Claudio Martinotti non ci dimentica
e ci invia un articolo di largo respiro su alcune problematiche a lui care e che noi qui
pubblichiamo non solo perché le cose che dice sono condivise e condivisibili ma anche
perché rispecchiano la situazione badolatese (nel suo piccolo, s'intende) e si attagliano
perfettamente ad alcuni personaggi nostrani (nel loro piccolo, s'indende). ITALIANI BRAVA GENTE
L'Italia è un eterogeneo Paese dalle enormi potenzialità, che vengono limitate da una
burocrazia retriva ed ottundente, ancora ferma culturalmente al periodo monarchico e della
nobiltà (da cui la concezione non del servizio reso al cittadino ma dell'autoritarismo,
dei favori concessi e dei privilegi acquisiti, della prosopopea, ...) e da politici
corrotti ed incapaci, approssimativi e pusillanimi, entrambe condizioni penalizzanti di
cui da decenni vanamente si discute e che sono risapute a livello internazionale (per
quanto riguarda ad esempio la corruzione se non ricordo male l'Italia è collocato al 49
posto ...), e che ovviamente pongono il nostro Paese in crisi di credibilità e identità.
Mi vengono i brividi a pensare a cosa potremmo fare se le nostre potenzialità non fossero
frustrate, a che livello di qualità di vita potremmo essere se solo avessimo avuto una
classe politica all'altezza della situazione, cioè semplicemente in grado di lasciar fare
ciò che è giusto, dando spazio ai talenti, ed una burocrazia più snella ed efficiente
...
Credo sia la stessa collocazione geografica al centro del Mediterraneo, oltre che i
precedenti storici (che sono comunque anch'essi connessi alla posizione), che hanno
privilegiato in questo modo la nostra penisola, lasciando tracce estremamente positive.
Non c'è un campo scientifico, umanistico, esoterico, ecc., in cui non abbiamo primeggiato
e non ci sia stato qualche italiano che abbia fornito il suo prezioso contributo
all'evoluzione dell'umanità.
Quindi il mio disgusto attuale, che perdura da anni, non è certo rivolto al Paese per
quello che era, semmai rimpiango quello che avrebbe potuto essere (nel 700 era considerato
il giardino d'Europa, si poteva proseguire favorendo il turismo e la cultura), e neppure
alle sue genti intese in senso generalizzato, ma alla sua classe politica e burocratica,
composta da una predominanza di parassiti ed imbecilli, senza alcun senso dello Stato,
senza alcuna cultura della prevenzione, del rispetto, della legalità, ecc.. Giusto per
parlare chiaro.
Per chi come me ha a cuore il prezioso bene della comunicazione, cercando di dare spazio a
tutte le componenti che vi concorrono, ponendomi quindi in ascolto con umiltà,
sensibilità ed attenzione, riscontrare come le due classi sopracitate (politici e
burocrati) siano al contrario tese prevalentemente ad alimentare rozzi pregiudizi,
discriminazioni scriteriate, ignobili sperequazioni, arrivismi e carrierismi, nepotismi,
clientelismi, ecc., non può che disgustarmi. Fin dall'adolescenza ho compreso che
occorreva saper ascoltare e valutare la qualità dei contenuti e non lasciarsi
condizionare dal veicolo di
trasmissione.
Sembra un'ovvietà, quasi una banalità, ma è allucinante rilevare che questo che
dovrebbe essere un concetto acquisito ed applicato sistematicamente è al contrario quasi
sconosciuto e disatteso. Numerose volte ho infatti ascoltato concetti profondi e vere e
proprie ispirazioni intellettuali e spirituali pronunciate da soggetti sottovalutati e
pericolose idiozie da individui sopravvalutati. Veri e propri paradossi. In quest'epoca di
inciviltà e di subcultura, di degrado e di malcostume sociale (ricordiamoci sempre che in
Italia non si legge ma ci si nutre di televisione demenziale ...), pare dominare il senso
di appartenenza al branco, finché per convenienza non si ricerca e trova un altro capo
branco ... e non mi riferisco ai tifosi, alle bande giovanili, ecc., perché gli stessi
concetti sono applicabili alla politica ed alla vita di società. Anziché agire sui
contenuti, partendo dall'ascoltarli e valutarli con obiettività e misurarne le
prospettive con un minimo di lungimiranza, in
Italia si inizia con il valutare l'appartenenza dell'individuo proponente e comunicante.
Se non appartieni al branco giusto e non hai arruffianato a sufficienza e meglio dei
concorrenti il capo branco ed i suoi più stretti cortigiani, sei tagliato fuori. Anche se
stai proponendo qualcosa di valido ed innovativo, non hai alcuna speranza. Non conta la
qualità ma la
provenienza, lo schieramento politico che ti viene attribuito, l'apparenza, la sudditanza,
ecc..
Questa purtroppo è l'Italia che disprezzo, questa temo sia divenuta l'italianità in
questi ultimi decenni, frutto della mancanza di partecipazione e controllo sociale alla
vita politica ed istituzionale, avendo dato una delega eccessivamente trascurata ad
indegni rappresentanti che hanno rappresentato solo se stessi ed il proprio entourage
famigliare e di business e che non sanno apprendere dall'esperienza, in quanto troppo
presi dalla percezione distorta del potere e dell'effimera immagine di sé davanti ad una
selva di microfoni in trepidante attesa di banalità e demenzialità pronunciate ad arte
per gli indici di ascolto. Per poi rivedersi con ammirazione dal televisore di casa o
dell'ufficio, con il solito codazzo di cortigiani compiaciuti, ed immaginarsi la propria
carriera inarrestabile fino alle più alte cariche dello Stato, mossi solo dall'interesse
collettivo ... del quale per carità, non dubitiamo.
Semplicemente siamo vittime di una perfida distorsione comportamentale, infatti dovrebbe
dedicarsi alla politica solo chi ha qualcosa da dire e da dare.
Chi non ha nulla da dire dovrebbe tacere e chi non ha nulla da dare dovrebbe starsene a
casa sua e dedicarsi a sé ed alla propria famiglia.
Invece nel nostro strano ed atipico Paese costoro fanno carriera politica e burocratica,
ed il problema vero è che non hanno neppure l'intelligenza per autolimitarsi, mancando
della necessaria consapevolezza e senso della responsabilità e della misura, e di
conseguenza fanno dei danni alla collettività. Il presenzialismo effimero imperante è
una conferma di quanto asserito, ma costituisce il male minore. Il decisionismo
approssimativo ed intempestivo è invece il male maggiore.
Però parlano così bene e sono telegenici.
Chissà le loro mamme come saranno orgogliose.
Ciao a tutti
Claudio Martinotti
Inviato da: Rozza Italia, Movimento Telematico Cosmopolita d'Opinione
Responsabile: Claudio Martinotti
Indirizzi e.mail: rozzaitalia@ricordati.com
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