24/03/2001


Ohi Co'!

Dopo il decreto di scioglimento delle Camere e la fissazione della data del voto al 13 maggio, la campagna elettorale è entrata nel periodo più caldo con il confronto continuo tra i due candidati premier che si rincorrono per la penisola presentando idee e programmi per il governo del Paese dei prossimi cinque anni. L'attenzione, dei cittadini, come è giusto, è catalizzata dal duello tra Berlusconi e Rutelli, ma anche a livello periferico, nonostante i due schieramenti ancora indugino nella scelta dei candidati che si affronteranno nei singoli collegi della Camera e del Senato, gli elettori hanno la possibilità di capire, dagli uomini e dai metodi utilizzati dai rappresentanti delle due coalizioni, su chi dovrà cadere la propria scelta al momento del voto. Il sistema elettorale in vigore non prevede, sebbene l'enfatizzazione mediatica lascerebbe pensare il contrario, l'elezione diretta del premier: il cittadino nella scheda elettorale non potrà scegliere tra Berlusconi e Rutelli, ma dovrà indicare e scegliere tra i candidati che si presenteranno nel suo collegio. Di conseguenza, anche per valutare la coerenza e la credibilità di uno schieramento non potrà che essere tenuta presente la rispondenza del messaggio generale con la linea politica adottata sul territorio. In questo senso gli avvenimenti di Cosenza sono emblematici. Infatti, mentre le continue apparizioni televisive del leader della Casa delle libertà, comunicano l'impressione, sebbene ormai stanca ed a serio rischio di logoramento, di un uomo capace e propositivo, a livello locale molti suoi rappresentati si caratterizzano per aspetti assai diversi e configgenti. Nella nostra realtà il "nuovo che avanza" è rappresentato da un tetro personaggio inviato dalla segreteria nazionale di AN a guidare la federazione provinciale che per riconquistare quei consensi che quotidianamente sta perdendo ha imboccato la politica della truffa e dell'insulto che è sfociata nell'ormai arcinota vicenda della nomina a presidente del Coreco di un militante di AN che versa in una condizione di palese incompatibilità essendo egli dipendente regionale. Il capomanipolo di AN non possedendo argomenti per opporsi alla meritoria azione amministrativa del Sindaco e della giunta di Cosenza che ha fatto rinascere la città rivalutandola dal punto di vista urbanistico, culturale e sociale così da ottenere il plauso e l'ammirazione della stragrande maggioranza dei cittadini, è ricorso ad ordire una truffa ai danni dei cittadini stessi ed è per questo che ha dato ordine al presidente del Coreco, nonostante non potesse esercitare le proprie funzioni a causa della propria incompatibilità, di bocciare il bilancio invocando risibili motivi formali. Questa scellerata linea, che rientra nei comportamenti penalmente sanzionabili sulla quale la magistratura inquirente ha già iniziato ad indagare, è stata pesantemente contestata da tutte le coscienze democratiche della nostra regione, tra le quali vi sono anche tanti militanti e dirigenti della destra che, giustamente, pensano che lo scontro politico possa essere anche duro, ma non debba mai trascendere nell'organizzazione di una truffa che non riguarda soltanto la Provincia di Cosenza. Il capomanipolo di AN, infatti, non si è limitato ad imporre la nomina del presidente del Coreco di Cosenza, ma ha anche provveduto ad indicare un consigliere comunale del suo partito di Cosenza come membro della sezione del Coreco di Catanzaro creando una seconda e grave situazione di incompatibilità sanzionata dalla legge. Come si vede a Cosenza nella prossima campagna elettorale si scontreranno due modi diversi di intendere e di fare politica: da una parte ci sarà che si impegna quotidianamente ad amministrare nell'interesse di tutti i cittadini ed i cui risultati sono possono essere apprezzati da chiunque, dall'altro ci sarà chi ritiene di poter ordire truffe pur di impadronirsi del potere per gestirlo a fini personali.

Bruzio Rossi


Dal Mugello all'Aspromonte?

Per qualche settimana, di notizie provenienti dalla Procura antimafia di Reggio Calabria siamo stati all'asciutto. Abbiamo attribuito il fatto inusuale al turbamento provocato tra procuratori e loro sostituti dall'approvazione della legge costituzionale sul giusto processo e soprattutto di quella ordinaria sul nuovo trattamento dei pentiti. All'una e all'altra procuratori e sostituti s'erano fieramente opposti. Il silenzio è però durato poco. Da febbraio, anzi, la slavina ha ripreso a muoversi sino a mutarsi in valanga. Innanzi tutto è venuta la conclusione, dopo due anni di indagini, dell'istruttoria sulla legge speciale per Reggio Calabria e la richiesta di rinvio a giudizio di amministratori, con in prima fila il bravo Sindaco Falcomatà, imprenditori e uomini di mafia, che reca come primo firmatario il procuratore aggiunto dottor Salvatore Boemi. Poi lo sconsolato intervento dello stesso dottor Boemi nel corso di un convegno presieduto dal Procuratore generale dell'Antimafia dottor Vigna. E le parole di fuoco pronunziate all'indirizzo del governo, anzi, addirittura dello Stato che "negli ultimi anni conduce una lotta quasi da straniero" contro la mafia. Un intervento che un giornale locale ha titolato "Boemi dice: potrei anche lasciare". La curva è schizzata in alto con la condanna proposta e perorata dell'on. Matacena, al quale il Tribunale di Reggio Calabria ha affibbiato cinque e più anni di detenzione per fiancheggiamento di varie cosche mafiose. E infine, non direttamente dalla Procura ma da ambienti a lei vicini, l'appello accorato di un dirigente della provincia di Vibo della lista di Antonio Di Pietro che, stabilendo un luminoso accostamento tra Mugello e Aspromonte e ravvisando marcate affinità elettive (è proprio il caso di dirlo), tra l'ex procuratore moliso-meneghino e quello tuttora in servizio a Reggio Calabria, ha invitato il dottor Boemi a scendere in politica dove, uomini come loro "sono in grado di scuotere le coscienze e chiamare ciascuno alle proprie responsabilità". Della discesa in campo del procuratore aggiunto dottor Boemi s'era, per la verità, da tempo inteso parlare. Come, del resto, di quella di altri magistrati calabresi, tutti, vedi caso, del ramo inquirente. Il dottor Chiaravalloti ha evidentemente fatto scuola. Per il dottor Boemi in verità si ventilava una diversa collocazione che gli avrebbe, tra l'altro, garantito la elezione quasi al 100 per cento. Sempre in linea, comunque, col suo giustizialismo che è d'acciaio, come le manette. Perché, collocandosi a destra o a sinistra, in alto o in basso, questo e soltanto questo è per lui quel che conta. Secondo le notizie dell'ultima ora, comunque, non da un procuratore aggiunto, in Calabria, sotto il segno di Alleanza Nazionale, l'universo giustizialista sarà presente nella campagna elettorale. Nel Collegio di Crotone sembra sarà candidato l'avvovato Luigi Li Gotti, difensore - principe di una dozzina di pentiti vip e doc, tra i quali alcuni coinvolti nelle accuse ai vertici di Forza Italia.

LUIGI DEL CORVINO



SULLA SCIA DELLA VITTORIA DI PARIGI

Nelle ultime due domeniche in Francia si sono celebrate le consultazioni amministrative per l'elezione diretta dei sindaci ed il rinnovo dei consigli comunali. I commentatori italiani hanno dato una doppia lettura del risultato: alcuni hanno sottolineato con giusta enfasi la vittoria dei socialisti di Jospin a Parigi ed a Lione, altri invece hanno fatto notare come il risultato delle metropoli fosse compensato dal voto a favore della destra di Chirac in tanti piccoli comuni di provincia. Quello che è certo che la "gauche plurielle" francese rimane l'unica sinistra socialista e riformista che continua a governare ed a vincere in Europa e non può che rappresentare un esempio ed un punto di approdo per la sinistra italiana ancora ingessata dai troppi conti da saldare con il passato e da un disegno non univoco sul futuro. Come è ovvio il successo del socialista Bertrand Delanoe, cinquantenne nato a Tunisi allievo di Mitterand e dichiarato omosessuale, alla guida di quella cha a ragione è considerata la capitale d'Europa, è stata l'occasione per i dirigenti della sinistra nostrana per festeggiare e per auspicare prossime vittorie: in questa direzione sono state le dichiarazione del simpatico ed elegante Pietro Folena che sta lavorando per l'elezione di Valter Veltroni a Sindaco di Roma, del quale vorrebbe, poi, prendere il posto di segretario del partito dei democratici di sinistra. Secondo noi questi successi devono rappresentare un motivo di riflessione per individuare con chiarezza quale dovrà essere la strada da seguire per i riformisti italiani. L'imminenza della scadenza elettorale e la giusta preoccupazione di ottenere una vittoria che oggi appare possibile, non agevola certamente discorsi sulla costruzione di assetti che necessitano di tempi e di passaggi importanti. E' nostra speranza, in questa fase in cui non sarà ancora possibile dare vita ad un grande partito del socialismo di stampo europeo, che i pochi che sono chiamati a decidere abbiano presente che la sinistra italiana può vincere se riesce a valorizzare le diverse anime che la compongono ed in particolar modo se riesce a dare risalto alla componente ed alla cultura socialista che nel corso dell'ultimo decennio è stata colpevolmente mortificata nelle sue diverse articolazioni sia all'interno del partito dei DS sia nei riguardi dello SDI.



SPEGNETE SANTORO

Nei tanti militanti e simpatizzanti della sinistra italiana è forte il convincimento che la "grande rimonta" di cui ha parlato Rutelli nella convention del Palavois di Milano, e che allora fu accolta con un diffuso scetticismo, oggi sia, invece, effettivamente possibile. Da quel giorno di novembre, infatti, sono cambiate molte cose. Il candidato premier, la cui scelta da molti era stata letta come un segno di resa anticipata, sta conquistando consensi e simpatie grazie alla sua freschezza ed al suo modo di porgersi e di comunicare le proprie idee, riuscendo così a spostare l'attenzione dei cittadini sui suoi indubbi pregi, distogliendola, invece, dagli scontri e dalle fibrillazione di cui la coalizione non si riesce a liberare. Dall'altra parte Silvio Berlusconi, partito con un grande vantaggio che si è consolidato con le vittorie alle europee del 1999 ed alle regionali della scorsa primavera, sta iniziando a sentire la stanchezza di una campagna elettorale che ormai sta portando avanti dal lontano 1995 quando la fuoriuscita della Lega dalla maggioranza che lo sosteneva gli fece perdere Palazzo Chigi, e nonostante la sua indubbia capacità di comunicazione mediatica non riesce più a nascondere i conflitti laceranti tra i suoi alleati e ha grandi difficoltà ad arginare le continue richieste dei ruderi della prima repubblica che sgomitano per rientrare. In questo quadro nel quale alla fine la maggiore freschezza di Rutelli potrà risultare determinante, rappresentano un elemento di indubbio pericolo per le sorti dell'intero centro-sinistra le ultime vicende scaturite dalle trasmissioni di Luttazzi, prima, e di Santoro, poi, durante le quali si è tornati ad accusare Berlusconi ed i suoi più stretti collaboratori di aver avuto rapporti e collusioni con la malavita organizzata. E noto come i continui attacchi orditi da una certa sinistra che si è avvalsa della collaborazione di alcune procure della repubblica e del supporto di non pochi organi di stampa, abbia rappresentato per Berlusconi, anziché un problema ed una minaccia, un grande vantaggio perché gli ha permesso di presentarsi ai cittadini come vittima di un complotto ordito da coloro che non riuscivano a sconfiggerlo ricorrendo al metodo democratico delle elezioni. D'Alema, questo lo aveva capito, e da Presidente della commissione bicamerale per le riforme, aveva aperto una nuova fase di collaborazione e di conseguente legittimazione nei confronti del capo dell'opposizione. Per questo, noi che lavoriamo per la vittoria del centro-sinistra, auspichiamo che Rutelli si riesca a disfare di questo ciarpame giustizialista che rischia di compromettere quanto di buono è stato fatto in questi mesi.

FAVA, CHE NON E' STATO INVITATO ALLA FESTA DEL TG1, SI DEFILA PRIMA DELLA BATTAGLIA

Nuccio Fava è apparso l'ultima volta in pubblico a Reggio Calabria: era presente, naturalmente in prima fila, quando Francesco Rutelli ha tenuto un apprezzato intervento al teatro Odeon. Da allora si sono perse le sue tracce. L'ultima notizia di sé l'ha data con una dichiarazione inviata alle redazione dei giornali locali con la quale ha aperto l'ennesima polemica inutile, questa volta nei confronti di Chiaravalloti reo, secodo lui, di aver esercitato indebite pressioni sulla sede Rai calabrese per ottenere maggiore copertura televisiva su un'attività di promozione turistica intrapresa dalla giunta regionale. Dopodiché solo silenzio assordante che ha provocato più di un imbarazzo in coloro che lo hanno proposto come coordinatore dei consiglieri regionali di centro-sinistra, ma che sono stati ripagati dall'anchorman con trovate quantomeno stravaganti come quella di illuminare l'Etna e di organizzare allegre scampagnate a Viterbo. Ma adesso, a meno di due mesi dalle elezioni politiche, in un momento in cui è indispensabile che tutti i rappresentanti del centro-sinistra presenti nelle diverse istituzioni si rimbocchino le maniche per contribuire alla vittoria della coalizione, Nuccio Fava scompare. Scorrendo in rapida successione le sue uscite non sembra che a Fava sia mai stato troppo a cuore la sorte la sorte del centro-sinistra, l'unica sua vera preoccupazione è quella che riguarda la sua carriera politica: infatti, dopo aver occupato abusivamente il seggio conquistato dal PSE alle ultime regionali, in più riprese ha dichiarato di voler essere candidato al Parlamento, ma non come tutti i comuni mortali giocandosela in un collegio uninominale, ma avendo la garanzia del paracadute (e cioè la presenza nella lista proporzionale), e poi, una volta incassata l'indisponibilità della Margherita, ha annunziato che si sarebbe candidato alle elezioni europee del 2004. I maligni sostengono che il suo silenzio preannunzi un cambiamento di casacca: dal centro-sinistra a Democrazia Europea di D'Antoni, dove la fa da padrone il suo nume politico Pippo Baudo. Quello che è certo che l'essersi reso irreperibile ha fatto sì che non sia stato invitato alla grande festa organizzata per i venticinque anni del TG1. La sua assenza, comunque, non è stata notata da nessuno. a.l.m.


PER G. B. GENOVA SINDACO DI CORIGLIANO

Il centro-sinistra sta definendo le scelte dei candidati da presentare alle prossime consultazioni amministrative che chiameranno alle urne trentanove comuni della Provincia di Cosenza. A Corigliano per guidare la coalizione è stato scelto Giovan Battista Genova, medico preparato e stimato, socialista, consigliere provinciale dei DS, politico attento alla valorizzazione ed allo sviluppo del suo territorio. Il 13 maggio a Corigliano voteremo per lui. Sarà un ottimo sindaco.


Comunicato del 19-3-2001

Trasporti pubblici più efficienti e dimensionati sull'area urbana: il problema è stato ripreso proficuamente lunedì scorso a Palazzo dei Bruzi e si conta già per la prossima settimana di avere le prime risposte concrete. In mattinata c'è stata una riunione sulla razionalizzazione del sistema dei trasporti tra la città capoluogo e i Comuni della Valle del Savuto. Erano presenti l'Amministratore unico e il Direttore delle Ferrovie della Calabria, i Sindaci ed i loro rappresentati dei comuni di Grimaldi, Scigliano, Lago, Mangone, Rogliano, Altilia, Colosimi e Marzi; il presidente della Commissione comunale per le politiche dell'Area Urbana, Anton Livio Perfetti, gli assessori Giuseppe Pierino, Franco Piperno e Pietro Mari ed ha partecipato anche Giacomo Mancini jr., presidente della commissione con delega ai Trasporti ed alle Attività Economiche e Produttive della Provincia di Cosenza. I sindaci della Valle del Savuto hanno evidenziato le difficoltà e le inefficienze tecniche ed infrastrutturali che oggi non rendono competitivo il trasporto pubblico rispetto al mezzo privato. Sono stati chiesti collegamenti più rapidi e soprattutto una politica tariffaria integrata che, da una parte, consenta alle aziende di trasporto una riduzione dei costi e, dall'altra, consenta ai cittadini un vantaggio economico nella scelta del mezzo pubblico. All'interno dell'area urbana si è concordato che sono due le emergenze che hanno priorità sulle altre e cioè: il trasporto dall'area industriale di Piano Lago e, quindi, dai Comuni dell'area del Savuto per il capoluogo ed il trasporto degli studenti che da tutti i comuni del circondario cosentino devono ogni giorno raggiungere l'Università della Calabria. In questa direzione ha svolto il suo intervento Giacomo Mancini jr che ha affermato: "Di area urbana stiamo parlando da tempo. Oggi dobbiamo avere la capacità di superare le parole per proporre ai cittadini fatti concreti. I tanti interventi infrastrutturale a cui pensiamo e che faranno dell'area urbana cosentina un polo all'avanguardia, necessitano di tempi non brevi. Per questo adesso, più che alle infrastrutture che verranno, dobbiamo proporre servizi migliori da offrire immediatamente ai cittadini che dal Savuto quotidianamente raggiungono Cosenza e l'Università. Per questo pensiamo a corse su rotaia e su gomme più rispondenti alle esigenze dei cittadini, sia a quelli che studiano e lavorano sia a coloro che in serata vogliono raggiungere il centro storico di Cosenza per motivi di svago e di cultura". Da parte dei sindaci che hanno espresso soddisfazione per l'approccio realistico al problema, è stata data piena disponibilità a collaborare fattivamente per fare del trasporto pubblico il mezzo di maggiore convenienza sia sotto il profilo della qualità del servizio che sotto il profilo del costo economico. Da parte dei dirigenti delle Ferrovie della Calabria, che hanno illustrato lo sforzo compiuto negli ultimi anni per migliorare le infrastrutture ed i mezzi e conseguentemente la qualità del servizio, è stata offerta piena disponibilità ad accogliere ogni altra richiesta fatta dai sindaci per l'adeguamento del servizio alle esigenze di mobilità per i cittadini dell'area del Savuto. In un successivo incontro, tenutosi nel pomeriggio, tra Amaco SpA, Ferrovie della Calabria srl e Direzione Trasporto regionale di Treni Italia Spa, si è concordato di dare attuazione al progetto di integrazione tariffaria e vettoriale già predisposto tra le parti e per le aree di rispettiva competenza, predisponendo le procedure e gli adempimenti amministrativi necessari.


IL GENIO

La Calabria ha dato i natali a tanti uomini illustri che grazie alla loro opera ed al loro ingegno quotidianamente in ogni parte del mondo danno lustro alla nostra terra. Uno di questi è Franco Abruzzo, di professione giornalista, trasferitosi a Milano dove è diventato potentissimo presidente del consiglio dell'ordine dei giornalisti della Lombardia, che è riuscito, in pochi mesi, in un impresa unica: ha espulso dall'albo Vittorio Feltri, direttore dell'Indipendente, del Giornale ed ora di Libero, ed ha fatto diventare professionista Francesco Dinapoli, detto Ciccio, direttore de La Provincia, addetto stampa del Sindaco di Rende, e diffamatore quotidiano dell'amministrazione comunale di Cosenza e del PSE. Complimenti un vero genio.