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Il colle madore, versante nord

I Sicani

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Il colle madore, versante sud

IL COLLE MADORE

Su questa Collina sono state rinvenute le tracce degli antichi abitanti di questi territori;
Il colle Madore alto m. 780 s.l.m., è ubicato, in posizione quasi centrale tra la costa tirrenica e quella mediterranea;
Esso è collocato nella tratto alto della vallata del fiume Torto proprio sopra lo spartiacque tra il bacino imbrifero di questo fiume e quello del fiume Platani, i quali costituiscono da sempre una strada di penetrazione e di collegamento entroterra-coste di grandissima rilevanza, soprattutto tra l'età arcaica e quella classica, epoca in cui le colonie greche di Himera ed Agrigento, per le quali tale via era di fondamentale importanza, godevano del massimo sviluppo economico e politico.
Non meno rilevante è la collocazione del monte rispetto al tracciato diagonale Est-Ovest che collega l'alta valle dell'Imera Meridionale con la vallata del fiume S. Leonardo e che consente il passaggio nell'area centro-settentrionale dell'isola in direzione delle colonie puniche di Solunto e Palermo.
Il rilievo ha forma allungata in senso Est-Ovest con pareti rocciose a strapiombo sul versante Nord-Est, mentre il versante più facilmente accessibile è quello meridionale. Tuttavia l'attuale conformazione del colle è alquanto alterata a causa dell'intenso sfruttamento minerario per l'estrazione del gesso e dello zolfo.
Le prime tracce di vita sul Colle Madore sono testimoniate da sporadici rinvenimenti databili tra l'antica e la media età del bronzo intorno alla metà del II millennio a. C., manca, però, ogni riferimento al tipo di insediamento. Alcuni rinvenimenti isolati, attestano poi momenti di occupazione del colle tra l'XI e l'VIII sec. a. C. anche se non vi sono certezze sulla continuità di vita. Maggiori elementi confermano che nel corso del VII sec. a.C. prosperava sul colle un insediamento indigeno ed è nella seconda metà di questo secolo che si possono ipotizzare i primi contatti con le colonie greche della costa. Questi contatti diventano sempre più stretti nel corso del VI sec. a.C., come attestato dai rinvenimenti di ceramica greca.
Dopo la metà del VI sec. a.C. il pendio meridionale viene ristrutturato, realizzando al centro un sacello a pianta rettangolare di tipo greco che dominava una serie di ambienti, collegati da un percorso, destinati ad attività lavorative, tra cui spicca un'officina metallurgica. In questo stesso periodo sulla cima viene costruito un edificio a pianta circolare, probabilmente a carattere sacro.
Tra la fine del VI e i primi decenni del V sec. a.C., il pendio meridionale subisce una violenta distruzione ed un forte incendio determina la fine del sacello e degli ambienti a S di esso. L'area viene abbandonata forse per un decennio. E' ipotizzabile che questa distruzione abbia interessato tutto il resto dell'abitato. Negli ultimi decenni del V sec. a.C., sugli strati compatti della precedente distruzione degli ambienti a S del sacello, vengono realizzati dei muri e creati nuovi ambienti che peraltro non restano in uso oltre la fine dello stesso secolo. Dopo la fine del V sec. a.C. non è stata ancora trovata sul Madore traccia di rioccupazione.

L'INDAGINE ARCHEOLOGICA

L'indagine ha preso l'avvio dal rinvenimento fortuito di alcuni materiali nel pendio a sud del colle, dove sono state indagate due aree di scavo, quella superiore e quella del pendio meridionale che pur essendo contigue, sono separate da un deciso salto di quota. Il collegamento è possibile solo attraverso un ripido e stretto sentiero, che presenta sul piano roccioso tagli e livellamenti artificiali, realizzati verosimilmente in antico.



Ricostruzione grafica dell'insediamento Sicano rinvenuto sul colle madore


LA SOMMITA' DEL COLLE

Il vertice del colle è costituito da una piccola area pianeggiante ampia ca. 200 metri quadrati; lo scavo ha consentito di documentare l'esistenza di edifici di un certo interesse, benchè si siano conservati solo a livello del filare di fondazione. Si tratta dei resti di due edifici circolari, relativi a due diverse fasi, dal diametro compreso tra gli 8 e i 10 metri con probabile destinazione sacra.
La cima del colle dovette pertanto avere destinazione sacra, organizzata forse con un piccolo santuario incentrato su un edificio circolare che probabilmente alla metà del VI sec. a.C. si sovrappose ad un edificio simile e più antico. L'esistenza di edifici sacri a pianta circolare, tra VII e VI sec. a.C., si riscontra anche in altri siti sicani della Sicilia centrale.

IL PENDIO MERIDIONALE

Il pendio meridionale di forma irregolarmente quadrangolare è oggi ampio ca. 400 mq e presenta una pendenza media del 50%.
Sono stati esplorati una serie di ambienti dei quali se ne sono potuti indagare per il momento solo alcuni. Iniziando dal ciglio meridionale si è individuato un percorso di accesso orientato in senso E/O che metteva in comunicazione questo pendio con i terreni circostanti al monte. La strada (largh. max m 3,5) sale da E verso O e presenta un tratto pavimentato con un lastricato realizzato con blocchi di calcare e la cui costruzione è collocabile nella seconda metà del VI sec. a.C.
A Nord la strada è definita dal muro meridionale di due ambienti (VIII e IX). Il primo di essi (VIII), esteso m 11 in senso Est/Ovest, è direttamente collegato sul lato Ovest alla strada attraverso una larga apertura (m. 3,5); esso era destinato oltre che a raccordare e collegare l'esterno con gli ambienti più interni anche ad una funzione di magazzino come testimonia il rinvenimento di alcuni grossi contenitori.
Un'apertura di m 1,90 sul lato orientale mette questo ambiente in comunicazione con uno degli ambienti più interessanti di tutto il complesso: l'officina metallurgica.
Si tratta di un ambiente trapezoidale (m 7,5 x 4,5) esteso ca. 30 mq pavimentato con lastre di calcare, analogamente alla strada. Un terzo circa di questo pavimento, lungo la parete occidentale, è occupato da una banchina realizzata con argilla cruda, di forma trapezoidale, più alta rispetto al pavimento di cm 20/25. Sopra questa, a ridosso del muro dell'ambiente, si rinvengono una serie di sette fornelli costruiti anch'essi con argilla cruda e di forma ad U o circolare, tutti aperti sul lato interno dell'ambiente, larghi da un massimo di cm 50 ad un minimo di cm 20 e alti in media cm 20.
Ad Est, si trovano i due ambienti VII e IX, divisi da un filare di pietre, forse un basso gradino di collegamento tra i due ambienti che dovevano probabilmente costituire uno spazio unitario. La presenza di grossi contenitori anche in questi ambienti rafforza l'ipotesi di un complesso di ambienti legati ad una officina e più in generale a spazi di lavoro.
Sul lato Ovest è stato individuato un lungo e stretto vano esteso m 8 in senso Nord/Sud e m. 3,2 in senso Est/Ovest, ancora in corso di esplorazione, ma nel quale sono stati già individuati grossi contenitori che rivelano una destinazione degli spazi coerente con quella dei vani contigui.
A monte di questi ambienti, su un terrazzo artificiale che interessa la parte centrale del pendio, venne realizzato l'edificio principale dell'intero pendio: il sacello. L'area su cui insiste questo edificio è la più danneggiata dal dilavamento naturale, tuttavia risulta chiaro che ad esso non vennero addossati altri edifici. Intorno al sacello gli spazi furono probabilmente lasciati liberi.

IL SACELLO

Questo edificio, rialzato nel terzo quarto del VI sec. a.C. e distrutto agli inizi del V sec. a.C., ha pianta rettangolare ed è orientato in senso Est/Ovest; le sue dimensioni sono di m 7 x 9 con un rapporto larghezza/lunghezza di 1:1,3.
L'ingresso era sul lato lungo meridionale,lungo le pareti erano due banchine, una di queste, lungo la parete settentrionale, potrebbe essere interpretata come base per l'appoggio di oggetti mobili, forse vasi legati al culto.
Il tetto dell'edificio era a doppio spiovente, con copertura di tegoli piani a listello e coppi decorati con motivi vegetali.
Nel muro di fondazione, presso l'angolo Sud Ovest, è stato rinvenuto un gruppo di almeno 25 oggetti di vario tipo e datazione, deposti nel momento della costruzione del sacello.
Nonostante il precario stato di conservazione è possibile identificarlo come piccolo edificio a carattere sacro. Significativa è la sua localizzazione in posizione eminente, al centro del pendio; inoltre, peculiari sono le caratteristiche relative alle proporzioni della pianta e ai materiali costruttivi. Un determinante indizio, per l'identificazione come sacello, è offerto anche dal complesso dei materiali rinvenuti con particolare riferimento a grandi contenitori che per il fatto di essere distribuiti su tutta la superficie dell'ambiente, indica una loro collocazione legata forse a pratiche rituali.
Assai significativa è la scoperta di un'edicola a rilievo interpretata come Eracle alla fontana, fa ipotizzare l'esistenza sul Colle Madore di un luogo di culto dedicato a questo eroe, nel ricordo forse del suo passaggio nella Sicilia settentrionale localizzato proprio nel territorio di Himera.



Importante reperto archeologico rinvenuto sul colle Madore, rappresenta Eracle alla fontana, e testimonia come il sito risentisse della cultura greca della vicina Himera


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