ANDIAMO
AVANTI!
Archiviata la fase di formazione del nuovo governo, per la verità
caratterizzata da una lunga serie di rituali spartitori che pensavamo
non avrebbero avuto cittadinanza nel nuovo sistema politico, ed incassato
il voto di fiducia, peraltro scontato, prima del Senato e poi della
Camera, il nuovo Presidente del Consiglio dovrà adesso iniziare
a governare il Paese cercando di mantenere i tanti impegni presi con
gli elettori nel corso della campagna elettorale.
Da parte sua, invece, il centro-sinistra sarà chiamato ad esercitare
il controllo sulle iniziative del governo che gli garantisce la carta
costituzionale: starà ai singoli partiti ed ai loro leader
decidere i modi ed i toni che l'opposizione dovrà avere.
Dai banchi dell'opposizione il centro-sinistra dovrà pianificare
la strategia per tornare nuovamente ad essere forza di governo, e
quindi, se da una parte bisognerà mettere in difficoltà
il nuovo governo ed acuire le tante contraddizioni che già
nei primi giorni i suoi ministri hanno palesato, ad iniziare dalle
prese di posizione di Buttiglione sull'aborto accolte in modo gelido
dai settori laici di Forza Italia, dall'altrà sarà necessario
definire le scelte politiche per preparare la rivincita elettorale.
Su questo versante continuano le divergenze già registratesi
negli ultimi cinque anni.
Il prossimo congresso dei DS sarà un'occasione utile per sgombrare
il campo dagli equivoci e aiuterà a capire quale futuro attende
il più grande partito della sinistra italiana (che però
è quello numericamente più esiguo dell'Europa occidentale)
e a fare chiarezza sugli assetti della coalizione, sulla sua linea
politica e di conseguenza sui rapporti di forza tra le gambe su cui
poggia.
Le tante analisi svolte dopo il voto hanno evidenziato la necessità
di costruire un partito diverso rispetto all'attuale ancora troppo
ingessato, e comunque così percepito dagli elettori, dalla
vecchia struttura dirigenziale che è stata del PCI prima e
del PDS poi, che non è stato capace di costruire un dialogo
e di ottenere un'apertura di credito dai nuovi soggetti sociali, dai
ceti professionali emergenti, dai lavoratori autonomi e dall'universo
giovanile che hanno voltato le spalle alla sinistra anche a causa
delle scelte errate compiute da coloro che erano stati chiamati a
guidare importanti dicasteri e che hanno privilegiato unicamente la
difesa e la tutela delle istanze provenienti dalle categorie dei lavoratori
dipendenti,.
In questa fase è utile rimarcare gli errori del passato, senza,
però, alimentare il clima da resa dei conti che, invece, pare
abbia preso il sopravvento e che certamente non aiuta lo svolgimento
di un confronto sereno, né tantomeno facilita nuove adesioni.
Insomma si deve discutere su cosa significa essere di sinistra oggi,
su quali debbano essere i soggetti e le categorie sociali di riferimento
ma, allo stesso tempo, avendo cura di mantenere uno stretto legame
con l'identità consegnata dalla storia onorata e rispettabile
del migliore socialismo italiano.
Solo recuperando e valorizzando il patrimonio di ideali, di lotte
e di conquiste che sono proprie della tradizione socialista, sarà
possibile per il nuovo partito della sinistra collocarsi stabilmente
e in maniera duratura nell'alveo del socialismo europeo.
In questa direzione sono ancora tanti i passi da compiere anche perché
in questi anni coloro che, come amano ripetere, "hanno tenuto
accesa la fiammelle del socialismo" hanno avuto il torto di insistere
e rivendicare la storia dell'ultimo decennio con le sue luci e le
tante ombre, senza pensare a quella centenaria del socialismo italiano
che non può che essere un riferimento.
Un progetto politico si fonda sulla storia passata, ma si poggia sui
nomi che hanno il compito di portarlo avanti. Ecco perché si
sente il bisogno di rafforzare in maniera evidente l'opera di allargamento
iniziata, con molta fatica e con alterni risultati, in questi anni.
Da questo punto di vista in Calabria è stato fatto qualche
passo in avanti, ma non bisogna fermarsi.
Gli ottimi risultati dal punto di vista elettorale conseguiti dal
patto federativo tra DS e PSE devono essere coltivati e rinvigoriti
con nuove energie che non possono essere impegnate unicamente in campagna
elettorale al solo fine di ottenere maggiori consensi, per poi, subito
dopo il voto, riporle tra i pezzi pregiati dell'argenteria di casa.
Così come si avverte l'esigenza che per rendere credibile e
spendibile un progetto politico nuovo non si può rimanere ancorati
agli uomini dell'apparato che certamente sono degni di stima e riconoscenza
per il lavoro che hanno svolto, ma che, nella nuova fase che si sta
aprendo, non possono che essere affiancati da energie nuove e fresche
che possano rappresentare un vero allargamento ed una maggiore attenzione
nei confronti di quei settori della società che chiedono di
dialogare con un moderno partito riformista di tipo europeo.
In questi mesi questo progetto dovrà andare avanti, così
da contribuire a rinforzare la sinistra ed a connotarla meglio seguendo
l'esempio europeo in modo tale anche da liberare il campo del centro-sinistra
da quei soggetti che non hanno nessun riferimento nel panorama continentale
e che non rappresentano altro che una sorta di coagulo della vecchia
e deteriore democrazia cristiana.
Bruzio
Rossi