per la pubblicazione e l'informazione sulla politica multiculturale vengono impiegati depliant, messaggi e-mail, numeri verdi, materiali audiovisivi, giornali, radio e televisioni nazionali e regionali, pubblicazioni dei diversi gruppi. La pubblicità risultata più efficace è il passa parola sulle esperienze positive avute con la polizia. Si considera prioritario cambiare la visione negativa, che spesso gli omosessuali e gli immigrati hanno delle forze dell'ordine, in passato viste come un apparato repressivo. In una visione positiva, invece, che considera il poliziotto un vero difensore della legge, dell'equità, ci si rende conto del compito sociale di quella professione: la promozione di una convivenza civile senza razzismo e senza emarginazione. L'esperienza fatta in Olanda insegna che è meglio reclutare due o tre gay insieme e non uno alla volta. Viene anche consigliato di organizzare attività culturali e di informazione all'interno dei reparti, attività volte a perseguire l'accettazione del diverso. Per ottenere risultati soddisfacenti e duraturi si consiglia l'istituzione di corsi di comunicazione interculturale che serviranno a promuovere l'integrazione delle persone diverse con le quali si dovrà collaborare e a riconoscere ed evitare atteggiamenti, anche involontari, offensivi ed emarginanti. In Olanda questa rivoluzione culturale è già avviata da tempo e dopo che nel 1996 i ministeri interessati ebbero dato il via al progetto "Polizia e diversità 1996-2000", già si vedono positivi e incoraggianti risultati. Il progetto, basato su approfonditi studi di diverse università, di consulenti delle forze dell'ordine, gay e lesbiche, medici, psicologi, sessuologi, sociologi, criminologi, eccetera, promuove l'informazione allo scopo di rimuovere pregiudizi e stereotipi nei riguardi dell'omosessualità. La polizia impara così ad avere un atteggiamento positivo verso il mondo dei diversi ed acquista una sufficiente conoscenza e preparazione nei riguardi dell'omosessualità. La polizia impara così ad avere un atteggiamento positivo verso il mondo dei diversi ed acquista una sufficiente conoscenza e preparazione nei riguardi dell'omosessualità, un ambiente un tempo nascosto, omertoso, di difficile interpretazione, che ora si sta aprendo ineluttabilmente con risultati di vasta portata sociale; in Australia è in corso un progetto decisamente avanzato ed esclusivamente mirato alla comunità gay. Scopi dichiarati sono migliorare i rapporti tra Polizia e comunità Glbt, ridurre i crimini contro le persone omosessuali e transessuali e incoraggiare la denuncia di crimini basati sull'odio. La costruzione di un rapporto fiduciario passa anche attraverso il pubblico riconoscimento che fino al 1984 la polizia era compiaciuta delle violenze perpetrate ai danni di persone Glbt, se non, addirittura, parte attiva di atti violenti. Altri elementi fondamentali della costruzione di tale rapporto sono: la partecipazione in uniforme ed in orario di lavoro ad appuntamenti gay come il famosissimo Gay and Lesbian Mardi Gras e il reclutamento di personale gay-lesbico con pubblicità mirate in pubblicazioni Glbt. A questo proposito va sottolineato che, tuttavia, i Gllo (Gay and Lesbian Liaison officers), gli operatori della polizia australiana che si occupano di crimini contro omosessuali o transessuali, non sono necessariamente persone Glbt. I crimini presi in considerazione sono: insulti, molestie, percosse, violenza, minacce e molestie nel quartiere di residenza, omicidi, estorsione di denaro, ricatto, rapina, violenza domestica (incluse rappresaglie della famiglia d'origine o della precedente famiglia eterosessuale alla scoperta dell'omosessualità della vittima), violenza sessuale. Tutti gli agenti ricevono un addestramento specifico per operare con la comunità Glbt e un manuale viene messo a loro disposizione. Lo stesso sito web fornisce già un significativo servizio informativo con una sezione riguardante le leggi e i diritti delle persone omosessuali. In alcune zone sono, inoltre, stati costituiti comitati consultivi composti da esponenti della comunità Glbt che la polizia deve consultare prima di compiere un'ampia gamma di azioni. I Gllo, agenti impiegati a tempo pieno in questo settore, sono presenti in tutti i commissariati di Sydney e in molti del New South Wales. Essi sono disponibili come punti di contatto per i membri della comunità Glbt e assistono l'implementazione dei pattugliamenti della polizia attuati per ridurre, prevenire e rispondere ai crimini contro persone Glbt. Anche il progetto australiano, che assume i tratti di un customer service, punta molto sulla confidenzialità e il rapporto personale tra Gllo e persone Glbt. Tra le altre attività spiccano: una campagna educativa rivolta alla comunità Glbt, per incentivare le denunce dei crimini basati sull'odio; gruppi di lavoro nelle scuole, con la presenza di agenti e persone Glbt, per prevenire l'omofobia e la violenza contro gay e lesbiche; la promozione a livello internazionale della consapevolezza dell'esistenza della violenza antigay; l'istituzione di unità di assistenza utenti ove esprimere lagnanze riguardanti la condotta della polizia e i servizi da essa offerti; l'istituzione di un ufficio ove gli impiegati delle forze di polizia possono denunciare discriminazioni sofferte e trovare assistenza; la formulazione di un vademecum per il comportamento più adatto che gli agenti devono adottare nel loro servizio di prevenzione del crimine nei luoghi frequentati da gay; in Italia, nel 1986 ci fu il primo incontro tra una delegazione delle associazioni gay e l'allora sottosegretario agli interni onorevole Barsacchi, nel 1994 una delegazione dell'Arcigay è stata ricevuta dall'allora Ministro dell'interno Roberto Maroni e nel 1997 dall'omologo Ministro Giorgio Napolitano, ponendo all'attenzione del Governo il fenomeno delle violenze e degli omicidi delle persone omosessuali e transessuali e ricevendo ampie assicurazioni sull'impegno del Ministero stesso. Nell'agosto 1996, il questore di Viterbo, dottor Vincenzo Boncoraglio, istituì il primo numero telefonico di una questura al servizio di persone omosessuali vittime di violenze e abusi. Iniziativa che venne ripresa poi a Roma ed in altre città, rappresentando un significativo segnale di apertura della polizia verso le problematiche gay.

    Nel 1998 è stato individuato come referente di un percorso comune, all'interno del Ministero dell'interno, il dottor Pansa, senza tuttavia conseguenze sul piano operativo -: se il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'interno nonvogliano intervenire nell'ambito delle rispettive competenze per promuovere nuove e più efficaci misure atte a contrastare, prevenire e reprimere violenze e omicidi di persone omosessuali e transessuali, e in particolare a: istituire appositi corsi di formazione rivolti alle forze dell'ordine sul rapporto con la comunità gay lesbica, finalizzati al rispetto delle identità individuali e al sereno rapporto con le strutture organizzate della comunità Glbt; abolire definitivamente la pratica della schedatura delle persone omosessuali; garantire la non discriminazione all'interno delle forze dell'ordine del personale omosessuale, oggi costretto per lo più a nascondere la propria identità ed esposto al rischio di licenziamento; attivare, a cura del centro studi del Ministero degli interni, un "libro bianco" annuale sui suicidi e sui delitti anti-gay e lanciare una campagna di prevenzione condotta unitariamente alle associazioni Glbt; individuare un funzionario responsabile delle relazioni tra la comunità Glbt e le forze dell'ordine così come già fatto nelle
    precedenti legislature; incontrare una delegazione di rappresentanti delle associazioni Glbt
    italiane per discutere della possibilità di realizzazione, implementazione e attivazione delle richieste ai punti precedenti

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    09/10/2001 - Aereporto di Milano-Malpensa

    I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che: i recenti drammatici avvenimenti dell'11 settembre a Washington e New York hanno, tra l'altro, determinato conseguenze gravissime sul
    traffico aereo mondiale; l'effetto-crisi causato dal disastroso attentato sta provocando anche
    in Italia conseguenze preoccupanti; in particolare l'Alitalia, a seguito della diminuzione del traffico
    aereo del 20 per cento si vedrà costretta a tagliare 34 rotte (intercontinentali, internazionali e nazionali), perché fortemente in perdita, e a rinunciare agli investimenti programmati; la Compagnia di bandiera ha comunicato che 2500 posti di lavoro sono fortemente a rischio; in tale situazione l'Amministratore Delegato di Alitalia ha invocato maggior interesse ed una più chiara iniziativa da parte del principale azionista (Tesoro) che, in questo frangente secondo gli interpellati, ha dimostrato totale latitanza e disimpegno; non è ipotizzabile un risanamento aziendale ed un piano di rilancio
    facendo pagare soltanto all'occupazione il prezzo di un'operazione che merita ben altro impegno del Governo, rispetto alla condizione attuale che si è verificata nell'intero comparto aereo (vettori,
    operatori aeroportuali e attività indotte); ad aggravare ulteriormente il quadro economico dell'Alitalia si è aggiunta la conferma del diniego dell'Unione europea contraria a nuovi aiuti di Stato alla Compagnia italiana; la stessa Società Alitalia ha richiesto di poter investire i 750 miliardi, a suo tempo autorizzati dall'Unione europea e non ancora utilizzati per la sua ricapitalizzazione; a questi problemi già abbastanza gravi, si aggiunge quello degli investitori privati che potrebbero partecipare al capitale azionario e sul quale ad oggi, tuttavia, permane la più assoluta incertezza, senza che il Governo o i ministri competenti abbiano sinora chiarito quale siano le reali intenzioni dell'esecutivo; questa evoluzione dei fatti crea fondati timori che sulla Società possano mettere le mani capitali stranieri, che ne snaturerebbero il ruolo e la funzione di Compagnia di bandiera; nonostante gli sforzi e le assicurazioni dell'Amministratore Delegato Mengozzi sul fatto che Malpensa resterà il primo porto hub per la Compagnia di bandiera, stanno nascendo incomprensioni e reazioni da parte della regione Lombardia e della Sea nei confronti dell'Alitalia, arrivando a reciproci scambi, in ordine a presunte
    inadempienze contrattuali di ambo le parti, dimenticando la Sea, la regione e il comune di Milano i ripetuti tentativi messi in fatto per impedire l'avvio di Malpensa; a questo complesso di questioni si aggiunge lo stato di difficoltà nel quale cominciamo a trovarsi le Società che gestiscono i servizi
    aeroportuali sul territorio nazionale e gli altri vettori minori; l'Adr (Aeroporti di Roma) per esempio, si trova a fronteggiare la crisi in cui versano i 450 lavoratori della Società Ligabue che
    rischiano il licenziamento se entro il 31 dicembre 2001, non verrà trovata una soluzione adeguata a soddisfacente per tutti; le organizzazioni sindacali, di fronte a tanta incertezza e tanta confusione e soprattutto di fronte ad una evidente quanto incomprensibile latitanza del Governo, hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione, chiedendo urgenti incontri con i ministri competenti -:
    quali notizie abbia in relazione alle questioni esposte e quali soluzioni intenda dare alla complessa e grave condizione dell'intero settore.

  • «TIDEI, ADDUCE, ALBONETTI, BOLOGNESI, BUGLIO, CARLI, DE LUCA, GASPERONI, GIACCO, GRANDI, GRIGNAFFINI, MANCINI, OTTONE, PANATTONI, PEPE, PETRELLA, PIGLIONICA, PINOTTI, PISICCHIO, QUARTIANI, RAFFALDINI, ROGNONI, SANDI, SANDRI, SEDIOLI, STRAMACCIONI, SUSINI, TOLOTTI, TRUPIA, VIANELLO, DUCA»
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    09/10/2001 - Chiarimenti sul Trasferimento Procuratore Boemi

    Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: in data 20 settembre 2001 alcuni organi di informazione riferivano di un progetto criminoso, ad avviso dell'interrogante improbabile, quanto fantasioso, ai danni del Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Reggio Calabria, dottor Salvatore Boemi, che sarebbe fallito grazie alla resipiscenza di un non ben precisato affiliato alla malavita organizzata; al contrario, negli stessi giorni, il Procuratore nazionale antimafia, dottor Pier Luigi Vigna, in visita in Calabria, in maniera perentoria smentiva categoricamente che presso la Procura di Catanzaro fosse iniziata alcuna indagine in relazione a minacce o preparazioni di attentati nei confronti di magistrati di Reggio Calabria; da alcune agenzie di stampa si è appreso dell'esistenza di un'inchiesta ministeriale riguardante il citato magistrato nonché dell'apertura di un procedimento per il trasferimento d'ufficio dello stesso per incompatibilità ambientale -: quali notizie abbia il ministro delle vicende esposte in premessa

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    17/10/2001 - Immissione di Clementine Spagnole nel mercato Italiano

    Giacomo Mancini jr, deputato al Parlamento, accogliendo le sollecitazioni provenienti dai Presidenti della provincia di Cosenza della Confederazione italiana agricoltori ( Italo Garrafa), dell’Unione Provinciale degli Agricoltori (Renzo Caligiuri) e della Federazione provinciale coltivatori diretti ( Nicola Lucchetta ), preoccupati per l’immissione nel mercato italiano di clementine provenienti dalla Spagna ma vendute nel nostro Paese sotto marchio italiano, ha presentato al Ministro per le attività produttive la seguente interrogazione: “ per sapere- premesso che le associazioni degli agricoltori italiani riferiscono che da alcuni giorni i mercati del nostro paese sono invasi da clementine c.d. “ affogliate “ provenienti dalla Spagna ma vendute al pubblico con marchi italiani, quali iniziative intenda prendere per far cessare tale operazione che non rispetta il sacrosanto diritto dei consumatori di conoscere la provenienza dei prodotto che acquistano e che è in dispregio della normativa che prevede la commercializzazione nei paesi U.E. di clementine con la foglia solo all’Italia ed alla Corsica”.

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    25/10/2001 - Chiarimenti in merito all'attività del Consiglio Comunale di Bologna

    I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che: in un ordine del giorno approvato nella seduta del 22 ottobre 2001 il Consiglio Comunale di Bologna auspica che "... in un clima di ritrovata pacificazione nazionale, l'Associazione familiari delle vittime del 2 agosto voglia prendere in considerazione l'eventualità di abolire la parola "fascista" sia dalla lapide in stazione che ricorda le vittime, sia dai manifesti stampati per ricordare l'anniversario"; il Presidente dell'Associazione Paolo Bolognesi ha dichiarato "L'aggettivo fascista non ce lo siamo inventato noi. Viene fuori dai dati storici e giudiziari del processo. Su questo non si transige". E ha inoltre aggiunto "Non si capisce come mai l'odg contenga due cose civili, come la sollecitazione a discutere la proposta di legge per abolire il segreto di Stato e a fare avere il risarcimento a coloro che, dopo i 21 anni, non lo hanno ancora avuto, e poi le mescoli con un simile auspicio"; dopo ben cinque gradi di giudizio la Corte di Cassazione ha stabilito che gli esecutori materiali della strage sono un gruppo di neofascisti, e che ufficiali dei servizi fortemente influenzati a quell'epoca dalla P2 di Licio Gelli hanno operato per depistare le indagini dei magistrati; quanto scritto sulla lapide corrisponde quindi in pieno alla verità storica e giudiziaria sulla strage del 2 agosto alla stazione ferroviaria di Bologna; l'invito contenuto nell'odg approvato dal Consiglio Comunale di Bologna ferisce l'Associazione dei familiari e offende la coscienza civica della città di Bologna, la quale ricorda la strage il 2 agosto di ogni anno con grande commozione e partecipazione dei cittadini; l'articolo 82 della legge n. 388/2000 (legge finanziaria) contiene previsioni volute dal Parlamento volte a sanare i risarcimenti ancora aperti alle vittime del terrorismo e della criminalità; l'impegno del Parlamento per un rapido esame della legge sull'abolizione del segreto di Stato sui delitti di strage e per il risarcimento, alle vittime che non ne hanno ancora fruito è pienamente legittimo e dagli interpellanti condiviso ma non ha nulla a che fare con l'invito a togliere l'aggettivo fascista dalla lapide, come ha giustamente osservato il Presidente dell'Associazione Paolo Bolognesi; sulla cancellazione della verità e sulla riscrittura della storia a fini di parte non si può basare alcuna pacificazione, ma al contrario si producono nuove lacerazioni e nuovi conflitti -: se il Governo non intenda assumere un'iniziativa volta a rassicurare l'Associazione dei familiari delle vittime e la città di Bologna che la lapide non verrà manomessa; se il Governo intenda adottare le opportune iniziative anche di carattere normativo volte all'abrogazione del Segreto di Stato sui delitti di strage; se finalmente il Governo, ad un anno dalla sua approvazione, intenda dare attuazione al dettato dell'articolo 82 della legge 388/2000.



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