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veduta del centro abitato da N-E

L'urbanesimo

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veduta della contrada Passo Putiaro


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Sotto la spinta dell'impetuoso sviluppo del centro abitato connesso alla attività produttiva della estrazione e prima lavorazione dello zolfo, nel lontano 1938 fu predisposto un piano per l'edificazione e la regolamentazione edilizia. Tale regolamento fu adottato dal potestà con atto deliberativo n. 25 del 21 marzo 1938, approvato dalla Giunta Provinciale Amministrativa di Palermo nell'adunanza del 20 febbraio 1940, n. 40940 Div. 2/I. Il regolamento non venne omologato dal Ministero dei Lavori Pubblici, con la motivazione che presso lo stesso ministero era in corso lo studio la predisposizione di nuove norme organiche di massima per disciplinare la complessa materia dei regolamenti edilizi comunali. Il ministero intendeva riferirsi a quelle norme che alcuni anni dopo costituiscono la prima legge organica in materia Urbanistica, la n. 1150 del 17 agosto 1942.

Finita la guerra e costituita la Repubblica (alla regione Siciliana fu attribuita specifica autonomia, anche in materia urbanistica), l'anzidetto piano fu rielaborato e definito "regolamento edilizio", fu adottato con delibera della Giunta Municipale n. 173 del 14 ottobre 1950, approvato il 5 giugno dell'anno successivo dalla Giunta Provinciale Amministrativa , fu reso esecutivo, ai sensi dell'art. 36 della legge 1150/1942, dall'assessore Regionale ai Lavori Pubblici con provvedimento n. 9637 del 19 dicembre 1951.

Per la precisione il regolamento anzidetto era accompagnato da un unico elaborato grafico: uno stralcio della tavoletta I.G.M. in iscala 1:25000 con la sola individuazione del confine amministrativo comunale. All'art. 1 del predetto regolamento è individuato, "salvo quanto previsto nell'art. 27" dello stesso regolamento, il "perimetro dell'abitato del comune" nel modo seguente: "A nord fino alla via che conduce a Vicari, ad est fino alla chiesa di santa Rosalia e la linea ferrata Lercara Alta - filaga, a sud fino alla stazione ferroviaria di Lercara Alta, ad ovest fino alle miniere di zolfo del colle croce nord"

Mentre il successivo art 27 titolato PROGRAMMA DI FABBRICAZIONE, così recita:"tenuto presente che il Comune di lercara Friddi è sprovvisto di piano regolatore, le nuove zone di fabbricazione sono quelle adiacenti al centro abitato, facenti parte delle contrade "Piano Giglio, S. Rosalia, Passo Putiaro e stanze, su cui potranno sorgere edifici pubblici o privati e case di abitazione. E poiché taluni punti del centro abitato di Lercara Friddi confinano con il territorio comunale di Vicari, il cui centro dista da questo circa km 15, le norme contenute nel presente regolamento edilizio, per ragioni di urbanistica, dovranno essere pienamente osservate anche da coloro i quali intraprenderanno nuove costruzioni o ricostruzioni nel territorio del comune limitrofo, entro un raggio di almeno 500 metri dall'attuale periferia di questo abitato, di cui all'art. 1 citato."


Veduta del centro abitato da Nord Est, notare gli assi principali di sviluppo e l'ordito regolare del costruito.

Lo strumento in questione sancì la obbligatorietà della domanda di autorizzazione delle nuove costruzioni o ricostruzioni e del relativo nulla osta rilasciato dal sindaco, dietro parere della locale commissione edilizia (art. 3); nonché all'art. 17: "Il privato può costruire in qualunque punto del proprio fondo purché non invada il suolo pubblico e conservi l'allineamento con gli edifici esistenti o in corso di costruzione o la cui costruzione sia già stata autorizzata."

Per il resto sono puntualmente indicate le buone regole dell'arte del costruire cui bisogna fare osservanza; nonché l'altezza dei fabbricati che "non potrà essere inferiore a metri 4 ne superiore a metri 22" (art. 9) l'eventuale distacco dai fabbricati non potrà essere inferiore a metri 8; ed altre norme secondarie tipiche del contenuto dei regolamenti edilizi, quali per esempio la composizione della COMMISSIONE IGIENICO EDILIZIA, ed i suoi compiti.

Dopo il sisma del 1968, che colpì la Valle del Belice , Lercara Friddi fu classificato comune sismico di seconda categoria con grado di sismicità S=9, e fu incluso tra i comuni i cui territori dovevano essere disciplinati da piano urbanistico comprensoriale (P.U.C.). Il comprensorio urbanistico cui appartenne Lercara Friddi è il n. 7 con sede proprio nel nostro centro, e di cui fecero parte i territori comunali di altri 12 comuni.

Il P.U.C. in questione non fu mai approvato, e dopo una lunga e complessa vicenda amministrativa fu restituito all'assemblea consortile per essere rielaborato, tant'è che per effetto della legge regionale 27 dicembre 1978 n. 71 art. 8, comma 6 il piano urbanistico comprensoriale n. 7 non ha avuto più corso.



Veduta del centro abitato da sud

Per effetto della statuizione di cui all'art. 8 della legge regionale 18 luglio1968, n.20, combinata con il disposto dell'art. 8 della legge Regionale 71/1978, il regolamento edilizio approvato nel 1951 è restato in vigore sino al 1995 data di approvazione del vigente Piano Regolatore Generale, salve le modifiche ad esso apportate per la realizzazione di singole opere pubbliche ai sensi della legge n.1/1978 come nuovamente normato in ambito regionale con legge n. 35 del 1978.

Uniche eccezioni a tale procedura sono quelle che riguardano la realizzazione di una zona per insediamenti produttivi per piccole industrie e per l'artigianato di cui alla legge reg. 6 giugno 1975, n.42.

Tale legge prevedeva interventi finanziari a sostegno delle comunità ricadenti nel bacino minerario solfifero siciliano, la cui attività era crollata nel 1964, al fine di consentire una riconversione produttiva delle attività economiche.

Il comune di lercara Friddi fu incluso tra i quelli fra i quali si prevedevano semplici progetti di intervento nel quadro complessivo approvato dalla Giunta Regionale di governo nel dicembre - gennaio 1979.

Si rese pertanto necessaria una variante al Regolamento Edilizio con Annesso P.di F. (quello del 1951) che fu approvata con Decreto Ass. reg. per il territorio e ambiente n. 67 del 12 marzo 1981, successivamente variato con D.A. dello stesso assessore n. 310 dell' 1 agosto 1982.

Oggi le opere di urbanizzazione primaria della zona interessata, sono site in contrada San Biagio, sono in avanzata fase di realizzazione, prive di strumento urbanistico attuativo per la realizzazione dei rustici industriali.

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