24/02/2001

TUTTO IL CENTRO-SINISTRA DALLA PARTE DEL PSE

La limpida linea politica del PSE tesa ad ottenere un'adeguata rappresentanza istituzionale, proporzionata all'importante successo in termini di consensi ottenuti alle ultime regionali, ha trovato pieno ed incondizionato accoglimento da parte dei responsabili regionali del centro-sinistra e di autorevoli componenti del governo nazionale. Nell'ultima riunione, svoltasi venerdì scorso a Lametia, i segretari ed i coordinatori dei partiti e dei movimenti che compongono la coalizione hanno approvato con voto unanime un documento, poi, inviato al candidato premier Francesco Rutelli ed ai segretari nazionali, in cui si è chiesto con forza una soluzione in tempi rapidi della questione sollevata dal PSE che, se protratta, rischia di indebolire ulteriormente uno schieramento già provato dalla sconfitta regionale e che in Calabria risente della mancanza di una leadership autorevole e riconosciuta. Nella stessa giornata, Marco Minniti, sceso a Cosenza, nel corso di una riunione del suo partito ha sottolineato, con un intervento di notevole spessore, l'importanza, nell'imminenza delle scelte in vista della campagna elettorale, dell'impegno delle energie migliori presenti sul territorio e della valorizzazione delle diverse culture che compongono la coalizione ad iniziare da quella socialista che a Cosenza, che è stata definita con trasporto "la capitale della sinistra calabrese", in provincia e nella regione è autorevolmente rappresentata dal PSE. Gli stessi concetti sono stati, poi, ribaditi nel corso di un incontro privato durante il quale Minniti, accompagnato da due esponenti dei DS cosentini, si è intrattenuto con il Sindaco di Cosenza e con il coordinatore regionale del PSE con i quali ha discusso sulla difficile situazione nazionale, sostenendo che i pronostici negativi possono essere invertiti solo con una netta vittoria nel centro-sud, e per questo, in virtù del peso determinante del PSE in termini di consensi, ha offerto ampie assicurazioni sull'accoglimento delle richieste avanzate, definite "giuste e sacrosante", confermando e rafforzando, così, il documento votato a Lametia. Se davvero sarà questo il quadro che la coalizione presenterà agli elettori, si potrà guardare con fiducia ed ottimismo alla competizione che si svolgerà nei collegi di Camera e Senato della Calabria. C'è però da augurarsi che, in una regione in cui il centro-sinistra in passato ha fatto di tutto per farsi male da solo, alle belle parole ed alle frasi ad effetto seguano in tempi rapidi anche fatti concreti. Ed è per questo che in una situazione nella quale si intravedono elementi di ricomposizione e di ritrovata unità, non possono che rappresentare un motivo di disturbo le dichiarazioni da parte di chi, evidentemente cresciuto alla scuola politica di Pippo Baudo, fa fatica a distinguere una limpida posizione politica da uno scontro personale che non è mai stato cercato né voluto. Così come non possono che nascondere cattivi presagi anche alcuni atteggiamenti da parte di coloro che portano avanti versioni inconciliabili: una che utilizzano negli incontri privati, l'altra che trovano comodo spendere nelle dichiarazioni pubbliche. In Calabria il centro-sinistra può vincere a patto che si abbia la capacità e la volontà di non ripetere gli errori dell'infausto passato, per questo sarebbe bene che gli attori di allora, abituati a giocare su più tavoli con diversi mazzi di carte, si mettessero da parte per evitare un'altra sconfitta, che questa volta sarebbe irrimediabile. Il PSE ha espresso a più riprese, la propria intenzione di partecipare alla campagna elettorale impegnandosi per scongiurare il rischio di una vittoria della destra che, soprattutto in Calabria, significherebbe il ritorno di coloro che hanno causato l'emarginazione della nostra regione dal resto d'Europa, ma ha anche evidenziato la necessità di operare per tempo scelte condivise. Decisioni dell'ultimo momento, come insegnano le regionali, sono sempre foriere di insuccessi e se un anno fa furono accettate, anche se evidenziandone i limiti, questa volta non saranno nemmeno prese in considerazione.

Bruzio Rossi


LE PREVISIONI (TUTTE SBAGLIATE) DI FAVA ALLA RICERCA DISPERATA DI UN PARACADUTE

Le cose della vita, così come quelle della politica, consigliano a chi ha la sventura di incappare in una sconfitta un periodo di riflessione durante il quale è utile fare autocritica ed analizzare gli errori commessi. Questa è la norma che come sempre accade ha le sue eccezioni: Nuccio Fava è una di queste. Catapultato in Calabria, dopo una quarantennale esperienza alla RAI TV, la "vecchia gloria" come ama farsi chiamare dallo zelante servitore che scrive sotto sua dettatura sulla Stampa, è riuscito a perdere la partita che tutti, al posto suo, sarebbero riusciti a vincere. In Calabria, infatti, la coalizione di centro-sinistra partiva con un vantaggio sul centro-destra di più di centocinquantamila voti: tutti i sondaggi, anche i più favorevoli al Cavaliere, la davano al centro-sinistra, ma evidentemente tra i vari indici e le variabili gli scienziati dei due poli non avevano considerato l'effetto Fava che è riuscito a sovvertire tutti i pronostici: come, per fare un esempio calcistico, se il Manchester United perdesse in casa con la Rossanese. Queste strepitose credenziali avrebbero consigliato ai più di abbandonare la pur breve esperienza politica, e di dedicarsi a qualcosa di più congeniale ma, come sappiamo, ogni regola ha la sua eccezione, e così, invece di prendere esempio dai suoi colleghi sconfitti delle altre regioni che sono tornati a svolgere le loro oneste professioni, "l'ex anchorman", non è tornato a curare i fiori nel suo attico con vista su Piazza Navona, ma è rimasto in Calabria, dove, però, invece di fare il consigliere di minoranza partecipando alle sedute del consiglio e delle commissioni, studiando tutti i provvedimenti e facendo opposizione seria e dura, ha trovato più congeniale alla sua statura di leader occuparsi dei destini del centro-sinistra, non quello calabrese, ben poca cosa per la sua capacità politica, ma di quello italiano. Raccontano i bene informati che non esiste problema politico nazionale che l'ex mezzobusto non dichiari di poter risolvere. D'Antoni pensa di fondare il terzo polo? non c'è problema perché Fava sa come fare, ed allora via alle telefonate: la prima a Minniti al quale suggerisce di intervenire per dissuadere Veltroni a candidarsi al Campidoglio dove Fava vedrebbe meglio D'Antoni. Risultato:Veltroni sarà candidato a Sindaco e troverà come sfidanti sia Tajani per il centro-destra sia Andreotti per Democrazia Europea di D'Antoni. A volte capita che nei ritagli di tempo il pensionato RAI pensi anche alla Calabria, cercando in tutti i modi di superare Chiaravalloti: il Governatore vuole fare il ponte sullo stretto, Fava rilancia e propone di illuminare l'Etna; Chiaravalloti va a Milano ad incontrare il governatore della Lombardia, Fava non si perde d'animo ed organizza una gita a cui partecipano solo tre consiglieri regionali a Viterbo dove pensavano di incontrare Amato e Rutelli ed invece si devono accontentare della professoressa Fava che impartisce loro una lezione sul verismo. Quando poi il PSE solleva il problema politico della propria rappresentanza, Lui se la prende a male e chiama il suo bacia pile che in un articolo sulla Stampa lancia improperi a Giacomo Mancini che definisce "satrapo" evidentemente colpevole di avergli fatto avere quei sedicimila voti che gli hanno consentito di vincere a Cosenza ed in provincia e di rendere meno bruciante la sconfitta alla regione, e grazie ai quali oggi siede comodamente in consiglio regionale. In tutto questo delirio, "la vecchia gloria" non sbaglia in una sola cosa: non conta niente perché non ha un voto e lo dice chiaramente al suo maggiordomo della Stampa "In queste condizioni chi mi garantisce l'elezione in un collegio uninominale? Non avrei neanche il paracadute del proporzionale perché capolista della Margherita sarà Loiero". Ma chi se ne frega!



MAGARO' PRESIDENTE DEL CONSORZIO "UNIVERSITAS CASALIUM"

In età normanna i numerosi paesi situati lungo la catena costiera e lungo l'altopiano silano, denominati Casali del Destro e Casali del Manco, si unirono nell'Universitas Casalium, una confederazione di comuni autonomi con un solo Parlamento, formato dai rappresentanti di tutti i paesi, che si riuniva nella Cattedrale di Cosenza. I Casali di Cosenza costituivano ciascuno un comune a sé, ma nel loro insieme formavano un unico grande comune, perché avevano gli stessi interessi nel territorio della Sila. L'idea di un'associazione tra i Casali storici di Cosenza muove da queste radici e intende ripensare come territorio i trenta Comuni che oggi costituiscono i Casali, superando ogni forma di campanilismo. Il Consorzio, nato ufficialmente il 29 Dicembre scorso, ha preso infatti il nome di "Universitas Casalium", richiamandosi al momento storico che vide questi Comuni confederati. Ne è stato eletto presidente Salvatore Magarò il quale, assieme al Cerere, ha promosso con entusiasmo l'iniziativa. Il Consiglio di amministrazione, formato da Ciccio Acri, Pino Albo, Claudio Carravetta, Achille Esposito, Luca Mendicelli, Raffaele Pirillo, Umberto Silvagni e - in qualità di membro esterno - l'architetto Gabrio Celani, ha già iniziato a lavorare, su due versanti: da un lato, si sta preparando un P.I.T. che verrà presentato alla Regione per la fine del mese, nel quale sono evidenziati i punti di forza di quest'area estremamente omogenea (patrimonio boschivo, patrimonio abitativo non utilizzato, risorse alimentari) e programmi di sviluppo che prevedono la partnership di importanti aziende. D'altra parte, l'organizzazione di eventi di grande spessore artistico-culturale, quali una mostra di arte contemporanea in collaborazione con Zerinthya e la Comunità Europea e la partecipazione di artisti di richiamo internazionale, o un festival Jazz da tenersi in estate, anch'esso di livello internazionale, intende aprire la strada ad un'idea di recupero che non è mera ristrutturazione, ma una maniera di fare luce sui luoghi della nostra regione, caratterizzandoli in maniera forte e di conseguenza, animandoli e richiamando un turismo colto e raffinato, dall'Italia e dall'estero. Per quanto riguarda la ricerca e la formazione - altro ambito sul quale il Consorzio intende puntare - sono in fase di allestimento una biblioteca dei Casali, che raccoglierà tutto il materiale esistente su questo territorio e sulle sue tradizioni, e un museo del paesaggio. Il Consorzio ha sede presso il Cerere, Centro regionale di recupero dei centri storici calabresi, nel Parco Storico di Vadue di Carolei.

Marina Machì



DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

Massimo D'Alema è solito definirsi un professionista della politica; l'ultima volta che lo fece pubblicamente, e compiacendosene molto, fu quando nel gennaio del 2000 partecipando al congresso nazionale dello SDI, costrinse la platea di delegati socialisti, che in quel tempo avevano assunto nei confronti del governo da lui presieduto una linea fortemente critica, a fischiare sonoramente Giuliano Amato, un socialista come loro. Per fare politica e per farla bene non è indispensabile essere dei professionisti come D'Alema al quale, comunque, la propria professionalità non ha risparmiato dure sconfitte, ma è comunque necessario avere un progetto chiaro ed avere il coraggio di portarlo avanti e farlo comprendere agli elettori. Requisiti di cui evidentemente sono privi i protagonisti della commedia che dall'estate scorsa è stata messa in scena da un cronista locale ispirato e guidato da un parlamentare inquieto per il suo incerto avvenire. La buffa storiella iniziò con il caldo torrido agostano quando il parlamentare annunziò con una dichiarazione solenne la propria indisponibilità ad una nuova candidatura, senza però spiegarne il motivo, evidentemente confidando che avrebbe messo in agitazione il mondo politico nazionale. Sarà stato per il solleone o per la voglia di passare qualche settimana in santa pace con le proprie famiglie, ma, nonostante non passasse giorno in cui lo zelante cronista non facesse sforzi per aprire il dibattito su tale illustre rinuncia, non ci fu nessuno, né tra i dirigenti del suo partito, né tra quelli della coalizione di centro-sinistra disposto a spendere una, anche, brevissima, dichiarazione sull'argomento. I due non si persero d'animo, così dopo qualche settimana di silenzio, il cronista fornì una nuova chiave interpretativa: la rinunzia è dovuta al fatto che il parlamentare si era annoiato di passare le sue giornate tra i velluti di Palazzo Madama, e pensava di far ritorno a Cosenza dove non avrebbe disdegnato di fare il Sindaco. Da quel momento per rafforzare la tesi, il parlamentare rinunciante e aspirante sindaco iniziò una lunga serie di esternazioni quasi quotidiane e sempre strampalate sulla città, sulle piazze, sui restauri dei capitelli, che furono registrate dai dirigenti politici e dai cittadini con la stessa noia del primo annuncio. Adesso che siamo a pochi mesi, il nostro temendo di rimanere con un pugno di mosche, si è nuovamente rivolto all'amico cronista che per farlo tornare in corsa per le candidature al parlamento, ha spiegato che la prima rinuncia doveva intendersi come la volontà di cambiare ramo del parlamento e passare quindi dal Senato alla Camera. Come si vede, quando la politica è fatta da dilettanti le brutte figure sono assicurate.

Ba. Ti.


PROMOZIONI MIRACOLOSE

La vicenda che ha visto implicato un alto dirigente della Regione Calabria arrestato per falso e truffa per aver facilitato avanzamenti di carriera di dipendenti regionali che non possedevano titoli e requisiti, ha guadagnato le prime pagine anche dei quotidiani nazionali. Il Corriere della Sera, con un commento al vetriolo dal titolo "Calabria, 1700 promozioni miracolose finite con un arresto" ha denunziato una situazione di illegalità diffusa grazie alla quale sarebbe stato possibile dare il via "alla più grande promozione di massa mai vista in Italia" che avrebbe beneficiato dipendenti assunti con la qualifica di fattorino ed assurti in pochi anni ai più alti gradi retribuiti con indennità e stipendi da dirigenti retrodatati al momento dell'assunzione. Il nostro augurio è che tali gravi fatti non rispondano al vero e che la magistratura, al più presto, accerti la non colpevolezza delle persone coinvolte nell'inchiesta. Certo è che questa vicenda riporta l'attenzione sulle problematiche inerenti al cattivo funzionamento della burocrazia statale e regionale per le quali molto ci siamo spesi, in beata solitudine, nel corso dell'ultima campagna elettorale. In Calabria i dipendenti regionali sono un esercito di 4341 unità: ciò significa che c'è un dipendente ogni 475 abitanti a fronte di quanto avviene in Lombardia dove c'è un dipendente regionale solo ogni 1964 cittadini. Questo esercito che riceve un appannaggio medio (per i dirigenti) di circa 121 milioni all'anno, però, molto raramente garantisce ai cittadini servizi rapidi ed efficienti: basti pensare che la conoscenza delle lingue e l'utilizzo delle moderne tecnologie informatiche rappresenta una rarissima eccezione. Il problema non è nuovo; nei primi anni ottanta una docente dell'Università di Siena ha pubblicato sull'argomento uno studio approfondito che, sfortunatamente, non ha trovato l'attenzione che avrebbe meritato. A distanza di anni, non si può certo dire, che l'attenzione sia cresciuta eppure la materia è di fondamentale importanza. Una regione che ambisce ad essere parte integrante dell'Europa, infatti, dovrebbe avere una struttura burocratica preparata ed efficiente che sia in grado di avere continui rapporti di collaborazione paritaria con le istituzioni di Bruxelles. Durante la campagna elettorale, l'attuale presidente ha tuonato contro "il clientelismo sfrenato che ha distribuito promozioni a tappeto", ma una volta entrato nella stanza dei bottoni non ha proposto neanche una piccola riforma. Il centro-sinistra, sull'argomento, potrebbe incalzare la Giunta regionale, ma evidentemente l'opposizione è distratta dalle fantasiose idee del suo coordinatore che perde tempo a pensare su come si possa illuminare l'Etna o nell'organizzazione di gite a Viterbo, senza capire che anche dai banchi della minoranza si può lavorare per fare della Calabria una regione europea.


Giacomo Mancini jr, capogruppo del PSE alla Provincia, è stato eletto presidente della commissione consiliare con delega ai trasporti ed alle attività economiche e produttive.

Il neo Presidente dopo aver ringraziato i colleghi per la fiducia accordatagli, ha tracciato le linee di indirizzo per i lavori della nuova commissione: "Le materie delegate alla commissione sono diverse, ma ugualmente importanti. Per quanto riguarda i trasporti sono due le direttrici che dovremo seguire: quella delle infrastrutture, che nel nostro territorio presentano diverse carenze, e quella dei servizi da offrire ai cittadini, che dovrebbero essere migliori. Invece di pensare ad investimenti faraonici come quello per il ponte sullo stretto, sarà opportuno stimolare l'attenzione sia del governo che della regione, sui tanti problemi infrastrutturali sia per quanto riguarda la circolazione viaria che quella ferroviaria per la quale esistono carenza anacronistiche se solo si pone mente al fatto che l'importante tratta tra Reggio e Taranto si sviluppa su un solo binario che viene utilizzato per l'andata ed il ritorno. Il nostro lavoro- ha continuato Giacomo Mancini jr - non potrà non tenere anche conto di ciò che avviene nelle altre regioni d'Europa nelle quali le città sono collegate da elicotteri; sarà nostro compito iniziare a pensare alla nascita di una società tra istituzioni pubbliche e partner privati che possa in tempi brevi pensare a collegamenti di questo genere anche nella nostra regione". "Per quanto riguarda i servizi- ha concluso Giacomo Mancini jr- da offrire ai cittadini bisognerà sconfiggere le degenerazioni burocratiche che impediscono di avere servizi efficienti: un caso emblematico è quello dell'area urbana cosentina nella quale per spostarsi da un comune all'altro, ancora oggi, siamo costretti ad utilizzare più di un mezzo e pagare più di un biglietto; sarà nostro compito fornire ai cittadini un servizio più efficiente e più economico". La commissione consiliare fin da subito ha iniziato a lavorare alacremente. La prima riunione è stata dedicata alla materia delle attività economiche e produttive con l'audizione dei rappresentanti delle diverse categorie degli artigiani dei commercianti e degli imprenditori per raccogliere suggerimenti ed idee da sostenere in vista dell'imminente stesura del bilancio per l'anno 2001. I rappresentanti delle categorie, dopo aver ringraziato la commissione per la sensibilità dimostrata nell'ascoltare la voce dei soggetti produttivi della provincia, hanno posto l'attenzione sulle tante difficoltà che devono fronteggiare ad iniziare dall'accesso al credito poco garantito dalle banche e dagli istituti locali che applicando tassi al limite di quelli consentiti dalla legge scoraggiano gli investimenti della media e soprattutto piccola imprenditoria, così come si sono augurati che il servizio dello sportello unico, oggi già in funzione presso il Comune di Cosenza, venga esteso a tutti gli enti locali in modo tale da superare intoppi e lungaggini burocratiche.. Giacomo Mancini jr ha concluso i lavori affermando: "E' nostro intento sia impegnare la Giunta Provinciale, ma anche fungere da stimolo la Giunta Regionale a delegare compiti e funzioni che la legge ha attribuito alla Provincia. Il nostro intento è quello di stare al fianco dei soggetti produttivi che sono parte trainante dell'economia. A tal fine riteniamo utile che la Provincia attribuisca parte del proprio bilancio per il finanziamento dei consorzi e cooperative fidi in modo tale da aiutare la nascita di nuove imprese. Così come riteniamo indispensabile- ha concluso Giacomo Mancini jr - puntare sulla formazione professionale, da non intendere più come inutile attività clientelare, ma, al contrario, da considerare come strumento per far apprendere ai giovani disoccupati un'arte o un mestiere con un immediato inserimento nel mondo del lavoro".


AUGURI SDE

Durante il fine settimana, si svolgerà in Emilia il congresso costitutivo dello SDE. Ai compagni socialdemocratici formuliamo i nostri più sentiti auguri perché insieme si possa collaborare per la nascita, anche nel nostro paese, di un grande partito della sinistra socialista democratica e riformista di stampo europeo.


Piccola Posta

Sto seguendo con interesse la coraggiosa battaglia che state conducendo sulla vicenda ancora poco chiara che riguarda l'ennesima variante al piano regolatore generale di Rende. Condivido le vostre argomentazioni che, certamente, non rientrano tra quelle astruse ed inconcludenti tipiche di un vecchio modo di far politica, ma che in maniera chiara e puntuale evidenziano le gravi carenze di informazione nei confronti di tutti i cittadini che chiedono, a prescindere dalle differenti idee politiche, di sapere quali saranno le linee di sviluppo della propria città senza aver nessuna voglia di appassionarsi a discorsi su metri cubi e tabelle di edificabilità. Ho anche apprezzato il fatto che non abbiate risposto agli insulti che vi ha rivolto un dirigente politico di Rende di cui, stando a quello che ho avuto modo di leggere sulla stampa locale, faccio fatica a capire se parli come militante politico, come avvocato, come costruttore oppure come socio di qualche amministratore. Mi rimane però una perplessità: perché il partito dei democratici di sinistra che a Cosenza ha portato avanti una lunga, ed a volte anche aspra, polemica, nei confronti dell'amministrazione comunale sulla politica finanziaria adottata con l'intento di chiedere chiarimenti e delucidazioni da fornire ai cittadini, a Rende, invece, è stato in silenzio e non è stato mosso dalle stesse nobili preoccupazioni?

Ci siamo posti la stessa domanda anche noi.