Gil Botulino (The German Observer)

Giovedì 5 luglio 2001

Clan dell'immigrazione: a Badolato la centrale d'appoggio

Erano arrivati cinque anni fa, con i primi sbarchi sulle coste calabresi della diaspora curda, proveniente dalla Turchia ed in cerca d'asilo e d'un biglietto di sola andata per l'Europa del Nord: Germania, Francia, Belgio. Qualcuno è rimasto per rifarsi una vita in questo angolo dello Stivale, ed a Badolato ha messo su casa. Ora sono in tanti, e Badolato è diventata la capitale del "Kurdistan calabrese". Ma – è il sospetto che ha dato corpo all'indagine della polizia – potrebbe non essere solo un caso, al di là delle considerazioni geografiche, la frequenza tanto elevata degli sbarchi sulle nostre coste. E così, con il prosieguo delle indagini, si è potuto accertare che alcuni personaggi ormai stabilitisi in Calabria erano sempre lì dove avvenivano gli sbarchi o dove venivano sistemati i profughi di giornata. Le indagini sono andate avanti ed ora hanno raggiunto un primo risultato con il fermo, disposto dalla Procura della Repubblica, di due cittadini turchi di etnia curda, residenti a Badolato (Yusuf Tas, 34 anni, e Erhan Bozkurt, 22 anni), indiziati del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Altre persone sono ricercate, ma non si sa che fine abbiano fatto. Tutti sono accusati di aver assicurato "assistenza logistica" di diversa natura (da quella burocratico-amministrativa e quella concreta, di ricovero provvisorio) agli immigrati clandestini, potendo contare su una rete di contatti tra Turchia, Italia ed i Paesi del Nord meta ultima degli immigrati. Il tutto, ovviamente, dietro compenso. Uno degli indagati è stato agevolato anche dal ruolo di traduttore svolto per conto di istituzioni pubbliche. I dettagli dell'operazione, denominata "Asilo", sono stati illustrati in una conferenza stampa in questura dal capo della Squadra mobile Nando Papaleo e dalla dirigente dell'Ufficio immigrazione, Marinella Giordano. Nel provvedimento si parla di di "assistenza logistica sulla costa" e di "tenuta di contatti con le fila dell'organizzazione sia in Turchia che nei paesi dell'unione Europea"; si fa poi riferimento ad un'attività di riscossione di "pedaggi" versati dai clandestini per il viaggio e il domicilio in Italia e ad una sorta di "assistenza" non del tutto legittima per l'ottenimento di permessi di soggiorno, delle sovvenzioni prefettizie e del riconoscimento dello status di rifugiati. Alla base dell'indagine c'è una fitta attività di intercettazione, ampiamente documentata nel decreto di fermo. Non è stato accertato, per il momento, alcun contatto tra l'organizzazione dedita al traffico di uomini e la ndrangheta. Da più parti ora si mormora di movimenti sospetti, coinvolgenti curdi di badolato e altri provenienti da fuori, e di riunioni segrete. I badolatesi hanno finora tollerato perché, con l'orgoglio di aiutare una giusta causa, pensavano si trattasse di riunioni del pkk. Badolato, per anni indicato come il comune più ospitale d'Italia, per la solidarietà riservata ai profughi, appare il luogo ideale come base operativa di un'organizzazione criminale che favorisca l'immigrazione clandestina.

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