26/05/2001


VITTORIA!


Come era prevedibile il 13 maggio gli italiani hanno premiato Silvio Berlusconi ed il centro-destra che potrà contare su una maggioranza parlamentare che, però, non è così netta, come i sondaggi diffusi prima delle elezioni avevano pronosticato.
Per il Presidente del Consiglio in pectore si preannuncia un inizio in salita durante il quale dovrà contenere le prevedibili richieste di visibilità dei suoi alleati ad iniziare dalla Lega di Umberto Bossi, che è uscita molto ridimensionata dalle urne non avendo superato lo sbarramento del 4%, schiacciata insieme agli altri partiti della CDL dalla potenza mediatica di Berlusconi che ha catturato gran parte dei consensi della propria coalizione.
Da parte sua il centro-sinistra paga i contrasti interni iniziati nel lontano 1996, all'indomani della vittoria di Romano Prodi, causati dalle differenze di strategia che ha diviso i suoi leader intorno alla prospettiva politica da dare alla coalizione nella quale hanno convissuto in maniera conflittuale, da una parte, i sostenitori del partito democratico americano e, dall'altra, quelli di un grande partito socialdemocratico di stampo europeo.
Il limite del centro-sinistra è stato, appunto, quello di trasmettere all'opinione pubblica un'immagine di eccessiva litigiosità appalesatasi con il succedersi alla guida del governo di tre presidenti del consiglio diversi, a discapito della valorizzazione degli indubbi risultati positivi ottenuti in cinque anni alla guida del governo del paese che è stato risanato dal punto di vista fiscale ed al quale è stata data, con coraggiose scelte in politica estera, una credibilità ed un'affidabilità internazionale che da tempo mancava.
Sui destini del centrosinistra hanno poi pesato le scelte delle candidature nei singoli collegi per le quali sono stati privilegiati, dai tavoli nazionali, criteri spartitori che non hanno tenuto in debita considerazioni le diverse realtà territoriali nelle quali sono stati imposti candidati che non hanno avuto la capacità di coagulare quel consenso necessario per vincere, così come si è pagata l'assenza di una vera e propria leadership politica, aldilà dei giusti meriti che vanno riconosciuti a Francesco Rutelli, alla guida del primo partito della coalizione che è scivolato ad i minimi storici e che è stato avvicinato dall'inaspettato successo della Margherita.
In Calabria i risultati si presentano, invece, in una certa controtendenza rispetto al dato nazionale e consegnano motivi di ottimismo per il futuro prossimo venturo.
E' indubbio che il vento del centro-destra ha soffiato anche nella nostra regione, ma è stato arginato bene soprattutto al Senato dove la rappresentanza rimane immutata rispetto al 1996; alla Camera invece, sono state pagate a caro prezzo scelte miopi.
Per la sinistra il dato più incoraggiante arriva dal proporzionale, dove gli elettori hanno premiato con il loro voto il patto federativo stipulato alla vigila della presentazione delle liste tra la segreteria regionale dei DS ed il gruppo dirigente del PSE-Lista Mancini che si era posto come obbiettivo quello di compiere un primo ed importante passo verso la costituzione di un grande partito unitario della sinistra riformista che potesse rappresentare una casa comune per le diverse anime del riformismo italiano.
In Calabria, la lista della quercia ha ottenuto il 17.8%: quasi due punti in più rispetto alla media nazionale. Il dato è ancora più considerevole se si pone mente al fatto che rispetto a solo un anno fa in occasione delle elezioni regionali, i voti della quercia sono stati 41.000 in più, passando da 150.000 a 191.000.
A Cosenza, poi, la percentuale della quercia ha sfiorato il 25%, che consente alla città di diventare il capoluogo più di sinistra dell'intero Mezzogiorno d'Italia.
Se a questi risultati già di per se stessi eccezionale, si aggiunge la considerazione che il patto federativo DS-PSE ha saputo coagulare sulla propria lista la stragrande maggioranza del voto socialista della Calabria (atteso il fatto che il Girasole composta da SDI e VERDI si attesta al 2.2% nonostante fosse partito da un potenziale del 9% raccolto dai due partiti alle ultime regionali), non può che derivare la giustezza dell'operazione politica premiata dall'elezione di Marco Minniti e Giacomo Mancini jr, i due candidati al proporzionale, cosa mai successa da quando è stato introdotto il sistema elettorale vigente.
L'ottimo risultato non può che rendere ottimisti per il prossimo futuro e non può che essere da stimolo per i gruppi dirigenti dei DS e del PSE per continuare nella strada tracciata per rafforzarla con nuove e più ampie adesioni, avendo come bussola l'azione politica di Massimo D'Alema e Giuliano Amato che puntano a connotare con i caratteri tipici del socialismo riformista lo schieramento di centro-sinistra.
Il successo del patto federativo DS-PSE deve anche rappresentare un punto fermo per rivolgere l'attenzione nei confronti delle prossime elezioni amministrative, stante anche il netto insuccesso della Margherita che se a livello nazionale supera il 14% in Calabria si ferma al 10% ed a Cosenza non raggiunge neanche l'8%.


Bruzio Rossi


Il 13 maggio Giacomo Mancini jr è stato eletto deputato della Calabria.

Quando la notizia si è diffusa a Cosenza, centinaia di persone si sono riversate nella sede del PSE a Corso Umberto per festeggiare il giovane deputato che poi è stato portato letteralmente in trionfo nel salone di rappresentanza di palazzo die Bruzi dove è si erano assiepati molti sostenitori ed amici.
Giacomo Mancini jr non senza commozione ha ringraziato tutti i presenti e tutti coloro che votando la lista della quercia in Calabria dedicando il suo successo alla memoria della mamma Lorenza.
Al nostro deputato la redazione de la parola socialista esprime le più vive congratulazioni con l'augurio che possa lavorare con dedizione ed impegno nell'interesse di tutti i cittadini della nostra città e della nostra regione.



PASSEGGIATE COSENTINE


Limoni e limonate. Ogni campagna elettorale si porta dietro le gioie ed i dolori dei vincitori e dei vinti. Coloro che escono battuti meritano rispetto ed è per questo che è giusto passare sopra certi scomposti commenti che sono dettati più dalla comprensibile delusione per una mancata ricandidatura o per una bocciatura elettorale che da una serena valutazione politica,.
Nel panorama locale può accadere, però, che il dispiacere per una sconfitta si tramuti in rabbia cieca: è quella che provano coloro che hanno utilizzato la campagna elettorale per scagliarsi contro l'avversario utilizzando ogni mezzo, soprattutto non lecito, con il fine di annientarlo.
Per costoro la sconfitta, alla quale non riescono ad arrendersi neanche dopo lo spoglio delle schede, è talmente dolorosa che l'unico rimedio per lenire i dolori lancinanti è quello di bere molte limonate.

Il salumaio ed i suoi zelanti servitori. Che chi produca salumi possa fare un buon giornale è cosa assi complicata, quando poi i salumi prodotti sono pessimi fare un giornale dignitoso diventa difficile, se, poi, il quotidiano è scritto per difendere gli interessi del salumaio che pretende licenze commerciali ed urbanistiche senza possedere i titoli e senza rispettare la legge, l'impresa diventa impossibile.
I fidi pennivendoli tutti presi dall'assecondare il padrone, durante la campagna elettorale hanno finalmente gettato la maschera, e si sono rivelati con tutto il loro odio ed il loro veleno che li ha spinti a rincorrere e cavalcare le miserrime polemiche da vicolo.
Il 13 di maggio, l'editore, il direttore e molti redattori sono stati colpiti da fitte lancinanti allo stomaco. I bene informati raccontano che il consumo di limoni a Castrolibero sia aumentato grazie alle tonnellate acquistate dalla prima firma, dalla di lui mogliettina, dal tifoso sgrammaticato e da quello del costume che si imbuca alle feste altrui bevendo gratis.

Il povero Livido. Ormai ci fa pena. Continua a non azzeccarne una. Aveva montato il caso del Co.re.co per potersi candidare alla Camera, scoperto e smascherato, insultato dai suoi a Rossano, preso a pernacchie a Castrovillari, si è dovuto ritirare ed ha dovuto subire la candidatura di Roberto Caruso che si è impegnato a non far votare.
Il 13 maggio il successo di Caruso lo ha messo in ginocchio e gli ha provocato un attacco epilettico, ha cercato di consolarsi nell'attesa dei risultati del proporzionale che tardavano. Il lunedì è addirittura andato in televisione ad esultare "Giacomo Mancini jr non è stato eletto", correndo poi in tipografia ad ordinare diecimila manifesti di giubilo e di scherno. Il martedì i risultati finali lo hanno folgorato.
Oggi, tutti i militanti della sinistra sono in ansia e sperano che lasci Cosenza solo dopo le amministrative della prossima primavera. Con Livido in città la sconfitta della destra sarebbe cosa certa.

Franco Piro è tornato nella sua città. Così gracchiava la tromba di una macchina l'ultimo giorno della campagna elettorale, per annunciare un comizio dell'ex deputato socialista di Bologna adesso retrocesso malinconicamente a portaborse del segretario provinciale di Cosenza del nuovo PSI. Al comizio in questione erano presenti ventiquattro persone ventiquattro pronte a tributargli l'accoglienza che merita. Alla fine del comizio rigeneratrice come non mai, gli è stata offerta una limonata ghiacciata. Profetica.

Il sindaco dimezzato. Le ha provate tutte per candidarsi, prima flirtando con i socialisti che andavano a destra, poi chiedendo spazio a quelli rimasti a sinistra, dopo ancora cercando di allacciare amicizie influenti, poi accontentandosi di sostenere quello che passava il convento. Vedendosi superato a sinistra, dicono stia trovando sistemazione nel centro contando sull'appoggio di un rancoroso senatore cui suggerisce letture di voti trasversali. E' da un mese che va avanti a limonate.

L'abbraccio mortale di Pantaleone. L'avevamo lasciato alla direzione di un giornaletto locale mentre plaudiva le propalazione calunniose di pentitti pluriomicidi, lo ritroviamo a commentare, a spoglio ancora in corso, i risultati elettorali e definire "abbraccio mortale" il patto federativo tra DS e PSE. Peccato per lui e per i suoi travasi di bile che la Calabria è l'unica regione d'Italia in cui la quercia aumenta di molto i consensi e riesce ad eleggere tutti i candidati del proporzionale.



I PERCHE' DI UNA SCONFITTA


Il voto del 13 maggio in Calabria ha provocato diverse sorprese negative allo schieramento di centro-sinistra sconfitto in alcune roccaforti che sembravano inespugnabili come quelle del collegio di Crotone dove il deputato uscente Rocco Gaetani è stato superato di misura dalla neofita forzista Dorina Bianchi ed in quello di Siderno dove l'ex sottosegretario Pino Soriero ha perso nettamente da Giancarlo Pittelli.
A destare sorpresa è anche stata la sconfitta nei collegi dell'area urbana cosentina nei quali i candidati della destra hanno battuto quelli del centro-sinistra.
Su questi risultati si è aperta una discussione polemica, iniziata addirittura, caso molto strano, durante la campagna elettorale, secondo la quale la causa della sconfitta sarebbe da addebitarsi ad un voto trasversale.
In politica tutti i ragionamenti ed i commenti devono essere supportati dai numeri che come si sa non possono essere inventati o peggio ancora trasformati ad arte, e quindi nell'attesa che i sostenitori di tale fantasiosa teoria producano dati convincenti e numericamente rilevanti, noi cerchiamo di indagare le vere cause di una sconfitta che, a ben vedere, non è affatto sorprendente.
I tre parlamentari dell'area urbana tutti del centro-sinistra, dopo la bella affermazione del 1996, avrebbero avuto la possibilità, iniziando una fattiva collaborazione con le amministrazioni locali comunali e provinciale, quasi tutte di centro sinistra, di trasformare l'area urbana in una roccaforte inespugnabile per la destra.
Sfortunatamente per loro, ma soprattutto per la coalizione, i tre hanno interpretato la fiducia degli elettori ed il loro mandato elettorale in maniera assai diversa: qualcuno si è limitato a scrivere articoletti sui giornaletti locali (addirittura 120, a quanto si apprende dalla di lui voce), altri hanno fatto armi e bagagli trasferendosi a Roma, rendendosi irreperibili, se non sporadicamente attraverso qualche risibile depliant.
Eppure in cinque anni le occasioni per farsi vedere ed apprezzare dagli elettori non sono certo mancate, non fosse altro per le continue campagne elettorali (comunali del 1997, provinciali e comunali del 1999, regionali del 2000) che si sono succedute (tutte quante vinte dal centro-sinistra), ma che non hanno mai visto la presenza e la partecipazione attiva dei parlamentari del luogo che hanno preferito assumere un atteggiamento pilatesco , attirandosi le giuste critiche, sulle loro persone ma anche sull'intero schieramento che avevano l'onore di rappresentare, della base dei partiti e dei candidati locali.
Il disinteresse per le questioni locali è stato poi acuito in occasione della preparazione delle liste per le comunali che si sono svolte in contemporanea con le politiche del 13 maggio, che, anche a causa dell'incuria dei parlamentari uscenti, hanno registrato una divisione insanabile nello schieramento del centro-sinistra (Mangone e Rogliano sono gli esempi più negativi) che è stato foriero di sconfitte, mai registrate prima.
A questo dato che non può che far registrare un giudizio negativo sull'operato dei parlamentari uscenti, bisogna affiancare una riflessione politica: nell'area urbana cosentina a fronte della netta affermazione della sinistra, il patto federativo DS-PSE è di gran lunga la lista più votata e raggiunge percentuali del 25%, nonostante i Italia il DS scenda ai minimi storici, la Margherita che nel paese supera la percentuale record del 14%, nel cosentino non arriva neanche all'8%.
La frana dell'elettorato centrista del centro-sinistra, che non ha supportato i candidati dell'Ulivo a tutto vantaggio di quelli del Polo, è evidente, e non può che rappresentare non solo una causa della recente sconfitta, ma anche un elemento di preoccupazione in vista delle prossime scadenze elettorali.


IL BIGLIETTO UNICO DI BIN-BUS PER COSENZA E PROVINCIA

Se alla Regione non prenderanno più del tempo necessario per l'autorizzazione di rito,nel prossimo
mese di giugno i cittadini residenti e i viaggiatori che quotidianamente vengono a Cosenza potranno
utilizzare il nuovo sistema del trasporto pubblico , urbano ed extra-urbano, denominato BIN-BUS.
E' una vera rivoluzione rispetto all'attuale organizzazione del trasporto pubblico in tutta la provincia
poiché mette a disposizione del viaggiatore più possibilità di scelta sia per quanto attiene ai costi del
biglietto unico sia per quanto attiene al numero delle corse che servono l'area urbana in tutte le direzioni.
Cinque aziende del trasporto pubblico(Amaco SpA-Consorzio Autolinee-Trenitalia-Ferrovie della Calabria-
Costabile Bus) hanno messo insieme mezzi ,professionalità ed energie ed hanno dato vita ad una offerta
unica per chi viaggia "da" e "per" Cosenza, oltre che per i cittadini residenti nell'area urbana.
In pratica, con BIN-BUS, chi è fornito del biglietto unico può circolare liberamente ed illimitatamente
nell'area urbana, scendendo da un mezzo e salendo sull'altro con una disponibilità di corse che sarà tre
volte superiore a quella attuale.A voler scendere nel dettaglio, gli studenti universitari potranno,durante
tutto l'arco della giornata viaggiare su tutti i mezzi Bin-Bus per andare e venire dall'università così come
potranno farlo, per la durata del biglietto, tutti i cittadini lungo un percorso che, avendo come punti
estremi Laurignano e l'università, assicura collegamenti continui con tutte le zone della città.
Il viaggiatore che proviene dalla provincia una volta giunto in città, con lo stesso biglietto Bin-Bus, potrà
liberamente circolare per tutta la giornata fino al rientro nel comune di provenienza.
Si tratta di una innovazione che porta Cosenza in primo piano ,a livello nazionale, sotto il profilo della
sperimentazione di un nuovo modo di concepire il trasporto pubblico.
Bisogna inoltre aggiungere che il progetto Bin-Bus, nel mentre risponde in maniera mirata alle richieste
di chi è solito servirsi del mezzo pubblico,si pone come obiettivo di acquisire all'uso del mezzo pubbli-
co i tanti automobilisti che quotidianamente circolano nell'area urbana con tutte le conseguenze negative
che comporta l'entrata e l'uscita dalla città, durante la giornata, di oltre 100mila auto. Bin-Bus si pro-
pone di acquisire all'uso del mezzo pubblico i tanti automobilisti che fino ad oggi, con qualche ragione,
hanno preferito l'auto privata al mezzo pubblico. Con l'entrata in funzione del progetto Bin-Bus, mentre
il cittadino residente non avrà più ragione di ricorrere, salvo casi particolari, all'auto propria per gli
spostamenti in città, il viaggiatore proveniente dalla provincia potrà lasciare l'auto in uno dei tanti
parcheggi custoditi, oggi sottoutilizzati, e servirsi del mezzo pubblico nell'area urbana.
Se tutto ciò accadrà, come è negli auspici di tutti, ne guadagnerà la qualità della vita per tutti,residenti
e non residenti. La città potrà così essere restituita ai cittadini che potranno tornare a viverne gli spazi, le
strade, le piazze vecchie e nuove, i viali, i giardini. Non è poco per una città massacrata , nei decenni
della speculazione edilizia, da una cementificazione caotica e fuori controllo, con la cancellazione di tutti
gli spazi verdi e le strade degradate e abbandonate al parcheggio selvaggio degli automobilisti.
BIN-BUS, dunque, rispecchia pienamente, nelle sue finalità, quel "modello Cosenza" che va prendendo
corpo con le politiche d'intervento adottate dal 93 ad oggi dal sindaco Mancini e dalla sua giunta.Su
questa strada bisogna continuare e le elezioni della primavera prossima saranno, sotto questo profilo,la
battaglia politica da vincere per scongiurare il pericolo di un passato che si va organizzando per mettere
nuovamente le mani sulla città.


 


AI LETTORI


Mentre andiamo in stampa, alcuni giornaletti locali con la collaborazione di velenosi e sconosciuti figuri, stanno fomentando una polemica tanto violenta quanto inconcludente perché non supportata da alcun dato su un presunto voto trasversale.
Come i nostri lettori sanno bene a noi piace la polemica politica, anche quella dura che non sfuggiamo mai, anzi che cerchiamo e stimoliamo. Quello che invece vogliamo evitare è di avere rapporti con coloro che non fanno politica, ma soltanto affari poco limpidi e poco leciti. Questi signori che stampano giornali con il solo fine di aprire supermercati senza possedere permessi e per costruire palazzi senza avere licenze non meritano la nostra attenzione né ora, né mai.
Dispiace che il senatore Achille Occhetto, per il gusto di scontrarsi con i vertici nazionali del suo ex partito, si sia fatto intrappolare in questo giro di interessi meschini e si sia prestato al dileggio che questi lestofanti stanno perpetrando ai danni di galantuomini.
Achille Occhetto con le sue recenti dichiarazioni non soltanto rammarica noi che lo abbiamo fatto votare ed anche eleggere e lo abbiamo sostenuto lealmente accollandoci anche le spese della sua campagna elettorale, ma soprattutto offende, è questo è veramente imperdonabile, i tanti elettori cosentini che lo hanno votato con la convinzione che la sua presenza avrebbe consentito alla nostra città di dialogare con le migliori realtà istituzionali e culturali europee, e che oggi, per tutto ringraziamento, invece, si sentono ricoperti di merda.