Gil Botulino (The German Observer)

Martedì 3 luglio 2001

Trent'anni fa moriva il cantante dei Doors
La leggenda di Jim Morrison illumina il tempio del rock

"Immagino un gruppo di fedeli che danzavano
e cantavano in piccoli spazi all'aperto.
Poi un giorno dalla folla emerse una persona
posseduta e cominciò ad imitare un dio" (F.L.)


Chopin, Proust, Wilde, Balzac, Hugo: al Pere Lachaise gli ospiti illustri non mancano ma nel celebre cimitero monumentale di Parigi la superstar è lui, Jim Morrison. Quella del solista dei Doors è la tomba più visitata. E per i trent'anni dalla morte (oggi la ricorrenza) si aspetta una folla oceanica di fans. Di sicuro Parigi commemorerà alla grande l'anniversario: al teatro Bouffes du Nord sarà presentata una serie di film rari o inediti sui Doors. E in altri tre teatri della capitale sono previste serate musicali in onore dell'indimenticato Jim. Anche il mondo discografico celebra l'evento, con l'uscita di due Cd, «The Best of the Doors» e «Bright Midnight - Live in America». Il «grande maledetto del rock» riposa nella divisione 6 del Pere Lachaise, nel Ventesimo Arrondissement. Due videocamere a circuito chiuso ne tengono sotto controllo la tomba 24 ore al giorno. Molti i fans che chiedono ai sorveglianti se il cantante dei Doors è davvero sepolto là sotto, se non è stato per caso traslato nei natii Stati Uniti. Una domanda agganciata alle tante leggende metropolitane - amplificate negli ultimi anni da Internet - che lo vogliono vivo, in fuga dal mondo, scomparso in Africa alla ricerca delle tracce del suo poeta preferito, Arthur Rimbaud. In effetti non tutto è limpido e trasparente nel decesso dell'iconoclasta del rock, che nel suo album più famoso e scandaloso - «The End» - dà sfogo ad un incontenibile odio per la famiglia e canta la voglia di «uccidere il padre» e «stuprare la madre». L'autopsia non fu fatta. Il certificato medico parla genericamente di «morte naturale» per arresto cardiaco. Una vaghezza che ha alimentato le congetture più selvagge, persino quella di «un piano dell'Fbi» per eliminare un ingombrante capofila della contestazione alla guerra in Vietnam. Jim aveva appena 27 anni quando la notte del 3 luglio del 1971 fu - secondo la versione ufficiale - trovato cadavere dentro il bagno dell'appartamento di rue Beautrellis, nel quartiere parigino del Marais, dopo una sera di bevute al club «Rock'n'Roll Circus». Nella Ville Lumiere si era trasferito quattro mesi prima assieme a Pamela Carson, la sua compagna. Ne aveva abbastanza dei Doors e della California, malgrado la band - creata a Los Angeles nel 1965 - gli avesse dato fama e ricchezza. Voleva costruirsi una nuova vita come poeta. «Il rock è morto», ripeteva. Un suo amico di quell'ultima fase, Francois Jouffa, ha raccontato sul «Journal du Dimanche» che la sera prima del decesso Jim andò nel Quartiere Latino per comprare dell'eroina ma non per sè: lui beveva come una spugna (vodka soprattutto) ma non si drogava. L'eroina era per Pamela, stroncata nel 1974 da un'overdose. Jouffa non esclude che la morte di quel ribelle nato sia avvenuta in una toilette del «Rock'n'Rolls Circus», in rue de Seine, a quattro passi da Saint Germaine des Pres, dove era andato con due trafficanti di eroina. Nel decesso il medico legale di nome Vassille non riscontrò ad ogni modo nulla di sospetto. L'ufficiale della polizia giudiziaria Jacques Manchez autorizzò la sepoltura dopo una breve inchiesta. Il funerale, alla chetichella, fu fatto il 7 luglio.
Quel giorno al Pere Lachaise c'erano per l'estremo addio soltanto Pamela e quattro amici, tra cui la regista francese Agnes Varda. (dal nostro inviato a Parigi Antonio Lacqua)

 

Jim Morrison è nato a Melbourne, Florida, nel 1943, ed è morto a Parigi il 3 luglio 1971 in circostanze tuttora non chiare. Cantante, poeta, film-maker, è stato soprattutto una leggenda della musica. Voce leader dei Doors, è stato uno dei principali riferimenti per intere generazioni di giovani negli anni della guerra del Vietnam, dell'assassinio dei fratelli Kennedy e di Martin Luther King. Animale da palcoscenico, eroe maledetto, angelo ribelle, il Re Lucertola - Lizard King - è stato profeta della libertà. Per i suoi inviti alla trasgressione l'FBI ha aperto un dossier su di lui, e nel 1969 è stato perfino arrestato per oscenità. La sua morte precoce nel 1971 lo ha trasformato in un mito: da allora le raccolte dei Doors continuano ad andare a ruba, e ogni anno migliaia di giovani si recano in pellegrinaggio sulla sua tomba nel cimitero di Père Lanchaise a Parigi.
Abbiamo chiesto ad alcuni amici di Jim di inviarci, per l'occasione e per i nostri lettori, qualcosa di speciale.  Frank Lisciandro ha accolto il nostro invito e ci ha regalato addirittura una bellissima poesia inedita di Jim. Presto, ci comunica Frank, insieme ad altri scritti, liriche e appunti, raccolti dagli amici dopo la sua morte, verrà pubblicata dalla Wildeness Publications.

 

Can you dig it.
My meat is real.
My hands - how they move
balanced like lithe demons
My hair - so twined & writhing
The skin of my face - pinch the cheeks
My flaming sword tongue
spraying verbal fire-flys
I'm real.
I'm human
But I'm not an ordinary man
No No No

Ma non afferrate.
La mia carne è reale.
Le mie mani - come si muovono
bilanciate come demoni flessuosi
I miei capelli - così ricci & ritorti
La pelle del mio viso - pizzicate le guance
La spada fiammeggiante della mia lingua
che sprizza lucciole verbali
Sono vero.
Sono umano
Ma non sono un uomo normale
No No No

Osservazioni e/o domande