23/06/2001

ANDIAMO AVANTI!


Archiviata la fase di formazione del nuovo governo, per la verità caratterizzata da una lunga serie di rituali spartitori che pensavamo non avrebbero avuto cittadinanza nel nuovo sistema politico, ed incassato il voto di fiducia, peraltro scontato, prima del Senato e poi della Camera, il nuovo Presidente del Consiglio dovrà adesso iniziare a governare il Paese cercando di mantenere i tanti impegni presi con gli elettori nel corso della campagna elettorale.
Da parte sua, invece, il centro-sinistra sarà chiamato ad esercitare il controllo sulle iniziative del governo che gli garantisce la carta costituzionale: starà ai singoli partiti ed ai loro leader decidere i modi ed i toni che l'opposizione dovrà avere.
Dai banchi dell'opposizione il centro-sinistra dovrà pianificare la strategia per tornare nuovamente ad essere forza di governo, e quindi, se da una parte bisognerà mettere in difficoltà il nuovo governo ed acuire le tante contraddizioni che già nei primi giorni i suoi ministri hanno palesato, ad iniziare dalle prese di posizione di Buttiglione sull'aborto accolte in modo gelido dai settori laici di Forza Italia, dall'altrà sarà necessario definire le scelte politiche per preparare la rivincita elettorale.
Su questo versante continuano le divergenze già registratesi negli ultimi cinque anni.
Il prossimo congresso dei DS sarà un'occasione utile per sgombrare il campo dagli equivoci e aiuterà a capire quale futuro attende il più grande partito della sinistra italiana (che però è quello numericamente più esiguo dell'Europa occidentale) e a fare chiarezza sugli assetti della coalizione, sulla sua linea politica e di conseguenza sui rapporti di forza tra le gambe su cui poggia.
Le tante analisi svolte dopo il voto hanno evidenziato la necessità di costruire un partito diverso rispetto all'attuale ancora troppo ingessato, e comunque così percepito dagli elettori, dalla vecchia struttura dirigenziale che è stata del PCI prima e del PDS poi, che non è stato capace di costruire un dialogo e di ottenere un'apertura di credito dai nuovi soggetti sociali, dai ceti professionali emergenti, dai lavoratori autonomi e dall'universo giovanile che hanno voltato le spalle alla sinistra anche a causa delle scelte errate compiute da coloro che erano stati chiamati a guidare importanti dicasteri e che hanno privilegiato unicamente la difesa e la tutela delle istanze provenienti dalle categorie dei lavoratori dipendenti,.
In questa fase è utile rimarcare gli errori del passato, senza, però, alimentare il clima da resa dei conti che, invece, pare abbia preso il sopravvento e che certamente non aiuta lo svolgimento di un confronto sereno, né tantomeno facilita nuove adesioni.
Insomma si deve discutere su cosa significa essere di sinistra oggi, su quali debbano essere i soggetti e le categorie sociali di riferimento ma, allo stesso tempo, avendo cura di mantenere uno stretto legame con l'identità consegnata dalla storia onorata e rispettabile del migliore socialismo italiano.
Solo recuperando e valorizzando il patrimonio di ideali, di lotte e di conquiste che sono proprie della tradizione socialista, sarà possibile per il nuovo partito della sinistra collocarsi stabilmente e in maniera duratura nell'alveo del socialismo europeo.
In questa direzione sono ancora tanti i passi da compiere anche perché in questi anni coloro che, come amano ripetere, "hanno tenuto accesa la fiammelle del socialismo" hanno avuto il torto di insistere e rivendicare la storia dell'ultimo decennio con le sue luci e le tante ombre, senza pensare a quella centenaria del socialismo italiano che non può che essere un riferimento.
Un progetto politico si fonda sulla storia passata, ma si poggia sui nomi che hanno il compito di portarlo avanti. Ecco perché si sente il bisogno di rafforzare in maniera evidente l'opera di allargamento iniziata, con molta fatica e con alterni risultati, in questi anni.
Da questo punto di vista in Calabria è stato fatto qualche passo in avanti, ma non bisogna fermarsi.
Gli ottimi risultati dal punto di vista elettorale conseguiti dal patto federativo tra DS e PSE devono essere coltivati e rinvigoriti con nuove energie che non possono essere impegnate unicamente in campagna elettorale al solo fine di ottenere maggiori consensi, per poi, subito dopo il voto, riporle tra i pezzi pregiati dell'argenteria di casa.
Così come si avverte l'esigenza che per rendere credibile e spendibile un progetto politico nuovo non si può rimanere ancorati agli uomini dell'apparato che certamente sono degni di stima e riconoscenza per il lavoro che hanno svolto, ma che, nella nuova fase che si sta aprendo, non possono che essere affiancati da energie nuove e fresche che possano rappresentare un vero allargamento ed una maggiore attenzione nei confronti di quei settori della società che chiedono di dialogare con un moderno partito riformista di tipo europeo.
In questi mesi questo progetto dovrà andare avanti, così da contribuire a rinforzare la sinistra ed a connotarla meglio seguendo l'esempio europeo in modo tale anche da liberare il campo del centro-sinistra da quei soggetti che non hanno nessun riferimento nel panorama continentale e che non rappresentano altro che una sorta di coagulo della vecchia e deteriore democrazia cristiana.

Bruzio Rossi


GRAZIE A TUTTI I SOCIALISTI


Devo un ringraziamento a quanti hanno dato ascolto ai miei appelli prima del voto e in particolare alle vecchie famiglie socialiste, alle quali avevo chiesto di ricordare il loro passato migliore.
Grazie per avere avuto buona memoria e per aver permesso, oggi come ieri, di arricchire la nostra vita culturale.
Sono lieto della vostra fiducia: avete avvertito che mi rivolgevo a voi non dicendo frasi fatte, ma andando alla fonte delle nostre esperienze comuni di socialisti e richiamando periodi, se non gloriosi, certamente memorabili della nostra Calabria. Sono i periodi che portano il timbro del socialismo italiano, che nessuno può cancellare, tanto meno io ho che, pertanto, mi sono appellato alle nostre più autentiche tradizioni, ai socialisti che fanno parte della storia italiana, non ai segmenti sparsi usciti fuori dopo la fine infelice di Bettino Craxi.
Grazie di essere custodi dei pensieri e delle azioni gloriose del socialismo italiano.
Di questo patrimonio di autentica democrazia non si rende purtroppo conto una pur apprezzabile docente, secondo la quale io sbaglierei pronunciando parole critiche nei confronti dell'ex segretario del Pci, che ha avuto il merito di porre fine al vecchio comunismo, ma non quello di far cambiare mentalità dure a morire. Così, ancora oggi, in alcuni post-comunisti permane il tabù della critica schietta. " Il segretario non sbaglia mai " pensano e dicono, esattamente come vent'anni fa. La trasformazione non è stata completa, la faziosità è sempre la stessa : guai, oggi, a chi critica Occhetto. Meglio che i panni sporchi, se ci sono, vengano lavati in famiglia.
Intanto, nel braccio di ferro tra Occhetto e D'Alema si rischia di perdere molto più che una partita.
Non è più tempo per indugiare in vecchi atteggiamenti. Il discorso tra noi della sinistra deve diventare serio e serrato. Le elezioni amministrative non sono lontane e se si continuerà su queste polemiche, Berlusconi vincerà ancora.
Non ho commesso l'errore che mi si addebita. Non ho sostenuto che abbiamo vinto, quando invece abbiamo perso. Non l'ho detto, ma vero è che avrei potuto farlo perché è una vittoria essere sindaco a 85 anni ed avere un nipote deputato a 28.
Ed ancor più è vero che ho ritenuto che l'Amministrazione comunale sia uscita non sconfitta dal confronto con Forza Italia.
Penso che debba uscire non sconfitta anche dal prossimo confronto di primavera, che dovrà essere un confronto non fazioso, non ringhioso, non pieno di bile e fiele, ma civile, come però gli ex comunisti al momento non riescono a fare nemmeno fra loro. Il grande difetto, la faziosità, non è caduto neppure alla Bolognina e diventa un freno per me, socialista imperterrito.
Su questo sarà opportuno riflettere, oltre che sui risultati elettorali.

Giacomo Mancini



Gli umori del procuratore aggiunto


Finalmente una buona notizia: le cronache da Reggio Calabria ci informano che: "E' sorridente Salvatore Boemi, procuratore antimafia di Reggio Calabria quando attraversa la sala stampa della Questura". Era ora! Dell'ispido procuratore aggiunto infatti, da qualche tempo, non udivamo la voce e le inventive. Sappiamo ora che non solo continua ad essere sulla breccia, ma che lo è in allegria. Ci spiegano le ragioni della sua insperata beatitudine: "Poche ore prima gli investigatori della polizia hanno stretto la rete attorno a Gaetano Giuseppe Santaiti, nella lista dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia".
L'arresto del latitante ha messo di buonumore il severo magistrato, ma più ancora lo hanno rallegrato "la constatazione dell'inesistenza di frizioni fra gli apparati della politica e quelli dell'Arma dei carabinieri" e soprattutto il merito della "direzione distrettuale antimafia capace in questi anni di portare a compimento un ruolo di raccordo tra le varie forze dell'ordine".
"A noi - sembra dire - un caso Contrada non sarebbe scoppiato in mano". E qui la beatitudine del procuratore aggiunto ha termine. Una nuvola oscura copre l'orizzonte e un fulmine violaceo l'attraversa. La lingua torna a battere dove il dente duole e riprende l'acida polemica nei confronti della consorella Procura di Palermo.
"Ai piedi delle Madonie - esplode "la rabbia di Boemi" - "tutti cercano Provenzano". Ed è sottinteso: "nessuno lo trova". Alle falde dell'Aspromonte, invece, "noi non abbiamo mai potuto contare sulle stesse forze". Ed anche qui è sottinteso - "i latitanti li arrestiamo". E quindi l'amarissima conclusione: "Noi siamo perdenti perché non abbiamo convinto le forze politiche a darci i mezzi necessari per affrontare ad armi pari la lotta alla criminalità".
Qui, per la parte riguardante il procuratore aggiunto, ha termine lo scrupoloso resoconto del solerte redattore. Scomparso il sorriso, sulle labbra del dottor Boemi, torna il solito ghigno.


l.d.c.



PASSEGGIATE COSENTINE
Delirio giallorosso.

Dopo diciotto lunghi anni, domenica scorsa, la squadra della capitale ha vinto lo scudetto, il terzo della sua storia. Al termine del vittorioso incontro disputato contro il Parma, il popolo giallorosso ha invaso le piazze e le strade di Roma per dare libero sfogo alla propria gioia irrefrenabile. Dall'entusiasmo si è fatto anche coinvolgere il neo sindaco Valter Veltroni, fino al giorno prima tifoso dichiarato della Vecchia Signora. Ma, come si sa, salire sul carro dei vincitori è lo sport preferito da noi italiani. Tant'è che Veltroni con tanto di sciarpa giallorossa al collo ha dato appuntamento ai suoi concittadini per la grande festa con concerto di Venditti e spogliarello della Ferilli. La cosa non è passata inosservata e ha urtato la suscettibilità dei tifosi, quelli veri passati da anni di sconfitte e di cocenti delusioni. Tra questi, Massimo D'Alema che quando ha visto Veltroni con la sciarpa della magica, ha perso la calma e ha vergato di getto un bell'articolo pubblicato il giorno dopo dal Messaggero, in cui da vero tifoso che sa che "la storia non si dimentica" ha ricordato le epiche gesta dei gladiatori giallorossi del primo scudetto, e non ha perso l'occasione per diffidare da coloro che "adesso saliranno per farsi un giro sul carro di chi ha vinto". Anche lo scudetto della nostra amata Roma è una buona occasiona per alimentare la polemica politica.
Gasparri ultrà bugiardo. In campagna elettorale aveva dichiarato più volte che pur non essendo calabrese aveva deciso di candidarsi in Calabria per occuparsi dei problemi e delle sofferenza dei nostri corregionali. Promesse da marinaio. Eletto deputato, nominato ministro, Gasparri in Calabria non è più tornato, anzi dopo lo scudetto giallorosso si è presentato da Biscardi ad esultare e festeggiare. Ma lo sa Gasparri che in Calabria esiste una squadra che si chiama Reggina che deve affrontare un impegnativo spareggio e che per questo sarebbe almeno il caso che facesse finta di essere preoccupato per il suo destino.
Piroette e citazioni. C'è un sindaco di uno dei tanti comuni della provincia di Cosenza, che è sempre in agitazione e freme per cercare il posizionamento migliore per giocarsi le proprie ambizioni politiche. E per far questo negli ultimi mesi si è esibito in acrobatiche piroette. Da socialista simpatizzante per la destra è passato a simpatizzare per i socialisti di sinistra, adesso, dopo l'ennesimo tracollo elettorale ci spiega di aver aderito ad un partito che non è mai esistito e che difficilmente mai esisterà: l'Ulivo. In politica tutto è lecito anche le piroette doppie, triple e con avvitamento, ma almeno ci vengano risparmiate le citazioni per motivarle, soprattutto quelle fuori luogo: cosa c'entra John Maynard Keynes con la spasmodica voglia di ridiventare deputato?


LE CONVENIENZE DELL'IDEOLOGO BRUNO


Alla fine il noto ideologo che dirige il partito della Rifondazione a Cosenza ha spiegato ai militanti e all'opinione pubblica che se la sinistra vuole vincere in città deve liberarsi del suo Sindaco e delle sue "prepotenze", e quindi in coerenza con l'eccelso pensiero ha deciso che il suo partito dovrà, dopo quattro anni di leale sostegno all'amministrazione comunale, passare all'opposizione.
Giulio Bruno, questo il nome del novello Karl Marx del Busento, era da più tempo che si andava esercitando al tiro al bersaglio sul PSE, sul Sindaco e per ultimo, sull'on.le Giacomo Mancini jr che, a quanto pare, ha dato all'inascoltato segretario il grande dolore della sua elezione alla Camera dei Deputati.
Comprendiamo che l'odio cieco, anche se immotivato, porti a tali conseguenze, comprendiamo di meno che un partito, seppur esiguo, ma dalla storia gloriosa, possa essere guidato da un siffatto figuro.
Il quale avrà l'ingrato compito di spiegare ai propri elettori quali siano i motivi della fuoriuscita da una maggioranza che dal 1993 ha ben amministrato nell'interesse di tutti i cittadini, ma soprattutto nell'interesse di coloro che Rifondazione dovrebbe tutelare e cioè le fasce sociali più deboli della nostra città, di coloro che vivevano nei quartieri popolari senza avere l'acqua nelle case, senza le fogne, senza l'illuminazione pubblica, senza il nome delle strade e senza un lavoro, e che oggi, grazie al lavoro dell'amministrazione comunale vivono in case dignitose, con l'acqua corrente, in quartieri ripuliti, molti avendo anche un lavoro che gli consente di arrivare alla fine del mese senza delinquere.
Così come l'oscuro dirigente dovrà spiegare perché nemmeno un briciolo della sua foga polemica ha mai indirizzato nei confronti della destra e dei suoi rappresentanti che hanno sempre inteso il bisogno come un'occasione di ricatto per ottenere voti.

Ma, come si sa, anche un Giulio Bruno qualsiasi avrà le sue convenienze.


Prima proposta in favore della nostra regione
"COLLEGHIAMO LA CALABRIA ALL'EUROPA"


Giacomo Mancini jr, dopo la vittoria elettorale del 13 maggio, che lo ha portato ad essere il più giovane deputato d'Italia, non ha perso tempo ed ha iniziato subito a lavorare. Fin da subito ha stretto rapporti di stretta collaborazione con gli amministratori locali, proponendosi come interlocutore attento alle esigenze ed alle richieste provenienti dal territorio. Il giovane deputato socialista ha fatto visita ai comuni di Domanico, Lago, Malito, Bianchi, Scigliano e Colosimi, dove si è intrattenuto con i sindaci, gli assessori ed i consiglieri comunali.
Anche in Parlamento non ha esitato a far sentire la sua voce ed a far conoscere le proprie idee attivandosi per il rilancio della Calabria.
A questo proposito Giacomo Mancini, dopo la formazione del nuovo governo, ha presentato un'interpellanza "per sapere se e come il Governo intenda affrontare le problematiche inerenti i ritardi infrastrutturali e di servizi offerti ai cittadini calabresi che impediscono collegamenti rapidi efficienti ed economici con le altre regioni d'Italia e d'Europa.
Come è noto da non pochi anni -ha evidenziato Giacomo Mancini jr- sono iniziati i lavori di ammodernamento dell'A3, ancora oggi l'unica arteria di collegamento viario tra la Calabria ed il resto d'Italia.
I lavori procedono a rilento anche a causa del fatto che le tante ditte appaltatrici dei singoli lotti hanno predisposto un solo turno lavorativo di otto ore.
Per lunghi tratti il traffico è incanalato su una sola corsia sia nella direzione Nord-Sud che in quella inversa. I disguidi per gli utenti sono enormi con frequenti rallentamenti e lunghe code che, non è difficile prevedere nei mesi estivi saranno sempre maggiori.
I collegamenti aerei non sono certamente migliori.
E' notizia recente -ha continuato il giovane deputato- quella dell'introduzione di un'ulteriore volo giornaliero da Lametia Terme a Roma Fiumicino. Purtroppo, però le tariffe dei biglietti rimangono eccessivamente elevate e le tratte nazionali limitate unicamente ai collegamenti diretti con gli scali di Milano e di Roma.
La Calabria per l'alta vocazione turistica e per l'elevato numero di cittadini emigrati nei diversi continenti ben si potrebbe prestare ad ospitare un grande scalo aeroportuale intercontinentale.
Così come meritano attenzione e valorizzazione i collegamenti sulle vie marittime".


PARLAMENTO IN


Giacomo Mancini jr sarà ospite della trasmissione
"Parlamento in"
che andrà in onda domenica 24 giugno su Rete 4 alle ore 14,
ed in replica su Canale 5 a mezzanotte.


C'è chi

ha condotto la campagna elettorale contro il nostro Partito, il nostro Sindaco ed il nostro Candidato alla Camera utilizzando due giornali, un plotone di servizievoli cronisti, ed un dispendio economico notevole, ma ciononostante ha perso.
Noi, pur non avendo i loro soldi e la loro potenza di fuoco, abbiamo vinto grazie ad un solo manifesto, lo ricorderete ohi cò!
Comprendiamo quindi i molti mal di pancia, ma adesso che le urne sono chiuse e gli eletti proclamati non resta loro che sbollire la rabbia, pensare alle vacanze e come si dice a Roma, nei pressi di Montecitorio:
Aripijateve