MONTE
SANTfANGELO
- Il
Castello -
Cenni
storici
Centro Garganico, situato in una posizione panoramica su
uno sperone meridionale del promontorio, con la vista
sul Tavoliere e sul golfo di Manfredonia, a 806 metri d'altitudine.
Località affascinante sia per spiritualità
che per storia.
Centro frequentatissimo
nel medioevo dai pellegrini e dai crociati pronti a recarsi in terra Santa. Oggi meta di molti pellegrini devoti
dell'Arcangelo Michele.
Il santuario di San Michele Arcangelo, che
fu realizzato nella grotta dove tra il 490 ed il 493 avvenne l'apparizione
dell'Arcangelo, costituì il perno attorno al quale si sviluppò l'abitato sin
dal V sec..
I primi a popolare quel sacro sito furono i pochi
pastori locali e quei pellegrini desiderosi di concludere la loro esistenza in
preghiera e penitenza.
Nel
663 fu distrutta da Costante
II insieme al Santuario.
Fu riedificata e più tardi restaurata dalle fondamenta
dall'imperatore Lodovico II.
Le possenti mura furono rialzate da Roberto il Guiscardo e resistettero,
solidissime, per tre giorni
all'assedio di Lotario III
nel 1137.
All'esterno del santuario si erge un
imponente campanile, di forma ottagonale, costruito nel 1274 su commissione di
Carlo I D'Angiò, modellato secondo lo schema e le
proporzioni delle torri di Castel del
Monte.
Del sec. XII sono i resti della poco
lontana chiesa di S. Pietro, che contiene la cosiddetta Tomba di Rotari (Re Longobardo), forse un antico battistero
romanico, con uno splendido portale scolpito.
A nord-ovest dell'abitato troviamo il castello, con torre normanna voluta da Roberto il Guiscardo, restaurato nel XIII sec. da Federico II e successivamente alla fine del sec. XV.
Da non perdere la visita del rione medioevale Junno, ben conservato e caratterizzato da case addossate le une alle altre, a schiera.
Nei dintorni di Monte S. Angelo si trovano i resti delle abbazie di Pulsano e della Trinità
(sul Monte Sacro) del sec. XII.
Fu feudo di Giorgio Castriota
Scandeberg nel 1464 e successivamente
passò a Consalvo di Cordova.
Nel 1542 la città fu venduta agli eredi
di Consalvo fino a
diventare proprietà di Geronimo Grimaldi
di Genova.
Un triste episodio storico è legato ad Alfonso d'Aragona
e a suo figlio Ferdinando I, che
assalirono e depredarono il Santuario sottraendone i sacri tesori; i cittadini, pieni
di sdegno, nel 1496 aprirono le
porte della città ai
Francesi che vi
si stabilirono sottraendola al dominio degli Aragonesi.
IL SANTUARIO
DI SAN MICHELE
SUL GARGANO
Statua marmorea
dellfArcangelo Michele
(Andrea Sansovino - Sec. XVI)
Le apparizioni dell'Arcangelo Michele
La tradizione narra che tre volte apparve
l'Arcangelo al vescovo di Siponto Lorenzo Maiorano;
tali apparizioni sono conosciute con il nome di Toro (nel 490), della Vittoria
(nel 492) e della Dedicazione (nel 493).
In particolare viene ricordata
l'ultima, del 29 settembre
493: il Vescovo vide
nei pressi di
una caverna l'Arcangelo che
impresse l'orma del piede nella
roccia, affermando che li dovesse sorgere la sua chiesa. La stessa scena è riprodotta su uno dei ventiquattro pannelli di bronzo delle porte del
Santuario, dono del nobile amalfitano Pantaleone III.
Il suo culto cominciò subito ad attirare
schiere di pellegrini, prima dai territori circostanti e poi da regioni sempre
più lontane.
Il sito
Il Santuario di San Michele Arcangelo, uno
dei più antichi luoghi di culto della cristianità, sorge a
Monte SantfAngelo sul Gargano, in provincia di Foggia.
I Longobardi, occupando il Gargano nel VII
secolo, vollero prendere lfArcangelo Michele come protettore e proclamare il
santuario garganico come loro santuario nazionale.
Fu in questo periodo che il culto di San
Michele si diffuse dal Gargano in tutta lfEuropa trovando in Normandia un
insediamento esemplare in Mont Saint-Michel.
Allfinizio dellfVIII secolo, la grotta sul
Gargano, nella quale era venerato l'Arcangelo, diventò punto di
arrivo di un itinerario che fu detto gVia Sacra Langobardorumh.
Nei secoli successivi i bizantini
realizzarono, dopo il mille, lfattuale ingresso e vi collocarono
le famose porte di bronzo, fabbricate a Costantinopoli nel 1076.
Nel XIII secolo fu realizzata
dagli angioini, e completata nel 1395 dai durazzeschi, la grandiosa
scalinata (composta da 81
gradini) dallfandamento tortuoso, tutt'oggi
utilizzata per raggiungere la grotta dell' Arcangelo.
I SEGNI DEI
PELLEGRINI
Molti documenti, di diversa natura,
attestano la presenza continua di pellegrini, provenienti da tutta lfEuropa,
che in quindici secoli hanno visitato questo santuario. Già dal VII secolo il
pellegrinaggio alla grotta garganica si era
trasformato da fenomeno locale in fenomeno di ampiezza
europea ; in Francia, in Germania, nelle isole Britanniche, era giunta,
insieme con la devozione per lfArcangelo Michele, la fama del suo più famoso
santuario dfOccidente e da questi posti venivano i pellegrini, i quali
visitavano la Grotta di San Michele sul Gargano nei loro viaggi verso Roma
e la Terrasanta; un itinerario questo che nel medioevo
veniva contraddistinto col motto Homo (San Pietro e San Paolo a Roma, poi dopo
il mille San Giacomo di Compostela,) Angelus (San
Michele sul Gargano) Deus (Gerusalemme).
Di questi pellegrinaggi si ha testimonianza
in fonti narrative, in quelle documentarie e soprattutto in quelle epigrafiche,
rinvenute negli ultimi decenni sui muri delle strutture del santuario.
Queste iscrizioni, circa 170, databili tra il VII e il
IX secolo, permettono di chiarire lfidentità dei pellegrini, la loro
provenienza, il loro grado di cultura e il loro stato sociale; sono stati
identificati, per la maggior parte, nomi di uomini e solo in minima parte nomi
di donne.
Inoltre, per la loro peculiarità, assumono
particolare importanza alcune
iscrizioni runiche, unici esemplari
in Italia della scrittura detta grunicah dalle sue lettere (le rune), segni dellfantico alfabeto germanico.
I primi pellegrini solevano incidere, oltre
a brevi frasi di invocazione, piccole croci, dalle cui
forme oggi gli studiosi possono risalire alla nazionalità e alla professione di
chi le ha incise.
Dallfanno 1000 invalse
lfuso di incidere il contorno della mano e del piede.
Attualmente il santuario è visitato, ogni anno, da
circa due milioni di persone, semplici turisti, amanti dellfarte e veri
pellegrini che puntualmente nei mesi di maggio e di settembre continuano a
manifestare la loro devozione verso lfArcangelo.
INVOCAZIONE
A SAN MICHELE ARCANGELO
San Michele Arcangelo,
difendici nella lotta:
sii il nostro aiuto
contro la malvagità e le insidie del demonio.
Supplichevoli preghiamo
che Dio lo domini
e Tu Capo della Milizia Celeste,
con il potere che Ti viene da Dio,
incatena nell'inferno satana
e gli altri spiriti maligni
che si aggirano per il mondo
per perdere le anime.
Amen.
(Leone XIII)
L'ANGELO
DI DIO
Angelo di Dio, che sei
il mio custode,
illumina, custodisci, reggi e governa me
che ti fui affidato dalla Pietà celeste.
Amen
I PERCORSI DEI
PELLEGRINI
Dallo studio dei documenti disponibili si
evince che, prima del mille, i pellegrini che giungevano sul Monte Gargano
provenivano da due direzioni principali.
Quelli provenienti da Roma avevano come
tappe obbligate Montecassino, Capua,
Benevento, Troia, Siponto ed infine la Grotta di San Michele. (Itinerario di Ottone III, pellegrino al Gargano nel 999).
Un percorso che precedentemente
era stato salvaguardato dai longobardi quando, nel nono secolo, nel trattato di
divisione del regno tra il ducato di Benevento e quello di Salerno si era
precisato che il duca beneventano Radechi
doveva consentire il passaggio, attraverso i suoi territori, dei pellegrini che
si fossero recati al Monte Gargano.
La regina Ansa, moglie di
Desiderio, ultimo re dei Longobardi, si preoccupò di assicurare ai
pellegrini diretti al Gargano e a Roma luoghi di ristoro e di ricovero lungo i
percorsi.
La presenza di ospizi,
cappelle, monasteri , in cui
sostare e prepararsi spiritualmente per raggiungere la meta del pellegrinaggio,
ha contribuito nel tempo a far soprannominare Via sacra Langobardorum questo
percorso...
Cfè da aggiungere che il percorso Benevento-Siponto-Monte SantfAngelo viene
ricordato nel 1024 come via francigena ; in un
documento del 1132 come gstrata peregrinorumh e in un altro del 1201 come
gstratam magnam que pergit ad
sanctum Micaelemh
Quelli provenienti dal nord (da regioni
italiane e da paesi stranieri), dopo aver passato gli Abruzzi
ed il Molise, potevano salire sul Gargano
attraversando la valle detta di Stignano, toccando le
attuali località di San Marco in Lamis, Convento di
San Matteo, San Giovanni Rotondo, San Egidio, Valle di Carbonara. Detta strada
permetteva ai pellegrini di arrivare al Santuario di San Michele dal versante
opposto a quello di Siponto con un itinerario meno ripido, attraverso valli
lungo le quali sorsero strutture di assistenza per i
numerosi pellegrini in cammino verso la Montagna Sacra dellfAngelo. Questo
percorso è ricordato in un documento di concessione del normanno Enrico, conte della città di Monte
SantfAngelo :
g..stratam que
dicitur francesca ubi sunt lapides...h
I PELLEGRINI
FAMOSI
Un santuario diventa famoso per la
sacralità del luogo e per la sacramentalità che lo
stesso luogo riesce a trasmettere ai pellegrini che arrivano per pregare.
Tutto questo crea un campo di attrazione cui sono soggetti tutti i fedeli, dal semplice
contadino allfillustre signore.
Per questi motivi, al santuario garganico arrivarono molti personaggi fra cui vogliamo
ricordare alcuni che, per la loro personalità e provenienza, hanno contribuito
a dare una importanza storica al Santuario di San Michele sul Gargano negli
ultimi quindici secoli.
Anno 709
Alcuni monaci dal Monte Tomba arrivarono al
Gargano per prelevare il pallio rosso e le pietre della Grotta del Gargano per
costruire allfestremità della Francia il famoso Mont-Saint-Michel.
Anno 720
San Wolfando
venne pellegrino sul Gargano per prendere le reliquie e fondare il monastero di
San Michele di Verdun (Germania).
Anno 860
In questo anno
arrivò il monaco Bernardo che annota nel suo diario
le varie tappe del suo pellegrinaggio verso la Terra Santa.
Anno 940
Venne pellegrino Odone, lfabate fondatore
di Cluny.
Anno 999
Ottone III (in figura), imperatore del Sacro Romano
Impero, per penitenza ordinatagli da San Romualdo,
venne a piedi sul Gargano.
Anno 1022
SantfEnrico, imperatore, ebbe nella Grotta
di San Michele una visione celestiale riportata da tutte le cronache medievali.
Anno 1049
San Leone IX, appena ordinato papa, volle
venire pellegrino per pregare lfArcangelo Michele.
Anno 1216
San Francesco dfAssisi, molto devoto di san
Michele, per umiltà si fermò a pregare allfingresso della Sacra Grotta.
Anno 1349
Prima dellfanno santo
del 1350 venne in pellegrinaggio Santa Brigida di Svezia, che ritornò insieme
alla figlia, Santa Caterina, nel 1369.
Anno 1987
Il Papa Giovanni Paolo II
venne pellegrino a pregare nella Grotta di San Michele.
IL SANTUARIO DEL GARGANO E I GIUBILEI
Il Santuario di San Michele sul Gargano è
stato tenuto sempre presente nei vari giubilei.
Notizie del 1400 assicurano che il
Santuario Garganico era uno dei santuari dove si
poteva lucrare lfindulgenza plenaria ad instar, cioè
il pellegrino visitando la grotta garganica poteva
esimersi, in occasione del Giubileo del 1400 voluto da Bonifacio
IX, di recarsi a Roma per il pellegrinaggio alle quattro basiliche della
capitale. Così successivamente il papa Giulio III nel
1550 concesse al Santuario di San Michele il privilegio del Giubileo dellfAnno
Santo senza recarsi a Roma, privilegio confermato anche da Gregorio XIII nel
1575. Bisogna anche sottolineare che Giulio III, per
lfoccasione dellfAnno Santo, decretò la nomina di quattro Canonici Penitenzieri
nel santuario garganico che i pontefici seguenti (Innocenzo XII nel 1669, Clemente XI nel
1704, Benedetto XIII nel 1725) hanno confermato.
La nomina dei penitenzieri voleva
accentuare il ruolo che il Santuario aveva avuto nei secoli come luogo speciale
di penitenza.
Sopra lfarco delle Porte di bronzo si legge
che la Grotta è un luogo privilegiato dove ogni colpa viene
cancellata.
Molti pellegrinaggi penitenziali furono
ordinati durante il Medioevo verso il Santuario di San Michele per la
remissione dei peccati (famoso quello imposto da san Romualdo a Ottone III nel 999.
Si legge che SantfAbbone
di Fleury impose a Bernardo,
abate di Beaulieu e reo di simonia, il pellegrinaggio
a Gerusalemme ma, saputo che le strade verso est erano bloccate, sostituì Gerusalemme con Roma e il Monte Gargano).
Nel francobollo celebrativo dellfAnno Santo del 1950, dove sono raffigurate le più importanti
basiliche italiane, è riprodotto anche il Santuario di
San Michele, riconfermando la stretta analogia che esiste tra la storia dei
Giubilei e quella della Grotta garganica.
Nel 1983 lfarcivescovo di Manfredonia V. Vailati
scriveva:
gIl Santuario di S. Michele Arcangelo del Gargano è sempre stata meta
preferita di pellegrinaggio insieme con le Tombe degli Apostoli in Roma e con i
luoghi di Terra Santa;
durante lfAnno Santo della Redenzione è Chiesa
scelta e proposta per lfIndulgenza.h
Ef di questfanno, A. D. 1999, il decreto del Vaticano che riconosce il
Santuario di San Michele di Monte SantfAngelo come luogo particolare dove si
può lucrare in perpetuo lfindulgenza plenaria.
Gli attuali custodi del Santuario sono i
Padri Micaeliti.
IL MUSEO
DEVOZIONALE
Nel museo, sito all'interno del santuario,
è racchiuso un enorme numero di opere di vario tipo,
con pezzi di eccezionale valore storico-artistico,
come lfIcona di rame dorato (VII sec), croci istoriate, vasellame, oggetti liturgici
(calici, pianete), ex voto, statue di San Michele di varie epoche; reperti di
frammenti scultorei rinvenuti dagli scavi e dai restauri effettuati nella
basilica di San Michele, altri reperti provengono dalla vicina Abbazia di Santa
Maria di Pulsano.
Ex voto
anatomici
Ex voto
animali
Ex voto cuori
Di particolare interesse i resti dell'ambone (1041), scolpito all'arcidiacono Acceptus (il più antico scultore romanico pugliese
di cui si conosca il nome, a lui è stato attribuito anche il leggio e l'ambone
della Cattedrale di Canosa di
Puglia), composto dal leggio, dall'aquila e dai capitelli.
Ambone
Sedia episcopale marmorea
(Sec.
XI)
(Sec. XII )