SISTO V.
Pontifico' dal 24-IV-1585 al 27-VIII-1590. Felice Peretti (Grottammare, Ascoli
Piceno, 1520-Roma, 1590), figlio di poveri contadini, entro' (1534) nell'Ordine dei
Francescani conventuali, studio' a Pesaro, Jesi, Ferrara, fu lettore di diritto canonico
a Rimini e a Siena, dove fu ordinato sacerdote ( 1547 ); si addottorò in teologia nel
1548. L'anno seguente era reggente del capitolo generale ad Assisi, poi a Napoli e nel
1556 a Venezia con l'incarico di inquisitore, sempre pio e zelante, predicatore
apprezzato, benefico e austero; la sua severita' suscito' pero' malcontenti, per cui
dovette trasferirsi a Roma. Pio IV lo fece consultore dell'Inquisizione romana, teologo
al Concilio di Trento e professore alla Sapienza. Fu in Spagna, con il nunzio cardinale
Boncompagni (futuro Gregorio XIII) e con il cardinale Castagna (futuro Urbano VII),
piacque come predicatore a Filippo II. Pio V lo fece eleggere generale dei Francescani
e lo nomino' suo confessore; quindi lo fece vescovo di Sant'Agata dei Goti, poi
arcivescovo di Fermo e cardinale (1570). Invece sotto Gregorio XIII non ebbe gran
favore, perche' aveva criticato vivacemente l'operato di quel papa, incapace di porre
rimedio ai gravi disordini che travagliavano Roma. Alla morte di Gregorio XIII,
nonostante i raggiri dei potenti cardinali Farnese, Medici, d'Este e di altri, veniva
eletto papa (24-IV-1585). L'opera della Controtiforma, cioe' l'applicazione dei canoni
del Concilio di Trento, ebbe in Sisto V un fervido sostenitore; conoscitore sagace dei
tempi e dei bisogni della Chiesa, egli riformo' i conventi reprimendo gli arbitri dei
superiori locali; spedi' visitatori in tutte le province d'Italia, in Austria, in Boemia, in
Argentina, in Aragona. Attese personalmente a migliorare la disciplina e la cultura del
clero; egli stesso curo' nuove edizioni di S. Gregorio Magno, di S. Bonaventura, di S.
Ambrogio, di Graziano, correggendo i testi e arricchendoli di commenti e di note
critiche. La prima benemerenza di Sisto V (che prese maggior rilievo dal confronto
con la debolezza del governo precedente, aggravata dalle condizioni del vecchio
Gregorio XIII) fu quella di aver ricondotto la tranquillita' e l'ordine in tutto lo Stato
pontificio, represso il brigantaggio e con inesorabile severita' fatto giustizia dei
banditi e malfattori anche piu' potenti, come il conte Pepoli, giustiziato in Bologna.
Oltre che all'interno, Sisto V assicuro' lo Stato all'esterno, anzitutto dalle invasioni
dei corsari e dei turchi che danneggiavano il commercio.
LE OPERE
L'opera di Sisto V in Roma può dirsi veramente colossale. E' ancora oggi un
enigma come questo papa abbia potuto in soli cinque anni di regno (I585-I59O)
operare tanto e in modo così radicale, con le sole finanze dello Stato Pontificio,
redigendo egli stesso i progetti con l'aiuto tecnico del suo fedele ingegnere Domenico
Fontana e attuandoli con una rapidità mai vista, senza pentimenti né soste.
Oltre ai piani urbanistici già ricordati, si debbono a lui la costruzione dei palazzi del
Quirinale, del Laterano, della Biblioteca Vaticana e della Residenza Pontificia; della
Cappella Sistina in S. Maria Maggiore, della Scala Santa, della cupola di S. Pietro,
condotta quasi a termine in 22 mesi, della lussuosa villa Peretti presso le terme di
Diocleziano; inoltre egli innalzò gli obelischi di S. Giovanni, dell'Esquilino, di piazza
del Popolo, di S. Pietro in Vaticano. Tracciò delle nuove strade da lui chiamate Felice
e Sistina, e delle altre delle Quattro Fontane, di S. Maria Maggiore, di porta Pia, di S.
Giovanni in Laterano e delle piazze dell'Esquilino e di S. Giovanni.
Il dinamico pontefice si preoccupò molto del benessere cittadino portando a Roma un
nuovo acquedotto dal paese di Colonna e facendolo scaturire da una mostra (il fontanone
dell'acqua Felice sulla strada di porta Pia), per cui pagò, per la sola proprietà delle
sorgenti, 25.ooo scudi a Marzio Colonna; adattò in antichi edifici vasti magazzini di
derrate alimentari, costruì lavatoi in ogni parte della città, ospizi per i poveri a S.
Girolamo degli Schiavoni e presso ponte Sisto, riparò strade, scavò cloache, restaurò le
colonne di Traiano e di Antonino Pio.
Se egli fosse vissuto ancora dieci anni Roma avrebbe assunto probabilmente un aspetto
differente nei secoli seguenti. Nel 1586 affidò all'architetto Ascanio Fenzi i lavori di
sistemazione della palude Pontina che prevedevano di riattivare il corso del Flumen
Antiquo, che si chiamera' da allora Sisto. I progetti vennero meno con la morte di Sisto V
che, in modo emblematico della situazione della zona, morì di malaria dopo un viaggio
nelle zone da bonificare.
L'opera di Sisto V è caratterizzata da una grande praticità e da una serietà di intenti che
fecero accettare di buon grado ai contemporanei i sacrifici finanziari loro imposti. Ridotto
il fasto della Corte, abolite le feste licenziose, repressi il malcostume, la corruzione dei
pubblici uffici e il brigantaggio in Roma e nello Stato, riportato il papato ad una vita
dignitosa e senza sprechi, secondo il programma della Controriforma, il suo pontificato
segnò veramente una pausa, un punto fermo che separa il Cinquecento dal Seicento.
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