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Indice generale, Glossario, Bibliografia, Note;

CAPITOLO 2, CAPITOLO 3, CAPITOLO 4






 
 

CENNI INTRODUTTIVI


 
 



 
 


CAPITOLO 1
 
 
 
 

Cenni introduttivi








1.1 Introduzione
 
 

Oltre ad essersi imposto quale simbolo della convergenza tra l'industria delle telecomunicazioni, quella dei computers e dell'informatica in generale, negli ultimi anni Internet si è affermato come uno dei pilastri dell'infrastruttura globale dell'informazione. Essa è caratterizzata da un tasso di crescita senza precedenti nella storia delle tecnologie della comunicazione, e raggiunge attualmente circa 60 milioni di utenti in 160 paesi(1), cifra che raddoppia ogni anno. La sua applicazione più apprezzata, il World Wide Web, sta rapidamente diventando il tramite comunemente utilizzato per la pubblicazione d'informazioni ed il commercio elettronico; nel 1995 si stima disponesse a livello mondiale di 10 milioni di siti circa, il che rappresenta un incremento del 1600% rispetto all'anno precedente(2). La fig. 1 dà l'idea dell'entità della crescita.

Grazie alla sua rapida evoluzione, nel corso della quale si è trasformato da una rete destinata alle amministrazioni ed al mondo accademico in un'ampia piattaforma per comunicazioni e scambi commerciali, Internet sta attualmente rivoluzionando diversi settori economici, determinando la nascita di una pulsante "economia dell'Internet". L'evoluzione si è fatta sentire anche in campo sociale, educativo e culturale, offrendo alle persone la possibilità di accedere ad un vastissimo repertorio di informazioni sempre più ricche ed aggiornate.

La maggior parte del materiale disponibile su Internet si colloca in questa prospettiva e serve scopi perfettamente legittimi (e spesso altamente produttivi), legati allo scambio d'informazioni per uso privato o commerciale. Come, tuttavia, accade per qualsiasi altra tecnologia di comunicazione, soprattutto se agli stadi iniziali del suo sviluppo, anche Internet trasporta un certo volume d'informazioni di contenuto potenzialmente nocivo od illegale, prestandosi ad abusi finalizzati allo svolgimento d'attività illecite. Benché in termini puramente statistici il fenomeno abbia dimensioni limitate, la sua portata si estende a molti settori distinti, ai quali si applicano regimi e strumenti giuridici differenti a livello sia nazionale che internazionale. Esistono diversi campi soggetti ad atti illeciti e si possono così riassumere le problematiche legate all'uso della rete delle reti:

· sicurezza nazionale (istruzioni sulla confezione d'ordigni esplosivi, produzione di droghe o attività terroristiche);

· tutela dei minori (forme illecite di commercializzazione, violenza, pornografia);

· tutela della dignità umana (incitamento all'odio razziale o discriminazione razziale);

· sicurezza economica (frode, istruzioni sull'uso fraudolento delle carte di credito);

· sicurezza dell'informazione (interferenze di malintenzionati);

· tutela della sfera privata (comunicazione non autorizzata di dati personali, molestie);

· tutela della reputazione personale (diffamazione e pubblicità comparativa illecita);

· tutela della proprietà intellettuale (distribuzione non autorizzata di opere soggette a diritto d'autore, quali ad esempio software o brani musicali).

Se da un lato i vantaggi di Internet superano di gran lunga i suoi aspetti negativi, dall'altro questi ultimi non possono venir ignorati e costituiscono questioni di grande importanza sotto il profilo politico, giuridico e sociale. Tutte queste problematiche si inseriscono all'interno di un quadro giuridico spesso variabile tra nazione e nazione, anche se è, tuttavia, possibile rifarsi alla giurisprudenza degli Stati più all'avanguardia in materia.

Per quanto riguarda la distribuzione d'informazioni di contenuto illegale su Internet, compete chiaramente agli Stati la responsabilità di garantire l'applicazione delle norme vigenti: ciò che è illegale fuori della Rete rimane illegale anche sulla Rete. Data la natura fortemente decentralizzata e transnazionale di Internet sarebbe comunque opportuno varare provvedimenti concreti a livello di ministeri della giustizia e degli interni per rafforzare la cooperazione tra Stati.

La tutela della dignità umana è un diritto che viene interpretato in maniera diversa a seconda degli stati. È emblematico il caso della pubblicazione del "Mein Kampf" di Adolf Hitler, o della propugnazione di tesi storiografiche "revisioniste" (tendenti cioè a negare che l'Olocausto abbia avuto luogo), entrambe vietate in alcuni Stati. Possono inoltre insorgere difficoltà pratiche per fare rispettare la legge nel caso in cui determinati atti siano perseguibili in uno Stato ma non in un altro(3).

Esiste anche una chiara idiosincrasia nella definizione dei comportamenti illeciti. All'interno dell'UE, ad esempio, su un argomento in cui più unanime è il consenso come la pornografia infantile, si applicano disposizioni di legge specifiche in alcuni stati membri (si veda il Libro verde sulla tutela dei minori e della dignità umana nei servizi audiovisivi e d'informazione), mentre in altri ci si rifà a disposizioni d'indole più generale attinenti alla pubblicazione di materiale osceno.

La tematica della tutela dei minori (che costituisce di per sé solo un capitolo di una più ampia problematica delle informazioni di contenuto illegale e nocivo) ha provocato reazioni piuttosto forti da parte delle amministrazioni mondiali, che hanno risposto con misure fin troppo dure e repressive(4). I maldestri tentativi di censura da parte del Congresso americano hanno messo in chiara luce il problema, ma se da una parte la censura porterebbe ad un'anacronistica caccia alle streghe, è comunque necessario trovare delle soluzioni sicure ed efficaci per la tutela dei minorenni sulla Rete.

Un altro problema di scottante attualità (si stanno susseguendo in Italia i comunicati del garante per la tutela dei dati personali per l'attuazione della legge 675) riguarda la privacy ed il trattamento dei dati personali. Il diritto alla riservatezza ed alla segretezza della corrispondenza è sancito dalla convenzione di Strasburgo all'art. 8 e prima ancora dall'art. 12 della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948. Gran parte degli stati occidentali, inoltre, garantisce questi diritti anche a livello costituzionale, ma appena di recente in Italia si è adottato un provvedimento con legge ordinaria finalizzata a colmare il vuoto giuridico relativo alla privacy su Internet. La problematica diventa sempre più complessa col passare del tempo e con gli sviluppi tecnologici della Rete dove, oltre ai "navigatori della domenica", esistono delle vere e proprie organizzazioni criminali di hackers e pirati informatici che sviluppano software grazie al quale è possibile decrittografare la posta elettronica o spedire i cosiddetti mailbombers (software per "distruggere" ed intasare le caselle di posta elettronica).

La pirateria informatica e la violazione della proprietà intellettuale sono reati che investono la sfera economica oltre che provocare un grave illecito civile. Il problema va affrontato con urgenza, poiché in questi ultimi anni sono stati sviluppati dei software per sproteggere (in gergo "crackare") programmi e per comprimere i file audio rendendoli più leggeri e facili al trasferimento da un sito ad un altro.

Questa tesi di laurea si propone di:

1. Fare una panoramica sulla violazione dei diritti fondamentali dell'uomo in Internet, mediando tra i diversi punti di vista;

2. Mettere in luce le problematiche inerenti la violazione della privacy in relazione con il problema della tutela dei minori, individuando i confini tra libertà di espressione e pensiero e diritto alla protezione dei soggetti più vulnerabili;

3. Analizzare l'opportunità di censura e proporre soluzioni alternative.

Prima di proseguire, sarà bene soffermarsi brevemente sulle modalità di funzionamento di Internet e dare una definizione dei termini informatici più usati, al fine di permettere una facile lettura e comprensione delle problematiche.
 
 

1.2 Cenni sul funzionamento della rete Internet
 
 

Internet può essere definito come un insieme di reti e singoli computers collegati liberamente, che accettano di condividere determinate informazioni avvalendosi di diversi protocolli di comunicazione. Benché non sia né il primo né l'unico esempio di tale genere, esso si contraddistingue perché non ha alcun "proprietario" e perché negli ultimi tempi l'aumento del numero di servers che forniscono informazioni alla Rete ed il numero di utenti ad essa collegati non ha precedenti.

I molti modi differenti di distribuire le informazioni contenute su Internet risentono di queste peculiarità strutturali ed evolutive.

Per capire come avviene un collegamento tipico, sono necessarie alcune precisazioni.

La maggior parte degli utenti non dispone di un accesso diretto permanente ad Internet, ma passa per il tramite di un fornitore d'accesso (noto anche come provider). In questa categoria rientrano:

1. fornitori d'accesso ad Internet, specializzati nell'offrire l'accesso alla Rete;

2. fornitori di servizi supplementari per Internet, che possono ad esempio consistere nell'ospitare materiale prodotto da loro stessi, dagli utenti oppure da terzi;

3. fornitori di servizi on line: questo "materiale tutelato" può esser prodotto dal fornitore on line stesso, oppure per suo conto da terzi.

Il termine "fornitore di servizi per Internet" (I.S.P., Internet Service Provider) viene spesso utilizzato quale termine generico, senza operare una chiara distinzione tra il servizio consistente nel fornire l'accesso alla Rete ed il servizio di ospitare materiale, anche se i due servizi talvolta sono correlati.

Tanto i "fornitori d'accesso", quanto i "fornitori di servizi", si collegano ad Internet per mezzo di una linea presa a nolo, un collegamento al sistema di telecomunicazioni reso disponibile da un "esercente di rete" quale, per l'Italia, la Telecom.

Il World Wide Web (WWW o semplicemente Web) è la sede in cui è possibile visionare pagine di testo(5) corredate spesso da immagini ed illustrazioni o addirittura clips sonori e video. Le pagine sono collegate tra loro da una serie di hyperlinks(6) che rendono possibile navigare agevolmente nel Web. Tali pagine possono venire pubblicate da chiunque abbia accesso ad uno spazio di memoria su un computer "ospite" collegato alla Rete (il cosiddetto Web server o "sito"). I fornitori di accesso offrono spesso questa possibilità a costi contenuti come servizio supplementare: le pagine così pubblicate sono a disposizione di qualsiasi utente di Internet che scelga di consultarle, e possono venire identificate con un indirizzo che viene utilizzato per consultarle direttamente o per arrivarvi tramite gli hyperlinks.

Naturalmente per poter navigare su Internet, servono dei software specifici che consentano di raggiungere gli indirizzi desiderati. Questo tipo di applicazioni vengono chiamate browser e tra le più comuni vanno ricordate il popolare Netscape Navigator della Netscape Communications Corp. E l'Internet Explorer della Microsoft Corporation(7) (la stessa che negli ultimi anni ha dato alla luce i sistemi operativi Ms-Dos e Windows).
 
 

1.3 Dimensioni socioeconomiche e potenzialità del fenomeno
 
 

Esiste un intrinseco potenziale racchiuso nelle linee di Internet sotto i profili dell'informazione, dell'istruzione, della ricreazione e dello svolgimento di attività commerciali su scala globale. Diversi paesi, anche all'interno dell'Unione europea, si sono già avvalsi di queste possibilità radicalmente nuove.

Se, sotto il profilo sociale, ad esempio, offre ai cittadini la possibilità di stabilire un contatto tra la pubblica amministrazione ed i cittadini stessi, Internet consente ad individui od associazioni private di pubblicizzare la propria attività a costi contenuti. In campo culturale, inoltre, Internet fornisce già un contributo significativo alla produzione ed alla diffusione di materiale digitale e multimediale, promuovendo in tal modo la diversità linguistica e culturale nonché la diffusione delle culture europee nel mondo.

Come esemplificato da diversi progetti innovativi che collegano biblioteche, scuole ed università europee, Internet rappresenta parimenti la chiave per accedere ad una nuova "alfabetizzazione elettronica", ed, in quanto tale, la chiave di svolta della nuova iniziativa d'ampia portata dell'Unione Europea, il Programma d'azione "L'apprendimento nella società dell'informazione"(8).

Negli anni a venire la "rete delle reti", che sta attualmente rivoluzionando il commercio elettronico, svolgerà plausibilmente una funzione d'importanza fondamentale per l'economia europea. Tale possibilità risulta direttamente collegata alla liberalizzazione del mercato europeo delle telecomunicazioni, che dovrebbe tradursi in una diminuzione dei costi d'esercizio per gli utenti ed i fornitori di servizi. Uno dei fattori d'importanza cruciale per lo sviluppo del mercato di Internet negli USA è stato, infatti, il minor costo delle telecomunicazioni (delle linee a nolo per gli utenti professionali e delle chiamate per i singoli clienti)(9).

Come il mercato statunitense, infatti, già dimostra, Internet promuove direttamente lo sviluppo di una nuova economia ad esso collegata, caratterizzata da una rapida crescita(10), promuovendo la nascita di nuove categorie d'imprese e la creazione di posti di lavoro (produttori d'infrastrutture e software per Internet, fornitori d'accesso, distribuzione di materiale destinato a consumatori ed imprese, vendita al dettaglio on line, servizi finanziari). Al di là di questo "nocciolo duro", costituito da imprese che producono reddito direttamente dalla Rete, Internet sta producendo ripercussioni indirette su una "sfera d'influenza" molto più ampia. Esso sta, infatti, trasformando radicalmente diversi settori economici già esistenti (servizi turistici, assicurazioni, vendita diretta al dettaglio, editoria elettronica), creando mercati, riducendo i costi e migliorando il servizio alla clientela.

Nel campo della pubblicità e del marketing, inoltre, Internet presenta diversi vantaggi di rilievo e ben documentati: la sua natura interattiva, abbinata all'immediatezza ed alla facilità della comunicazione, consente d'indirizzare i messaggi pubblicitari al pubblico con precisione molto maggiore di quella attualmente possibile e di rilevare la reazione dei clienti già acquisiti o potenziali. Analogamente, quando venga utilizzato per effettuare transazioni o addirittura fornire direttamente materiale via Rete, Internet permette a fornitori e clienti di realizzare notevoli risparmi.

Un discorso a parte meriterebbero gli "Intranets" aziendali. Questo settore interimprese è attualmente quello caratterizzato dalla crescita più rapida nel contesto dell'economia globale di Internet, e costituisce un settore d'importanza strategica cruciale per le imprese europee che devono affrontare la concorrenza sui mercati mondiali(11).
 
 

1.4 L'utente-tipo italiano
 
 

Ho ritenuto opportuno inserire in questa introduzione i risultati di due ricerche volte a disegnare una configurazione di "cybernauta" tipico italiano, al fine di permettere una migliore comprensione dell'entità e della rilevanza del fenomeno Internet in Italia.

Le due ricerche sono state condotte rispettivamente da Infostat(12) e da alcuni studenti(13) dell'Università di Catania ed hanno riportato conclusioni simili, anche se non identiche. Ho pensato, quindi, di rielaborare i dati ottenuti operando una media aritmetica dei risultati, ponderata sul numero del campione delle rispettive ricerche (1685 interviste per la prima e 890 per la seconda).

Prima di esporre i dati è doverosa una considerazione di ordine metodologico.

Trattandosi di campionamento casuale semplice, il campione è sicuramente rappresentativo (2575 utenti sui 450.000 stimati in Italia), ma va sottolineato il fatto che esso è volontario: chi si è sottoposto al questionario lo ha fatto perché ha trovato il sito (forse anche per caso) ed ha avuto il tempo e la voglia di compilarlo. Questo significa che non è stata operata alcuna stratificazione nel campionamento.

A parte queste considerazioni di prammatica, i risultati non sono del tutto scontati come si potrebbe supporre.

Il dato sul sesso è, infatti, piuttosto sorprendente: i maschi in Rete costituiscono il 91,2% (fig. 2).

Il 47,6 % dell'utenza ha un'età compresa tra i 26 ed i 35 anni, mentre è molto difficile trovare utenti con più di 45 e meno di 20 anni d'età (fig. 3).

È piuttosto raro, inoltre, trovare utenti con istruzione solamente primaria: essi costituiscono appena il 6%, mentre i diplomati sembrano essere meno attratti dalla Rete rispetto ai laureati. Questi ultimi sono rappresentati, infatti, dal 42% degli utenti, mentre i diplomati, pur essendo più numerosi nella popolazione, sono il 62%.

Gli scopi delle connessioni principalmente sono: Posta Elettronica, Forum e Newsgrup (77,4%), consultazione banche dati (68,1%), e reperimento software di pubblico dominio (60,3%). La ricerca scientifica è appena al quarto posto con il 42,7%(14).

Le ore di navigazione alla settimana vanno dalle 2 alle 5 ore per il 22% dei casi, dalle 5 alle 10 ore per il 40% dei casi, dalle 10 alle 20 ore per il 35% dei casi, mentre solo il 3% circa dei casi in esame naviga per meno di 1 ora alla settimana.

Il 27% degli intervistati è costituito da impiegati, il 18% liberi professionisti, mentre gli studenti sono il 15%. Le casalinghe sono quasi completamente assenti sulla Rete (0,12%), come pure disoccupati e pensionati (entrambi 0,95%).

Le fasce orarie di maggiore utilizzo sono dalle 07 alle 13 (23,5%), e dalle 20 alle 07 (46.4%). Questi dati riflettono l'eccessivo costo della TUT (tariffa urbana a tempo) italiana, che induce l'utenza privata ad una navigazione prevalentemente notturna.

La risultante di queste inchieste, che, è bene sottolinearlo, inquadrano l'utenza generica italiana (e l'Italia non può essere considerata un paese rappresentativo a livello mondiale per l'uso di Internet), è che se cercassimo un utente italiano medio su Internet, la persona che incontreremmo molto probabilmente sarebbe un maschio, avrebbe un'età compresa tra i 26 ed i 35 anni, sarebbe almeno diplomato ed utilizzerebbe la Rete prevalentemente di sera, trascorrendovi più di 40 ore al mese. Quest'ultimo dato unito a quello della professione ci fa capire che Internet non è sicuramente un medium popolare. L'affermazione è confortata da almeno 3 dati: professione, titolo di studio e per ultimo, ma non per importanza, il numero medio di ore di utilizzo.
 
 
 
 

1.4.1 Internet: un mass media?
 
 

A questo punto sorgono due domande: È possibile definire Internet un "mass media"?

Se lo è, possiamo ritenerlo un mezzo di comunicazione di portata paragonabile a radio o televisione?

Alla prima domanda è possibile rispondere affermativamente.

Internet può essere sicuramente definito un mass media, in quanto gli elementi necessari per una tale definizione esistono tutti. Esiste la fonte (il "sito" o il documento ipertestuale), spesso dotata di una certa credibilità, esiste il canale, costituito dalle diverse modalità di comunicazione ed esiste, chiaramente, il messaggio, contenuto nei documenti consultabili liberamente. Sono sicuramente presenti anche gli altri elementi che caratterizzano un mezzo di comunicazione di massa, anzi, con Internet, alcuni di essi assumono una maggiore rilevanza. Il feedback (retrocomunicazione), in particolare, è una componente essenziale e peculiare di Internet, in quanto, essendo molto frequente trovare l'indirizzo di posta elettronica dell'autore, risulta semplice la creazione di un contatto tra udienza e fonte, ed un suggerimento od una critica di un utente può avere delle importanti conseguenze sul documento presentato dall'autore.

Le udienze di Internet sono eterogenee e spazialmente molto distanti tra loro. In Internet un messaggio raggiunge persone distanti anche decine di migliaia di chilometri.

Per quanto concerne gli effetti, si è già trattato l'argomento nei primi tre paragrafi, quando si prendevano in considerazione le variabili economiche, sociali e culturali del fenomeno. In questa sede, basterà aggiungere che gli effetti saranno diversi ed avranno una portata maggiore o minore da un paese all'altro. Le conseguenze del "consumo" di Internet, inoltre, sono assimilabili a quelle già descritte per gli altri media(15) e, dove esiste una maggiore diffusione di questo nuovo mezzo, esse saranno di proporzioni maggiori.

Quest'ultima considerazione porta direttamente alla risposta della seconda domanda.

Internet, in Italia, ha ancora costi molto alti, se paragonato a media come Tv e radio. Questi ultimi, infatti, hanno costi di connessione nulli ad eccezione del canone annuo alla Rete nazionale per la TV(16). Il costo di acquisto di un apparecchio radiofonico, inoltre, è bassissimo e quello di un televisore è in costante calo(17).

Per collegarsi ad Internet, invece, occorre almeno:

1. comperare un PC dotato di modem(18), sistema operativo e software di navigazione (oggi, dicembre '97, circa 2,5 milioni di lire);

2. possedere un apparecchio telefonico e stipulare un contratto di abbonamento con un fornitore di accesso (costo minimo: L. 250.000 annue circa);

3. pagare appieno gli scatti sulla bolletta telefonica(19).

Per contenere i costi di collegamento, inoltre, l'utente deve collegarsi esclusivamente nelle ore serali, con notevole limitazione nell'utilizzo (mentre radio, TV e telefono possono essere indifferentemente utilizzati 24 ore su 24).

Non dimentichiamoci che in Italia esistono, inoltre, altri due problemi: il primo è costituito dalla scarsa conoscenza dell'utilizzo dei computer; il secondo è costituito dalla non sempre buona conoscenza dell'inglese da parte dell'utenza italiana(20).

In definitiva, quindi, Internet non può essere paragonato ai media tradizionali. Pur essendo un mezzo molto più potente e versatile, esso non è ancora alla portata di tutti e, come se non bastasse, non esiste ancora una tessuto culturale pronto ad accoglierlo.

I binari sui quali muoversi per una sua diffusione sono, quindi, sia economici, sia culturali: occorrerà, cioè, abbassare gradualmente i costi di connessione e di accesso e, contemporaneamente, tessere una piattaforma culturale idonea a sfruttare appieno le potenzialità comunicative del mezzo, sia sotto il profilo delle conoscenze informatiche di base, sia per quanto concerne la conoscenza della lingua anglosassone (ormai indispensabile non solo per l'uso di Internet).
 
 
 
 

1.5 Nuove dinamiche nella comunicazione
 
 

Nei primi anni '80 veniva rivalutato il ruolo dell'opinion leader, cioè di una figura avente il compito di mediare e negoziare il contenuto informativo delle notizie provenienti dai media.

Oggi, con Internet, si assiste ad una sostanziale alterazione di questo fenomeno. Sulla Rete, infatti, si possono riscontrare due precise tendenze: 1) la presenza di un enorme serbatoio di informazioni e notizie in forma integrale, spesso generate dalle fonti originali; 2) la presenza di un altrettanto numero di siti contenenti commenti ed opinioni sulle notizie stesse. Per dare un esempio, si pensi ad un sito governativo o parlamentare che divulga comunicazioni e leggi così come sono riportate sulle pubblicazioni ufficiali; oppure si pensi, ad esempio, al sito di un'associazione per la difesa dei diritti dei cittadini che, oltre a commentare le leggi ed i decreti, propone alternative, suggerisce azioni legali e così via.

Questo è un fenomeno relativamente nuovo, ed è per questo motivo che si sostiene che, a differenza di altre reti, quale, ad esempio, quella per le trasmissioni radiotelevisive, Internet segue sostanzialmente l'indirizzo datole dall'utenza, giacché sono gli utenti stessi, piuttosto che gli editori affermati, a generare una parte cospicua del "materiale" (21).

Un'altra caratteristica di Internet unica nel suo genere è il fatto che esso funga simultaneamente da mezzo di pubblicazione e di comunicazione: a differenza dei mezzi tradizionali, infatti, Internet consente diversi modi di comunicazione (utente/utente, un utente/più utenti, pluralità d'utenti). Un utente della Rete può indifferentemente trasmettere o ricevere informazioni; in qualsiasi momento un utente passivo può diventare attivo fornendo informazioni, di sua iniziativa o per il fatto di reindirizzare il materiale pervenutogli da un terzo. Internet si differenzia, dunque, radicalmente dai mezzi tradizionali tanto di trasmissione quanto di telecomunicazione.

La posta elettronica (e-mail) consente la comunicazione tra individui; essa rende anche agevole inviare lo stesso messaggio ad una pluralità di indirizzi avvalendosi di appositi elenchi. Sebbene, generalmente, l'autore di un messaggio sia identificato dal suo indirizzo e-mail, sono stati tuttavia costituiti sistemi di "rispedizione anonima" nell'ambito dei quali l'identità del mittente non viene comunicata al destinatario. I messaggi inviati ad un indirizzo Internet sono memorizzati nella "cassetta delle lettere" del destinatario sull'apposito server gestito dal fornitore d'accesso fino a quando il destinatario non li legge.

Nell'ambito di circa 15.000 newsgroups (chiamati talvolta "bacheche elettroniche") le informazioni vengono fornite da individui che inviano messaggi (i quali possono essere costituiti semplicemente da un testo o includere illustrazioni codificate così da renderne possibile la trasmissione). Questi messaggi non vengono messi in memoria in un unico luogo, ma copiati dal server di un newsgroup all'altro. Sul World Wide Web ci sono comunque anche siti che contengono archivi di materiale dei newsgroups, che può venire passato in rassegna.

In aggiunta a ciò l'Internet Relay Chat (IRC; tradotto liberamente "scambio di chiacchiere su Internet") consente agli abbonati ad Internet di comunicare direttamente tra loro in tempo reale e può venir utilizzato per organizzare incontri personali o per lo scambio di materiale. Attualmente l'IRC è anche in grado di fornire un supporto per tecnologie video a bassa risoluzione (ad esempio CUSeeME).
 
 
 
 

1.6 Un'ultima precisazione
 
 

In quest'analisi non verranno, per motivi di brevità, trattate altre specifiche problematiche collegate all'uso della Rete.

In particolare, non verranno trattate direttamente (anche se vi saranno dei richiami) le questioni relative alla difesa nazionale. Il problema della circolazione di informazioni relative al confezionamento di ordigni esplosivi o l'intercettazione di messaggi giudicati compromettenti per la sicurezza della nazione sono tematiche interessanti, ma riguardano solo da lontano il tema di questa tesi, che si concentra sul rapporto/confine esistente tra esigenze di censura e il diritto alla privacy(22).

Non potrà altresì trovare specifica trattazione il tema della tutela della proprietà intellettuale e del diritto d'autore. Secondo alcuni studiosi(23) la tutela del diritto d'autore e del copyright andrebbe posta sul più alto gradino dei diritti fondamentali dell'uomo, in quanto giudicata la base per l'evoluzione tecnologica ed artistica dell'intera umanità. Su Internet, purtroppo(24), è possibile scambiare con estrema facilità materiale tutelato da copyright: succede spesso, infatti, che alcuni siti contengano dei documenti (o collegamenti ad altri archivi) audio rappresentanti delle esatte riproduzioni digitalizzate di canzoni, o altri brani musicali, ottenute tramite campionamento(25). Il sito di partenza può essere collocato in qualunque parte del mondo e la dimensione di questi files (meno di 5 megabyte l'uno nel nuovo formato Mp3 compresso) consente ed incoraggia il loro trasferimento, provocando danni non indifferenti. Se ne è discusso a dicembre del '96 a Ginevra, dove si è tenuta una conferenza mondiale organizzata dal World Intellectual Propriety Organization alla quale hanno partecipato le delegazioni di dozzine di paesi oltre ai colossi del business discografico quali Sony Music e Mca.

Ma il problema del copyright non investe tanto il mercato discografico internazionale quanto quello del software per PC. La pirateria informatica, infatti, non ha mai trovato terreno più fertile di Internet per lo scambio dei programmi e dei cosiddetti "cracks"(26). Sulla Rete esiste una subcultura underground chiamata "warez", che ha creato un mercato basato sullo scambio di software di tutti i tipi, dai videogame da pochi dollari ai programmi più complessi e costosi (come ad esempio i programmi di progettazione ingegneristica come il Cad del valore di decine di migliaia di dollari).(27)

Un altro tema del quale non potrà che essere spesa qualche riga in questo paragrafo è la tutela della sicurezza economica. Internet, si diceva, è un'enorme vetrina sul mondo dove sono disponibili centinaia di migliaia di articoli acquistabili on-line tramite carta di credito: è sufficiente fornire alcuni dati ed il contratto è perfetto. Il problema sorge quando a raccogliere queste informazioni sono individui senza scrupolo che le riutilizzano per trarne vantaggio personale. In Italia il problema non è molto sentito, in quanto, l'acquisto tramite carta di credito non è molto diffuso, ma non altrettanto si può dire dei paesi esteri e, soprattutto degli Usa, dove essa è il principale mezzo di pagamento. Esistono, inoltre, dei programmi studiati per determinare il numero della carta di credito partendo dal nome della banca(28) che offre il servizio, con un'unica incognita costituita dalla scadenza.

L'ultima grande esclusa da questo studio è la tutela della dignità umana, nelle forme dell'incitamento all'odio razziale e della discriminazione, poiché talvolta capita, navigando su Internet, di imbattersi in pagine dove gli autori sfogano i loro sentimenti con frasi ed espressioni non del tutto tolleranti.

Verrà, in ogni caso, aperta nel prossimo capitolo, una parentesi sulla libertà di espressione e di parola e sugli incredibili paradossi generati dalla loro tutela. Per ora, mi limito a citare un articolo apparso su l'Espresso del 13 febbraio 1997 sulle decisioni prese dalla massima istituzione di appello americana: "La Corte Suprema ha sempre interpretato questo principio (il diritto alla parola ed alla libertà di stampa) in modo estensivo: nel 1969 dichiara che anche i discorsi che incitano alla violenza sono protetti dal 1° emendamento; (...) nell'89 sentenzia che bruciare la bandiera americana è una forma di libertà di espressione; due anni fa respinge la proposta di censurare i canali televisivi che trasmettono film e materiale pornografico; in Virginia consente l'allestimento del museo del Ku Klux Klan"..

Con queste premesse inizierò la discussione sulla bocciatura, da parte della Corte Suprema, del Communication Decency Act, la sezione della legge approvata dal Congresso americano nel febbraio 1996, che tentava di operare una censura sull'informazione giudicata "immorale".