Gil Botulino (The German Observer)

Sabato 7 luglio 2001

Una giovane lettrice (Caterina Pultrone per non far nomi) ci ha chiesto perché si dice 29 giugno giorno del cunno. Noi della redazione del German di queste cose culturali non sappiamo granché, ma abbiamo girato la domanda a chi di pertinenza. Oggi abbiamo la risposta che giriamo a Caterina e a tutti voi affezionati lettori.

"Pecchì si dicia ca u 29 giugnu è u jornu do cu…?"

Questa la domanda legittimamente posta da un’incuriosita ragazza al nostro caro amico Gil che con profonda umiltà, colto impreparato sull’argomento, non ha esitato a girarci chiedendoci delucidazioni che noi, per quanto c’è possibile, siamo lieti di offrire premettendo che:
La donna è per noi del P.I.P.I.O., l’essere sublime per eccellenza, il motore del mondo, il giardino che non inaridisce mai perché è a lei che Iddio Onnipotente ha donato il grandissimo privilegio di generare la vita e pertanto, questa dolcissima creatura, merita il nostro incondizionato rispetto tant’è che senza essere volgari e per esaltare al massimo questa sua immensa potenzialità, abbiamo scelto come simbolo del nostro movimento, quella parte anatomica ove inizia e poi, felicemente (salvo alcune spiacevoli eccezioni) si conclude, l’emozionante viaggio della vita stessa. Conseguentemente a quanto detto, quattro anni fa, rompendo ogni indugio ed osteggiando la bigotta e retriva mentalità dominante basata sugli astratti concetti del più dissennato ed ipocrita moralismo, prendemmo la storica decisione di celebrare la festa del 29 giugno, giorno che gli anziani badolatesi da tempo immemorabile, amano menzionare come u jornu do cu… perché? Per il semplice fatto che il ciclo mestruale, durando in media 28 giorni, (nel corso dei quali, gli estrogeni ed il progesterone, agendo all’interno dell’utero, provocano la periodica eliminazione dell’endometrio e dell’uovo non fecondato accompagnata da una piccola emorragia dovuta alla dilatazione d’alcuni capillari), crea nella donna e nel partner, una naturale tensione emotiva e psicologica al punto che, entrambi non vedono l’ora che il ciclo finisca per essere finalmente liberi di assaporare pienamente le gioie del sesso. Per tale motivo, il 29 è unanimemente considerato il giorno della libertà amorosa. D’altronde, non si dice pure: "ogni vintinova, picciuni ed ova"? Questa è la spiegazione riferita al giorno. Per quanto invece concerne quella del mese, si deve tener presente che in giugno entra ufficialmente l’estate che è universalmente riconosciuta come la stagione degli amori poiché essendo essa la più calda, fa aumentare anche la temperatura corporea, la quale, stimolando ulteriormente gli appetiti sessuali, spinge inevitabilmente le persone all’accoppiamento. Di conseguenza, per questa serie di fattori biologici, giugno è considerato da tutti, il mese che apre le porte alla felicità e alla gioia. Ecco perché il 29 giugno merita di essere festeggiato con tutti gli onori.

L’Ufficio Pubbliche Relazioni del P.I.P.I.O.

Badolato, 7 luglio 2001

Osservazioni e/o domande

Ma perché, le gioie del sesso non possono essere assaporate anche durante le mestruazioni? (femme impaziente)
La credenza che il coito durante le mestruazioni sia pericoloso è errata. È vero che si tratta di una cosa un po' pasticciata, ma non è che i tessuti vaginali siano più fragili in questo periodo, e perciò non c'è ragione per cui la coppia, se lo desidera, non dovrebbe avere rapporti sessuali, tanto più che in questo periodo (come anche la domanda fa capire) il desiderio femminile è sovente aumentato. (Il sessuologo Frank Larrapa)